DOMENICA 21 MAGGIO 1871
(1 PRATILE
ANNO 79)
Ducatel dal bastione 64 avvisa i versagliesi |
É con il tradimento che i versagliesi riescono a penetrare fra le mura
di Parigi: alle 15 sulle indicazioni di un sinistro informatore, un certo Jules
Ducatel di triste memoria, assoldato certamente da Thiers,
vedendo bastioni deserti, le porte lasciate incustodite, salito sulle
fortificazioni al bastione 64 della porta Saint-Cloud, sventola una bandiera
bianca gridando: “Entrate, non c'è nessuno”.
I soldati del generale Douai si erano riuniti dal
giorno precedente ai bastioni vuoti, in vista di un assalto. Questi coraggiosi
reazionari non osarono entrare per paura di cadere in un'imboscata. Al segnale
di Ducatel, mandano un ufficiale della marina in ricognizione, che entra in
città e fa una ispezione. Dopo aver trovato i bastioni abbandonati e le case
circostanti vuote, torna alla trincea e telegrafa la notizia a Versailles.
I versagliesi entrano in città e occuparono senza difficoltà il 15°
e il 16°
arrondissement.
Quel settore, bombardato da diversi giorni dal fuoco dei forti Issy e Vanves,
non era quasi più difendibile, gli artiglieri non potevano nemmeno tenere la
loro postazione. Il delegato della Guerra, che conosceva lo stato deplorevole
della difesa, aveva promesso di installare una barriera mobile e di inviare
rinforzi. Ma nulla era stato fatto In più bisogna considerare che tra le
guardie nazionali predomina lo scoramento, derivato dalla disorganizzazione
militare e dalle continue incertezze a livello di comando. C'è anche da dire
che non erano pochi a nutrire ancora illusioni di conciliazione con i sedicenti
repubblicani, tipo Ferry[1] o Thiers.
Solo il battaglione di volontari, inviato sul posto, oppose una seria
resistenza a questi movimenti di truppe. Isolati, i
difensori di Parigi dovettero ripiegare sulla Muette, poi sugli Champs-Élysées.
Al Consiglio
della Comune si continua a trascurare la situazione militare. Non è un
problema di competenza dei cinque del Comitato
di Salute pubblica a cui la maggioranza ha delegato i pieni poteri? Si
arzigogola su questioni di secondaria importanza; la seduta del pomeriggio,
presieduta da Vallès
(assessore Courbet),
è prevalentemente dedicata al processo contro il generale Cluseret
(giudicato innocente). Solo alle 19 un telegramma, firmato Dombrowski,
arriva al Consiglio.
«I versaglieli sono penetrati in città dalla porta Saint Cloud. Prendo
provvedimenti per ricacciarli. Se potete inviarmi rinforzi, io. rispondo di
tutto».
Dal fumetto Le cri du peuple - Entrata dei versagliesi e lettera di Dombrowski |
L'esercito versagliese entra a Parigi |
A Parigi, non ci preoccupiamo delle notizie militari. Il cuore è alla
festa. Oggi, come ogni domenica per un mese, c'è un grande concerto di sostegno
per le vedove e gli orfani della rivoluzione. Che spettacolo vedere questi
uomini e donne del popolo, a volte esclusi dai quartieri alti, vengono a
passeggiare nei giardini nel centro di Parigi, partecipare all’intrattenimento
popolare nei palazzi dei re e imperatori!
Questo pomeriggio dalle ore 14, i parigini sono stati invitati al giardino
delle Tuilleries, per il "grande festival di tutta la musica della Guardia
Nazionale". Sono venuti più che mai ad ascoltare le fanfare
dell'esercito popolare che suonano l'aria della lotta e della speranza. Il
rombo attutito dei cannoni, ora vicino, non sembra commuovere gli uditori.
Alla fine del concerto, un ufficiale ha preso la parola: "Cittadini, il signor Thiers
aveva promesso di entrare a Parigi ieri; Il signor Thiers
non è entrato. Lui non entrerà. Vi invito per la prossima domenica, qui, nello
stesso luogo, al nostro secondo concerto a beneficio delle vedove e degli
orfani”. La folla entusiasta applaudì, mentre nello stesso momento, a due
tirate di fucile più in là, l'avanguardia delle truppe di Versailles
entrava a Parigi.
La Comune
apprende la notizia solo la sera, grazie al dispaccio di Dombrowski
che diede l'allarme. Nel frattempo, il generale Douai telegrafava la notizia a Thiers
e Mac
Mahon, che sovrintendono al bombardamento dal Monte Valérien. I generali
danno l'ordine di lanciare l'assalto e fermare il fuoco per consentire alle
truppe di schierarsi. Mentre cala la notte, gli uomini del battaglione linea
entrano silenziosamente nella città insorta.
Parigini, abbiamo subito l'assedio, i bombardamenti, la carestia, le
cospirazioni e i tradimenti, consentiremo di distruggere i nostri sforzi da un
esercito di reazionari? Spetta al popolo armato difendere la rivoluzione!
Sapevamo come combattere per ottenerla, sapremo come morire per questa. Tutti
alle barricate!
Concerto alle Tuilleries |
[1] Jules François Camille Ferry (Saint-Dié-des-Vosges, 5 aprile 1832 – Parigi, 17 marzo 1893) è stato un politico francese, oppositore di Napoleone III e tra le più eminenti personalità del partito repubblicano nella Terza Repubblica francese. Attraverso una serie di articoli denunciò le speculazioni finanziarie operate dal barone Haussmann per il rinnovamento urbanistico di Parigi. Grazie a questa sua iniziativa il barone venne successivamente estromesso dai poteri concessi. D'altra parte egli stesso, «avvocato squattrinato», divenuto sindaco di Parigi alla proclamazione della Repubblica nel settembre 1870, «riuscì a spremersi un patrimonio dalla carestia» della città assediata dai prussiani. Ferry, comprendendo che la Germania era troppo potente, per perseguire l'idea di acquistare un grande impero coloniale si fece promotore di una politica di collaborazione con Otto von Bismarck al fine di guadagnarne una «benevola neutralità» nel Sistema bismarckiano.