lunedì 3 agosto 2020

04-01-G6 – James GUILLAUME

JAMES GUILLAUME

  

James Guillaume (Londra, 16 febbraio 1844 - Préfargier, 20 novembre 1916), scrittore e anarchico svizzero, è stato tra i principali esponenti dell'Internazionale anarchica fondata a Saint-Imier nel 1872 e dell'anarchismo svizzero e, senza dubbio, il principale attore della storia della Federazione del Giura.

James nacque il 16 febbraio 1844 a Londra da madre francese, Marine Suzanne Glady, e padre svizzero (Neuchâtel), Georges, che aveva acquisito la cittadinanza inglese.

Il padre di James s'era trasferito a Londra a vent'anni per sostituire lo zio alla direzione della succursale della fabbrica d'orologi fondata da suo padre (il nonno di James). Georges Guillaume era stato sempre particolarmente interessato alla politica e allo studio piuttosto che al commercio, per questo nel 1848[1], essendo stata proclamata la repubblica a Neuchâtel, scelse di ritornare in Svizzera, dove assunse diverse cariche istituzionali (consigliere di Stato dal 1853 in poi) nel corso dei decenni seguenti.

Quando aveva circa quattro anni James ritornò quindi in Svizzera al seguito della sua famiglia. Frequentò tutti i vari gradi scolastici, seppur con una certa naturale ed istintiva indisciplina e ostilità verso le forme autoritarie di insegnamento. Ciò che lo interessava e appassionava lo studiava sempre con profitto e passione: Spinoza, Omero, Shakespeare, Goethe, Byron, Rabelais, Molière e Voltaire.

Cresciuto in un ambiente familiare culturalmente stimolante, sin da ragazzo James sentì attrazione per la musica e la poesia: scrisse brevi romanzi e liriche; studiò anche scienze naturali, astronomia, geologia, entomologia e soprattutto tutto ciò che concerne la rivoluzione francese, di cui fu grande appassionato. 

Nel settembre 1862, con l'intento di completare gli studi in filosofia, il giovane James si recò a Zurigo. In questo periodo iniziò la collaborazione con il laboratorio filologico e pedagogico diretto da Köchly- Köchly, studiò inoltre i vari aspetti dell'ingegneria tedesca, i poeti ed i filosofi svizzeri di lingua tedesca. Nel 1864 Guillaume fu il primo a tradurre in francese le opere di Gottfried Keller, romanziere svizzero. Il socialismo non aveva ancora fatto breccia nel suo cuore, tant'è che quando un compagno di studi più giovane gli rivelò l'ammirazione per Proudhon, egli gli rispose che il filosofo francese era per lui solo un sofista.

Nella primavera del 1864 James si trasferisce a Neuchâtel e l'anno seguente, ottenuto il diploma statale di insegnante, iniziò a lavorare presso la scuola industriale di Le Locle. Fu proprio in quest'ambito che cominciò a capire che la realtà era ben diversa dai libri, toccando con mano le miserie in cui era costretta a vivere gran parte della classe operaia. Lentamente maturò in lui una vaga idea socialisteggiante, in cui pensava che la vita, affinché valga la pena di essere vissuta, debba esser dedicata agli altri: cominciò così ad organizzare corsi serali per gli apprendisti. Continuò anche a leggere qualsiasi tipo di autore: Feuerbach[2], Charles Darwin[3], e Louis Blanc soprattutto, ma anche Proudhon, Fourier[4] ecc.. E così, poco a poco, concezioni nuove si elaborano nella sua testa, anche se peccavano ancora di una certa vaghezza. Il socialismo non si ear ancora ben delineato in lui, la svolta fu quando il movimento cooperativo francese giunse in Svizzera: era il 1865 e a Chaux-de-Fonds si aprì una sezione dell'Internazionale dei lavoratori che in seguito andò a far parte della Federazione del Giura.

Guillaume era particolarmente affascinato dalla figura di Constant Meuron[5], veterano degli scioperanti di Neuchatel e rivoluzionario. Con lui, dopo averlo conosciuto, fondò la sezione svizzera dell'Internazionale a Le Locle (1866), partecipando in qualità di delegato al congresso di Ginevra della Lega per la Pace e la Libertà. Fino ad allora Guillaume si era dedicato all'istruzione generale degli operai, prevalentemente indicendo conferenze di storia (che venivano anche stampate e diffuse) e fornendo nuove conoscenze su forme d'organizzazione sociale alternative, come le cooperative di credito e consumo.

James Guillaume partecipò attivamente all'attività del movimento internazionalista, ma ben presto, in sintonia con la maggioranza degli internazionalisti del Giura, giunse alla conclusione che la classe operaia doveva pretendere di più che il semplice riformismo. Il congresso dell'Internazionale a Losanna e quello della Lega per la Pace e la Libertà a Ginevra, tenutosi nel 1867, convinsero definitivamente l'anarchico svizzero della necessità della rivoluzione sociale. Il salto ideologico definitivo, lo compì insieme a gran parte dei militanti del Giura quando in Svizzera giunse, nel 1869, il carismatico anarchico russo Michail Bakunin. Guillaume si convinse così in maniera definitiva che l'eguaglianza non può realizzarsi che in assenza di Stato.

La sua vita però non era tutto rosa e fiori: le sue idee rivoluzionarie, le sue attività locali nelI’A..I.L. e le sue opinioni religiose poco ortodosse hanno generato conflitti con le autorità pedagogiche di Le Locle, che lo portarono ad abbandonare l'insegnamento proprio nell’estate 1869 e a dedicarsi anima e corpo all'Internazionale. Dal 1869 al 1872 diresse la tipografia paterna a Neuchâtel, dall'11 aprile 1870 divenne redattore de «La Solidarité», organo della federazione romanda dell'AssociazioneInternazionale dei Lavoratori, e poi venne anche espulso con Bakunin dall'Internazionale a causa del suo ruolo preponderante nell'ambito della Federazione del Giura. Si trattò di una prima piccola scissione interna al movimento internazionalista che anticipava quanto si concretizzò nel 1872.

Per nove anni, Guillaume ha redatto i giornali dell’Internazionale nel Giura, oltre a La Solidarité contribuì anche a Le Progrès e, dopo il 1872, al celebre Bulletin de la Fédération jurassienne, settimanale di tiratura modesta, ma una delle principali fonti di informazioni sia per l’azione, sia per la storia dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori nei suoi ultimi anni. 

A tal proposito Guillaume, insieme soprattutto ad Adhémar Schwitzguébel[6], si assunse il compito di riunire le sezioni italiane, spagnole, francesi e giurassiane (poi anche quella belga, olandese ed inglese...) che si opponevano al Consiglio generale dell'A.I.T. tenuto in scacco da Karl Marx e Friedrich Engels[7].

Il 15 settembre 1872 a St.-Imier, la Federazione del Giura convocò un congresso che sancì la nascita dell'Internazionale antiautoritaria. Questa si dotò anche di un organo propagandistico, il precedentemente citato «Bulletin de la Fédération jurassienne», di cui sarà proprio Guillaume a divenirne diretto responsabile dal 15 febbraio 1872 al 25 marzo 1878.

Al 4° Congresso generale dell'AssociazioneInternazionale dei Lavoratori a Ginevra (1-6 settembre 1873) si fece promotore dello sciopero generale quale «unico sciopero realmente efficace per realizzare l'emancipazione completa del lavoro». Nel 1874, dietro lo pseudonimo di Jacques Glady (cognome della madre), mise a disposizione dell'Internazionale antiautoritaria la sua vocazione artistica componendo la musica de La Jurassienne (testo di Keller). Il 1876 fu invece l'anno in cui James Guillaume pubblicò Idées sur l'organisation sociale e venne condannato a 40 giorni di detenzione il 16 agosto 1877 a Berna per la manifestazione in commemorazione della Comune di Parigi tenutasi nella capitale svizzera il 18 marzo 1876.

Guillaume esercitò una sua influenza personale di promozione e di orientamento sulla federazione italiana dell’Internazionale nel senso di un richiamo ad un programma d’impegno sociale nella prospettiva del federalismo libertario. Su questo piano va posta la buona accoglienza che ebbe in Italia il suo saggio «Idées sur l'organisation sociale» pubblicato a Bologna nel 1877 e (tradotto in italiano con il titolo «Dopo la rivoluzione».

Come molti anarchici dell'epoca, Guillaume venne inserito in una lista nera di "sovversivi" che gli rese molto difficoltoso trovare e poi mantenere un lavoro, per questo dopo esser stato licenziato nel 1878 si trasferì a Parigi, dove poté meglio sfruttare le sue qualità intellettuali e dove il movimento socialista gli sembrava più prestigioso; le divergenze con i partigiani dell’insurrezione e della propaganda del fatto[8] contribuirono a fargli prendere quella decisione definitiva.

In Francia iniziò una nuova fase della sua vita e per almeno un ventennio si occupò assai poco di politica: diventò redattore del «Dictionnaire de pédagogie (Dizionario di pedagogia) » di F. Buisson, della «Revue pédagogique (Rivista pedagogica) », dal 1878 al 1887, e del «Dictionnaire géographique et administratif de la France (Dizionario geografico e amministrativo della Francia) », dal 1887 al 1904. Acquisita anche la cittadinanza francese nel 1889, collaborò al progetto di una scuola laica e nel 1890 pubblicò uno studio sul pedagogista svizzero Johann Heinrich Pestalozzi[9].

Dopo la morte della figlia Marguerite nel 1897, nata dal precedente matrimonio con Elise Golay, si trasferì nella Francia meridionale, poi a Berna per farsi curare nella clinica psichiatrica di Waldau una sindrome depressiva ed infine rientrò nuovamente a Neuchâtel fino al 1901 (anno della scomparsa della moglie).

Michail Bakunin

L’influenza di Guillaume in Italia non si limitò al periodo degli anni settanta, ma, dopo un salto di trent’anni, riemerge nel Novecento con la sua collaborazione alla rivista «Il Pensiero» e al giornale «L’Intemazionale», fino alla sua pur discutibile simpatia con i sindacalisti rivoluzionari fautori della propaganda del fatto[8]. Questo secondo Guillaume ripropose in termini sindacalisti le istanze che erano uscite dal focolare giurassiano ai tempi di Bakunin e collegò l’esperienza delle correnti anti-autoritarie che nella PrimaIntemazionale erano insorte contro la dittatura del Consiglio Generale con quella dei movimenti autonomisti e d’azione diretta che in quel periodo si opponevano all’egemonia della Seconda Intemazionale sul movimento operaio. Se questa egemonia venne scossa e comunque limitata anche in Italia, lo si deve all’azione che Guillaume, insieme ad altri, svolse in quegli anni conferendo ancora una volta come nel 1871-1872 una dimensione internazionale all’iniziativa degli anarchici e dei sindacalisti rivoluzionari italiani.

Ai primi del Novecento si dedicò nuovamente all'anarchia: curò l'edizione completa delle opere di Bakunin, dal 1905 al 1910 pubblicò la sua più importante opera, L'Internationale, documents et souvenirs, ancora oggi considerata la più importante fonte sulla Prima Internazionale, ed infine collaborò a diverse riviste sindacaliste francesi. Pur essendo cittadino francese, Guillaume non smise di interessarsi alle questioni svizzere, tentando senza fortuna di riunificare alcune tendenze rivoluzionarie del Partito socialista con quelle sindacali rivoluzionarie della «Fédération des Unions Ouvrières de la Suisse Romande (Federazione degli Operai della Svizzera Romanda)». Con quest'ultima collaborò anche nel suo organo propagandistico, il settimanale «La Voix du Peupl».

Quando "scoppiò" la Prima Guerra mondiale, Guillaume assunse clamorose posizioni filo-governative, in sintonia con la maggioranza moderata dei socialisti e dei sindacalisti della CGT francese, e aderì nel 1914 all'Union Sacrée[10].

Ormai ammalato, nel dicembre del 1914 abbandonò Parigi per rientrare in Svizzera e curarsi.

James Guillaume muorì il 20 novembre 1916 a Préfargier (Svizzera) e venne inumato a Parigi presso il cimitero di Montparnasse.

Benché sia stato uno dei rari intellettuali della Federazione del Giura si identificò con i suoi compagni di lotta e costoro gli accordarono sempre la loro fiducia; la sua fede nella rivoluzione implicò un ascetismo nella vita quotidiana, una morale molto puritana; radicato nella realtà del suo paese e del suo tempo, fu cosciente che le sue proposte non ebbero valore universale, che la rivoluzione non aveva molte possibilità in Svizzera e che comunque era proprio in questo paese che doveva lottare. Con i suoi compagni ebbe sempre una posizione di mediatore e di moderatore, rifiutando fino in fondo la qualifica di anarchico, che trovava estremista, alla quale preferiva quella più esplicita di collettivista; fu prima di tutto un socialista e un membro dell’Internazionale.

D’altro canto fu senza pietà per i più pericolosi avversari, Marx e i suoi partigiani nel Consiglio generale e nel Partito socialdemocratico tedesco. Per quanto fosse moderato e conciliante con i suoi, fu acerbo e polemico con gli altri; nonostante la sua freddezza e la sua esigenza, era apprezzato e amato. Guillaume fu pure delegato a quasi tutti i congressi internazionali e portavoce privilegiato della Federazione del Giura.



[1] La primavera dei popoli, conosciuta anche come rivoluzione del 1848 o moti del 1848, fu un'ondata di moti rivoluzionari contro i regimi assolutisti, eredi dei moti del 1820-21 e del 1830-31, che sconvolsero l'Europa, nel 1848-49 (solo la Gran Bretagna vittoriana, in un periodo di stabilità politica ed economica - ma soprattutto grazie alle riforme elettorali del 1832 che pacificarono la classe borghese e scatenarono il cartismo - e all'opposto la Russia, in cui era praticamente assente una classe borghese - e di conseguenza una opposta classe proletaria - capace di ribellarsi, furono esentate dalla portata distruttrice/creatrice/rigeneratrice - ma allo stesso tempo, soprattutto per quanto riguarda la Russia, dalla portata di innovazione - delle rivoluzioni del 1848-49). La prima agitazione europea del 1848 si verificò in Sicilia, il 12 gennaio 1848 a Palermo: la rivoluzione siciliana rappresentò la prima miccia dell'esplosione europea. L'insurrezione siciliana, infatti, spinse in un primo momento i Borbone a concedere il ritorno nell'Isola alla costituzione del 1812, una costituzione basata sulla forma di governo parlamentare, e che fu una costituzione alquanto liberale per quei tempi. Seguì una rivoluzione a Napoli, il 27, che costrinse, due giorni dopo, Ferdinando II a promettere una Costituzione, promulgata l'11 febbraio.

[2] Ludwig Feuerbach (Landshut, Germania, 28 luglio 1804 – Rechenberg, Germania, 13 settembre 1872), filosofo tedesco, è stato tra i più influenti critici della religione ed esponente della sinistra hegeliana.

[3] Charles Robert Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882) è stato un biologo, naturalista, antropologo, geologo ed esploratore britannico, celebre per aver formulato la teoria dell'evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale agente sulla variabilità dei caratteri ereditari, e della loro diversificazione e moltiplicazione per discendenza da un antenato comune. Firma di Darwin Pubblicò la sua teoria sull'evoluzione delle specie nel libro L'origine delle specie per selezione naturale (1859), che è il suo lavoro più noto. Raccolse molti dei dati su cui basò la sua teoria durante un viaggio intorno al mondo sulla nave HMS Beagle, e in particolare durante la sua sosta alle Isole Galápagos.

[4] Charles Fourier (Besançon, Francia, 7 aprile 1772 - Parigi, 10 ottobre 1837), è stato un filosofo francese ideatore dei Falansteri, strutture fondate sulla base della proprietà societaria e senza alcuna autorità imposta. È considerato uno dei più importanti precursori dell'anarchismo.

[5] Costant Meuron, che si è spento all'età di 68 anni nel piccolo villaggio di Saint-Sulpice, dove si era ritirato da due anni, è stato uno dei primi fondatori dell'Internazionale. Le sue convinzioni rivoluzionarie risalivano ad antica data. Nel 1831, all'età di 27 anni, era stato uno dei capi dell'insurrezione repubblicana di Neuchâtel. Consegnato dal canton Berna al re di Prussia, venne condannato a morte dal tribunale di guerra; per un anno, rimase sotto la minaccia di tale sentenza: al termine di quel periodo, il re si degnò di commutare la pena in quella della carcerazione a vita. Nel 1834 riuscì ad evadere dalla prigione con l'aiuto della sua coraggiosa moglie. Rimane in esilio fino al 1848. Rientrato nel paese dopo la proclamazione della Repubblica, si stabilì a Le Locle dove visse del suo lavoro, dapprima come operaio bulinista e poi come contabile in un laboratorio di montatore di casse d'orologio. Al risveglio socialista di cui l'Internazionale è stata la possente espressione, Meuron, abbracciata con ardore l'idea nuova, fondò la Sezione internazionalista di Le Locle, nel 1866. Da quel momento si separò completamente dai suoi vecchi amici radicali e si trovò, unico della sua generazione a marciare in prima fila tra i socialisti. Noi ammiriamo la freschezza di spirito di quel vegliardo, il cui cervello, anziché essere ossificato come quello di tanti altri, accoglieva e comprendeva le più ampie e più ardite concezioni moderne. Bisogna sentirlo ragionare, nel suo linguaggio semplice e pittoresco, sulla proprietà, sul lavoro, sull'idea di Dio; era un po' nostro allievo, per noi giovani: ma quando parlava, rivestendo i nostri principi col tono che gli era proprio, il suo accento personale, noi l'ascoltavamo come nostro maestro. Ma ciò che soprattutto distingueva Meuron., quello che lo circondava come di una aureola, quel che faceva dire di lui a Bakunin: "È un santo", era la sua incredibile purezza di cuore, una purezza fanciullesca. Che bontà, che generosità! Quale orrore della menzonga! Che nobile disinteresse! Se era buona e generoso, era però severo con gli intriganti politici, coi falsi amici e non risparmiava loro l'espressione del suo disprezzo. La spietata franchezza del suo linguaggio, sotto questo riguardo, gli ha procurato numerosi nemici: ed egli se ne è sempre vantato. Negli ultimi due anni della sua vita, dopo il ritiro a Saint-Sulpice, aveva cessato qualsiasi attività socialista. L'ambiente in cui era costretto a vivere gli era profondamente antipatico ma, ci diceva, adesso lasciava parlare la gente senza curarsene e non voleva più darsi la pena di contraddirla. La catastrofe in cui sprofondò la Comune di Parigi gli assestò un colpo terribile... Non aveva però abbandonato la sua fiducia e, fino all'ultimo, rimase fedele, in cuor suo, a quella causa rivoluzionaria cui aveva dedicato la vita. (James Guillaume)

[6] Adhémar Schwitzguébel (Sonvilier, 15 agosto 1844 – Evilard, 23 luglio 1895) è stato un sindacalista e anarchico svizzero. Orologiaio incisore di professione, fu un organizzatore della Fédération Jurassienne e un esponente di rilievo della Prima Internazionale e del sindacalismo svizzero. Nel 1866 partecipò al congresso Internazionale di Ginevra in rappresentanza della sezione di Sonvilier, che aveva contribuito a creare. Nel 1869 fu delegato al congresso Internazionale di Basilea e nel 1871 partecipò alla costituzione della Fédération Jurassienne. Convinto sostenitore delle teorie di Bakunin si fece promotore di un socialismo anarchico che propugnava l'avvento di una società collettivista basata sulla libera federazione delle associazioni sindacali e delle comuni. Dopo la caduta della Comune di Parigi (1871) aiutò diversi profughi a trovare rifugio in Svizzera fornendo loro documenti falsi. Quando lo scontro tra Bakunin e Marx in seno all'Associazione Internazionale dei Lavoratori giunse al culmine Schwitzguébel fu tra i promotori della Conferenza di Sonvilier (1871) dove venne approvata una circolare in cui Marx veniva accusato di voler "introdurre nell'Internazionale lo spirito autoritario" attraverso una rigida centralizzazione, e si rivendicava il mantenimento del "principio dell'autonomia delle sezioni" ed un'organizzazione di stampo federalista. Schwitzguébel, insieme a Bakunin e a James Guillaume partecipò al congresso della Prima Internazionale a L'Aja (2-7 settembre 1872). La maggioranza marxista chiese l'espulsione di tutti e tre accusandoli di appartenere segretamente all'Alleanza Internazionale per la Democrazia Socialista (una associazione che Bakunin si era impegnato a sciogliere). Bakunin e Guillaume vennero effettivamente espulsi mentre Schwitzguébel evitò l'espulsione per un leggero scarto di voti. Subito dopo partecipò al Congresso Internazionale di Saint-Imier (15-16 settembre 1872) celebrato dalla componente bakuninista, in cui vennero disconosciute le deliberazioni dell'Aja e venne creata l'Internazionale antiautoritaria. Dopo il 1880, pur continuando nell'impegno sindacale e politico, si orientò progressivamente verso posizioni riformiste. Trasferitosi a Bienne (1889) dal 1891 fu aggiunto romando presso il segretariato operaio svizzero (Comité de la Fédération ouvrière suisse), l'anno successivo fu uno dei promotori della Federazione degli operai dell'industria orologiera, che costituì il primo tentativo di unire i sindacati del settore orologiero in Svizzera. Morì a 51 anni a causa di un tumore allo stomaco.

[7] Friedrich Engels (Barmen, 28 novembre 1820 – Londra, 5 agosto 1895) è stato un filosofo, sociologo, economista, giornalista e imprenditore tedesco, fondatore assieme al sodale Karl Marx del socialismo scientifico.

[8] L’Internazionale anti-autoritaria, cioè coloro che preferirono Bakunin a Marx/Engels[7], preconizzò il ricorso ad una tattica che venne qualificata dalla propaganda del fatto: “Propagare per mezzo di atti l’idea rivoluzionaria … Portare l’azione sul territorio dell’illegalità … Ricorrere a mezzi che sono in conformità con questo scopo ...” Di conseguenza l’Internazionale consigliò, a tutti i rivoluzionari, lo studio delle scienze tecniche e chimiche: I lavoratori pratici non tardarono: gli anni ’90 del 19° secolo furono anni rumorosi.

[9] Johann Heinrich Pestalozzi (Zurigo, 12 gennaio 1746 – Brugg, 17 febbraio 1827) è stato un pedagogista e filosofo svizzero. Pestalozzi è noto principalmente come riformatore del sistema scolastico, inoltre nel corso della sua vita si dedicò anche all'attività politica. Fondò diversi istituti educativi nelle regioni svizzere di lingua Tedesca e Francese, scrisse alcuni libri in cui illustrava i suoi rivoluzionari principi sull'educazione. Il suo motto era "Imparare con la testa, le mani e il cuore".

[10] L'Union Sacrée è il nome dato al movimento politico che ha unito i francesi di qualsiasi tendenza (politica o religiose) in occasione dello scoppio della prima guerra mondiale. Il termine fu utilizzato per la prima volta alla camera dei deputati il 4 agosto 1914, dal Presidente della repubblica, Raymond Poincaré, nel suo messaggio alle assemblee. Ciò portò gran parte delle organizzazioni sindacali e politiche di sinistre, principalmente la CGT e la SFIO, a sostenere il governo borghese. Quest'unanimità nazionale persisté, eccetto alcuni dissensi della sinistra, fino alla fine del conflitto.