Premessa
Il Giura giungeva ai primi
internazionalisti, in particolar modo agli italiani, come un nome carico di fascino
e di mistero: terra alta d’Europa, fredda, boscosa, romantica (anzi si dice che
la parola «romantico» nel significato moderno sia stata usata per la prima
volta da Rousseau proprio nelle sue «Promenades
d’un penseur solitarie» all’Ile de Saint-Pierre) ma soprattutto terra
ospitale. Questa ed altre ragioni propiziarono le relazioni di amicizia e di
solidarietà che nella stagione della Prima Internazionale si stabilirono tra i libertari d’Europa e i giurassiani.
Il Giura è uno dei 26 cantoni svizzeri, situato nella parte
nord-occidentale della Svizzera. (vsdi immagine prima delle note).
La Federazione del Giura è stata un’associazione
operaistica, un movimento rivoluzionario sorto tra gli operai svizzeri
dell'industria orologiera del Giura bernese e delle montagne di Neuchâtel, nata
nel 1865 come sezione della Prima Internazionale e che si caratterizzò immediatamente per una visione
rivoluzionaria e antistatalista del socialismo. Si distinse sempre per il suo
carattere combattivo anche se non espressamente anarchico, ma nel tempo,
gradatamente, assunse posizioni decisamente anarchiche e non in linea con la
maggioranza marxista della Prima Internazionale, diventando un'espressione concreta del rifiuto della
maggioranza delle sezioni romande, che aderirono alle tesi collettiviste,
antistataliste e federaliste, di sottomettersi alle decisioni della Conferenza
di Londra del settembre 1871. In breve coinvolse operai ed attivisti vari nella
valle di Sant'Imier, che hanno condiviso anti-Stato, egualitarismo sul lavoro
ed emancipazione sociale. A sua volta diede poi origine alla prima corrente
dell'Anarchismo svizzero. Si costituì come federazione il
12 novembre 1871 a Sonvilier, diventando una sezione della Prima Internazionale chiaramente antiautoritaria e anarchica, grazie anche
all'influenza esercitata da Michail
Bakunin, entrando quindi in conflitto con la maggioranza dell'Internazionale
quando prevalse la maggioranza marxista.
I membri della Federazione del Giura diedero origine
nel 1872 all'Internazionale
antiautoritaria, che rappresenta il vero e proprio atto di nascita del
movimento anarchico organizzato.
Diffusione dell'internazionalismo nel Giura
Dopo la nascita della Prima Internazionale nel 1864,
nella regione del Giura si costituirono a partire dall'anno seguente numerosi
circoli internazionalisti, soprattutto nelle città di Le Locle, Sonvilier,
Chaux-de-Fonds, Berna e Neuchâtel e in tutta la valle di Sant'Imier. Furono
soprattutto le prime due ad essere particolarmente attive, grazie al lavoro
rispettivamente di James Guillaume[1]
e Adhemar Schwitzguebel[2].
I membri delle varie sezioni - principalmente
orologiai, o comunque impiegati in tale settore, e incisori - condividevano
buona parte dei principi anarchici, come l'ateismo, l'antiautoritarismo e
l'antistatalismo. Tale impronta si radicherà con più fermezza grazie
all'influenza esercitata dal pensiero e dall'azione di Michail
Bakunin, giunto in Svizzera nel 1869.
Oltre a queste sezioni, che in seguito formarono il
nucleo della Federazione del Jura (o Giura), erano attive due sezioni
internazionaliste del movimento operaio svizzero occidentale formate
soprattutto da immigrati tedeschi. La prima era guidata dal Dr. Coullery, un
medico vicino al Partito Liberale Democratico, e da Fabrique di Ginevra.
Soprattutto con il primo, le sezioni antiautoritarie del Giura entrarono ben
presto in conflitto soprattutto dopo che questi, per fini puramente elettorali,
aveva fondato un partito insieme con monarchici e clericali.
Per contestare chi peraltro non si allineava alle
delibere dell'Internazionale
sancite dai congressi di Losanna del 1867 (promozione di una federazione comune
per rafforzare la coesione e la cooperazione tra i lavoratori) e Bruxelles del
1868, James Giullaume[1] diede alle stampe il giornale delle sezioni
anarchiche, Progrès.
Nascita della Federazione (anarchica) del Giura
Dopo la rottura tra anarchici e marxisti nella Prima Internazionale, peraltro esplicitata ancor di più dalla conferenza
di Londra (17-23 settembre 1871), le sezioni del Giura decisero di convocare un
congresso federale. Il 12 novembre 1871, il Congresso si riunì a Sonvilier con
la partecipazione di 14 delegati. Fu così deciso di costituire la Federazione
anarchica del Giura, il cui statuto, scritto da James Guillaume[1] costituiva
un vero e proprio modello di organizzazione antiautoritaria. Nella Federazione
si ritrovarono quindi la maggior parte delle sezioni svizzere occidentali,
rappresentando le idee collettiviste e non, quelle antistataliste e le
federaliste.
Come primo atto, i delegati concordarono nel
pubblicare e diffondere (500 copie), a tutte le federazioni dell'A.I.L.,
una circolare
in cui si contestavano le decisioni e si criticava l'attitudine dittatoriale
del Consiglio generale di Londra che aveva di fatto sancito la prevalenza
marxista, e venivano sviluppate le concezioni libertarie della nuova
federazione. L'Internazionale stessa, "embrione della futura società
umana", doveva "essere da subito l'immagine dei
nostri principi di libertà e di federazione, e rigettare dal suo interno ogni
principio che tenda all'autorità e alla dittatura". La Fédération
jurassienne divenne in tal modo il portabandiera, all'interno dell'A.I.L.,
di tutti gli avversari del Consiglio generale.
Ribadendo la grande importanza della propaganda a
mezzo stampa, il 13 febbraio 1872 comparve la prima edizione del «Bulletin
de la Fédération jurassienne», che venne pubblicato tra il 1872 e il 1878 a cura del solito James Guillaume (sino al 1876) e di Paul
Brousse.
Fondazione dell'Internazionale
antiautoritaria
Dopo la rottura tra anarchici e marxisti
nella Prima Internazionale, gran parte della Federazione del Giura si schierò
con i primi e lavorò per la costituzione di un'Internazionale
anarchica, in contrapposizione alla deriva marxista dell'A.I.L..
Adhémar Schwitzguébel[2] e James Guillaume[1] ebbero
il compito di riunire le sezioni italiane, spagnole, francesi e giurassiane
(poi anche quella belga, olandese ed inglese...) che si opponevano al Consiglio
generale dell'A.I.L.
tenuto in scacco da Karl Marx
e Friedrich Engels[3].
I sostenitori di Bakunin
e di James
Guillaume[1], entrambi espulsi dall'Internazionale
dopo il congresso dell' Aia, si riunirono a Saint-Imier in un congresso straordinario,
iniziato il 15 settembre 1872 e convocato
urgentemente proprio dalla Federazione del Giura all’indomani del congresso dell’Internazionale
dei Lavoratori a L’Aia,
a sancire l'atto di nascita dell’Internazionale
antiautoritaria.
Prosecuzione delle attività e declino
Inizialmente la federazione fu attiva soprattutto
nella regione del Giura bernese e tra le montagne di Neuchâtel, sviluppando
poco a poco le proprie strutture organizzative.
Tessera di Schwitzguébel per il congresso dell'A.I.T. a Basilea nel 1869 |
L'importanza internazionale della Fédération
jurassienne contrasta con la sua modesta dimensione regionale. Nel momento di
sua massima fioritura, negli anni 1873-1874, i militanti erano appena 300-400,
distribuiti nella Svizzera francese in una ventina di sezioni. A Neuchâtel, Le
Locle, La Chaux-de-Fonds, Sonvilier, Saint-Imier e Ginevra operarono i gruppi
più attivi. Gli aderenti furono per lo più operai dell'industria orologiera,
incisori e bulinisti, montatori di casse e fabbricanti di molle, ma anche
rifugiati politici, proscritti dalla Comune e rivoluzionari russi.
Nel 1876 il congresso di Berna adottò una strategia
(la cosiddetta propaganda del fatto[4])
destinata a scuotere i popoli attraverso una serie di colpi di mano, di
tentativi di insurrezione e di attentati.
Verso il 1877 contava una trentina di sezioni
ripartite tra i cantoni di Berna, Neuchâtel, Basilea, Vaud e di Friburgo. Dal
1876 il Bollettino della Federazione del Giura fu posto alla direzione
di Paul
Brousse.
La federazione si avvalse del prezioso lavoro dei
suoi membri più attivi (James
Guillaume[1], Adhémar Schwitzguébel[2], Gustave
Jeanneret[5],
Auguste Spichiger[6], ecc.), ma poté contare
sulla collaborazione di anarchici non svizzeri che si fermarono in Giura per
tempi più o meno lunghi e poterono così dare il loro contributo per lo sviluppo
dell'organizzazione.
Dopo la manifestazione anarchica a Berna del 18 marzo
1877, Paul
Brousse e Pëtr Kropotkin[7]
incarnarono la radicalizzazione della Fédération jurassienne, il cui declino fu
accelerato dalla partenza di James
Guillaume[1] per Parigi nel 1878. Il nuovo
orientamento anarchico del movimento non corrispose infatti alle attese degli
operai giurassiani, confrontati con la crisi e la ristrutturazione del settore
orologiero. Nel 1880 la Fédération jurassienne tenne il suo ultimo congresso.
Solo qualche militante restò fedele all'anarchismo; la maggioranza,
sull'esempio di Adhémar Schwitzguébel[2], contribuì allo sviluppo del
sindacalismo operaio nell'industria orologiera e del socialismo riformista.
Gli anarchici svizzeri più attivi (James
Guillaume[1], Adhémar Schwitzguébel[2],
Gustave Jeanneret[5], Auguste Spichiger, ecc.)
si avvalsero anche delle collaborazioni di "stranieri" passati nel
Giura. Tra loro ricordiamo: i francesi Élisée
Reclus, Gustave
Lefrançais, Jean-Louis
Pindy, Paul
Brousse e Benoît
Malon; gli italiani Carlo Cafiero[8]
ed Errico Malatesta[9]; i russi Pëtr Kropotkin[10]
e Jukovski, e molti altri, più o meno conosciuti, di diverse nazionalità.
Il tramonto della Federazione del Giura
Gradualmente, nella Federazione, sorsero dei problemi
che via via divennero sempre più gravi sino ad arrivare al 1882, quando la
federazione tenne il suo ultimo convegno ufficiale. Fu l'ultimo atto di un
declino iniziato qualche anno prima per diversi motivi. Il primo fu la perdita
di tre dei più importanti membri: James
Guillaume[1] era partito verso Parigi
ufficialmente per problemi di famiglia, Auguste Spichiger era emigrato negli
USA, mentre Adhemar Schwitzguebel si era ritirato a vita famigliare. Gli altri
motivi più importanti che causarono il declino e lo scioglimento della
federazione fu la crisi del settore dell'orologeria (molti operai furono
costretti ad emigrare) e la crescita anche in regione del partito socialista
che attrasse molti militanti anarchici.
Bollettinio della Federazione del Giura 1° numero |
Bulletin de la
Fédération Jurassienne
Il Bollettino della Federazione del Giura è stata la
rivista ufficiale della Federazione anarchica del Giura (pubblicata tra il 1872
e il 1878).
A James
Guillaume[1] fu affidata la rivista della
federazione “Le Bulletin de la Fédération jurassienne“ a cui
parteciparono un grande numero di articolisti provenienti da tutta Europa, tra
cui Paul
Brousse, Carlo Cafiero[8], B. Hubert, Pëtr Kropotkin[7], Gustave
Lefrançais, Benoît
Malon, Paul Robin[11],
Adhémar Schwitzguébel[2], Auguste Spichiger[6]. Nelle sue colonne, il
Bollettino pubblicava le rivendicazioni della Federazione, gli articoli non
erano firmati, anche se parrebbe che la collezione conservata nell’IFHS di
Amsterdam porti delle inscrizioni che possono far risalire agli autori, anche
se per il momento non è possibile consultarli. Pubblicato in un primo tempo a
Sonvillier (primo numero del 15 febbraio 1872), la redazione si trasferì a
Locle nel 1873, poi Chaux-de-Fonds nel 1878, anno in cui cessò di essere
stampato. La tiratura non superava le 600 copie, ma ciò non le impedì di avere
una buona influenza entro il movimento anarchico; 300/400 per i membri della
Federazione; il resto, circa la metà erano diffusi all’estero. In quest'ottica,
tutte le esperienze e tutti i problemi
del mondo operaio erano
interessanti, e rivestivano una grande importanza nelle colonne del Bulletin de la Fédération
jurassienne; una qualità che conferirono a quest'organo, e di conseguenza alla Federazione, una tale udienza
internazionale. La polemica con gli «autoritari», che da due anni aveva assunto un ruolo importante,
cedeva il passo ad una informazione
più generosa, con una critica mai assente.
Più che ogni altro giornale
internazionale dell’epoca, il Bulletin de la Fédération jurassienne informava, traduceva, commentava; verosimilmente la sua popolarità proveniva proprio per questa
attività.
Nel 1875 il Bulletin ampliò
il suo formato, mentre la crisi si
avvicinava; fino all’ultimo momento osservò una periodicità e un numero di pagine regolari (pubblicando inoltre estratti di opere, scritti della
Rivoluzione francese e della Comune,
romanzi a puntate), per fermarsi all’improvviso quando, nel marzo 1878, Guillaume[1] si
ritirò.
Guillaume[1] aveva redatto un numero speciale del Bulletin con un rendiconto dei due congressi, dopodiché
venne attirato da Parigi, dove poté meglio sfruttare le sue qualità intellettuali e dove il movimento socialista gli sembrava più prestigioso; le divergenze con i partigiani dell’insurrezione e della propaganda del fatto
contribuirono a fargli prendere quella
decisione definitiva.
Lasciò Neuchâtel nel maggio
1878; il Bulletin aveva pubblicato
il suo ultimo numero alla fine di marzo, un nuovo comitato federale era stato eletto a St. Imier e L'Avant-Garde, divenuto pubblico, sostituì il Bulletin.
Materiale in PdF
Cartina del Giura |
[1] James Guillaume (Londra, 16
febbraio 1844 - Préfargier, 20 novembre 1916), scrittore e anarchico svizzero,
è stato tra i principali esponenti dell'Internazionale
anarchica fondata a Saint-Imier nel 1872 e dell'anarchismo svizzero. James
Guillaume partecipa attivamente all'attività del movimento internazionalista,
ma ben presto, in sintonia con la maggioranza degli internazionalisti del
Giura, giunge alla conclusione che la classe operaia doveva pretendere di più
che il semplice riformismo. Il congresso dell'Internazionale
a Losanna e quello della Lega
per la Pace e la Libertà a Ginevra, tenutosi nel 1867, convincono
definitivamente l'anarchico svizzero della necessità della rivoluzione sociale.
Il salto ideologico definitivo, lo compie insieme a gran parte dei militanti
del Giura quando in Svizzera giunge, nel 1869, il carismatico anarchico russo Michail
Bakunin. Guillaume si convince così in maniera definitiva che l'eguaglianza
non può realizzarsi che in assenza di Stato. Guillaume si dedica anima e corpo
all'Internazionale.
dall'11 aprile 1870 diviene redattore de «La Solidarité», organo della
federazione romanda dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, e poi viene anche espulso con Bakunin
dall'Internazionale
a causa del suo ruolo preponderante nell'ambito della Federazione
del Giura. Si tratta di una prima piccola scissione interna al movimento
internazionalista che anticipa quanto si concretizzerà nel 1872. James
Guillaume muore il 20 novembre 1916
a Préfargier (Svizzera) e viene inumato a Parigi presso
il cimitero di Montparnasse.
[2] Adhémar Schwitzguébel (Sonvilier,
15 agosto 1844 – Evilard, 23 luglio 1895) è stato un sindacalista e anarchico
svizzero. Orologiaio incisore di professione, fu un organizzatore della Fédération
Jurassienne e un esponente di rilievo della Prima Internazionale e del sindacalismo svizzero. Nel 1866 partecipò al congresso
internazionale
di Ginevra in rappresentanza della sezione di Sonvilier, che aveva
contribuito a creare. Nel 1869 fu delegato al congressointernazionale di Basilea e nel 1871 partecipò alla costituzione della Fédération
Jurassienne. Convinto sostenitore delle teorie di Bakunin
si fece promotore di un socialismo anarchico che propugnava l'avvento di una
società collettivista basata sulla libera federazione delle associazioni
sindacali e delle comuni. Dopo la caduta della Comune
di Parigi (1871) aiutò diversi profughi a trovare rifugio in Svizzera
fornendo loro documenti falsi. Quando lo scontro tra Bakunin
e Marx
in seno all'AssociazioneInternazionale dei Lavoratori giunse al culmine Schwitzguébel fu tra i
promotori della Conferenza di Sonvilier (1871) dove venne approvata una
circolare in cui Marx
veniva accusato di voler "introdurre nell'Internazionale
lo spirito autoritario" attraverso una rigida centralizzazione, e si
rivendicava il mantenimento del "principio dell'autonomia delle
sezioni" ed un'organizzazione di stampo federalista. Schwitzguébel,
insieme a Bakunin
e a James Guillaume[7] partecipò al congresso della PrimaInternazionale a L'Aja (2-7 settembre 1872). La maggioranza marxista chiese
l'espulsione di tutti e tre accusandoli di appartenere segretamente all'Alleanza
Internazionale per la Democrazia Socialista (una associazione che Bakunin
si era impegnato a sciogliere). Bakunin
e Guillaume[7] vennero effettivamente espulsi mentre Schwitzguébel evitò
l'espulsione per un leggero scarto di voti. Subito dopo partecipò al Congresso
Internazionale di Saint-Imier (15-16 settembre 1872) celebrato dalla componente
bakuninista, in cui vennero disconosciute le deliberazioni dell'Aja e venne
creata l'Internazionale
antiautoritaria. Dopo il 1880, pur continuando nell'impegno sindacale e
politico, si orientò progressivamente verso posizioni riformiste. Trasferitosi
a Bienne (1889) dal 1891 fu aggiunto romando presso il segretariato operaio
svizzero (Comité de la Fédération ouvrière suisse), l'anno successivo fu uno
dei promotori della Federazione degli operai dell'industria orologiera, che
costituì il primo tentativo di unire i sindacati del settore orologiero in
Svizzera. Morì a 51 anni a causa di un tumore allo stomaco.
[3] Friedrich Engels (Barmen, 28 novembre 1820 – Londra, 5
agosto 1895) è stato un filosofo, sociologo, economista, giornalista e
imprenditore tedesco, fondatore assieme al sodale Karl Marx del socialismo scientifico, oltre
che teorico del materialismo dialettico attraverso principalmente il suo Dialettica
della natura (1883), basandosi in particolare sull'impostazione critica in
chiave materialista dell'intera storia umana sviluppata da Marx nella sua «concezione
materialistica della storia».
[4] La propaganda con il fatto è un
principio che sarà lanciato dal movimento anarchico come associazione alla
propaganda verbale e scritta, consistente nel realizzare dei fatti che
avrebbero potuto dar luogo all'anarchia concretizzandosi sia in tentativi
insurrezionali (un esempio tipico è la cosiddetta Banda del Matese -vedasi
punto 2 stessa nota-), sia in attentati individuali o collettivi contro
sovrani, capi di stato o altre importanti personalità. La propaganda col fatto
è un mezzo d'azione diretta attraverso il quale si intende comunicare idee e
pensieri, ma non solo con la parola bensì anche e soprattutto con il “fatto”.
Sono così definibili anche tutte quelle azioni dirette volte anche a vendicare
un determinato episodio, nella speranza anche di dare inizio ad una rivolta di
più ampio respiro: es. Gaetano Bresci che colpisce a morte Umberto I per vendicare la strage dei moti di
Milano del 1898 e nella speranza che da ciò si ingenerasse una rivolta
popolare. La repressione che i Comunardi
subirono alla caduta della Comune
di Parigi (1871), portò Bakunin,
poco prima della sua morte (1876), a pensare che era finito il tempo delle
parole e fosse necessario agire. Nei 1876, nel congressointernazionale di Berna, Malatesta lanciò “la guerra continua alle
istituzioni stabilite, ecco ciò che chiamiamo la rivoluzione in modo
permanente!2. Il 9 giugno 1877, Andrea Costa animò a Genova una conferenza
sulla « propaganda per il fatto ». Andrea Costa è considerato da James
Guillaume[1] come l'inventore di questo neologismo popolarizzato qualche
settimana dopo da Paul
Brousse in un articolo pubblicato nel Bulletin de la Fédération
jurassienne. Dalla sua comparsa in Francia, la stampa anarchica difese
questa modalità d'azione. La Révolution sociale inaugurò una rubrica di
«Studi scientifici» sulla fabbricazione delle bombe. La Lutte, Le
Drapeau noir, La Varlope e La Lutte sociale in seguito
aprirono delle rubriche dai nomi evocatori come «Prodotti antiborghesi» o
«Arsenale scientifico». Quattro anni più tardi, il 25 dicembre 1880, Kropotkin[7]
dichiarò in Le Révolté: “la rivolta permanente mediante la parola, lo
scritto, il pugnale, il fucile, la dinamite (...), tutto è buono per noi quello
che non è la legalità”. Nel 1881, durante il congresso internazionale
anarchico di Londra (dove erano presenti anche Louise
Michel ed Emile Pouget), questa nuova strategia venne proclamata ed
enunciata come «propaganda col fatto» (per aggiungersi agli scritti ed alle
parole). Per molti di questi pensatori, in primis Kropotkin[7], l'azione col
fatto avrebbe scatenato una serie di eventi tra loro legati indissolubilmente
(determinismo) che sarebbero sfociati nell'anarchia. Nel 1887, cioè sette anni
dopo l'articolo comparso su Le Révolté, Kropotkin[7] sullo stesso
giornale pubblicò un articolo in cui scrisse che “un edificio fondato su
secoli di storia non si distrugge con qualche kg di esplosivo».. La
propaganda col fatto affascinò molti anarchici del movimento anarchico,
soprattutto in Italia e Francia (vedi Sante Caserio, Gaetano Bresci o Emile
Henry), ed in seguito, nei primi due decenni del 900, quando ormai in Europa
aveva intrapreso una parabola discendente, prese a diffondersi negli Stati
Uniti grazie a Johann Most, Giuseppe Ciancabilla e soprattutto Luigi Galleani.
Anche molte azioni rivendicate ai giorni nostri dalla Federazione Anarchica
Informale possono essere inquadrate nell'ambito della tradizione storica della
propaganda col fatto.
Esempi di propaganda col fatto:
1.
6 agosto 1874: circa duecento rivoluzionari (tra cui Errico Malatesta,
Carlo Cafiero, Andrea Costa e Napoleone Papini), anziché i mille previsti
(stesso “equivoco” capitò tre anni dopo alla Banda del Matese), partendo da
Imola si diressero verso Bologna, abbattendo la linea telegrafica, rompendo i
binari e fermando i treni. Il piano non andò a buon fine perché la polizia,
essendo stata messa al corrente dei preparativi da alcuni suoi informatori,
intervenne in forze e bloccò sul nascere l'iniziativa degli anarchici.
2.
Primi di aprile del 1877: la "Banda del Matese" (Carlo
Cafiero, Errico Malatesta, Napoleone Papini, Cesare Ceccarelli e altri) attaccò
un piccolo paesello, San Lupo (Benevento), occuparono il Municipio, staccarono
immediatamente il ritratto del re Vittorio Emanuele, proclamarono decaduta la
monarchia, dichiararono abolita la tassa sul macinato e bruciarono tutte le
carte comunali e catastali. La rivolta però dopo breve tempo fu soppressa.
3.
17 novembre 1878: Giovanni Passannante, cuoco di 29 anni,
tentò di accoltellare il re Umberto I a Napoli, che rimase leggermente ferito
ad un braccio. Nella colluttazione si intromise anche il primo ministro
Benedetto Cairoli, che subì un taglio non grave ad una coscia. Il gesto, più
che un atto politico, era funzionale nel richiamare l'attenzione sulle
miserrime ed ignorate condizioni sociali in cui versava il popolo italiano al
tempo. L'anarchico venne prima condannato a morte e poi ad un ergastolo
agghiacciante che lo rese insano di mente. Quello di Passannante fu il primo
attacco ad un'alta carica dello stato dall'Unità d'Italia, nonché il primo
nella storia di Casa Savoia.
4.
5 marzo 1886: Charles Gallo, che allora aveva 27 anni,
lanciò una bottiglia d'acido cianidrico nella Borsa di Parigi al grido di «Viva
la rivoluzione sociale! Viva l'anarchia! Morte alla magistratura borghese! Viva
la dinamite!». La "bomba" piuttosto che esplodere lasciò un odore
nauseabondo, seminando il panico tra gli operatori. Charles allora tirò fuori
la pistola e sparò cinque colpi senza uccidere nessuno.
5.
9 dicembre 1893, in Francia, Auguste Vaillant lanciò un
piccolo ordigno esplosivo (riempito di chiodi) nella Camera dei Deputati, al
grido di: «Morte alla borghesia! Lunga vita all'anarchia!». Un gesto simbolico,
fatto per protestare contro la repressione degli anarchici, ordita dal capo del
governo Jean Casimir-Perier, piuttosto che per uccidere (non ci fu alcuna
vittima). Vaillant fu condannato ugualmente a morte e ghigliottinato il 5
febbraio 1894.
[5] Gustave Jeanneret (Môtiers
-Neuchâtel, Svizzera- 6 aprile 1847 - Cressier –Neuchâtel-, il 13 settembre
1927) era un pittore, membro del Comitato della Federazione del Giura. Dopo un
apprendistato come disegnatore industriale in una fabbrica di carta da parati
in Alsazia, Gustave Jeanneret lavorò a Parigi dal 1867. Nell'aprile del 1870,
si unì al sindacato parigino di disegnatori di tessuti, poi, in Svizzera, nella
Federazione del Giura. Rimase a Neuchâtel per un anno, a causa della guerra
franco-prussiana, non tornò a Parigi fino al luglio 1871, portando con sé i
passaporti a doppio fondo che avrebbero servito a facilitare la fuga dei Comunardi.
Nel febbraio 1872, Jeanneret trovò lavoro a Lione, ma
tornò in Svizzera due mesi dopo e divenne segretario della sezione di Neuchâtel
della Federazione del Giura. Ritornato a Parigi nel 1873, si dedicò interamente
alla pittura. Trascorse di nuovo alcuni mesi in Svizzera nel 1874 e nel
1876-77, riprendendo il suo posto nella sezione di Neuchâtel della Federazione
del Giura.
[6] Auguste Spichiger (Langenthal
-Canton Berna, Svizzera-, 1842 – Lione, 29 giugno 1919) era un operaio
orologiaio, membro attivo della Federazione del Giura. Partecipò all'incontro
di Crêt du Locle (cantone di Neuchâtel, Svizzera) nel maggio 1869, dopo la
prima visita di Bakunin
nel Giura, e firmò una protesta contro l'intervento dell'esercito nello
sciopero di muratori e operai di Losanna lo stesso anno. Fu membro del comitato
della federazione francese "collettivista" nell'ottobre 1870, a La
Chaux-de-Fonds, delegato al congresso Sonvilier del novembre 1871, dove fu
fondata la Federazione del Giura, quindi regolarmente membro del comitato
federale. Fu delegato ai congressi dell'A.I.T.
anti-autoritario nel settembre 1873 (Ginevra) e nell'ottobre 1876 (Berna). Con
tre incisori (Frédéric Graisier, Jacob Spichiger e Albert Nicolet), ha messo in
piedi un laboratorio cooperativo a La Chaux-de-Fonds, che tuttavia non è riuscito
a sopravvivere. Ha pubblicato un articolo sull'argomento Almanach du Peuple pour 1875 e ha
collaborato al Bulletin de la Fédération jurassienne (1872-1878). Ha
anche partecipato alle attività della Federazione francese dell'A.I.T.
in Svizzera e ha distribuito il giornale L’Avant-Garde; ha editato gli
atti del processo contro questo giornale e il suo editore Paul
Brousse. Ma, indagato dalla polizia, iscritto nelle liste nere, dovette
partire per qualche tempo in Francia, quindi emigrò negli Stati Uniti dal 1887
al 1893. Stabilito a Filadelfia (Pennsylvania), si incontrò con i militanti
anarchici di lingua francese. Tornato in Svizzera, a Bienne e poi a La
Chaux-de-Fonds, dal 1906 collaborò alla Voix
du Peuple di Losanna e all'
Almanach du Travailleur pour 1911. Era rimasto molto vicino a James
Guillaume[1], ma d'altra parte sosteneva Pindy. Nel 1912 andò a Odessa per un
anno. Ritornato a La Chaux-de-Fonds nel 1913, pubblicò l'opuscolo Le Parti
pettavelliste. Trascorse la fine della sua vita a Lione.
[7] Pëtr
Alekseevic Kropotkin (Mosca, 9 dicembre 1842 - Dmitrov, 8 febbraio 1921), è stato un militante e teorico dell'anarchia, fautore della "propaganda col
fatto", ed uno dei primi sostenitori dell'anarco-comunismo. Per Kropotkin il comunismo è l'unico sistema privo di contraddizioni
sociali, poiché, secondo il principio «da ognuno secondo le sue forze, ad
ognuno secondo i suoi bisogni», abolisce la schiavitù del salario e la
dipendenza dal bisogno, mediante la spontanea azione delle masse. Kropotkin,
nella sua visione deterministica, è contrario alla rivoluzione, tuttavia la
ritiene fondamentale in certe epoche, in quanto mezzo di accelerazione del
processo evolutivo (Come già sottolineato la visione meccanicista di Kropotkin
non è schematica e rigida. Egli ritiene che è l'azione cosciente delle masse a
determinare i fini). Il comunismo kropotkiniano vuole abolire non solo la
differenza tra lavoro manuale e lavoro intellettuale (come Bakunin)
ma anche quella tra città e campagna. Il comunismo anarchico è il «comunismo senza governo, quello
degli uomini liberi, è la sintesi dei due scopi ai quali mira l'umanità
attraverso i tempi: la libertà economica e la
libertà politica» ed è anche il completamento dell'anarchia, ovvero l'uguaglianza che completa la libertà. Il comunismo anarchico è per l'anarchico russo l'opposto
dell'individualismo esattamente come il mutuo appoggio
è l'esatto contrario della lotta per l'esistenza.
[8] Carlo Cafiero (Barletta 1°
settembre 1846 - Nocera Inferiore, Salerno, 17 luglio 1892) è stato pensatore e
uomo d'azione anarchico. È conosciuto come esponente della corrente
comunista-anarchica ed è l'autore del Compendio del Capitale. Dopo un breve
periodo in Francia (1870), ospite del pittore Giuseppe De Nittis, si trasferì a
Londra, dove, dopo aver visto con i propri occhi la penosa condizione in cui
versava la classe operaia londinese, si "convert’" alle idee
socialiste. A Londra incontrò personalmente Friedrich Engels[3] e abbracciò le
idee marxiste. Engels[3] lo invitò a recarsi in Italia per contrastare
l'influenza di Giuseppe Mazzini e Michail
Bakunin nelle sezioni italiane dell'AssociazioneInternazionale dei Lavoratori. Partito da Londra nel maggio 1871, si
stabilìe inizialmente a Firenze, entrò in contatto con i vari circoli
democratici della città toscana e conobbe Luigi Castellazzo, presidente di una
Società Democratica Internazionale, impegnatissima in quei giorni nel sostenere
la Comune
di Parigi. Inizialmente neutrale di fronte alla disputa tra bakunisti e
marxisti, durante i primi mesi del 1872 si schierò apertamente con la fazione
anarchica pro-Bakunin.
Si recò allora in Svizzera per incontrare personalmente Bakunin,
grazie al quale consolidò ancor più la sua scelta collettivista-anarchica. In
questo periodo inviò una lettera ad Engels[3], nel quale gli illustrò la sua
posizione in favore dell'anarchismo. Divenne così uno dei militanti più attivi
del movimento anarchico italiano. Diventato uno degli anarchici più
intransigenti, Cafiero si recò a Zurigo per incontrare Bakunin
e partecipare con lui al convegno di Saint-Imier indetto dalla Federazione
anarchica del Giura. Questo congresso sancì la nascita dell'Internazionale
antiautoritaria (16-17 settembre 1872). Seguendo i principi organizzativi
di Bakunin,
insieme ad Andrea Costa, Giuseppe Fanelli, Errico Malatesta[9] e Lodovico
Nabruzzi, entrò a far parte dell'Alleanza
Internazionale dei Socialisti Democratici,
[9] Errico Malatesta (S.Maria Capua
Vetere, Caserta, 14 dicembre 1853 - Roma, 22 luglio 1932) è stato il teorico e
il rivoluzionario anarchico italiano più importante della storia dell'anarchismo.
Insieme a Pierre-Joseph
Proudhon, Michail
Bakunin, Benjamin Tucker e Petr Kropotkin[7] è in assoluto uno degli
anarchici che hanno più di tutti diffuso nel mondo gli ideali dell'anarchia. In
giovanissima età abbracciò gli ideali repubblicani di Giuseppe Mazzini. Il 25
marzo 1868 venne convocato dalla questura di Napoli a causa di una lettera di
carattere sovversivo scritta a Vittorio Emanuele II; il 19 marzo 1870, non ancora
diciottenne, subì il primo di quella che sarebbe stata una lunga serie di
arresti, a seguito di una sommossa organizzata da un circolo studentesco
repubblicano dell'Università di Napoli. Nel 1871, dopo la Comune di
Parigi, abbandonò le idee repubblicane per abbracciare l'ideale anarchico;
nello stesso anno, insieme ad Andrea Costa, Carlo Cafiero Tino Zanardelli,
Celso Ceretti e Saverio Friscia, è tra i fondatori della federazione napoletana
dell'AssociazioneInternazionale dei Lavoratori. Il 5 settembre 1872 giunse in Svizzera per
partecipare al Congresso di Saint-Imier; in quell'occasione divenne amico di , Michail
Bakunin. Dopo il congresso iniziò un periodo d’intensa attività sovversiva:
nel 1873 fu arrestato a Bologna; nel 1874 partecipò con un piccolo gruppo ad un
fallito tentativo di insurrezione a Bologna; venne arrestato poco dopo a
Pesaro. Il processo conseguente si risolse con l'assoluzione di tutti gli imputati,
risultando in una notevole popolarità per gli insorti e per Malatesta in
particolare. Nel 1875 visitò Bakunin
a Lugano. Fu delegato della Federazione italiana al Congresso dell'Internazionale
antiautoritaria di Berna del 26-29 ottobre 1876, Il 5 aprile 1877, formando
insieme a Carlo Cafiero ed altri ventiquattro esponenti dell'anarchismo
italiano la Banda del Matese, partì dalle pendici del Massiccio del Matese con
l'obbiettivo di dare il via ad un'insurrezione. Dopo alcuni giorni di
resistenza, visto l'imponente spiegamento di forze da parte del Regno d'Italia,
gli insorti furono arrestati e processati.
[10]Paul Robin (Tolone, 3 aprile 1837 –
Parigi, 1° settembre 19129 era un insegnante di secondo grado, educatore;
membro della PrimaInternazionale vicino a Bakunin;
simpatizzante libertario. Sebbene non si unì mai formalmente al movimento
anarchico, Paul Robin ne fu un compagno e, per molti versi, una fonte
d'ispirazione. Nell'ottobre 1870, gli internazionalisti di Brest convocarono un
incontro pubblico sul tema della "sorveglianza e sicurezza
(nazionale)". Volevano proporre la creazione di un comitato di
sorveglianza e di difesa nazionale per la città. Per paura di disordini, le
autorità militari hanno arrestato i leader. Ma non c'era nessun serio pericolo.
Il prefetto sentiva che la "Comune di Brest" era solo una
dimostrazione rumorosa. Il rigore militare messo in moto non fu gradito da
Robin, che preferì non rischiare di essere arrestato e lasciò la Francia per
Londra, dove arrivò l'8 ottobre. Gli internazionalisti furono processati da una
corte
marziale il 27 ottobre per aver partecipato a un complotto per rovesciare
l'autorità e furono condannati pesantemente. Le deboli accuse hanno portato il
governo a perdonare i condannati poche settimane dopo. A Londra Robin è stato
accolto da Marx
che gli chiese la sua collaborazione al Consiglio Generale dell'A.I.T.. Robin si trovò coinvolto nel conflitto che opponeva
il Consiglio Generale di Londra alle sezioni giurassiche. Alla fine, egli stesso fu una
delle prime vittime di questo conflitto; nel 1871 fu effettivamente espulso dal
Consiglio Generale dell'Internazionale. Dopo la sua rottura con l'Internazionale,
ha svolto un ruolo politico, sempre più discreto, nella Federazione del Giura.
In un esilio inglese durato quasi dieci anni, Robin si trovò lontano da
qualsiasi campo d'azione diretto e affondò, a poco a poco, nella delusione per,
infine, allontanarsi dalla militanza politica. Tuttavia, fino alla fine della
sua vita, è rimasto un compagno di viaggio attento e leale del movimento
libertario.