mercoledì 25 settembre 2019

04-07-06 - Federazione del Giura


FEDERAZIONE ANARCHICA DEL GIURA


 Premessa

Il Giura giungeva ai primi internazionalisti, in particolar modo agli italiani, come un nome carico di fascino e di mistero: terra alta d’Europa, fredda, boscosa, romantica (anzi si dice che la parola «romantico» nel significato moderno sia stata usata per la prima volta da Rousseau proprio nelle sue «Promenades d’un penseur solitarie» all’Ile de Saint-Pierre) ma soprattutto terra ospitale. Questa ed altre ragioni propiziarono le relazioni di amicizia e di solidarietà che nella stagione della Prima Internazionale si stabilirono tra i libertari d’Europa e i giurassiani.
Il Giura è uno dei 26 cantoni svizzeri, situato nella parte nord-occidentale della Svizzera. (vsdi immagine prima delle note).
La Federazione del Giura è stata un’associazione operaistica, un movimento rivoluzionario sorto tra gli operai svizzeri dell'industria orologiera del Giura bernese e delle montagne di Neuchâtel, nata nel 1865 come sezione della Prima Internazionale e che si caratterizzò immediatamente per una visione rivoluzionaria e antistatalista del socialismo. Si distinse sempre per il suo carattere combattivo anche se non espressamente anarchico, ma nel tempo, gradatamente, assunse posizioni decisamente anarchiche e non in linea con la maggioranza marxista della Prima Internazionale, diventando un'espressione concreta del rifiuto della maggioranza delle sezioni romande, che aderirono alle tesi collettiviste, antistataliste e federaliste, di sottomettersi alle decisioni della Conferenza di Londra del settembre 1871. In breve coinvolse operai ed attivisti vari nella valle di Sant'Imier, che hanno condiviso anti-Stato, egualitarismo sul lavoro ed emancipazione sociale. A sua volta diede poi origine alla prima corrente dell'Anarchismo svizzero. Si costituì come federazione il 12 novembre 1871 a Sonvilier, diventando una sezione della Prima Internazionale chiaramente antiautoritaria e anarchica, grazie anche all'influenza esercitata da Michail Bakunin, entrando quindi in conflitto con la maggioranza dell'Internazionale quando prevalse la maggioranza marxista.
I membri della Federazione del Giura diedero origine nel 1872 all'Internazionale antiautoritaria, che rappresenta il vero e proprio atto di nascita del movimento anarchico organizzato.


Diffusione dell'internazionalismo nel Giura

Dopo la nascita della Prima Internazionale nel 1864, nella regione del Giura si costituirono a partire dall'anno seguente numerosi circoli internazionalisti, soprattutto nelle città di Le Locle, Sonvilier, Chaux-de-Fonds, Berna e Neuchâtel e in tutta la valle di Sant'Imier. Furono soprattutto le prime due ad essere particolarmente attive, grazie al lavoro rispettivamente di James Guillaume[1] e Adhemar Schwitzguebel[2].
I membri delle varie sezioni - principalmente orologiai, o comunque impiegati in tale settore, e incisori - condividevano buona parte dei principi anarchici, come l'ateismo, l'antiautoritarismo e l'antistatalismo. Tale impronta si radicherà con più fermezza grazie all'influenza esercitata dal pensiero e dall'azione di Michail Bakunin, giunto in Svizzera nel 1869.
Oltre a queste sezioni, che in seguito formarono il nucleo della Federazione del Jura (o Giura), erano attive due sezioni internazionaliste del movimento operaio svizzero occidentale formate soprattutto da immigrati tedeschi. La prima era guidata dal Dr. Coullery, un medico vicino al Partito Liberale Democratico, e da Fabrique di Ginevra. Soprattutto con il primo, le sezioni antiautoritarie del Giura entrarono ben presto in conflitto soprattutto dopo che questi, per fini puramente elettorali, aveva fondato un partito insieme con monarchici e clericali.
Per contestare chi peraltro non si allineava alle delibere dell'Internazionale sancite dai congressi di Losanna del 1867 (promozione di una federazione comune per rafforzare la coesione e la cooperazione tra i lavoratori) e Bruxelles del 1868, James Giullaume[1] diede alle stampe il giornale delle sezioni anarchiche, Progrès.


Nascita della Federazione (anarchica) del Giura

Dopo la rottura tra anarchici e marxisti nella Prima  Internazionale, peraltro esplicitata ancor di più dalla conferenza di Londra (17-23 settembre 1871), le sezioni del Giura decisero di convocare un congresso federale. Il 12 novembre 1871, il Congresso si riunì a Sonvilier con la partecipazione di 14 delegati. Fu così deciso di costituire la Federazione anarchica del Giura, il cui statuto, scritto da James Guillaume[1] costituiva un vero e proprio modello di organizzazione antiautoritaria. Nella Federazione si ritrovarono quindi la maggior parte delle sezioni svizzere occidentali, rappresentando le idee collettiviste e non, quelle antistataliste e le federaliste.
Come primo atto, i delegati concordarono nel pubblicare e diffondere (500 copie), a tutte le federazioni dell'A.I.L., una circolare in cui si contestavano le decisioni e si criticava l'attitudine dittatoriale del Consiglio generale di Londra che aveva di fatto sancito la prevalenza marxista, e venivano sviluppate le concezioni libertarie della nuova federazione. L'Internazionale stessa, "embrione della futura società umana", doveva "essere da subito l'immagine dei nostri principi di libertà e di federazione, e rigettare dal suo interno ogni principio che tenda all'autorità e alla dittatura". La Fédération jurassienne divenne in tal modo il portabandiera, all'interno dell'A.I.L., di tutti gli avversari del Consiglio generale.
Ribadendo la grande importanza della propaganda a mezzo stampa, il 13 febbraio 1872 comparve la prima edizione del «Bulletin de la Fédération jurassienne», che venne pubblicato tra il 1872 e il 1878 a cura del solito James Guillaume (sino al 1876) e di Paul Brousse.



Dopo la rottura tra anarchici e marxisti nella Prima Internazionale, gran parte della Federazione del Giura si schierò con i primi e lavorò per la costituzione di un'Internazionale anarchica, in contrapposizione alla deriva marxista dell'A.I.L..
Adhémar Schwitzguébel[2] e James Guillaume[1] ebbero il compito di riunire le sezioni italiane, spagnole, francesi e giurassiane (poi anche quella belga, olandese ed inglese...) che si opponevano al Consiglio generale dell'A.I.L. tenuto in scacco da Karl Marx e Friedrich Engels[3].
I sostenitori di Bakunin e di James Guillaume[1], entrambi espulsi dall'Internazionale dopo il congresso dell' Aia, si riunirono a Saint-Imier in un congresso straordinario, iniziato il 15 settembre 1872 e convocato urgentemente proprio dalla Federazione del Giura all’indomani del congresso dell’Internazionale dei Lavoratori a L’Aia, a sancire l'atto di nascita dell’Internazionale antiautoritaria.


Prosecuzione delle attività e declino

Inizialmente la federazione fu attiva soprattutto nella regione del Giura bernese e tra le montagne di Neuchâtel, sviluppando poco a poco le proprie strutture organizzative.
Tessera di Schwitzguébel per il congresso dell'A.I.T. a Basilea nel 1869
L'importanza internazionale della Fédération jurassienne contrasta con la sua modesta dimensione regionale. Nel momento di sua massima fioritura, negli anni 1873-1874, i militanti erano appena 300-400, distribuiti nella Svizzera francese in una ventina di sezioni. A Neuchâtel, Le Locle, La Chaux-de-Fonds, Sonvilier, Saint-Imier e Ginevra operarono i gruppi più attivi. Gli aderenti furono per lo più operai dell'industria orologiera, incisori e bulinisti, montatori di casse e fabbricanti di molle, ma anche rifugiati politici, proscritti dalla Comune e rivoluzionari russi.
Nel 1876 il congresso di Berna adottò una strategia (la cosiddetta propaganda del fatto[4]) destinata a scuotere i popoli attraverso una serie di colpi di mano, di tentativi di insurrezione e di attentati.
Verso il 1877 contava una trentina di sezioni ripartite tra i cantoni di Berna, Neuchâtel, Basilea, Vaud e di Friburgo. Dal 1876 il Bollettino della Federazione del Giura fu posto alla direzione di Paul Brousse.
La federazione si avvalse del prezioso lavoro dei suoi membri più attivi (James Guillaume[1], Adhémar Schwitzguébel[2], Gustave Jeanneret[5], Auguste Spichiger[6], ecc.), ma poté contare sulla collaborazione di anarchici non svizzeri che si fermarono in Giura per tempi più o meno lunghi e poterono così dare il loro contributo per lo sviluppo dell'organizzazione.
Dopo la manifestazione anarchica a Berna del 18 marzo 1877, Paul Brousse e Pëtr Kropotkin[7] incarnarono la radicalizzazione della Fédération jurassienne, il cui declino fu accelerato dalla partenza di James Guillaume[1] per Parigi nel 1878. Il nuovo orientamento anarchico del movimento non corrispose infatti alle attese degli operai giurassiani, confrontati con la crisi e la ristrutturazione del settore orologiero. Nel 1880 la Fédération jurassienne tenne il suo ultimo congresso. Solo qualche militante restò fedele all'anarchismo; la maggioranza, sull'esempio di Adhémar Schwitzguébel[2], contribuì allo sviluppo del sindacalismo operaio nell'industria orologiera e del socialismo riformista.
Gli anarchici svizzeri più attivi (James Guillaume[1], Adhémar Schwitzguébel[2], Gustave Jeanneret[5], Auguste Spichiger, ecc.) si avvalsero anche delle collaborazioni di "stranieri" passati nel Giura. Tra loro ricordiamo: i francesi Élisée Reclus, Gustave Lefrançais, Jean-Louis Pindy, Paul Brousse e Benoît Malon; gli italiani Carlo Cafiero[8] ed Errico Malatesta[9]; i russi Pëtr Kropotkin[10] e Jukovski, e molti altri, più o meno conosciuti, di diverse nazionalità.


Il tramonto della Federazione del Giura

Gradualmente, nella Federazione, sorsero dei problemi che via via divennero sempre più gravi sino ad arrivare al 1882, quando la federazione tenne il suo ultimo convegno ufficiale. Fu l'ultimo atto di un declino iniziato qualche anno prima per diversi motivi. Il primo fu la perdita di tre dei più importanti membri: James Guillaume[1] era partito verso Parigi ufficialmente per problemi di famiglia, Auguste Spichiger era emigrato negli USA, mentre Adhemar Schwitzguebel si era ritirato a vita famigliare. Gli altri motivi più importanti che causarono il declino e lo scioglimento della federazione fu la crisi del settore dell'orologeria (molti operai furono costretti ad emigrare) e la crescita anche in regione del partito socialista che attrasse molti militanti anarchici.

Bollettinio della Federazione del Giura 1° numero

Bulletin de la Fédération Jurassienne

Il Bollettino della Federazione del Giura è stata la rivista ufficiale della Federazione anarchica del Giura (pubblicata tra il 1872 e il 1878).
James Guillaume[1] fu affidata la rivista della federazione “Le Bulletin de la Fédération jurassienne“ a cui parteciparono un grande numero di articolisti provenienti da tutta Europa, tra cui Paul Brousse, Carlo Cafiero[8], B. Hubert, Pëtr Kropotkin[7], Gustave Lefrançais, Benoît Malon, Paul Robin[11], Adhémar Schwitzguébel[2], Auguste Spichiger[6]. Nelle sue colonne, il Bollettino pubblicava le rivendicazioni della Federazione, gli articoli non erano firmati, anche se parrebbe che la collezione conservata nell’IFHS di Amsterdam porti delle inscrizioni che possono far risalire agli autori, anche se per il momento non è possibile consultarli. Pubblicato in un primo tempo a Sonvillier (primo numero del 15 febbraio 1872), la redazione si trasferì a Locle nel 1873, poi Chaux-de-Fonds nel 1878, anno in cui cessò di essere stampato. La tiratura non superava le 600 copie, ma ciò non le impedì di avere una buona influenza entro il movimento anarchico; 300/400 per i membri della Federazione; il resto, circa la metà erano diffusi all’estero. In quest'ottica, tutte le esperienze e tutti i problemi del mondo operaio erano interessanti, e rivestivano una grande importanza nelle colonne del Bulletin de la Fédération jurassienne; una qualità che conferirono a quest'organo, e di conseguenza alla Federazione, una tale udienza internazionale. La polemica con gli «autoritari», che da due anni aveva assunto un ruolo importante, cedeva il passo ad una informazione più generosa, con una critica mai assente.
Più che ogni altro giornale internazionale dell’epoca, il Bulletin de la Fédération jurassienne informava, traduceva, commentava; verosimilmente la sua popolarità proveniva proprio per questa attività.
Nel 1875 il Bulletin ampliò il suo formato, mentre la crisi si avvicinava; fino all’ultimo momento osservò una periodicità e un numero di pagine regolari (pubblicando inoltre estratti di opere, scritti della Rivoluzione francese e della Comune, romanzi a puntate), per fermarsi all’improvviso quando, nel marzo 1878, Guillaume[1] si ritirò.
Guillaume[1] aveva redatto un numero speciale del Bulletin con un rendiconto dei due congressi, dopodiché venne attirato da Parigi, dove poté meglio sfruttare le sue qualità intellettuali e dove il movimento socialista gli sembrava più prestigioso; le divergenze con i partigiani dell’insurrezione e della propaganda del fatto contribuirono a fargli prendere quella decisione definitiva.
Lasciò Neuchâtel nel maggio 1878; il Bulletin aveva pubblicato il suo ultimo numero alla fine di marzo, un nuovo comitato federale era stato eletto a St. Imier e L'Avant-Garde, divenuto pubblico, sostituì il Bulletin.


Materiale in PdF



Cartina del Giura



[1] James Guillaume (Londra, 16 febbraio 1844 - Préfargier, 20 novembre 1916), scrittore e anarchico svizzero, è stato tra i principali esponenti dell'Internazionale anarchica fondata a Saint-Imier nel 1872 e dell'anarchismo svizzero. James Guillaume partecipa attivamente all'attività del movimento internazionalista, ma ben presto, in sintonia con la maggioranza degli internazionalisti del Giura, giunge alla conclusione che la classe operaia doveva pretendere di più che il semplice riformismo. Il congresso dell'Internazionale a Losanna e quello della Lega per la Pace e la Libertà a Ginevra, tenutosi nel 1867, convincono definitivamente l'anarchico svizzero della necessità della rivoluzione sociale. Il salto ideologico definitivo, lo compie insieme a gran parte dei militanti del Giura quando in Svizzera giunge, nel 1869, il carismatico anarchico russo Michail Bakunin. Guillaume si convince così in maniera definitiva che l'eguaglianza non può realizzarsi che in assenza di Stato. Guillaume si dedica anima e corpo all'Internazionale. dall'11 aprile 1870 diviene redattore de «La Solidarité», organo della federazione romanda dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, e poi viene anche espulso con Bakunin dall'Internazionale a causa del suo ruolo preponderante nell'ambito della Federazione del Giura. Si tratta di una prima piccola scissione interna al movimento internazionalista che anticipa quanto si concretizzerà nel 1872. James Guillaume muore il 20 novembre 1916 a Préfargier (Svizzera) e viene inumato a Parigi presso il cimitero di Montparnasse.
[2] Adhémar Schwitzguébel (Sonvilier, 15 agosto 1844 – Evilard, 23 luglio 1895) è stato un sindacalista e anarchico svizzero. Orologiaio incisore di professione, fu un organizzatore della Fédération Jurassienne e un esponente di rilievo della Prima Internazionale e del sindacalismo svizzero. Nel 1866 partecipò al congresso internazionale di Ginevra in rappresentanza della sezione di Sonvilier, che aveva contribuito a creare. Nel 1869 fu delegato al congressointernazionale di Basilea e nel 1871 partecipò alla costituzione della Fédération Jurassienne. Convinto sostenitore delle teorie di Bakunin si fece promotore di un socialismo anarchico che propugnava l'avvento di una società collettivista basata sulla libera federazione delle associazioni sindacali e delle comuni. Dopo la caduta della Comune di Parigi (1871) aiutò diversi profughi a trovare rifugio in Svizzera fornendo loro documenti falsi. Quando lo scontro tra Bakunin e Marx in seno all'AssociazioneInternazionale dei Lavoratori giunse al culmine Schwitzguébel fu tra i promotori della Conferenza di Sonvilier (1871) dove venne approvata una circolare in cui Marx veniva accusato di voler "introdurre nell'Internazionale lo spirito autoritario" attraverso una rigida centralizzazione, e si rivendicava il mantenimento del "principio dell'autonomia delle sezioni" ed un'organizzazione di stampo federalista. Schwitzguébel, insieme a Bakunin e a James Guillaume[7] partecipò al congresso della PrimaInternazionale a L'Aja (2-7 settembre 1872). La maggioranza marxista chiese l'espulsione di tutti e tre accusandoli di appartenere segretamente all'Alleanza Internazionale per la Democrazia Socialista (una associazione che Bakunin si era impegnato a sciogliere). Bakunin e Guillaume[7] vennero effettivamente espulsi mentre Schwitzguébel evitò l'espulsione per un leggero scarto di voti. Subito dopo partecipò al Congresso Internazionale di Saint-Imier (15-16 settembre 1872) celebrato dalla componente bakuninista, in cui vennero disconosciute le deliberazioni dell'Aja e venne creata l'Internazionale antiautoritaria. Dopo il 1880, pur continuando nell'impegno sindacale e politico, si orientò progressivamente verso posizioni riformiste. Trasferitosi a Bienne (1889) dal 1891 fu aggiunto romando presso il segretariato operaio svizzero (Comité de la Fédération ouvrière suisse), l'anno successivo fu uno dei promotori della Federazione degli operai dell'industria orologiera, che costituì il primo tentativo di unire i sindacati del settore orologiero in Svizzera. Morì a 51 anni a causa di un tumore allo stomaco.
[3] Friedrich Engels (Barmen, 28 novembre 1820 – Londra, 5 agosto 1895) è stato un filosofo, sociologo, economista, giornalista e imprenditore tedesco, fondatore assieme al sodale Karl Marx del socialismo scientifico, oltre che teorico del materialismo dialettico attraverso principalmente il suo Dialettica della natura (1883), basandosi in particolare sull'impostazione critica in chiave materialista dell'intera storia umana sviluppata da Marx nella sua «concezione materialistica della storia».
[4] La propaganda con il fatto è un principio che sarà lanciato dal movimento anarchico come associazione alla propaganda verbale e scritta, consistente nel realizzare dei fatti che avrebbero potuto dar luogo all'anarchia concretizzandosi sia in tentativi insurrezionali (un esempio tipico è la cosiddetta Banda del Matese -vedasi punto 2 stessa nota-), sia in attentati individuali o collettivi contro sovrani, capi di stato o altre importanti personalità. La propaganda col fatto è un mezzo d'azione diretta attraverso il quale si intende comunicare idee e pensieri, ma non solo con la parola bensì anche e soprattutto con il “fatto”. Sono così definibili anche tutte quelle azioni dirette volte anche a vendicare un determinato episodio, nella speranza anche di dare inizio ad una rivolta di più ampio respiro: es. Gaetano Bresci che colpisce a morte Umberto I per vendicare la strage dei moti di Milano del 1898 e nella speranza che da ciò si ingenerasse una rivolta popolare. La repressione che i Comunardi subirono alla caduta della Comune di Parigi (1871), portò Bakunin, poco prima della sua morte (1876), a pensare che era finito il tempo delle parole e fosse necessario agire. Nei 1876, nel congressointernazionale di Berna, Malatesta lanciò “la guerra continua alle istituzioni stabilite, ecco ciò che chiamiamo la rivoluzione in modo permanente!2. Il 9 giugno 1877, Andrea Costa animò a Genova una conferenza sulla « propaganda per il fatto ». Andrea Costa è considerato da James Guillaume[1] come l'inventore di questo neologismo popolarizzato qualche settimana dopo da Paul Brousse in un articolo pubblicato nel Bulletin de la Fédération jurassienne. Dalla sua comparsa in Francia, la stampa anarchica difese questa modalità d'azione. La Révolution sociale inaugurò una rubrica di «Studi scientifici» sulla fabbricazione delle bombe. La Lutte, Le Drapeau noir, La Varlope e La Lutte sociale in seguito aprirono delle rubriche dai nomi evocatori come «Prodotti antiborghesi» o «Arsenale scientifico». Quattro anni più tardi, il 25 dicembre 1880, Kropotkin[7] dichiarò in Le Révolté: “la rivolta permanente mediante la parola, lo scritto, il pugnale, il fucile, la dinamite (...), tutto è buono per noi quello che non è la legalità”. Nel 1881, durante il congresso internazionale anarchico di Londra (dove erano presenti anche Louise Michel ed Emile Pouget), questa nuova strategia venne proclamata ed enunciata come «propaganda col fatto» (per aggiungersi agli scritti ed alle parole). Per molti di questi pensatori, in primis Kropotkin[7], l'azione col fatto avrebbe scatenato una serie di eventi tra loro legati indissolubilmente (determinismo) che sarebbero sfociati nell'anarchia. Nel 1887, cioè sette anni dopo l'articolo comparso su Le Révolté, Kropotkin[7] sullo stesso giornale pubblicò un articolo in cui scrisse che “un edificio fondato su secoli di storia non si distrugge con qualche kg di esplosivo».. La propaganda col fatto affascinò molti anarchici del movimento anarchico, soprattutto in Italia e Francia (vedi Sante Caserio, Gaetano Bresci o Emile Henry), ed in seguito, nei primi due decenni del 900, quando ormai in Europa aveva intrapreso una parabola discendente, prese a diffondersi negli Stati Uniti grazie a Johann Most, Giuseppe Ciancabilla e soprattutto Luigi Galleani. Anche molte azioni rivendicate ai giorni nostri dalla Federazione Anarchica Informale possono essere inquadrate nell'ambito della tradizione storica della propaganda col fatto.
Esempi di propaganda col fatto:
1.       6 agosto 1874: circa duecento rivoluzionari (tra cui Errico Malatesta, Carlo Cafiero, Andrea Costa e Napoleone Papini), anziché i mille previsti (stesso “equivoco” capitò tre anni dopo alla Banda del Matese), partendo da Imola si diressero verso Bologna, abbattendo la linea telegrafica, rompendo i binari e fermando i treni. Il piano non andò a buon fine perché la polizia, essendo stata messa al corrente dei preparativi da alcuni suoi informatori, intervenne in forze e bloccò sul nascere l'iniziativa degli anarchici.
2.       Primi di aprile del 1877: la "Banda del Matese" (Carlo Cafiero, Errico Malatesta, Napoleone Papini, Cesare Ceccarelli e altri) attaccò un piccolo paesello, San Lupo (Benevento), occuparono il Municipio, staccarono immediatamente il ritratto del re Vittorio Emanuele, proclamarono decaduta la monarchia, dichiararono abolita la tassa sul macinato e bruciarono tutte le carte comunali e catastali. La rivolta però dopo breve tempo fu soppressa.
3.       17 novembre 1878: Giovanni Passannante, cuoco di 29 anni, tentò di accoltellare il re Umberto I a Napoli, che rimase leggermente ferito ad un braccio. Nella colluttazione si intromise anche il primo ministro Benedetto Cairoli, che subì un taglio non grave ad una coscia. Il gesto, più che un atto politico, era funzionale nel richiamare l'attenzione sulle miserrime ed ignorate condizioni sociali in cui versava il popolo italiano al tempo. L'anarchico venne prima condannato a morte e poi ad un ergastolo agghiacciante che lo rese insano di mente. Quello di Passannante fu il primo attacco ad un'alta carica dello stato dall'Unità d'Italia, nonché il primo nella storia di Casa Savoia.
4.       5 marzo 1886: Charles Gallo, che allora aveva 27 anni, lanciò una bottiglia d'acido cianidrico nella Borsa di Parigi al grido di «Viva la rivoluzione sociale! Viva l'anarchia! Morte alla magistratura borghese! Viva la dinamite!». La "bomba" piuttosto che esplodere lasciò un odore nauseabondo, seminando il panico tra gli operatori. Charles allora tirò fuori la pistola e sparò cinque colpi senza uccidere nessuno.
5.       9 dicembre 1893, in Francia, Auguste Vaillant lanciò un piccolo ordigno esplosivo (riempito di chiodi) nella Camera dei Deputati, al grido di: «Morte alla borghesia! Lunga vita all'anarchia!». Un gesto simbolico, fatto per protestare contro la repressione degli anarchici, ordita dal capo del governo Jean Casimir-Perier, piuttosto che per uccidere (non ci fu alcuna vittima). Vaillant fu condannato ugualmente a morte e ghigliottinato il 5 febbraio 1894.
[5] Gustave Jeanneret (Môtiers -Neuchâtel, Svizzera- 6 aprile 1847 - Cressier –Neuchâtel-, il 13 settembre 1927) era un pittore, membro del Comitato della Federazione del Giura. Dopo un apprendistato come disegnatore industriale in una fabbrica di carta da parati in Alsazia, Gustave Jeanneret lavorò a Parigi dal 1867. Nell'aprile del 1870, si unì al sindacato parigino di disegnatori di tessuti, poi, in Svizzera, nella Federazione del Giura. Rimase a Neuchâtel per un anno, a causa della guerra franco-prussiana, non tornò a Parigi fino al luglio 1871, portando con sé i passaporti a doppio fondo che avrebbero servito a facilitare la fuga dei Comunardi. Nel febbraio 1872, Jeanneret trovò lavoro a Lione, ma tornò in Svizzera due mesi dopo e divenne segretario della sezione di Neuchâtel della Federazione del Giura. Ritornato a Parigi nel 1873, si dedicò interamente alla pittura. Trascorse di nuovo alcuni mesi in Svizzera nel 1874 e nel 1876-77, riprendendo il suo posto nella sezione di Neuchâtel della Federazione del Giura.
[6] Auguste Spichiger (Langenthal -Canton Berna, Svizzera-, 1842 – Lione, 29 giugno 1919) era un operaio orologiaio, membro attivo della Federazione del Giura. Partecipò all'incontro di Crêt du Locle (cantone di Neuchâtel, Svizzera) nel maggio 1869, dopo la prima visita di Bakunin nel Giura, e firmò una protesta contro l'intervento dell'esercito nello sciopero di muratori e operai di Losanna lo stesso anno. Fu membro del comitato della federazione francese "collettivista" nell'ottobre 1870, a La Chaux-de-Fonds, delegato al congresso Sonvilier del novembre 1871, dove fu fondata la Federazione del Giura, quindi regolarmente membro del comitato federale. Fu delegato ai congressi dell'A.I.T. anti-autoritario nel settembre 1873 (Ginevra) e nell'ottobre 1876 (Berna). Con tre incisori (Frédéric Graisier, Jacob Spichiger e Albert Nicolet), ha messo in piedi un laboratorio cooperativo a La Chaux-de-Fonds, che tuttavia non è riuscito a sopravvivere. Ha pubblicato un articolo sull'argomento Almanach du Peuple pour 1875 e ha collaborato al Bulletin de la Fédération jurassienne (1872-1878). Ha anche partecipato alle attività della Federazione francese dell'A.I.T. in Svizzera e ha distribuito il giornale L’Avant-Garde; ha editato gli atti del processo contro questo giornale e il suo editore Paul Brousse. Ma, indagato dalla polizia, iscritto nelle liste nere, dovette partire per qualche tempo in Francia, quindi emigrò negli Stati Uniti dal 1887 al 1893. Stabilito a Filadelfia (Pennsylvania), si incontrò con i militanti anarchici di lingua francese. Tornato in Svizzera, a Bienne e poi a La Chaux-de-Fonds, dal 1906 collaborò alla Voix du Peuple di Losanna e all' Almanach du Travailleur pour 1911. Era rimasto molto vicino a James Guillaume[1], ma d'altra parte sosteneva Pindy. Nel 1912 andò a Odessa per un anno. Ritornato a La Chaux-de-Fonds nel 1913, pubblicò l'opuscolo Le Parti pettavelliste. Trascorse la fine della sua vita a Lione.
[7] Pëtr Alekseevic Kropotkin (Mosca, 9 dicembre 1842 - Dmitrov, 8 febbraio 1921), è stato un militante e teorico dell'anarchia, fautore della "propaganda col fatto", ed uno dei primi sostenitori dell'anarco-comunismo. Per Kropotkin il comunismo è l'unico sistema privo di contraddizioni sociali, poiché, secondo il principio «da ognuno secondo le sue forze, ad ognuno secondo i suoi bisogni», abolisce la schiavitù del salario e la dipendenza dal bisogno, mediante la spontanea azione delle masse. Kropotkin, nella sua visione deterministica, è contrario alla rivoluzione, tuttavia la ritiene fondamentale in certe epoche, in quanto mezzo di accelerazione del processo evolutivo (Come già sottolineato la visione meccanicista di Kropotkin non è schematica e rigida. Egli ritiene che è l'azione cosciente delle masse a determinare i fini). Il comunismo kropotkiniano vuole abolire non solo la differenza tra lavoro manuale e lavoro intellettuale (come Bakunin) ma anche quella tra città e campagna. Il comunismo anarchico è il «comunismo senza governo, quello degli uomini liberi, è la sintesi dei due scopi ai quali mira l'umanità attraverso i tempi: la libertà economica e la libertà politica» ed è anche il completamento dell'anarchia, ovvero l'uguaglianza che completa la libertà. Il comunismo anarchico è per l'anarchico russo l'opposto dell'individualismo esattamente come il mutuo appoggio è l'esatto contrario della lotta per l'esistenza.
[8] Carlo Cafiero (Barletta 1° settembre 1846 - Nocera Inferiore, Salerno, 17 luglio 1892) è stato pensatore e uomo d'azione anarchico. È conosciuto come esponente della corrente comunista-anarchica ed è l'autore del Compendio del Capitale. Dopo un breve periodo in Francia (1870), ospite del pittore Giuseppe De Nittis, si trasferì a Londra, dove, dopo aver visto con i propri occhi la penosa condizione in cui versava la classe operaia londinese, si "convert’" alle idee socialiste. A Londra incontrò personalmente Friedrich Engels[3] e abbracciò le idee marxiste. Engels[3] lo invitò a recarsi in Italia per contrastare l'influenza di Giuseppe Mazzini e Michail Bakunin nelle sezioni italiane dell'AssociazioneInternazionale dei Lavoratori. Partito da Londra nel maggio 1871, si stabilìe inizialmente a Firenze, entrò in contatto con i vari circoli democratici della città toscana e conobbe Luigi Castellazzo, presidente di una Società Democratica Internazionale, impegnatissima in quei giorni nel sostenere la Comune di Parigi. Inizialmente neutrale di fronte alla disputa tra bakunisti e marxisti, durante i primi mesi del 1872 si schierò apertamente con la fazione anarchica pro-Bakunin. Si recò allora in Svizzera per incontrare personalmente Bakunin, grazie al quale consolidò ancor più la sua scelta collettivista-anarchica. In questo periodo inviò una lettera ad Engels[3], nel quale gli illustrò la sua posizione in favore dell'anarchismo. Divenne così uno dei militanti più attivi del movimento anarchico italiano. Diventato uno degli anarchici più intransigenti, Cafiero si recò a Zurigo per incontrare Bakunin e partecipare con lui al convegno di Saint-Imier indetto dalla Federazione anarchica del Giura. Questo congresso sancì la nascita dell'Internazionale antiautoritaria (16-17 settembre 1872). Seguendo i principi organizzativi di Bakunin, insieme ad Andrea Costa, Giuseppe Fanelli, Errico Malatesta[9] e Lodovico Nabruzzi, entrò a far parte dell'Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici,
[9] Errico Malatesta (S.Maria Capua Vetere, Caserta, 14 dicembre 1853 - Roma, 22 luglio 1932) è stato il teorico e il rivoluzionario anarchico italiano più importante della storia dell'anarchismo. Insieme a Pierre-Joseph Proudhon, Michail Bakunin, Benjamin Tucker e Petr Kropotkin[7] è in assoluto uno degli anarchici che hanno più di tutti diffuso nel mondo gli ideali dell'anarchia. In giovanissima età abbracciò gli ideali repubblicani di Giuseppe Mazzini. Il 25 marzo 1868 venne convocato dalla questura di Napoli a causa di una lettera di carattere sovversivo scritta a Vittorio Emanuele II; il 19 marzo 1870, non ancora diciottenne, subì il primo di quella che sarebbe stata una lunga serie di arresti, a seguito di una sommossa organizzata da un circolo studentesco repubblicano dell'Università di Napoli. Nel 1871, dopo la Comune di Parigi, abbandonò le idee repubblicane per abbracciare l'ideale anarchico; nello stesso anno, insieme ad Andrea Costa, Carlo Cafiero Tino Zanardelli, Celso Ceretti e Saverio Friscia, è tra i fondatori della federazione napoletana dell'AssociazioneInternazionale dei Lavoratori. Il 5 settembre 1872 giunse in Svizzera per partecipare al Congresso di Saint-Imier; in quell'occasione divenne amico di , Michail Bakunin. Dopo il congresso iniziò un periodo d’intensa attività sovversiva: nel 1873 fu arrestato a Bologna; nel 1874 partecipò con un piccolo gruppo ad un fallito tentativo di insurrezione a Bologna; venne arrestato poco dopo a Pesaro. Il processo conseguente si risolse con l'assoluzione di tutti gli imputati, risultando in una notevole popolarità per gli insorti e per Malatesta in particolare. Nel 1875 visitò Bakunin a Lugano. Fu delegato della Federazione italiana al Congresso dell'Internazionale antiautoritaria di Berna del 26-29 ottobre 1876, Il 5 aprile 1877, formando insieme a Carlo Cafiero ed altri ventiquattro esponenti dell'anarchismo italiano la Banda del Matese, partì dalle pendici del Massiccio del Matese con l'obbiettivo di dare il via ad un'insurrezione. Dopo alcuni giorni di resistenza, visto l'imponente spiegamento di forze da parte del Regno d'Italia, gli insorti furono arrestati e processati.
[10]Paul Robin (Tolone, 3 aprile 1837 – Parigi, 1° settembre 19129 era un insegnante di secondo grado, educatore; membro della PrimaInternazionale vicino a Bakunin; simpatizzante libertario. Sebbene non si unì mai formalmente al movimento anarchico, Paul Robin ne fu un compagno e, per molti versi, una fonte d'ispirazione. Nell'ottobre 1870, gli internazionalisti di Brest convocarono un incontro pubblico sul tema della "sorveglianza e sicurezza (nazionale)". Volevano proporre la creazione di un comitato di sorveglianza e di difesa nazionale per la città. Per paura di disordini, le autorità militari hanno arrestato i leader. Ma non c'era nessun serio pericolo. Il prefetto sentiva che la "Comune di Brest" era solo una dimostrazione rumorosa. Il rigore militare messo in moto non fu gradito da Robin, che preferì non rischiare di essere arrestato e lasciò la Francia per Londra, dove arrivò l'8 ottobre. Gli internazionalisti furono processati da una corte marziale il 27 ottobre per aver partecipato a un complotto per rovesciare l'autorità e furono condannati pesantemente. Le deboli accuse hanno portato il governo a perdonare i condannati poche settimane dopo. A Londra Robin è stato accolto da Marx che gli chiese la sua collaborazione al Consiglio Generale dell'A.I.T.. Robin si trovò coinvolto nel conflitto che opponeva il Consiglio Generale di Londra alle sezioni giurassiche. Alla fine, egli stesso fu una delle prime vittime di questo conflitto; nel 1871 fu effettivamente espulso dal Consiglio Generale dell'Internazionale. Dopo la sua rottura con l'Internazionale, ha svolto un ruolo politico, sempre più discreto, nella Federazione del Giura. In un esilio inglese durato quasi dieci anni, Robin si trovò lontano da qualsiasi campo d'azione diretto e affondò, a poco a poco, nella delusione per, infine, allontanarsi dalla militanza politica. Tuttavia, fino alla fine della sua vita, è rimasto un compagno di viaggio attento e leale del movimento libertario.