PAOLO
TIBALDI
Nato a Piacenza il 30 gennaio 1824.
Ultimo di dieci fratelli e orfano di padre, si recò a Roma per studiarvi
scultura. Nel 1848
si arruolò nel Battaglione universitario, guadagnandosi sul campo i gradi di
sergente, sottotenente ed infine capitano. Dopo la caduta della Repubblica
romana, alla quale partecipò quale volontario garibaldino, difese la ritirata
di Garibaldi
sino a S. Marino, dove venne fatto prigioniero dagli austriaci. Liberato,
preferì l’esilio in Francia dove si guadagnò da vivere come operaio ottico a
Parigi. Dopo il colpo di Stato del 2
dicembre 1851 partecipò ad una sommossa, in seguito alla quale dovette
rifugiarsi a Londra. Rientrato poco dopo a Parigi, aprì un laboratorio ottico;
entrò in rapporto con il Comitato londinese di Mazzini; e nel 1857 si trovò al
centro di una congiura mazziniana per un attentato contro Napoleone
III.
Proclamatosi sempre innocente, ma compromesso dalla delazione di una spia,
nell’aprile dell’anno successivo venne condannato alla deportazione a vita.
Inviato dapprima all’isola del Diavolo, vi conobbe e strinse amicizia con Louis
Charles Délescluze, futuro capo comunardo. In seguito venne trasferito alla
Cajenna, nella Guaiana francese. Graziato dopo dodici anni ma impossibilitato a
ritornare in Francia, nel febbraio 1870 arrivò a Londra, dove conobbe Marx ed
Engels. Dopo un breve viaggio in Italia ritornò nuovamente a Londra ma,
scoppiata nel frattempo la guerra
franco-prussiana, nel settembre del 1870 si recò di nuovo a Parigi. Nella
capitale francese partecipò alla sua difesa prima ed alla Comune poi,
che gli offrì il comando in capo della Guardia
Nazionale. Con la caduta della Comune si
rifugiò a Londra; entrò in corrispondenza con Marx e
sua moglie; aderì all’Internazionale;
e contribuì a rivelare il ruolo di spia della polizia francese del maggiore L.
Wolff, luogotenente di Mazzini nel Consiglio generale dell’A.I.L.
sino al marzo 1865. Tornato in seguito in Italia, nel 1873 pubblicò il libro di
memorie Da Roma alla Cajenna.