JOANNÈS
CATON
Jean Caton è nato a
Beaubrun (attualmente è un quartiere di Saint-Étienne),
il 28 ottobre 1849. Fin da giovane venne conquistato da un ideale
rivoluzionario. Nel settembre 1870 è stato segretario del Comitato di rue de la
Vierge (oggi la strada è sparita per fare posto alla chiesa di Notre-Dame).
Dopo il fallimento della Comune
stéphanoise, fuggì da Saint-Étienne
per rifugiarsi a Ginevra, e il 30 aprile dello stesso anno, dopo l'annuncio
dell'insurrezione
di Lione, tentò di ritornare nella sua città ma venne fermato alla
frontiera il 1° maggio. Da allora cominciò una lunga odissea: tra tribunali e
prigioni a Bellegarde[1],
Lione,
Rive-de-Gier[2], Saint-Étienne
e poi a Riom[3] dove si svolse il processo
e la relativa condanna alla deportazione a vita. Trasferito nell’isola Oleron e
poi a La
Rochelle, venne imbarcato il 17 Maggio 1873 per arrivare in Nuova
Caledonia il 27 settembre dello stesso anno. Dopo un soggiorno in un campo
vicino Noumea,
venne trasferito il 15 aprile 1877 nella vicina Isola
dei Pini, dove poté godere di una certa indipendenza e praticare anche per
un po' le funzioni di maestro di scuola.
Il 10 maggio 1879 venne graziato,
ma rimase volontariamente qualche mese a Sydney (Australia), e il 10 aprile
1880 tornò in Francia.
Durante la sua deportazione entrò in contatto con Henri
Rochefort e Louise
Michel.
Al suo ritorno in Francia, mantenne il vigore delle
sue opinioni politiche, a volte difficili da conciliare con il nuovo potere
repubblicano. Cercò di portare Louise
Michel a Saint-Étienne;
nel gennaio 1881, era presente al funerale di Auguste
Blanqui. Candidato ed eletto nelle elezioni 1881, fu membro del Consiglio
comunale fino al 1885 (ma non si è mai presentato). Ha svolto molteplici
attività tra cui: giornalista, agente di assicurazione direttore di un istituto
della città.
È morto il 10 febbraio 1914, circondato dalla sua
famiglia. È sepolto nel cimitero di Cret Roch a Saint-Étienne,
viale 17.