BELLE-ÎLE-EN-MER
Belle-Île o Belle-Île-en-Mer è un'isola
francese al largo della costa della Bretagna. È la più grande delle
isole della Bretagna e si trova a 14 km dalla penisola Quiberon.
Alla fine del giugno 1848, nell'Haute-Boulogne[1]
furono create delle caserme situate sul ghiacciaio della cittadella di
Belle-Île-en-Mer che divenne, dal 21 settembre dello stesso anno, con decreto
del Ministro dell'Interno, il deposito Belle-Île-en-Mer e che venne trasformato
in una colonia penale, dal 1880, e in un'istituzione pubblica di educazione
controllata dopo il 1945. Il Ministero della Giustizia acquisito nel 1902, il
dominio Bruté che divenne una colonia
penale per minorenni. Nel 1977, dopo la chiusura, diventò un
campo estivo e un centro di accoglienza di classe verde.
Belle-Île-en-Mer è
stata una prigione per prigionieri politici dal 1848 al 1858. Alla fine del
Secondo Impero fu disposto di trasportare nelle colonie quelli che né il
sistema giudiziario né la polizia erano riusciti a sconfiggere o recuperare
sulla terraferma.
La storia cronologica
delle deportazioni sull’isola si è ripetuta : la
deposizione di ribelli
nell'aprile-maggio 1871 corrisponde a quella che avvenne dopo il giugno
1849, casa di detenzione dal 1872 come lo era stata 1850, vide il suo scopo
terminare dopo il 1876 come avvenne dopo il 1855, con la sola differenza che il
numero dei detenuti è stato moltiplicato per cinque: 601 nel 1850-1858, 2.997
nel 1871-1880 (nell'aprile 1871 ricevette 752 combattenti e la casa di
detenzione ospitò 2.245).
Dal 1866, la
prigione di Belle-Île utilizzava le strutture di detenzione costruite nel
1848-1850, vale a dire la cittadella del palazzo e il castello-Fouquet per
l'alloggio dei soldati e per le celle, caserma destinata a ricevere circa 600 detenuti,
come spazio principale della prigione.
Ai sensi di un
decreto imperiale del 6 ottobre 1869, che prevedeva di organizzare "in
alcune case circondariali il lavoro agricolo e di collocare i detenuti che successivamente
sarebbero stati liberati., 120 detenuti sessantenni e i seguaci appassionati di
agricoltura, vennero prelevati dalle altre prigioni e inviati a Belle-Île.
La guerra
franco-prussiana del 1870 determinò un primo cambiamento nel servizio delle
prigioni bretoni. Lorient[2], Port-Louis[3], Belle-Île diventarono delle prigioni di guerra. Le fregate la Vendetta
e la Pénélope funsero da pontoni
a Port-Louis[3], mentre a Belle-Île la cittadella venne consegnata al genio,
responsabile del monitoraggio dei soldati nemici. I due ministeri dell’interno e della guerra collaborarono
all'opera comune e l'insurrezione
parigina del mese di marzo rafforzò questo imperativo. In effetti, dalle prime battaglie tra gli eserciti di Parigi
e Versailles,
fu sollevata la questione dell'internamento dei prigionieri. Thiers,
che senza dubbio non dimenticò le lezioni del 1848,
usò gli stessi metodi. Alcuni convogli partirono per Brest[4], altri vennero trasferiti ad Auray[5] da dove la nave li trasferì a Belle-Île. Questi prigionieri formarono il personale del «deposito degli
insorti» annesso alla «casa della forza e della correzione».
Il 7 aprile, due convogli
portarono 1.600 prigionieri da Versailles
a Lorient: 600 poi partirono per Brest[4], 612 presero la strada per Belle-Île mentre
gli ultimi furono sbarcati a Port-Louis[3]. Per il commissario di polizia di Lorient[2], "il più grande
ordine è stato mantenuto presso la stazione e nelle vicinanze durante il parcheggio
e il passaggio dei convogli, comunque, 7 - 8 giovani dai 17 ai 18 anni che si trovavano
tra la folla […] hanno gridato: Vive les Parisiens, À bas la Rousse, grida isolate
che non hanno avuto risposta e sono state sdegnosamente ricevute dalla folla”.
A Belle-Île, gli
insorti sostituirono i prigionieri prussiani, trasferiti a Port-Louis, e occuparono
immediatamente la cittadella e parte della della prigione. Ai 612 dell'8
aprile vennero aggiunti, il 21
maggio, 140 insorti fatti prigionieri, portando in tutto a 752 i Comunardi.
L'amministrazione
del carcere di Belle-Île, istituita sotto l'Impero,
non era quasi cambiata: il contabile, l'impiegato, il personale d'ufficio, il medico,
il farmacista, il cappellano e il custode principale non erano stati colpiti né
dalla guerra
né dalla rivoluzione
parigina. Alloggio, abbigliamento e cibo di comune
diritto vennero immediatamente dati ai "Ribelli"
(come venivano chiamati) per i quali il direttore del carcere fece confezionare
pantaloncini, pantofole e ghette in quantità insufficiente per il bisogno.
Molto rapidamente, tuttavia,
sono apparsi problemi di sorveglianza. L'ubriachezza,
così spesso rimproverata al personale carcerario e sempre repressa severamente,
apparve più pericolosa di quanto non fosse qualche anno prima. Diverse guardie ausiliarie furono licenziate nel 1871, sia per
essere entrate in un cabaret mentre stavano trasportando un detenuto nella cittadella
per l'interrogatorio, sia per aver svolto il loro servizio in uno stato di ebbrezza
che poteva incoraggiare un tentativo di fuga. Così
queste guardie che, la sera del 6 luglio 1871, costrinsero il sergente maggiore,
che portava i loro sostituti, a gridare tre volte la parola d’ordine, avrebbero
potuto aiutare indirettamente i prigionieri a ricordare la "parola
d’ordine" per la fuga. Per non parlare della
solidarietà attiva dei carcerieri che nascondevano proteggere le mancanze dei loro
colleghi.
Questo problema fu avvertito
con particolare acutezza nel 1871 a causa del timore dell'influenza perniciosa
che i Ribelli
potevano avere sui carcerieri. Il ministero stesso
si preoccupò, inviando una spedizione il 1° giugno, per controllare lo stato d'animo
degli operai e degli arsenali, contaminato dalla presenza delle famiglie degli Insorti.
Alla polizia venne quindi chiesto di rafforzare la sorveglianza
e di tenere informate le autorità sullo sviluppo degli spiriti. I massicci arresti in seguito allo schiacciamento della Comune
portarono quindi a un doppio movimento di spostamenti della maggioranza dei Ribelli
di Port-Louis[3] e di Belle-Île e del confinamento dei nuovi arrivati, i combattenti
della Settimana
sanguinante sopravvissuti al massacro di Versailles,
precedentemente parcheggiati nei capannoni di Satory
dopo aver subito insulti e percosse da una folla di «sciacalli» e «iene».
L'89 percento di loro, l'oscuro e l'infinito universo della
rivoluzione
parigina, furono liberati, beneficiando del non luogo a procedere dopo essere
stati interrogati dagli ufficiali istruttori del palazzo. Dal Dictionnaire Biographique du Mouvement ouvrier
français (Dizionario Biografico del Movimento operaio
francese): 2 lussemburghesi su 3, 1 svizzero su 3, 1 polacco su 3 e 3 italiani su
4 sono stati rilasciati. Questo lo riportiamo per confermare l’internazionalità
della Rivolta
comunarda.
Ai primi 612 internati
di aprile si unirono ai Federati
arrestati il 29
aprile, durante i combattimenti di Issy, gli arrestati del 4-7 maggio e
dell’11-16 maggio all’Oiseaux, a Vanves o nei dintorni,
in tutto 752 persone, tra cui alcuni quindicenni. A questo numero deve essere tolto un marinaio di Cherbourg[6], che era anado a Versailles per ricevere la sua pensione, arrestato
per errore e immediatamente rilasciato.
Tra i “residenti” a
Belle-Île spicca un famoso comunardo: l’anarchico Amilcare
Cipriani, e, vicino a lui per notorietà, possiamo annotare Lucien
Henry, colonnello della XIV
legione. Portiamo a conoscenza alcune altre figure:
Jean
Joliveau, scultore e che faceva parte di una famiglia di rivoluzionari, sua
moglie e il suo patrigno furono condannati come lui: Jules
Lorion, morto sull'Isola dei Pini, Henry Poirson, che tornerà a Belle-Île dopo
tornato dalla Nuova Caledonia, Vincent Skoda, sarto ungherese, Désiré Gérich, giovane
fondatore di Butte-aux-Cailles, nato nel 1851 e il cui fratello, nato nel 1852,
sarà anche condannato, o anche Etienne ed Emmanuel Roger, padre, 41 anni, figlio,
14 anni, arrestati insieme.
Nel dicembre del 1871,
il direttore di Belle-Île scrisse che il cappellano della prigione, padre Le Tallec,
“sente
il suo zelo vacillare al pensiero di perdere i suoi vecchi detenuti; l'ingratitudine del suo servizio nel suo deposito di ribelli
lo colpisce e gli dà apprensioni per il futuro".
Abituato a prigionieri
comuni, stupratori, violenti ed assassini patentati, li preferiva a quei Ribelli
che non poteva piegare. Per ottenere aiuto dal Cielo, il
cappellano fece un pellegrinaggio in Terra Santa dal 23 febbraio al 16 maggio 1872
prima di lasciare l'incarico. Padre Joye, vicario
a Le Palais (cittadina di Belle-Île) che ne prese il posto, lo sostituì senza ottenere
ulteriori risultati.
Secondo la
prefettura di Lorient[2], il 4 dicembre 1871, i Ribelli
liberati ingannarono gli ufficiali istruttori ed erano "sempre più minacciosi". Rilasciati, non fecero ritorno Parigi, cosa proibita loro alla
fine dell'anno o dove i prefetti li avevano avvertiti che li avrebbero aspettati!
Si dice che un grande contingente abbia attraversato i confini,
correndo il pericolo di un nuovo arresto.
Nel 1872,
rimanevano presenti solo detenuti comuni, successivamente 136 furono trasferiti
ad Embrun[7],
ma 56 detenuti, impiegati in lavori agricoli, rimasero sul posto.
[1] Nel
dipartimento del Passo di Calais nella regione Alta Francia.
[2] Nel
dipartimento del Morbihan nella regione della Bretagna.
[3] Nel
dipartimento del Morbihan nella regione della Bretagna.
[4] Città portuale francese situata nel dipartimento del
Finistère nella regione della Bretagna, sulla costa occidentale.
[5] Nel
dipartimento del Morbihan nella regione della Bretagna. Il comune si affaccia
sulla costa del golfo di Morbihan.
[7] Nel dipartimento delle Alte Alpi della regione della
Provenza-Alpi-Costa Azzurra.