ÉTIENNE
BALSENQ
Étienne Auguste Balsenq è nato il 6 aprile 1838 a
Campagnac[1]; cocchiere; blanquista[2],
capitano del 138° battaglione
federato e commissario di polizia sotto la Comune di
Parigi, commissario straordinario alla Gare du Nord.
Balsenq aveva svolto tutti i mestieri per vivere, ma
soprattutto quello del cocchiere, sia nelle amministrazioni, sia nei privati o
ai locatari di carrozze private, e in particolare con la Compagnie des Petites
Voitures. Disse di aver conosciuto Blanqui solo nel settembre del 1870, ma era
appartenuto, già dal 1867 al 1868, ai primi gruppi di combattimento blanquisti[2].
Il 14 agosto 1870, dopo l’attacco alla caserma de La Villette[3], i suoi compagni conservarono le armi a
casa sua: lo riconobbe davanti al terzo consiglio di guerra, ma dichiarò -
senza essere molto convincente - di aver ignorato il contenuto delle scatole.
Vi rimasero fino al 4
settembre, quel giorno Balsenq ebbe una parte molto attiva alla nascita
della Repubblica. In quel periodo fu anche tipografo e direttore del
giornale blanquista[2] La
Patrie en danger (7 settembre-8 dicembre 1870).
Il 18
marzo 1871, era un capitano del 138° battaglione
federato; all'inizio di aprile è stato nominato commissario di polizia del quartiere
Saint-Thomas-d'Aquin (7°
arrondissement): "Ho dato le mie dimissioni ad Eudes
perché non volevo immischiarmi in un tale caos”. Il 19
aprile è stato nominato commissario speciale alla Gare du Nord; un'angina
pectoris lo fece dimettere da queste funzioni e divenne, dal 15
al 18
maggio, commissario centrale del tredicesimo
arrondissement. Ferito il 23,
vicino alla caserma di Lourcine, è stato arrestato, detenuto nell'Orangerie
e portato davanti al 3°
Consiglio di guerra.
Era classificato come "pericoloso" e si
sforzò di negare l'epiteto, con una piattezza relativa che il suo stato di
salute poteva spiegare; negò di appartenere allo stato maggiore di Eudes -
l'accusa era basata forse sulle sue opinioni e sulle sue relazioni blanquiste -
ed ha scritto al prefetto della polizia: "Se sono stato costretto ad
accettare funzioni, i bisogni dell'esistenza mi hanno costretto a [...] ho la
soddisfazione di averli compiuti onestamente, lealmente" . Per quanto
riguarda le sue funzioni alla Gare du Nord, ha detto: "Ho fatto tutto ciò
che è dipeso da me per facilitare a tutti coloro che hanno indirizzato i mezzi
per lasciare Parigi, per evitare la legge della Comune”. Rifiutò di firmare i
verbali del 3°
Consiglio di guerra, nel settembre 1871 e nel gennaio 1872. Definì
abbastanza bene le attività dei blanquisti a proposito del giornale La
Patrie en danger "che abbiamo fondato per uno scopo non
speculativo, ma per la propaganda di idee che riteniamo utili alle masse piuttosto
che ai raffinati della letteratura".
Non sembra aver fatto una buona impressione sul
tribunale: «Balsenq ha un aspetto falso, è insolente nel suo comportamento,
mente con impudenza e il suo viso è lontano dall'essere simpatico». La sua
partecipazione all'omicidio dell'arcivescovo
non poté essere provata, ma la condanna superò in modo severo quelle affibbiate
ai commissari della polizia della Comune; senza dubbio era da un lato il
blanquista[2], dall'altro il funzionario della Gare du Nord, colpevole di aver
requisito, arrestato, voler impedire le uscite di sussistenza. Il 15 aprile
1872 fu condannato alla deportazione in Nuova
Caledonia, il certificato di buona condotta rilasciato dal suo capo della
Gare du Nord non ebbe alcun effetto.
Amnistiato,
rientrò in Francia con la nave Creuse. Trovò un posto d’impiegato ausiliario
presso il Fondo comunale e chiese perdono ai suoi amici.
[1] Nel
dipartimento dell'Aveyron nella regione dell'Occitania.
[2] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e
attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta,
del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo
secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali
e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria
combattiva. Deve il suo nome allo
scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis
Auguste Blanqui.
[3] Il 14 agosto 1870, dei repubblicani
sostenitori di Blanqui, hanno attaccato la caserma dei pompieri de La Villette
di Parigi, al fine di impossessarsi delle loro armi (il corpo dei vigili del
fuoco era armato a quel tempo, a differenza di oggi).