giovedì 27 giugno 2019

02-14-BAL34 - Étienne BALSENQ

ÉTIENNE BALSENQ


Étienne Auguste Balsenq è nato il 6 aprile 1838 a Campagnac[1]; cocchiere; blanquista[2], capitano del 138° battaglione federato e commissario di polizia sotto la Comune di Parigi, commissario straordinario alla Gare du Nord.
Balsenq aveva svolto tutti i mestieri per vivere, ma soprattutto quello del cocchiere, sia nelle amministrazioni, sia nei privati o ai locatari di carrozze private, e in particolare con la Compagnie des Petites Voitures. Disse di aver conosciuto Blanqui solo nel settembre del 1870, ma era appartenuto, già dal 1867 al 1868, ai primi gruppi di combattimento blanquisti[2]. Il 14 agosto 1870, dopo l’attacco alla caserma de La Villette[3], i suoi compagni conservarono le armi a casa sua: lo riconobbe davanti al terzo consiglio di guerra, ma dichiarò - senza essere molto convincente - di aver ignorato il contenuto delle scatole. Vi rimasero fino al 4 settembre, quel giorno Balsenq ebbe una parte molto attiva alla nascita della Repubblica. In quel periodo fu anche tipografo e direttore del giornale blanquista[2] La Patrie en danger (7 settembre-8 dicembre 1870).
Il 18 marzo 1871, era un capitano del 138° battaglione federato; all'inizio di aprile è stato nominato  commissario di polizia del quartiere Saint-Thomas-d'Aquin (7° arrondissement): "Ho dato le mie dimissioni ad Eudes perché non volevo immischiarmi in un tale caos”. Il 19 aprile è stato nominato commissario speciale alla Gare du Nord; un'angina pectoris lo fece dimettere da queste funzioni e divenne, dal 15 al 18 maggio, commissario centrale del tredicesimo arrondissement. Ferito il 23, vicino alla caserma di Lourcine, è stato arrestato, detenuto nell'Orangerie e portato davanti al 3° Consiglio di guerra.
Era classificato come "pericoloso" e si sforzò di negare l'epiteto, con una piattezza relativa che il suo stato di salute poteva spiegare; negò di appartenere allo stato maggiore di Eudes - l'accusa era basata forse sulle sue opinioni e sulle sue relazioni blanquiste - ed ha scritto al prefetto della polizia: "Se sono stato costretto ad accettare funzioni, i bisogni dell'esistenza mi hanno costretto a [...] ho la soddisfazione di averli compiuti onestamente, lealmente" . Per quanto riguarda le sue funzioni alla Gare du Nord, ha detto: "Ho fatto tutto ciò che è dipeso da me per facilitare a tutti coloro che hanno indirizzato i mezzi per lasciare Parigi, per evitare la legge della Comune”. Rifiutò di firmare i verbali del 3° Consiglio di guerra, nel settembre 1871 e nel gennaio 1872. Definì abbastanza bene le attività dei blanquisti a proposito del giornale La Patrie en danger "che abbiamo fondato per uno scopo non speculativo, ma per la propaganda di idee che riteniamo utili alle masse piuttosto che ai raffinati della letteratura".
Non sembra aver fatto una buona impressione sul tribunale: «Balsenq ha un aspetto falso, è insolente nel suo comportamento, mente con impudenza e il suo viso è lontano dall'essere simpatico». La sua partecipazione all'omicidio dell'arcivescovo non poté essere provata, ma la condanna superò in modo severo quelle affibbiate ai commissari della polizia della Comune; senza dubbio era da un lato il blanquista[2], dall'altro il funzionario della Gare du Nord, colpevole di aver requisito, arrestato, voler impedire le uscite di sussistenza. Il 15 aprile 1872 fu condannato alla deportazione in Nuova Caledonia, il certificato di buona condotta rilasciato dal suo capo della Gare du Nord non ebbe alcun effetto.
Amnistiato, rientrò in Francia con la nave Creuse. Trovò un posto d’impiegato ausiliario presso il Fondo comunale e chiese perdono ai suoi amici.




[1] Nel dipartimento dell'Aveyron nella regione dell'Occitania.
[2] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.
[3] Il 14 agosto 1870, dei repubblicani sostenitori di Blanqui, hanno attaccato la caserma dei pompieri de La Villette di Parigi, al fine di impossessarsi delle loro armi (il corpo dei vigili del fuoco era armato a quel tempo, a differenza di oggi).