LÉON
LANDRIN
Nato a Parigi nell’11°
arrondissement il 21 agosto 1837, è stato un tornitore su bronzo e membro
della 1ª Internazionale.
Léon Landrin, fratello d’Emile,
ha lavorato alla maison Boy in rue de Turenne 116 a Parigi (4°
arrondissement), e abitò prima in boulevard Voltaire 118 e infine in rue de
la Roquette 90.
Nel 1867, Léon Landrin fece
parte della delegazione tornitori di bronzo parigini all’Esposizione universale
tenutasi a Parigi. È diventato membro della Commissione dei lavoratori fondata
In quell'occasione. Léon è stato anche delegato dei lavoratori bronzisti di
Parigi al 4° Congresso dell’Internazionale, tenutosi a Basilea nel settembre del 1869.
Ha fatto parte della Commissione sull’istruzione completa e si astenne sulle
questioni di proprietà collettiva ed eredità.
Dopo l'assassinio di Victor
Noir, 10 Gennaio 1870, e l'arresto di Rochefort,
7 febbraio, Léon Landrin è stato tra coloro che hanno convinto i lavoratori a
mantenere la calma per non pregiudicare l'esito della lotta con un’azione
troppo affrettata.
Léon è stato citato, il 9
agosto 1870, ad apparire davanti alla 6ª Sezione al tribunale correzionale di
Parigi per essere posto in custodia cautelare per aver fatto parte, da più di
tre anni a Parigi, di un'associazione con di più di venti aderenti (Gazzetta
dei Tribunali, 10 Agosto 1870). Il caso è stato rinviato poichè Léon
Landrin, che faceva parte della Guardia
Nazionale mobile, aveva lasciato Parigi e quindi non poteva presentarsi.
Nel settembre 1870 Léon è
stato segretario della società dei lavoratori del bronzo con sede a La Corderie
(3° arrondissement), per le riunioni, e in rue de l’Oseille 11 (3°
arrondissement), per l'amministrazione, società che aderiva all’Internazionale.
Durante l’assedio
di Parigi, fu sergente maggiore e ufficiale pagatore del 66° battaglione
della Guardia
Nazionale.
Sotto la Comune,
capitano dello stato maggiore dell’11ª legione federale, fu distaccato con Pindy
all'Hotel
de Ville. Riuscì a fuggire dopo la Settimana
sanguinante ed il terzo
consiglio di guerra lo condannò in contumacia, il 17 marzo 1873, alla
deportazione in un carcere fortificato. Non era mai stato condannato in
precedenza.
Rifugiato a Londra, fece parte
della commissione di sostentamento permanente a beneficio dei deportati della Nuova
Caledonia. Fu amnistiato
il 29 maggio 1879.