JEAN-LOUIS
PINDY
"L'autorità,
in qualunque mani sia posta, è sempre nociva per l'avanzamento
dell'umanità".
Jean-Louis Pindy, in «La
Revue Blanche».
Jean-Louis Pindy è nato a
Brest[1]
il 3 giugno 1840, ed è stato un operaio e attivista anarchico francese.
Falegname, iscritto all'Associazione Internazionale dei Lavoratori, Jean-Louis Pindy, nel 1867, aderì alla
sezione di Brest dell'Internazionale
che contribuì a fondare con Constant Le Doré[2].
Lo stesso anno si stabilì a Parigi, dove e continuò a corrispondere con
Constant Le Doré in linguaggio cifrato (come venne menzionato nel terzo
processo contro l'Internazionale
nel 1870).
Nella capitale fu pesantemente
coinvolto nell'organizzazione dei lavoratori e in uno sciopero sostenuto dall'Internazionale
dove, secondo l'anarchico russo Peter Kropotkin[3],
si è distinto per il suo "vigore e intelligenza luminosa".
Fu un attivo sindacalista, e
nel settembre 1868, diventato membro della sede di Parigi dell’A.I.T.,
partecipò al 3° Congresso dell’Internazionale tenutosi a Bruxelles dal 6 al13 settembre
1868 (con Tolain,
Chemalé[4]
e Fruneau,
Pindy ha votato contro il passaggio alla proprietà collettiva della terra - il
congresso si pronunciò "a favore" con 54 voti contro 4 contrari e 13
astenuti), e l'anno successivo, il 4° Congresso tenutosi a Basilea il 5 settembre, dove ha rappresentò il
sindacato dei carpentieri parigini aderenti all'Internazionale,
e dove conobbe Bakunin,
Guillaume[5]
e Schwitzguébel[6].
Nel mese di aprile 1869 è
stato uno dei firmatari del progetto di formazione della camera del lavoro,
discusso in occasione delle riunioni organizzate dalla Commissione lavoro. Fece
parte, con Français Aubry, Bourreau, Chemalé[4], Flahaut[7],
Franquin, Fruneau,
Outhier[8]
e Roussel, alla 5ª commissione incaricata di studiare la questione delle
società di resistenza. Pindy presentò una relazione dove prendeva in
considerazione la creazione di una federazione di liberi produttori,
"incaricata di raccogliere tutte le informazioni utili alla loro
industria, di dirigere le misure da prendere in comune, di organizzare gli
scioperi, e di lavorare attivamente per il loro successo, in attesa che il
lavoro sia sostituito dalla federazione dei liberi produttori". Questi
"raggruppamenti di società di resistenza formeranno la Comune del
futuro e il governo sarà sostituito dal Consiglio dei mestieri". Fu
sua la frase che chiuse la risoluzione finale del Congresso di Basilea: "Il
regime della schiavitù salariale deve essere sostituito dalla Federazione dei
Produttori".
Dopo l'assassinio di Victor
Noir il 10 Gennaio 1870, e l'arresto di Rochefort
il 7 febbraio, Pindy fu tra coloro che li esortarono alla calma i lavoratori al
fine di non compromettere l'esito della lotta per azione troppo affrettata
(appello del 9 febbraio).
Per la sua attività nel campo
politico, Pindy, che allora viveva al numero 17 di rue du Faubourg du Temple,
nel 10°
arrondissement, venne arrestato due volte: la prima venne condannato, il 29 aprile 1870
dalla 6ª Sezione della Corte penale della Senna, a un anno di carcere per
istigazione a delinquere e di porto armi proibite, condanna poi ridotta a 6 mesi e 16 franchi
di multa a seguito di un suo
ricorso
fatto il 31 agosto; l'8 luglio 1870, nell’ambito del terzo processo contro l'A.I.T.,
Pindy fu condannato, per aver fatto parte di una società segreta, ad un anno di
carcere, 100 franchi di multa - eventualmente, a quattro mesi di reclusione in
più - e un anno di privazione dei diritti civili. Venne liberato il 4
settembre 1870 alla caduta del Secondo Impero.
Senza casa, si stabilì al
numero 6 di place de la Corderie, il quartier generale dell’Internazionale
che aveva anche sommariamente arredato, dopo aver affittato il locale nel mese
di gennaio 1870, con Avrial[9]
e Theisz.
Durante l'assedio
di Parigi da parte dei prussiani (settembre 1870 - marzo 1871), con Ferron[10],
calzolaio, Emile Roy[11],
impiegato da un avvocato, e Laburthe[12],
Pindy fu uno dei promotori del Comitato
Centrale Repubblicano dei venti arrondissement. Nel mese di novembre, è
stato anche uno dei fondatori della Lega della Difesa ad oltranza del 3°
arrondissement. Con i suoi compagni del Comitato
Centrale Repubblicano presentò, il 15 settembre, le misure di emergenza che
il governo di Difesa Nazionale in fretta doveva, secondo i firmatari, "trasformare
in decreti per la salvezza della patria e della Repubblica". Questi
misure interessavano la sicurezza pubblica, le sussistenze e gli alloggi, la
difesa di Parigi e dei dipartimenti. Entrato il 6 settembre del 1870 nella Guardia
Nazionale, Pindy è stato nominato caporale e poi tenente.
Pindy fu uno dei firmatari de
l’Affiche
rouge (il Manifesto rosso) del 6 gennaio 1871, proclama fatto al popolo di
Parigi per denunciare il «tradimento» del 4
settembre del governo
e per evidenziare tre parole d'ordine: Requisizione generale, razionamento
gratuito, attacco in massa. Il Manifesto si concludeva con queste parole: "Potere
al popolo! Potere alla Comune!".
Nello stesso periodo, Pindy
partecipò attivamente ai lavori del Consiglio federale dell'Internazionale.
Così, in occasione della riunione del 12 gennaio è stato nominato con Bachruch[13],
Franquin,
Frankel,
Henri
Goullé, Laporte[14],
Jules
Minet, Theisz,
Varlin
e Verdure
a far parte del comitato di redazione del giornale Lutte à
outrance, ma questo giornale è scomparso prima che si materializzasse.
È stato anche nominato -
riunione del 22 febbraio - a far parte della Commissione (Jules Babick,
François
Déliot, Frankel,
Lacord,
Pindy, Charles
Rochat, Theisz,
Varlin)
incaricato all’elaborazione dei nuovi statuti del Consiglio federale.
L'8 febbraio, è stato tra i 43
socialisti rivoluzionari che si presentò alle l'elezione da parte dell’Internazionale,
della Camera federale delle società operaie e della delegazione dei venti
arrondissement di Parigi.
Ai primi di marzo del 1871
Pindy fece parte della commissione esecutiva provvisoria del Comitato
centrale della Guardia Nazionale.
Il 18,
fu tra coloro che occuparono l’Hôtel
de Ville, il municipio.
Il 26
marzo è stato eletto membro del Consiglio
della Comune dal terzo
arrondissement, con 8.095 voti, Pindy fece parte della commissione militare
eletta il 29
marzo, commissione che sostituì in linea di principio il Comitato
centrale della Guardia Nazionale. Il 31
marzo, prese il posto di Assi
come Governatore dell’Hôtel
de Ville con il grado di colonnello.
Ha votato contro la formazione
del Comitato
di Salute Pubblica, controllata dai repubblicani giacobini[15].
Il 15 maggio, firmò la dichiarazione della minoranza: "La Comune di
Parigi ha abdicato al suo potere nelle mani di una dittatura a cui diede il
nome di Salute pubblica".
Durante la Settimana
sanguinante, quando la Comune fu
sul punto di soccombere, il 24
maggio Pindy fu nominato comandante del palazzo
delle Tuileries, e ordinò di dare fuoco all’Hôtel
de Ville, poi si recò al municipio dell’11°
arrondissement. dove trascorse la notte del 25
maggio. In seguito andò nella stanza che occupava, in rue Panoyaux, nel 20°
arrondissement, per nascondere dei documenti. Li, stremato, vi rimase a
dormire per tutto il giorno 26.
Quando i versagliesi entrarono a Parigi, spararono a tre uomini, in diverse
parti della città, che avevano scambiato per Pindy. Lui raccontò nelle sue memorie
che venne salvato da due nipoti del proprietario, rifugiatosi in provincia,
che, nel sonno, con tutta calma gli tagliarono baffi e capelli quando la casa
era stata ricercata dalle truppe. Più tardi, una delle due donne, Marie Bailly, divenne sua
moglie.
Poi cambiò il suo domicilio,
si nascose per dieci mesi in rue Saint-Maur vivendo clandestinamente e dove
creò una piccola azienda di gioielli. Riconosciuto, venne denunciato e dovette
fuggire in tutta fretta alla fine di marzo o all'inizio di aprile 1872, nella
cittadina di Mulhouse[16],
per poi raggiungere la Svizzera, accompagnato da Marie Bailly. Si rifugiò prima a Losanna dove poté
unirsi con i suoi compagni svizzeri dell'Internazionale che gli
avevano procurato un passaporto a nome di Antoine Andre Dutheil, operaio
carpentiere di Ginevra, di ritorno dall'Inghilterra, e poi a La
Chaux de Fonds. Nel frattempo, il 4°
consiglio di guerra condannò Pindy alla pena di morte, in contumacia, il 9
gennaio 1873.
Sin dall’inizio dei primi anni
del suo soggiorno in Svizzera, Pindy manifestò interesse alla Federazione
del Giura diventandone membro attivo dopo aver contattato James Guillaume[5].
A Losanna, Pindy cercò di
migliorare, a fatica, la sua vita. Imparò a saggiare il metallo, lavoro
"del quale divenne abile; trascorrendo le sue giornate al fianco della sua
stufa infuocata e dedicandosi di notte appassionatamente al lavoro
propagandistico, in cui egli combinò con entusiasmo la passione di un
rivoluzionario con il buon senso e organizzando i poteri caratteristici del
lavoratore parigino". (Kropotkin: Memorie di un rivoluzionario).
Ebbe un ruolo fondamentale nella gestione del fondo permanente per i deportati
della Comune.
Entrò a far parte della sezione dell'Internazionale della città,
da poco riorganizzata dagli esuli francesi, e partecipò, come
delegato della Sezione di Losanna, al Congresso annuale della Federazione
del Giura a Le Locle del 19 maggio 1872. Delegato della sezione francese, dove
rappresentava le sezioni di Mulhouse[16] e di Porrentruy[17], il 16
settembre 1872, in
compagnia di quindici delegati, partecipò al Congresso
Anti-Autoritario dell'Internazionale a Saint-Imier, che ratificò la scissione
dell’Internazionale.
Il
congresso si fissava come scopo l’abbattimento di ogni potere e determinare
come strumento lo sciopero, non rivendicativo, ma rivoluzionario. Elaborò un
patto, una vera e propria «Carta dei lavoratori anarchici», come dichiarò
successivamente Kropotkin[2].
Pindy assistette al successivo
congresso tenutosi a Neuchatel il 27 e il 28 aprile 1873. Ai primi di maggio,
venne nominato Segretario corrispondente del Comitato Federale del Giura.
Non trovando lavoro a Losanna, gli
proposero, come proposero a Guillaume[5], di stabilirsi a Le Locle e lavorare
nella «Cooperativa di produzione», creata nel 1869 a seguito di uno
sciopero degli incisori e dei ghigliosceri[18].
Iniziò come
avventizio nell'officina della cooperativa degli incisori e
bulinisti di orologi a Le
Locle, dove imparò il mestiere di fonditore di metalli d'oro e argento e di
saggiatore; nel 1873 ne diventò membro regolare e, due anni più tardi, seguì
la cooperativa che si trasferì a La Chaux-de-Fonds.
Fu delegato,
con Perrare
e Montels,
delle sezioni francesi di Porrentruy[17] e di
Mulhouse[16] al 6°
Congresso generale dell'Internazionale a Ginevra dall’1 al 6 settembre
1873. Dopo
la conferenza, con Brousse,
Farga Pellicer[19],
Vinas e Alerini,
andò a far visita a Bakunin
e che ospitò successivamente a La Chaux-de-Fonds. Nel
novembre o dicembre 1873 si recò a Locarno per incontrare Cafiero[20]
per sottoporgli un progetto di finanziamento ad una nuova officina cooperativa.
Tutto sembrava andar bene..., ma nel gennaio 1874 Cafiero cambiò idea e non
ritenne importante tale iniziativa. Disoccupato e trovandosi in
grandi difficoltà iniziò a lavorare come intonacatore e nello stesso tempo seguì un corso
per la formazione di fonditore e saggiatore di oro e argento.
Con Bakunin
e Andrea Costa[21], fu
uno di quelli che avevano pianificato le insurrezioni lanciate in Italia nel 1874[22].
Al 7° congresso dell’Internazionale
antiautoritaria, tenutosi a Bruxelles nel settembre 1874, diventò membro
dell’Ufficio federale dell’Associazione
Internazionale dei Lavoratori antiautoritaria, e nell'ottobre 1874 a
Le Locle fu segretario corrispondente dello stesso Ufficio federale.
Il 30 maggio 1876, ottenne il
brevetto cantonale di saggiatore-giurato di metalli, e risultò il primo ad un concorso
di saggiatore-punzonatore di materiale in oro e argento per il controllo dello
Stato.
Con Brousse
aiutò a creare organizzazioni segrete all'interno della Francia. Sempre con Brousse,
ed in qualità di delegato del movimento
Internazionale anti-autoritario, rappresentò la federazione francese all'8°
Congresso dell' Internazionale a
Berna dal 26 al 29 ottobre 1876 ed organizzò spesso raccolte di fondi per la
presenza di delegati alle conferenze in Francia.
Il 18 marzo 1877, Pindy partecipò alla manifestazione
commemorativa della Comune, che ebbe luogo a Berna, dove ebbero luoghi
scontri con la polizia, ma fortunatamente non venne denunciato (30 gli
accusati).
Nel mese di aprile, con Paul
Brousse e François Dumartheray[23],
creò una sezione francese dell'Internazionale
di La Chaux-de-Fonds[24], con il suo
giornale L'Avant-Garde di cui fu amministratore e redattore a Berna poi a La
Chaux-de-Fonds, e i cui maggiori collaboratori furono Pierre Kropotkin[2] e Paul
Brousse. Il giornale (Organo della
Federazione francese dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, prima di diventare, da aprile 1878 Organo e
collettivista e anarchico), iniziò le sue pubblicazioni il 2 giugno 1877, il suo primo congresso
si svolse a la Chaux de-Fonds, il 19 e il 20 agosto, il 2 dicembre 1878 cessò
di essere stampato.
Pindy fu delegato dalle sezioni d'Alsazia (Mulhouse[16]) al Congresso della Federazione
giurassiana a St.-Imier da 4 al 6 agosto 1877; membro
della Commissione amministrativa al Congresso della Federazione francese (12
sezioni) del 19 e 20 agosto 1877
a La Chaux-de-Fonds (con Brousse, Alerini, Dumartheray[23], Montels).
Prima del congresso di
Verviers nel settembre del 1877, Pindy si incontrò con altri - Kropotkin[2], Guillaume[5],
Adhemar Schwitzguebel[25],
Brousse,
Costa[21], Vinas e Morago[26]
a La Chaux de Fonds in agosto o settembre per istituire una "comunità
rivoluzionaria" conosciuta come Intimo Internazionale. Questa comunità fu
una replica del gruppo interno di rivoluzionari dedicati di Bakunin
del 1864. Cafiero[20] ed Errico Malatesta[27],
in prigione a quel tempo, furono associati a questo gruppo. Successivamente
l'Intimo Internazionale - ridotto a cinque per defezioni ed incarceramenti -
doveva coincidere prima il congresso dell’Internazionale Anarchico tenutosi a
Londra nel 1881. Solo Kropotkin[2] e Malatesta[27] erano ancora
entusiasti della necessità di ricostituire l'Internazionale, Pindy era troppo
pessimista per fare qualcosa ma aspettava una rivolta spontanea della classe
operaia.
È stato il
segretario-corrispondente con l'esterno e, come tale, è stato il solo a
comunicare con i membri che vivevano in Francia. Fu anche in tale veste che
firmò il manifesto scritto da Brousse
durante la crisi del 16 maggio e che ha consigliato l'astensione.
Un secondo manifesto che
confermò il primo fu stampato nel mese di novembre. Il comitato amministrativo
della Federazione comprendeva in quel periodo Alerini,
Brousse,
Dumartheray[23], Montels e Pindy.
Sempre come
segretario-corrispondente, fu uno dei firmatari della relazione presentata
dalla Federazione nel secondo congresso nazionale dei lavoratori tenutosi a Lione dal 28
gennaio al 8 febbraio 1878, che metteva in evidenza la concezione del
collettivismo anti-autoritario.
Al congresso della Federazione
del Giura del 1880, l 'idea
del comunismo anarchico fu adottata come principio grazie alla difesa di Kropotkin[2], Elisee
Reclus, Herzig[28]
e Dumartheray[23].
Pindy, insieme a Schwitzguebel[25], si dichiarò
comunista, ma avvisò il suo uso aperto, visto che i lavoratori francesi e
svizzeri avevano, secondo loro, una scarsa comprensione del termine. Il
sentimento comunista era innato in lui, disse in seguito, e se si definì da
quel momento come collettivista.
Nel 1881 partecipò al Convegno internazionale anarchico
di Londra. Più tardi Pindy, a La Chaux-de-Fonds, partecipò alla fondazione
dell'associazione «La Libre Pensée (Il Libero Pensiero)»,
l'organizzazione dei liberi pensatori francesi, di cui fu militante e al giornale Le Franc
Parleur, organo del libero pensiero neocastellano e del Giura bernese.
In stretto contatto con la nuova generazione di
anarchici in Svizzera, tra cui Bertoni[29]
(lo visitò in
prigione nel 1902), collaborò saltuariamente ai bollettini anarchici La Voix
du Peuple (La Voce del Popolo) di Losanna e a Le Réveil (Il Risveglio) di Ginevra.
Oltre a comporre poemi atei per gli amici, fondò il
Cercle français a La Chaux-de-Fon ds e la Société neuchâteloise de
crémation e degli «Amis du Theâtre», di cui fu il vice presidente.
Nel 1912 la polizia lo segnalò come anarchico
residente a La Chaux.
Nel primo conflitto mondiale sostenne l’Union
sacrée (l'Unione sacra), associazione dedicata alle opere di soccorso alle
famiglie dei reclutati; il 10 ottobre 1916 scrisse a Jean Grave:
""Pour moi, il n'y a aucun doute: il fallait prendre parti contre la
menace d'envahissement de la domination allemande militarisée et conquérante
sans vergogne. Peut-être mon passé m'incitait-il à avoir cette
opinion, mais ce n'est pas le désir de venger notre défaite de 1870 qui me l'a
seul inspirée: je me suis rendu compte du danger que courait l'humanité si
l'hégémonie de l'Allemagne arrivait à s'imposer (Per me non vi sono dubbi:
occorreva prendere partito contro la minaccia di invasione del dominio tedesco
militarizzato e conquistatore senza vergogna. Forse
il mio passato mi invogliava in questa opinione, ma non si tratta solo del
desiderio di vendetta per la nostra disfatta del 1870: mi sono reso conto del
pericolo che correva l'umanità se l'egemonia della Geramnia arrivasse ad
imporsi)".
Fu l'inventore di un tipo di
nitro-glicerina e del Paindy[30].
È morto il 24 giugno 1917
presso Chaux de Fonds in Svizzera, nel Cantone di Neuchâtel, nella regione del
Giura.
Così
lo ricorda Kropotkin[2]: "... un
falegname del nord della Francia, ma figlio adottivo della capitale. Si era
fatto molto notare a Parigi per la sua energia e la sua intelligenza vivace
durante uno sciopero appoggiato dall'Internazionale, ed era stato eletto membro
della Comune,
che lo nominò comandante del Palazzo
delle Tuileries. Quando i versagliesi entrarono a Parigi, fucilando a centinaia i prigionieri, non
meno di tre persone furono fucilate in diversi punti della città per essere state
scambiate per Pindy. Finita la battaglia, invece, fu nascosto da una ragazza
coraggiosa, una cucitrice in bianco, che lo salvò grazie alla sua calma quando
la casa fu perquisita dalla polizia: quella ragazza diventò poi sua moglie.
Solo dopo 12 mesi riuscirono a lasciare Parigi di nascosto e a venire in
Svizzera. Qui Pindy imparò l'arte del saggiatore di metalli, in cui divenne
abilissimo, e passava le giornate vicino alla sua stufa infocata, dedicandosi
poi di notte con passione la lavoro di propaganda, che svolgeva unendo
mirabilmente l'ardore del rivoluzionario al buon senso e alle capacità
organizzative dell'operaio parigino".
[1] Nel
dipartimento del Finistère nella regione della Bretagna.
[2] Constant Le Doré è nato il 3
settembre 1840 a Brest (Finistère); è morto in questa città il 31 ottobre 1881;
"Scrittore contabile" nel porto di Brest; fondatore della sezione
Brest dell'Internazionale.
[3] Pëtr Alekseevic Kropotkin (Mosca, 9 dicembre 1842 - Dmitrov,
8 febbraio
1921), è
stato un militante e teorico dell'anarchia, fautore della "propaganda col fatto",
ed uno dei primi sostenitori dell'anarco-comunismo. Per Kropotkin
il comunismo è l'unico sistema privo di contraddizioni sociali, poiché, secondo
il principio «da ognuno secondo le sue forze, ad ognuno secondo i suoi
bisogni», abolisce la schiavitù del salario e la dipendenza dal bisogno,
mediante la spontanea azione delle masse. Kropotkin, nella sua visione
deterministica, è contrario alla rivoluzione, tuttavia la ritiene fondamentale
in certe epoche, in quanto mezzo di accelerazione del processo evolutivo (Come
già sottolineato la visione meccanicista di Kropotkin non è schematica e
rigida. Egli ritiene che è l'azione cosciente delle masse a determinare i
fini). Il comunismo kropotkiniano vuole abolire non solo la differenza tra
lavoro manuale e lavoro intellettuale (come Bakunin)
ma anche quella tra città e campagna. Il comunismo anarchico
è il «comunismo senza governo, quello degli uomini liberi, è la sintesi dei due
scopi ai quali mira l'umanità attraverso i tempi: la libertà economica e la libertà politica»
ed è anche il completamento dell'anarchia, ovvero l'uguaglianza che
completa la libertà.
Il comunismo anarchico è per l'anarchico russo l'opposto dell'individualismo
esattamente come il mutuo appoggio è l'esatto contrario della lotta per
l'esistenza.
[4] Félix Chemalé è nato a Tours
(Indre-et-Loire) il 21 settembre 1838; impiegato in un ufficio di architettura;
fu uno dei fondatori della Prima Internazionale in Francia.
[5] James Guillaume (Londra, 16
febbraio 1844 - Préfargier, 20 novembre 1916), scrittore e anarchico svizzero,
è stato tra i principali esponenti dell'Internazionale
anarchica fondata a Saint-Imier nel 1872 e dell'anarchismo svizzero. James
Guillaume partecipa attivamente all'attività del movimento internazionalista,
ma ben presto, in sintonia con la maggioranza degli internazionalisti del
Giura, giunge alla conclusione che la classe operaia doveva pretendere di più
che il semplice riformismo. Il congresso dell'Internazionale
a Losanna e quello della Lega
per la Pace e la Libertà a Ginevra, tenutosi nel 1867, convincono
definitivamente l'anarchico svizzero della necessità della rivoluzione sociale.
Il salto ideologico definitivo, lo compie insieme a gran parte dei militanti
del Giura quando in Svizzera giunge, nel 1869, il carismatico anarchico russo Michail
Bakunin. Guillaume si convince così in maniera definitiva che l'eguaglianza
non può realizzarsi che in assenza di Stato. Guillaume si dedica anima e corpo
all'Internazionale.
dall'11 aprile 1870 diviene redattore de «La Solidarité», organo della
federazione romanda dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, e poi viene anche espulso con Bakunin
dall'Internazionale
a causa del suo ruolo preponderante nell'ambito della Federazione
del Giura. Si tratta di una prima piccola scissione interna al movimento
internazionalista che anticipa quanto si concretizzerà nel 1872. James
Guillaume muore il 20 novembre 1916
a Préfargier (Svizzera) e viene inumato a Parigi presso
il cimitero di Montparnasse.
[6] Adhémar Schwitzguébel (Sonvilier,
15 agosto 1844 – Evilard, 23 luglio 1895) è stato incisore nell'orologeria, un
sindacalista e anarchico svizzero.
[7] Émile Flahaut è nato intorno al
1837; operaio marmista di nazionalità belga. Flahaut visse a Parigi quando
prese parte al terzo e al quarto congresso dell'Internazionale
(Bruxelles, settembre 1868, Basilea, settembre 1869) come delegato
dell'associazione o della Chambre syndicale des marbriers de Paris.
[8] Outhier visse a Lione, 41
anni, a Vitton, ed era un falegname. Nel 1869, entrò a far parte del Circolo
internazionale dei carpentieri in via Grôlée, di cui era presidente. Fu
delegato dell'Associazione dei Carpentieri di Lione al 4°
Congresso Internazionale tenutosi a Basilea nel settembre 1869.
[9] Oscar Avrial, nato il 20 settembre
1821 a Carcassonne (Aude), morto intorno al 1900; artigiano e illustratore,
simpatizzante dei socialisti di Fourier.
[10] Féron faceva il calzolaio a Parigi.
Attivista A.I.T.. In rappresentanza
dell'Unione dei calzolai, membro dell'Internazionale, partecipò alla
riunione del 18 marzo 1870, durante la quale furono elaborati i progetti di
statuto della Federazione parigina. Questo progetto fu discusso, poi adottato
in una riunione generale delle sezioni di Parigi tenutasi il 19 aprile sotto la
presidenza di Varlin. Sappiamo anche
che Féron intervenne l'anno seguente (3 maggio 1871) al Consiglio federale
delle sezioni parigine dell'Internazionale (Le sessioni
ufficiali dell'Internazionale a Parigi durante
l'assedio e durante la Comune).
[11] Émile Roy era un impiegato di uno
studio di avvocato; membro dell'Internazionale; membro del Comitato
Centrale Repubblicano per il 3°
arrondissement, con Ferron, Laburthe e Pindy, all'inizio del 1870. È senza
dubbio la stessa persona, designata nella forma Roy E., che firmò il manifesto
contro la guerra indirizzata ai lavoratori di tutti i paesi, nel luglio 1870. È
lo stesso ancora che, con i suoi amici del Comitato
Centrale dei venti arrondissement a cui apparteneva, ha presentato, il 15
settembre, le misure di emergenza che il governo
della Difesa Nazionale doveva, secondo i firmatari, affrettarsi a
"trasformare in decreti per la salvezza della patria e della Repubblica”.
Tali misure riguardavano la sicurezza pubblica, la sussistenza e l'edilizia
abitativa, la difesa di Parigi e dei dipartimenti.
[12] Laburthe era un membro dell'Internazionale
di Parigi e apparteneva al Comitato
Centrale dei venti arrondissement dove rappresentava, nel settembre 1870,
con Ferron, Pindy, Émile Roy, per il 3°
arrondissement di Parigi. A giugno, ha protestato contro l'accusa contro A.I.T.
di essere una società segreta.
[13] Henri Bachruch [o Henry] era di
origine ungherese; faceva il gioielliere a Parigi ed era membro dell'Internazionale.
Visse a Parigi al numero 23 di rue de l'Échiquier, nel decimo arrondissement;
collaborò, nel 1869, con Le Travail, organo dell'Internazionale,
e fu con Léo
Frankel uno degli organizzatori, poi il segretario, nell'aprile 1870, della
Sezione tedesca dell'Internazionale
a Parigi.
[14] Laporte era un attivista dell’A.I.T..
Il 12 gennaio 1871, nella sessione del Consiglio Federale Internazionale, fu
nominato con Bachruch[13], Frankel,
Jules
Minet, Pindy, Henri
Goullé, Franquin,
Varlin,
Theisz
e Verdure
per far parte del comitato editoriale della parte che doveva essere riservata
all'A.I.T.
nel Lutte à outrance; ma questo
giornale non vide mai la luce.
[15] Con
il termine giacobinismo si intende un movimento e un'ideologia politica
risalenti all'esperienza del Club dei Giacobini durante la Rivoluzione francese (il
club des Jacobins fu un'associazione politica fondata a Parigi nel
novembre 1789 con sede nel convento domenicano di San Giacomo
-Saint-Jacobus- in rue Saint-Honoré). Il giacobinismo si diffuse in buona parte
dell'Europa durante l'epoca rivoluzionaria ed ebbe un'influenza politica
notevole nella storia francese per tutto il XIX secolo, in particolare negli eventi della
Rivoluzione di luglio, della Rivoluzione
francese del 1848 e, soprattutto, nell'esperienza della Comune di
Parigi del 1871. Il giacobinismo è sopravvissuto a lungo alla sua fine
storica, che viene canonicamente fissata al 1800. Quello che Vovelle ha
definito giacobinismo trans-storico ha infatti alimentato le vicende
politiche della Francia e, in parte, anche del resto d'Europa. Durante la Rivoluzione
di luglio, nel 1830, si assisté a una nuova fase del giacobinismo, dove
tuttavia andarono a mescolarsi istanze repubblicane, socialiste e cattoliche,
unite solo dall'opposizione a una nuova esperienza monarchica[. Il “neogiacobinismo” del XIX secolo, sempre più
legato al socialismo repubblicano, si consolidò con la rivoluzione
del 1848 e con la Seconda
Repubblica, ma finì per essere spazzato via dall'ascesa di Napoleone
III.
Con la brevissima e drammatica esperienza della Comune di
Parigi (1871), il giacobinismo tornò al governo della capitale francese, in
una replica delle forme dell'anno II, a partire dalla ricostituzione del Comitato
di salute pubblica e dalla rinnovata applicazione del vecchio Calendario
repubblicano. La diffusione del comunismo su scala europea, tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, alimentò
le ipotesi di una sua discendenza dal giacobinismo. Karl Marx
e Friedrich Engels, nel 1848,
lo scrissero esplicitamente: “Il giacobino del 1793 è diventato il comunista
dei giorni nostri”.
[16] Nel dipartimento
dell'Alto Reno nella regione Grande Est.
[17] In Svizzera, Cantone del Giura.
[18] Le guillocher
sono speciali macchine che, guidate manualmente, generano un disegno ripetitivo
di righe incise, lineari oppure ondulate su di superfici generalmente
metalliche.
[19] Rafael Farga i Pellicer, noto anche
dallo pseudonimo di Justo Pastor de Pellico, (Barcellona, 1844 - Barcellona, 14
agosto 1890), era un tipografo, disegnatore, pittore, sindacalista, anarchico e
giornalista spagnolo della seconda metà del XIX secolo. Fu considerato un maestro del mestiere tipografico
e, dal 1879, ricoprì il ruolo di direttore de La Academia, di proprietà del
repubblicano Evaristo Ullastres, le cui macchine da stampa stampavano gran parte
della propaganda anarchica prodotta a Barcellona durante il periodo della Prima Internazionale.
[20] Carlo Cafiero (Barletta 1°
settembre 1846 - Nocera Inferiore, Salerno, 17 luglio 1892) è stato pensatore e
uomo d'azione anarchico. È conosciuto come esponente della corrente
comunista-anarchica ed è l'autore del Compendio del Capitale. Uno degli
anarchici più intransigenti, Cafiero si recò a Zurigo per incontrare Bakunin
e partecipare con lui al convegno di Saint-Imier indetto dalla Federazione
anarchica del Giura. Questo congresso sancirà la nascita dell'Internazionale
antiautoritaria (16-17 settembre 1872). Seguendo i principi organizzativi
di Bakunin,
insieme ad Andrea Costa, Giuseppe Fanelli, Errico Malatesta e Lodovico
Nabruzzi, entrò a far parte dell'Alleanza
Internazionale dei Socialisti Democratici, una sorta di organizzazione
segreta, dotata di speciali statuti, che doveva svolgere la funzione di
organizzazione politica da affiancare all'Internazionale.
Per conto della Federazione italiana condusse inoltre un'indagine nei confronti
di Carlo Terzaghi, sospettato d'avere rapporti con la polizia, che si concluse
con la sua espulsione dall'organizzazione. All'interno del movimento Cafiero si
fece portatore di una linea insurrezionalista fondata sulla «propaganda col
fatto», che possa attirare l'attenzione dell'opinione pubblica al di là o meno
del successo delle azioni. Proprio Cafiero, insieme a Malatesta, fu incaricato
di illustrare il progetto anarchico insurrezionalista italiano al congresso
anarchico internazionale di Berna (26-29 ottobre 1873).
[21] Andrea Costa (Imola, 30 novembre
1851 – Imola, 19 gennaio 1910) è stato inzialmente anarchico protagonista di
numerose iniziative inssurrezionali in Italia (Bologna, Banda del Matese ecc.),
successivamente passò al socialismo parlamentare diventando il primo deputato
socialista della storia d' Italia. Quando Costa abbandonò l'anarchismo
rivoluzionario in favore del parlamentarismo, molti anarchici si sentirono
traditi da quello che era stato uno degli elementi di maggior rilievo
dell'anarchismo italiano. Molti imputarono la “conversione” al riformismo alla
sua amante, Anna Kuliscioff. Carmelo Palladino, uno degli storici compagni di
Andrea Costa, espresse chiaramente lo stato d'animo suo e degli anarchici, con
queste parole: «Ho sempre amato e stimato Costa più che un fratello, ma ora non
esito un istante a ritenerlo il peggior nemico dei lavoratori».
[22] L'insurrezione di Bologna è stata una
storica tappa dell'anarchismo insurrezionalista italiano. Fu il primo tentativo
(il secondo fu quello operato dalla Banda del Matese) di un certo rilievo per far
scoccare la scintilla rivoluzionaria che poi si sarebbe dovuta estendere nel resto
d'Italia.
[23] François Dumartheray, nato a Collonges
(Alta Saona) il 27 gennaio 1842 e morto all'inizio di settembre 1931, è stato un
rappresentante commerciale e un comunista libertario militante. Collaborò con Pierre
Kropotkine[2] al quotidiano Le Révolté . Fu membro dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori e della Federazione
del Giura.
[25] Adhémar
Schwitzguébel (Sonvilier, 15 agosto 1844 – Evilard, 23 luglio 1895) è stato un
sindacalista e anarchico svizzero. Teorico dell'anarchismo
collettivista. Fu co-fondatore della Federazione
del Giura e membro della Prima Internazionale.
[26] Tomás González Morago (? - Granada,
1885) anarchico spagnolo. Membro del consiglio federale dell'Internazionale
spagnola (1870-1871), insieme ad Anselmo Lorenzo, e dell'Alleanza
Internazionale dei Socialisti Democratici. Collaborò con il quotidiano El
Orden, lavorò nel giornale La Solidaridad, dove attaccò i marxisti
della federazione Madrid. Nella rivista El Condenado (1872-1873) difese le
idee di Bakunin
contro Marx.
Arrestato nel 1883 con l'accusa di fabbricare denaro falso, morì in carcere di colera.
[27] Errico Malatesta (S.Maria Capua
Vetere, Caserta, 14 dicembre 1853 - Roma, 22 luglio 1932) è stato il teorico e
il rivoluzionario anarchico italiano più importante della storia
dell'anarchismo. Insieme a Pierre-Joseph
Proudhon, Michail
Bakunin, Benjamin Tucker e Petr Kropotkin[2] è in assoluto uno degli
anarchici che hanno più di tutti diffuso nel mondo gli ideali dell'anarchia. In
giovanissima età abbracciò gli ideali repubblicani di Giuseppe Mazzini. Il 25
marzo 1868 venne convocato dalla questura di Napoli a causa di una lettera di
carattere sovversivo scritta a Vittorio Emanuele II; il 19 marzo 1870, non
ancora diciottenne, subì il primo di quella che sarebbe stata una lunga serie
di arresti, a seguito di una sommossa organizzata da un circolo studentesco repubblicano
dell'Università di Napoli. Nel 1871, dopo la Comune di
Parigi, abbandonò le idee repubblicane per abbracciare l'ideale anarchico;
nello stesso anno, insieme ad Andrea Costa[21], Carlo Cafiero[20] Tino
Zanardelli, Celso Ceretti e Saverio Friscia, è tra i fondatori della
federazione napoletana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Il 5 settembre 1872 giunse in Svizzera per
partecipare al Congresso di Saint-Imier; in quell'occasione divenne amico di , Michail
Bakunin. Dopo il congresso iniziò un periodo di intensa attività
sovversiva: nel 1873 fu arrestato a Bologna; nel 1874 partecipò con un piccolo
gruppo ad un fallito tentativo di insurrezione a Bologna[22]; venne arrestato
poco dopo a Pesaro. Il processo conseguente si risolse con l'assoluzione di tutti
gli imputati, risultando in una notevole popolarità per gli insorti e per
Malatesta in particolare. Nel 1875 visitò Bakunin
a Lugano. Fu delegato della Federazione italiana al Congresso dell'Internazionale
antiautoritaria di Berna del 26-29 ottobre 1876, Il 5 aprile 1877, formando
insieme a Carlo Cafiero[20] ed altri ventiquattro esponenti dell'anarchismo
italiano la Banda del Matese, partì dalle pendici del Massiccio del Matese con
l'obbiettivo di dare il via ad un'insurrezione. Dopo alcuni giorni di resistenza,
visto l'imponente spiegamento di forze da parte del Regno d'Italia, gli insorti
furono arrestati e processati.
[28] Georges Herzig (nato il 30 maggio
1857, deceduto a Ginevra il 10 marzo 1923) fu un tipografo, impiegato,
ragioniere; fondatore e collaboratore di giornali anarchici. Nel 1879, con
Dumartheray e Kropotkine[2], Georges Herzig fondò Le Révolté a Ginevra,
di cui fu direttore fino a quando il giornale non fu rilevato da Jean Grave. Il
12 settembre 1880, fu presente a Vevey (nel cantone di Vaud) ad una riunione di
sostenitori della Freiheit di Johann Most. Il 9 e 10 ottobre, ha
partecipato al congresso della Federazione
del Giura per la sezione di propaganda di Ginevra. Dal 14 al 20 luglio 1881
fu delegato al Congresso anarchico di Londra (vedi Gustave Brocher), della Federazione
del Giura. Partecipò anche al congresso della Federazione
del Giura nel giugno 1882 e all'incontro internazionale a Ginevra dal 12 al
14 agosto 1882.
[29] Luigi Bertoni (Milano, 16 febbraio 1872
– Ginevra, 19 gennaio 1947), detto anche "Il Santo", è stato un anarchico,
tipografo, propagandista e sindacalista (non retribuito) svizzero-italiano. Vissuto
per gran parte della sua vita in Svizzera, fu uno dei principali protagonisti del
movimento anarchico di quel paese. Fu editore e redattore del Réveil anarchiste
/ Il Risveglio anarchico a Ginevra dal 1900 al 1946.
[30] Specie di cibo era destinato a
fornire la giusta quantità di vitamine e sali minerali ed è stato inventato per
i picnic della Federazione
del Giura, ed è stato distribuito durante gli scioperi per sostenere i
lavoratori. Si può ancora trovare presso l'Espace Noir, centro anarchico di
Saint-Imier, sede di una libreria, cinema, teatro e caffetteria.