domenica 28 luglio 2019

02-14-PI11 – Jean-Louis PINDY

JEAN-LOUIS PINDY



"L'autorità, in qualunque mani sia posta, è sempre nociva per l'avanzamento dell'umanità".
Jean-Louis Pindy, in «La Revue Blanche».

Jean-Louis Pindy è nato a Brest[1] il 3 giugno 1840, ed è stato un operaio e attivista anarchico francese.
Falegname, iscritto all'Associazione Internazionale dei Lavoratori, Jean-Louis Pindy, nel 1867, aderì alla sezione di Brest dell'Internazionale che contribuì a fondare con Constant Le Doré[2]. Lo stesso anno si stabilì a Parigi, dove e continuò a corrispondere con Constant Le Doré in linguaggio cifrato (come venne menzionato nel terzo processo contro l'Internazionale nel 1870).
Nella capitale fu pesantemente coinvolto nell'organizzazione dei lavoratori e in uno sciopero sostenuto dall'Internazionale dove, secondo l'anarchico russo Peter Kropotkin[3], si è distinto per il suo "vigore e intelligenza luminosa".
Fu un attivo sindacalista, e nel settembre 1868, diventato membro della sede di Parigi dell’A.I.T., partecipò al 3° Congresso dell’Internazionale tenutosi a Bruxelles dal 6 al13 settembre 1868 (con Tolain, Chemalé[4] e Fruneau, Pindy ha votato contro il passaggio alla proprietà collettiva della terra - il congresso si pronunciò "a favore" con 54 voti contro 4 contrari e 13 astenuti), e l'anno successivo, il 4° Congresso tenutosi a Basilea il 5 settembre, dove ha rappresentò il sindacato dei carpentieri parigini aderenti all'Internazionale, e dove conobbe Bakunin, Guillaume[5] e Schwitzguébel[6].
Nel mese di aprile 1869 è stato uno dei firmatari del progetto di formazione della camera del lavoro, discusso in occasione delle riunioni organizzate dalla Commissione lavoro. Fece parte, con Français Aubry, Bourreau, Chemalé[4], Flahaut[7], Franquin, Fruneau, Outhier[8] e Roussel, alla 5ª commissione incaricata di studiare la questione delle società di resistenza. Pindy presentò una relazione dove prendeva in considerazione la creazione di una federazione di liberi produttori, "incaricata di raccogliere tutte le informazioni utili alla loro industria, di dirigere le misure da prendere in comune, di organizzare gli scioperi, e di lavorare attivamente per il loro successo, in attesa che il lavoro sia sostituito dalla federazione dei liberi produttori". Questi "raggruppamenti di società di resistenza formeranno la Comune del futuro e il governo sarà sostituito dal Consiglio dei mestieri". Fu sua la frase che chiuse la risoluzione finale del Congresso di Basilea: "Il regime della schiavitù salariale deve essere sostituito dalla Federazione dei Produttori".
Dopo l'assassinio di Victor Noir il 10 Gennaio 1870, e l'arresto di Rochefort il 7 febbraio, Pindy fu tra coloro che li esortarono alla calma i lavoratori al fine di non compromettere l'esito della lotta per azione troppo affrettata (appello del 9 febbraio).
Per la sua attività nel campo politico, Pindy, che allora viveva al numero 17 di rue du Faubourg du Temple, nel 10° arrondissement, venne arrestato due volte: la prima venne condannato, il 29 aprile 1870 dalla 6ª Sezione della Corte penale della Senna, a un anno di carcere per istigazione a delinquere e di porto armi proibite, condanna poi ridotta a 6 mesi e 16 franchi di multa a seguito di un suo ricorso fatto il 31 agosto; l'8 luglio 1870, nell’ambito del terzo processo contro l'A.I.T., Pindy fu condannato, per aver fatto parte di una società segreta, ad un anno di carcere, 100 franchi di multa - eventualmente, a quattro mesi di reclusione in più - e un anno di privazione dei diritti civili. Venne liberato il 4 settembre 1870 alla caduta del Secondo Impero.
Senza casa, si stabilì al numero 6 di place de la Corderie, il quartier generale dell’Internazionale che aveva anche sommariamente arredato, dopo aver affittato il locale nel mese di gennaio 1870, con Avrial[9] e Theisz.
Durante l'assedio di Parigi da parte dei prussiani (settembre 1870 - marzo 1871), con Ferron[10], calzolaio, Emile Roy[11], impiegato da un avvocato, e Laburthe[12], Pindy fu uno dei promotori del Comitato Centrale Repubblicano dei venti arrondissement. Nel mese di novembre, è stato anche uno dei fondatori della Lega della Difesa ad oltranza del 3° arrondissement. Con i suoi compagni del Comitato Centrale Repubblicano presentò, il 15 settembre, le misure di emergenza che il governo di Difesa Nazionale in fretta doveva, secondo i firmatari, "trasformare in decreti per la salvezza della patria e della Repubblica". Questi misure interessavano la sicurezza pubblica, le sussistenze e gli alloggi, la difesa di Parigi e dei dipartimenti. Entrato il 6 settembre del 1870 nella Guardia Nazionale, Pindy è stato nominato caporale e poi tenente.
Pindy fu uno dei firmatari de l’Affiche rouge (il Manifesto rosso) del 6 gennaio 1871, proclama fatto al popolo di Parigi per denunciare il «tradimento» del 4 settembre del governo e per evidenziare tre parole d'ordine: Requisizione generale, razionamento gratuito, attacco in massa. Il Manifesto si concludeva con queste parole: "Potere al popolo! Potere alla Comune!".
Nello stesso periodo, Pindy partecipò attivamente ai lavori del Consiglio federale dell'Internazionale. Così, in occasione della riunione del 12 gennaio è stato nominato con Bachruch[13], Franquin, Frankel, Henri Goullé, Laporte[14], Jules Minet, Theisz, Varlin e Verdure a far parte del comitato di redazione del giornale Lutte à outrance, ma questo giornale è scomparso prima che si materializzasse.
È stato anche nominato - riunione del 22 febbraio - a far parte della Commissione (Jules Babick, François Déliot, Frankel, Lacord, Pindy, Charles Rochat, Theisz, Varlin) incaricato all’elaborazione dei nuovi statuti del Consiglio federale.
L'8 febbraio, è stato tra i 43 socialisti rivoluzionari che si presentò alle l'elezione da parte dell’Internazionale, della Camera federale delle società operaie e della delegazione dei venti arrondissement di Parigi.
Ai primi di marzo del 1871 Pindy fece parte della commissione esecutiva provvisoria del Comitato centrale della Guardia Nazionale.
Il 18, fu tra coloro che occuparono l’Hôtel de Ville, il municipio.
Il 26 marzo è stato eletto membro del Consiglio della Comune dal terzo arrondissement, con 8.095 voti, Pindy fece parte della commissione militare eletta il 29 marzo, commissione che sostituì in linea di principio il Comitato centrale della Guardia Nazionale. Il 31 marzo, prese il posto di Assi come Governatore dell’Hôtel de Ville con il grado di colonnello.
Ha votato contro la formazione del Comitato di Salute Pubblica, controllata dai repubblicani giacobini[15]. Il 15 maggio, firmò la dichiarazione della minoranza: "La Comune di Parigi ha abdicato al suo potere nelle mani di una dittatura a cui diede il nome di Salute pubblica".
Durante la Settimana sanguinante, quando la Comune fu sul punto di soccombere, il 24 maggio Pindy fu nominato comandante del palazzo delle Tuileries, e ordinò di dare fuoco all’Hôtel de Ville, poi si recò al municipio dell’11° arrondissement. dove trascorse la notte del 25 maggio. In seguito andò nella stanza che occupava, in rue Panoyaux, nel 20° arrondissement, per nascondere dei documenti. Li, stremato, vi rimase a dormire per tutto il giorno 26. Quando i versagliesi entrarono a Parigi, spararono a tre uomini, in diverse parti della città, che avevano scambiato per Pindy. Lui raccontò nelle sue memorie che venne salvato da due nipoti del proprietario, rifugiatosi in provincia, che, nel sonno, con tutta calma gli tagliarono baffi e capelli quando la casa era stata ricercata dalle truppe. Più tardi, una delle due donne, Marie Bailly, divenne sua moglie.
Poi cambiò il suo domicilio, si nascose per dieci mesi in rue Saint-Maur vivendo clandestinamente e dove creò una piccola azienda di gioielli. Riconosciuto, venne denunciato e dovette fuggire in tutta fretta alla fine di marzo o all'inizio di aprile 1872, nella cittadina di Mulhouse[16], per poi raggiungere la Svizzera, accompagnato da Marie Bailly. Si rifugiò prima a Losanna dove poté unirsi con i suoi compagni svizzeri dell'Internazionale che gli avevano procurato un passaporto a nome di Antoine Andre Dutheil, operaio carpentiere di Ginevra, di ritorno dall'Inghilterra, e poi a La Chaux de Fonds. Nel frattempo, il 4° consiglio di guerra condannò Pindy alla pena di morte, in contumacia, il 9 gennaio 1873.
Sin dall’inizio dei primi anni del suo soggiorno in Svizzera, Pindy manifestò interesse alla Federazione del Giura diventandone membro attivo dopo aver contattato James Guillaume[5].
A Losanna, Pindy cercò di migliorare, a fatica, la sua vita. Imparò a saggiare il metallo, lavoro "del quale divenne abile; trascorrendo le sue giornate al fianco della sua stufa infuocata e dedicandosi di notte appassionatamente al lavoro propagandistico, in cui egli combinò con entusiasmo la passione di un rivoluzionario con il buon senso e organizzando i poteri caratteristici del lavoratore parigino". (Kropotkin: Memorie di un rivoluzionario). Ebbe un ruolo fondamentale nella gestione del fondo permanente per i deportati della Comune. Entrò a far parte della sezione dell'Internazionale della città, da poco riorganizzata dagli esuli francesi, e partecipò, come delegato della Sezione di Losanna, al Congresso annuale della Federazione del Giura a Le Locle del 19 maggio 1872. Delegato della sezione francese, dove rappresentava le sezioni di Mulhouse[16] e di Porrentruy[17], il 16 settembre 1872, in compagnia di quindici delegati, partecipò al Congresso Anti-Autoritario dell'Internazionale a Saint-Imier, che ratificò la scissione dell’Internazionale. Il congresso si fissava come scopo l’abbattimento di ogni potere e determinare come strumento lo sciopero, non rivendicativo, ma rivoluzionario. Elaborò un patto, una vera e propria «Carta dei lavoratori anarchici», come dichiarò successivamente Kropotkin[2].
Pindy assistette al successivo congresso tenutosi a Neuchatel il 27 e il 28 aprile 1873. Ai primi di maggio, venne nominato Segretario corrispondente del Comitato Federale del Giura.
Non trovando lavoro a Losanna, gli proposero, come proposero a Guillaume[5], di stabilirsi a Le Locle e lavorare nella «Cooperativa di produzione», creata nel 1869 a seguito di uno sciopero degli incisori e dei ghigliosceri[18]. Iniziò come avventizio nell'officina della cooperativa degli incisori e bulinisti di orologi a Le Locle, dove imparò il mestiere di fonditore di metalli d'oro e argento e di saggiatore; nel 1873 ne diventò membro regolare e, due anni più tardi, seguì la cooperativa che si trasferì a La Chaux-de-Fonds.
Fu delegato, con Perrare e Montels, delle sezioni francesi di Porrentruy[17] e di Mulhouse[16] al 6° Congresso generale dell'Internazionale a Ginevra dall’1 al 6 settembre 1873. Dopo la conferenza, con Brousse, Farga Pellicer[19], Vinas e Alerini, andò a far visita a Bakunin e che ospitò successivamente a La Chaux-de-Fonds. Nel novembre o dicembre 1873 si recò a Locarno per incontrare Cafiero[20] per sottoporgli un progetto di finanziamento ad una nuova officina cooperativa. Tutto sembrava andar bene..., ma nel gennaio 1874 Cafiero cambiò idea e non ritenne importante tale iniziativa. Disoccupato e trovandosi in grandi difficoltà iniziò a lavorare come intonacatore e nello stesso tempo seguì un corso per la formazione di fonditore e saggiatore di oro e argento.
Con Bakunin e Andrea Costa[21], fu uno di quelli che avevano pianificato le insurrezioni lanciate in Italia nel 1874[22]. Al 7° congresso dell’Internazionale antiautoritaria, tenutosi a Bruxelles nel settembre 1874, diventò membro dell’Ufficio federale dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori antiautoritaria, e nell'ottobre 1874 a Le Locle fu segretario corrispondente dello stesso Ufficio federale.
Il 30 maggio 1876, ottenne il brevetto cantonale di saggiatore-giurato di metalli, e risultò il primo ad un concorso di saggiatore-punzonatore di materiale in oro e argento per il controllo dello Stato.
Con Brousse aiutò a creare organizzazioni segrete all'interno della Francia. Sempre con Brousse, ed in qualità di delegato del movimento Internazionale anti-autoritario, rappresentò la federazione francese all'8° Congresso dell' Internazionale a Berna dal 26 al 29 ottobre 1876 ed organizzò spesso raccolte di fondi per la presenza di delegati alle conferenze in Francia.
Il 18 marzo 1877, Pindy partecipò alla manifestazione commemorativa della Comune, che ebbe luogo a Berna, dove ebbero luoghi scontri con la polizia, ma fortunatamente non venne denunciato (30 gli accusati).
Nel mese di aprile, con Paul Brousse e François Dumartheray[23], creò una sezione francese dell'Internazionale di La Chaux-de-Fonds[24], con il suo giornale L'Avant-Garde di cui fu amministratore e redattore a Berna poi a La Chaux-de-Fonds, e i cui maggiori collaboratori furono Pierre Kropotkin[2] e Paul Brousse. Il giornale (Organo della Federazione francese dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, prima di diventare, da aprile 1878 Organo e collettivista e anarchico), iniziò le sue pubblicazioni il 2 giugno 1877, il suo primo congresso si svolse a la Chaux de-Fonds, il 19 e il 20 agosto, il 2 dicembre 1878 cessò di essere stampato.
Pindy fu delegato dalle sezioni d'Alsazia (Mulhouse[16]) al Congresso della Federazione giurassiana a St.-Imier da 4 al 6 agosto 1877; membro della Commissione amministrativa al Congresso della Federazione francese (12 sezioni) del 19 e 20 agosto 1877 a La Chaux-de-Fonds (con Brousse, Alerini, Dumartheray[23], Montels).
Prima del congresso di Verviers nel settembre del 1877, Pindy si incontrò con altri - Kropotkin[2], Guillaume[5], Adhemar Schwitzguebel[25], Brousse, Costa[21], Vinas e Morago[26] a La Chaux de Fonds in agosto o settembre per istituire una "comunità rivoluzionaria" conosciuta come Intimo Internazionale. Questa comunità fu una replica del gruppo interno di rivoluzionari dedicati di Bakunin del 1864. Cafiero[20] ed Errico Malatesta[27], in prigione a quel tempo, furono associati a questo gruppo. Successivamente l'Intimo Internazionale - ridotto a cinque per defezioni ed incarceramenti - doveva coincidere prima il congresso dell’Internazionale Anarchico tenutosi a Londra nel 1881. Solo Kropotkin[2] e Malatesta[27] erano ancora entusiasti della necessità di ricostituire l'Internazionale, Pindy era troppo pessimista per fare qualcosa ma aspettava una rivolta spontanea della classe operaia.
È stato il segretario-corrispondente con l'esterno e, come tale, è stato il solo a comunicare con i membri che vivevano in Francia. Fu anche in tale veste che firmò il manifesto scritto da Brousse durante la crisi del 16 maggio e che ha consigliato l'astensione.
Un secondo manifesto che confermò il primo fu stampato nel mese di novembre. Il comitato amministrativo della Federazione comprendeva in quel periodo Alerini, Brousse, Dumartheray[23], Montels e Pindy.
Sempre come segretario-corrispondente, fu uno dei firmatari della relazione presentata dalla Federazione nel secondo congresso nazionale dei lavoratori tenutosi a Lione dal 28 gennaio al 8 febbraio 1878, che metteva in evidenza la concezione del collettivismo anti-autoritario.
Al congresso della Federazione del Giura del 1880, l'idea del comunismo anarchico fu adottata come principio grazie alla difesa di Kropotkin[2], Elisee Reclus, Herzig[28] e Dumartheray[23].
Pindy, insieme a Schwitzguebel[25], si dichiarò comunista, ma avvisò il suo uso aperto, visto che i lavoratori francesi e svizzeri avevano, secondo loro, una scarsa comprensione del termine. Il sentimento comunista era innato in lui, disse in seguito, e se si definì da quel momento come collettivista.
Nel 1881 partecipò al Convegno internazionale anarchico di Londra. Più tardi Pindy, a La Chaux-de-Fonds, partecipò alla fondazione dell'associazione «La Libre Pensée (Il Libero Pensiero)», l'organizzazione dei liberi pensatori francesi, di cui fu militante e al giornale Le Franc Parleur, organo del libero pensiero neocastellano e del Giura bernese.
In stretto contatto con la nuova generazione di anarchici in Svizzera, tra cui Bertoni[29] (lo visitò in prigione nel 1902), collaborò saltuariamente ai bollettini anarchici La Voix du Peuple (La Voce del Popolo) di Losanna e a Le Réveil (Il Risveglio) di Ginevra.
Oltre a comporre poemi atei per gli amici, fondò il Cercle français a La Chaux-de-Fon ds e la Société neuchâteloise de crémation e degli «Amis du Theâtre», di cui fu il vice presidente.
Nel 1912 la polizia lo segnalò come anarchico residente a La Chaux.
Nel primo conflitto mondiale sostenne l’Union sacrée (l'Unione sacra), associazione dedicata alle opere di soccorso alle famiglie dei reclutati; il 10 ottobre 1916 scrisse a Jean Grave: ""Pour moi, il n'y a aucun doute: il fallait prendre parti contre la menace d'envahissement de la domination allemande militarisée et conquérante sans vergogne. Peut-être mon passé m'incitait-il à avoir cette opinion, mais ce n'est pas le désir de venger notre défaite de 1870 qui me l'a seul inspirée: je me suis rendu compte du danger que courait l'humanité si l'hégémonie de l'Allemagne arrivait à s'imposer (Per me non vi sono dubbi: occorreva prendere partito contro la minaccia di invasione del dominio tedesco militarizzato e conquistatore senza vergogna. Forse il mio passato mi invogliava in questa opinione, ma non si tratta solo del desiderio di vendetta per la nostra disfatta del 1870: mi sono reso conto del pericolo che correva l'umanità se l'egemonia della Geramnia arrivasse ad imporsi)".
Fu l'inventore di un tipo di nitro-glicerina e del Paindy[30].
È morto il 24 giugno 1917 presso Chaux de Fonds in Svizzera, nel Cantone di Neuchâtel, nella regione del Giura.
Così lo ricorda Kropotkin[2]: "... un falegname del nord della Francia, ma figlio adottivo della capitale. Si era fatto molto notare a Parigi per la sua energia e la sua intelligenza vivace durante uno sciopero appoggiato dall'Internazionale, ed era stato eletto membro della Comune, che lo nominò comandante del Palazzo delle Tuileries. Quando i versagliesi entrarono a Parigi, fucilando a centinaia i prigionieri, non meno di tre persone furono fucilate in diversi punti della città per essere state scambiate per Pindy. Finita la battaglia, invece, fu nascosto da una ragazza coraggiosa, una cucitrice in bianco, che lo salvò grazie alla sua calma quando la casa fu perquisita dalla polizia: quella ragazza diventò poi sua moglie. Solo dopo 12 mesi riuscirono a lasciare Parigi di nascosto e a venire in Svizzera. Qui Pindy imparò l'arte del saggiatore di metalli, in cui divenne abilissimo, e passava le giornate vicino alla sua stufa infocata, dedicandosi poi di notte con passione la lavoro di propaganda, che svolgeva unendo mirabilmente l'ardore del rivoluzionario al buon senso e alle capacità organizzative dell'operaio parigino".




[1] Nel dipartimento del Finistère nella regione della Bretagna.
[2] Constant Le Doré è nato il 3 settembre 1840 a Brest (Finistère); è morto in questa città il 31 ottobre 1881; "Scrittore contabile" nel porto di Brest; fondatore della sezione Brest dell'Internazionale.
[3] Pëtr Alekseevic Kropotkin (Mosca, 9 dicembre 1842 - Dmitrov, 8 febbraio 1921), è stato un militante e teorico dell'anarchia, fautore della "propaganda col fatto", ed uno dei primi sostenitori dell'anarco-comunismo. Per Kropotkin il comunismo è l'unico sistema privo di contraddizioni sociali, poiché, secondo il principio «da ognuno secondo le sue forze, ad ognuno secondo i suoi bisogni», abolisce la schiavitù del salario e la dipendenza dal bisogno, mediante la spontanea azione delle masse. Kropotkin, nella sua visione deterministica, è contrario alla rivoluzione, tuttavia la ritiene fondamentale in certe epoche, in quanto mezzo di accelerazione del processo evolutivo (Come già sottolineato la visione meccanicista di Kropotkin non è schematica e rigida. Egli ritiene che è l'azione cosciente delle masse a determinare i fini). Il comunismo kropotkiniano vuole abolire non solo la differenza tra lavoro manuale e lavoro intellettuale (come Bakunin) ma anche quella tra città e campagna. Il comunismo anarchico è il «comunismo senza governo, quello degli uomini liberi, è la sintesi dei due scopi ai quali mira l'umanità attraverso i tempi: la libertà economica e la libertà politica» ed è anche il completamento dell'anarchia, ovvero l'uguaglianza che completa la libertà. Il comunismo anarchico è per l'anarchico russo l'opposto dell'individualismo esattamente come il mutuo appoggio è l'esatto contrario della lotta per l'esistenza.
[4] Félix Chemalé è nato a Tours (Indre-et-Loire) il 21 settembre 1838; impiegato in un ufficio di architettura; fu uno dei fondatori della Prima Internazionale in Francia.
[5] James Guillaume (Londra, 16 febbraio 1844 - Préfargier, 20 novembre 1916), scrittore e anarchico svizzero, è stato tra i principali esponenti dell'Internazionale anarchica fondata a Saint-Imier nel 1872 e dell'anarchismo svizzero. James Guillaume partecipa attivamente all'attività del movimento internazionalista, ma ben presto, in sintonia con la maggioranza degli internazionalisti del Giura, giunge alla conclusione che la classe operaia doveva pretendere di più che il semplice riformismo. Il congresso dell'Internazionale a Losanna e quello della Lega per la Pace e la Libertà a Ginevra, tenutosi nel 1867, convincono definitivamente l'anarchico svizzero della necessità della rivoluzione sociale. Il salto ideologico definitivo, lo compie insieme a gran parte dei militanti del Giura quando in Svizzera giunge, nel 1869, il carismatico anarchico russo Michail Bakunin. Guillaume si convince così in maniera definitiva che l'eguaglianza non può realizzarsi che in assenza di Stato. Guillaume si dedica anima e corpo all'Internazionale. dall'11 aprile 1870 diviene redattore de «La Solidarité», organo della federazione romanda dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, e poi viene anche espulso con Bakunin dall'Internazionale a causa del suo ruolo preponderante nell'ambito della Federazione del Giura. Si tratta di una prima piccola scissione interna al movimento internazionalista che anticipa quanto si concretizzerà nel 1872. James Guillaume muore il 20 novembre 1916 a Préfargier (Svizzera) e viene inumato a Parigi presso il cimitero di Montparnasse.
[6] Adhémar Schwitzguébel (Sonvilier, 15 agosto 1844 – Evilard, 23 luglio 1895) è stato incisore nell'orologeria, un sindacalista e anarchico svizzero.
[7] Émile Flahaut è nato intorno al 1837; operaio marmista di nazionalità belga. Flahaut visse a Parigi quando prese parte al terzo e al quarto congresso dell'Internazionale (Bruxelles, settembre 1868, Basilea, settembre 1869) come delegato dell'associazione o della Chambre syndicale des marbriers de Paris.
[8] Outhier visse a Lione, 41 anni, a Vitton, ed era un falegname. Nel 1869, entrò a far parte del Circolo internazionale dei carpentieri in via Grôlée, di cui era presidente. Fu delegato dell'Associazione dei Carpentieri di Lione al 4° Congresso Internazionale tenutosi a Basilea nel settembre 1869.
[9] Oscar Avrial, nato il 20 settembre 1821 a Carcassonne (Aude), morto intorno al 1900; artigiano e illustratore, simpatizzante dei socialisti di Fourier.
[10] Féron faceva il calzolaio a Parigi. Attivista A.I.T.. In rappresentanza dell'Unione dei calzolai, membro dell'Internazionale, partecipò alla riunione del 18 marzo 1870, durante la quale furono elaborati i progetti di statuto della Federazione parigina. Questo progetto fu discusso, poi adottato in una riunione generale delle sezioni di Parigi tenutasi il 19 aprile sotto la presidenza di Varlin. Sappiamo anche che Féron intervenne l'anno seguente (3 maggio 1871) al Consiglio federale delle sezioni parigine dell'Internazionale (Le sessioni ufficiali dell'Internazionale a Parigi durante l'assedio e durante la Comune).
[11] Émile Roy era un impiegato di uno studio di avvocato; membro dell'Internazionale; membro del Comitato Centrale Repubblicano per il 3° arrondissement, con Ferron, Laburthe e Pindy, all'inizio del 1870. È senza dubbio la stessa persona, designata nella forma Roy E., che firmò il manifesto contro la guerra indirizzata ai lavoratori di tutti i paesi, nel luglio 1870. È lo stesso ancora che, con i suoi amici del Comitato Centrale dei venti arrondissement a cui apparteneva, ha presentato, il 15 settembre, le misure di emergenza che il governo della Difesa Nazionale doveva, secondo i firmatari, affrettarsi a "trasformare in decreti per la salvezza della patria e della Repubblica”. Tali misure riguardavano la sicurezza pubblica, la sussistenza e l'edilizia abitativa, la difesa di Parigi e dei dipartimenti.
[12] Laburthe era un membro dell'Internazionale di Parigi e apparteneva al Comitato Centrale dei venti arrondissement dove rappresentava, nel settembre 1870, con Ferron, Pindy, Émile Roy, per il 3° arrondissement di Parigi. A giugno, ha protestato contro l'accusa contro A.I.T. di essere una società segreta.
[13] Henri Bachruch [o Henry] era di origine ungherese; faceva il gioielliere a Parigi ed era membro dell'Internazionale. Visse a Parigi al numero 23 di rue de l'Échiquier, nel decimo arrondissement; collaborò, nel 1869, con Le Travail, organo dell'Internazionale, e fu con Léo Frankel uno degli organizzatori, poi il segretario, nell'aprile 1870, della Sezione tedesca dell'Internazionale a Parigi.
[14] Laporte era un attivista dell’A.I.T.. Il 12 gennaio 1871, nella sessione del Consiglio Federale Internazionale, fu nominato con Bachruch[13], Frankel, Jules Minet, Pindy, Henri Goullé, Franquin, Varlin, Theisz e Verdure per far parte del comitato editoriale della parte che doveva essere riservata all'A.I.T. nel Lutte à outrance; ma questo giornale non vide mai la luce.
[15] Con il termine giacobinismo si intende un movimento e un'ideologia politica risalenti all'esperienza del Club dei Giacobini durante la Rivoluzione francese (il club des Jacobins fu un'associazione politica fondata a Parigi nel novembre 1789 con sede nel convento domenicano di San Giacomo -Saint-Jacobus- in rue Saint-Honoré). Il giacobinismo si diffuse in buona parte dell'Europa durante l'epoca rivoluzionaria ed ebbe un'influenza politica notevole nella storia francese per tutto il XIX secolo, in particolare negli eventi della Rivoluzione di luglio, della Rivoluzione francese del 1848 e, soprattutto, nell'esperienza della Comune di Parigi del 1871. Il giacobinismo è sopravvissuto a lungo alla sua fine storica, che viene canonicamente fissata al 1800. Quello che Vovelle ha definito giacobinismo trans-storico ha infatti alimentato le vicende politiche della Francia e, in parte, anche del resto d'Europa. Durante la Rivoluzione di luglio, nel 1830, si assisté a una nuova fase del giacobinismo, dove tuttavia andarono a mescolarsi istanze repubblicane, socialiste e cattoliche, unite solo dall'opposizione a una nuova esperienza monarchica[. Il “neogiacobinismo” del XIX secolo, sempre più legato al socialismo repubblicano, si consolidò con la rivoluzione del 1848 e con la Seconda Repubblica, ma finì per essere spazzato via dall'ascesa di Napoleone III. Con la brevissima e drammatica esperienza della Comune di Parigi (1871), il giacobinismo tornò al governo della capitale francese, in una replica delle forme dell'anno II, a partire dalla ricostituzione del Comitato di salute pubblica e dalla rinnovata applicazione del vecchio Calendario repubblicano. La diffusione del comunismo su scala europea, tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, alimentò le ipotesi di una sua discendenza dal giacobinismo. Karl Marx e Friedrich Engels, nel 1848, lo scrissero esplicitamente: “Il giacobino del 1793 è diventato il comunista dei giorni nostri”.
[16] Nel dipartimento dell'Alto Reno nella regione Grande Est.
[17] In Svizzera, Cantone del Giura.
[18] Le guillocher sono speciali macchine che, guidate manualmente, generano un disegno ripetitivo di righe incise, lineari oppure ondulate su di superfici generalmente metalliche.
[19] Rafael Farga i Pellicer, noto anche dallo pseudonimo di Justo Pastor de Pellico, (Barcellona, 1844 - Barcellona, 14 agosto 1890), era un tipografo, disegnatore, pittore, sindacalista, anarchico e giornalista spagnolo della seconda metà del XIX secolo. Fu considerato un maestro del mestiere tipografico e, dal 1879, ricoprì il ruolo di direttore de La Academia, di proprietà del repubblicano Evaristo Ullastres, le cui macchine da stampa stampavano gran parte della propaganda anarchica prodotta a Barcellona durante il periodo della Prima Internazionale.
[20] Carlo Cafiero (Barletta 1° settembre 1846 - Nocera Inferiore, Salerno, 17 luglio 1892) è stato pensatore e uomo d'azione anarchico. È conosciuto come esponente della corrente comunista-anarchica ed è l'autore del Compendio del Capitale. Uno degli anarchici più intransigenti, Cafiero si recò a Zurigo per incontrare Bakunin e partecipare con lui al convegno di Saint-Imier indetto dalla Federazione anarchica del Giura. Questo congresso sancirà la nascita dell'Internazionale antiautoritaria (16-17 settembre 1872). Seguendo i principi organizzativi di Bakunin, insieme ad Andrea Costa, Giuseppe Fanelli, Errico Malatesta e Lodovico Nabruzzi, entrò a far parte dell'Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici, una sorta di organizzazione segreta, dotata di speciali statuti, che doveva svolgere la funzione di organizzazione politica da affiancare all'Internazionale. Per conto della Federazione italiana condusse inoltre un'indagine nei confronti di Carlo Terzaghi, sospettato d'avere rapporti con la polizia, che si concluse con la sua espulsione dall'organizzazione. All'interno del movimento Cafiero si fece portatore di una linea insurrezionalista fondata sulla «propaganda col fatto», che possa attirare l'attenzione dell'opinione pubblica al di là o meno del successo delle azioni. Proprio Cafiero, insieme a Malatesta, fu incaricato di illustrare il progetto anarchico insurrezionalista italiano al congresso anarchico internazionale di Berna (26-29 ottobre 1873).
[21] Andrea Costa (Imola, 30 novembre 1851 – Imola, 19 gennaio 1910) è stato inzialmente anarchico protagonista di numerose iniziative inssurrezionali in Italia (Bologna, Banda del Matese ecc.), successivamente passò al socialismo parlamentare diventando il primo deputato socialista della storia d' Italia. Quando Costa abbandonò l'anarchismo rivoluzionario in favore del parlamentarismo, molti anarchici si sentirono traditi da quello che era stato uno degli elementi di maggior rilievo dell'anarchismo italiano. Molti imputarono la “conversione” al riformismo alla sua amante, Anna Kuliscioff. Carmelo Palladino, uno degli storici compagni di Andrea Costa, espresse chiaramente lo stato d'animo suo e degli anarchici, con queste parole: «Ho sempre amato e stimato Costa più che un fratello, ma ora non esito un istante a ritenerlo il peggior nemico dei lavoratori».
[22] L'insurrezione di Bologna è stata una storica tappa dell'anarchismo insurrezionalista italiano. Fu il primo tentativo (il secondo fu quello operato dalla Banda del Matese) di un certo rilievo per far scoccare la scintilla rivoluzionaria che poi si sarebbe dovuta estendere nel resto d'Italia.
[23] François Dumartheray, nato a Collonges (Alta Saona) il 27 gennaio 1842 e morto all'inizio di settembre 1931, è stato un rappresentante commerciale e un comunista libertario militante. Collaborò con Pierre Kropotkine[2] al quotidiano Le Révolté . Fu membro dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori e della Federazione del Giura.
[24] Città svizzera che si trova nel Canton Neuchâtel, nella regione del Giura.
[25] Adhémar Schwitzguébel (Sonvilier, 15 agosto 1844 – Evilard, 23 luglio 1895) è stato un sindacalista e anarchico svizzero. Teorico dell'anarchismo collettivista. Fu co-fondatore della Federazione del Giura e membro della Prima Internazionale.
[26] Tomás González Morago (? - Granada, 1885) anarchico spagnolo. Membro del consiglio federale dell'Internazionale spagnola (1870-1871), insieme ad Anselmo Lorenzo, e dell'Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici. Collaborò con il quotidiano El Orden, lavorò nel giornale La Solidaridad, dove attaccò i marxisti della federazione Madrid. Nella rivista El Condenado (1872-1873) difese le idee di Bakunin contro Marx. Arrestato nel 1883 con l'accusa di fabbricare denaro falso, morì in carcere di colera.
[27] Errico Malatesta (S.Maria Capua Vetere, Caserta, 14 dicembre 1853 - Roma, 22 luglio 1932) è stato il teorico e il rivoluzionario anarchico italiano più importante della storia dell'anarchismo. Insieme a Pierre-Joseph Proudhon, Michail Bakunin, Benjamin Tucker e Petr Kropotkin[2] è in assoluto uno degli anarchici che hanno più di tutti diffuso nel mondo gli ideali dell'anarchia. In giovanissima età abbracciò gli ideali repubblicani di Giuseppe Mazzini. Il 25 marzo 1868 venne convocato dalla questura di Napoli a causa di una lettera di carattere sovversivo scritta a Vittorio Emanuele II; il 19 marzo 1870, non ancora diciottenne, subì il primo di quella che sarebbe stata una lunga serie di arresti, a seguito di una sommossa organizzata da un circolo studentesco repubblicano dell'Università di Napoli. Nel 1871, dopo la Comune di Parigi, abbandonò le idee repubblicane per abbracciare l'ideale anarchico; nello stesso anno, insieme ad Andrea Costa[21], Carlo Cafiero[20] Tino Zanardelli, Celso Ceretti e Saverio Friscia, è tra i fondatori della federazione napoletana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Il 5 settembre 1872 giunse in Svizzera per partecipare al Congresso di Saint-Imier; in quell'occasione divenne amico di , Michail Bakunin. Dopo il congresso iniziò un periodo di intensa attività sovversiva: nel 1873 fu arrestato a Bologna; nel 1874 partecipò con un piccolo gruppo ad un fallito tentativo di insurrezione a Bologna[22]; venne arrestato poco dopo a Pesaro. Il processo conseguente si risolse con l'assoluzione di tutti gli imputati, risultando in una notevole popolarità per gli insorti e per Malatesta in particolare. Nel 1875 visitò Bakunin a Lugano. Fu delegato della Federazione italiana al Congresso dell'Internazionale antiautoritaria di Berna del 26-29 ottobre 1876, Il 5 aprile 1877, formando insieme a Carlo Cafiero[20] ed altri ventiquattro esponenti dell'anarchismo italiano la Banda del Matese, partì dalle pendici del Massiccio del Matese con l'obbiettivo di dare il via ad un'insurrezione. Dopo alcuni giorni di resistenza, visto l'imponente spiegamento di forze da parte del Regno d'Italia, gli insorti furono arrestati e processati.
[28] Georges Herzig (nato il 30 maggio 1857, deceduto a Ginevra il 10 marzo 1923) fu un tipografo, impiegato, ragioniere; fondatore e collaboratore di giornali anarchici. Nel 1879, con Dumartheray e Kropotkine[2], Georges Herzig fondò Le Révolté a Ginevra, di cui fu direttore fino a quando il giornale non fu rilevato da Jean Grave. Il 12 settembre 1880, fu presente a Vevey (nel cantone di Vaud) ad una riunione di sostenitori della Freiheit di Johann Most. Il 9 e 10 ottobre, ha partecipato al congresso della Federazione del Giura per la sezione di propaganda di Ginevra. Dal 14 al 20 luglio 1881 fu delegato al Congresso anarchico di Londra (vedi Gustave Brocher), della Federazione del Giura. Partecipò anche al congresso della Federazione del Giura nel giugno 1882 e all'incontro internazionale a Ginevra dal 12 al 14 agosto 1882.
[29] Luigi Bertoni (Milano, 16 febbraio 1872 – Ginevra, 19 gennaio 1947), detto anche "Il Santo", è stato un anarchico, tipografo, propagandista e sindacalista (non retribuito) svizzero-italiano. Vissuto per gran parte della sua vita in Svizzera, fu uno dei principali protagonisti del movimento anarchico di quel paese. Fu editore e redattore del Réveil anarchiste / Il Risveglio anarchico a Ginevra dal 1900 al 1946.
[30] Specie di cibo era destinato a fornire la giusta quantità di vitamine e sali minerali ed è stato inventato per i picnic della Federazione del Giura, ed è stato distribuito durante gli scioperi per sostenere i lavoratori. Si può ancora trovare presso l'Espace Noir, centro anarchico di Saint-Imier, sede di una libreria, cinema, teatro e caffetteria.