L’ATTACCO
ALLA CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO DI LA VILLETTE
Attacco alla caserma dei vigili del fuoco di La
Villette
stampa
datata 1870 e tratta dal settimanale L’Illustration. |
Il 14 agosto 1870 era una domenica.
Ricordiamo che il 15 agosto (anniversario della
nascita di Napoleone I) era un giorno di festa, una grande celebrazione
ufficiale sotto il secondo
impero (popolarmente chiamato «Saint-Napoleon»). Ma nel 1870, quella
ricorrenza era un po' pesante da festeggiare. La Francia era in guerra
con la Prussia dal 18 luglio e questa guerra si trasformò in un disastro per
l'esercito francese. Quella domenica 14 agosto 1870, la fine del secondo
impero stava emergendo dopo le successive sconfitte delle armate di Napoleone
III contro la Prussia,
le cui truppe si preparavano ad organizzare l'assedio
di Parigi. E non solo: diversi militanti operai, i più noti, sono stati
condannati al «Procès de l'Internationale» di Parigi il 9 luglio, e sono stati incarcerati a Sainte-Pélagie,
molti dei quali dal 20 luglio.
La capitale è stata teatro, per diversi mesi, di
gravi rivolte popolari che chiedevano la fine della dinastia imperiale. Opposto
ai repubblicani moderati delle classi dominanti e alle elezioni democratiche
che considera troppo borghesi, il socialista rivoluzionario Auguste
Blanqui, che aspirava ad una vera uguaglianza sociale, riunì un gruppo di
cento insorti che aderirono alla sua dottrina dell'azione decisa. Fomentò un
piano per impossessarsi del deposito di armi custodito nella caserma dei vigili
del fuoco del Boulevard de la Villette, nel 19°
arrondissement di Parigi. La caserma assalita, le armi prese, condurrebbero
la folla in altre caserme per portare la fiamma rivoluzionaria al Palais
Bourbon.
Verso le tre del pomeriggio, un piccolo gruppo di
blanquisti[1],
che sotto l'Impero non ha mai voluto mescolarsi con i gruppi operai, e credeva
solo in un colpo di mano, si nascose nelle immediate vicinanze della caserma. Quando
venne dato il segnale, Eudes,
Brideau
e i loro amici, armati di sciabole con lame rotte, pugnali e revolver, attaccarono
la caserma dei pompieri di La Villette, che conteneva alcune armi. si
precipitano sul posto ma il pompiere Isidore Servan, di ventiquattro anni, che
faceva da sentinella, impedì loro l'accesso e diede l'allarme: un colpo di
fuoco lo ferì. Nel cortile, i vigili del fuoco si opposero fisicamente agli
insorti; il tenente Nottrez cercò di parlamentare nella speranza che arrivassero
i rinforzi. Nel frattempo diversi fucili Chassepot furono rubati.
Processo agli autori dell'attacco tratto da L'Illustration 3 settembre 1870 |
La stazione di polizia del Faubourg-Saint-Denis inviò
numerosi agenti e cominciò una sparatoria. Un poliziotto, si chiamava Jean-Baptiste
Cabaup, di quarantun anni, venne colpito nel cuore da un micidiale proiettile.
Gli insorti si ritirarono verso Belleville. Rimanendo padroni del campo, i blanquisti[1]
attraversarono il viale esterno fino a Belleville, gridando: "Lunga vita
alla Repubblica! Morte ai prussiani!” Lungi dal creare un scia polverone,
creano un vuoto. La folla li osservava da lontano, sbalorditi, immobili, incitati
dagli insorti a sospettare dalla polizia che li aveva deviati dal vero nemico,
l'Impero.
Cinque rivoltosi furono catturati.
Ecco come furono riportati i fatti dalla stampa di regime:
«Nel
pomeriggio di domenica 14 agosto, intorno alle 4 del mattino, una banda di
sessanta-ottanta individui, tutti armati di revolver e pugnali esattamente come
quelli precedentemente sequestrati, attaccarono la stazione dei pompieri che è
situata nel boulevard de La Villette. Hanno assalito gli uomini a colpi di
pugnali e rivoltelle, la sentinella è stata pugnalata al petto. Un altro
pompiere è stato gravemente ferito da tre proiettili e quattro fucili sono
stati prelevati. Gli agenti di polizia del 19° arrondissement,
sono accorsi immediatamente, alcuni di loro sono stati feriti e sottoposti a
cure; uno di loro è morto, altri tre sono rimasti gravemente feriti; i dottori disperarono
sulla vita di due di loro. Una bambina di cinque anni è stata colpita allo
stomaco con una revolverata, che l'ha uccisa. Gli agenti, guidati dal loro
ufficiale di pace e sotto la direzione dei commissari di polizia, hanno
immediatamente arrestato il capo principale e quattro dei suoi complici».
Gazzetta
ufficiale dell'Impero francese del 15 agosto 1870.
Gambetta
chiese il processo agli arrestati. Il consiglio di guerra pronunciò quattro
condanne a morte. Non ci fu il tempo di eseguire la sentenza; gli arrestati furono
liberati dopo la giornata del 4
settembre.
[1] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e
attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta,
del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo
secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e
studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria
combattiva. Deve il suo nome allo
scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis
Auguste Blanqui.