JAROSLAW
DOMBROWSKI
«Dombrowski alla guerra e al Comitato di salute
pubblica.
I versaigliesi sono entrati dalla porta di Saint-Cloud.
Sto prendendo provvedimenti per respingerli. Se vi fosse possibile inviate
rinforzi, rispondo io a tutto».
21
Maggio, 1871. La storia della Comune sta
per volgere al termine. Dopo settimane di assedio, sottoposti ad un incessante
diluvio di fuoco e schegge di Versailles,
le sue forze armate sono in ritirata. Attraverso una porta lasciata indifesa,
gli uomini di Thiers
entrano nella capitale per la prima volta dal 18
marzo, quando furono cacciati dal popolo parigino sollevato. L'ultima
sequenza della Comune si annuncia, le barricate fioriscono ovunque per le
strade di Parigi e ritardano di qualche giorno la sconfitta. Lucido sul
risultato quando mandò il suo dispaccio al Comitato
di salute pubblica, il generale Dombrowski, comandante in capo di Parigi,
farà l'ultimo sacrificio, metterà tutta la sua energia, il suo coraggio al
servizio della difesa della giovane rivoluzione. Di questo ufficiale polacco,
gli storici concordarono sul fatto che era, insieme al suo connazionale Wroblewski,
il miglior leader militare della Comune. Ma
Dombrowski fu di più. Fu un simbolo della Comune,
una delle figure più emblematiche e di una dimensione immensa per la sua
presenza permanente su ogni punto della battaglia, con la sua abilità militare,
il suo coraggio. A lui e alle migliaia di stranieri, polacchi, italiani,
ungheresi, belgi ... (molti dei quali in fuga dai regimi dispotici dei loro
paesi), alle donne, agli uomini, la Comune
deciderà solennemente di concedere il titolo di cittadino, "considerando
che la Comune
è la bandiera della Repubblica Universale".
Jaroslaw Dombrowski è nato il
13 novembre 1836 a Žytomyr, in Polonia (allora Impero russo), ed è stato un
ufficiale polacco dell'esercito russo.
Nato in una famiglia di nobili
polacchi impoveriti a Žytomyr, nella regione della Volinia, in Ucraina, nel
1845, quando rimase orfano, a nove anni, fu accolto nella scuola militare di
Brest Litovsk, una scuola militare per i figli della nobiltà. Nel 1853 continuò
gli studi nella Scuola dei cadetti di San Pietroburgo, dove si laureò nel 1855
con il grado di aiutante (sergente maggiore). Servì così nell'esercito russo
per quattro anni, combattendo i ribelli ceceni nel Caucaso e guadagnandosi una
decorazione. Dal 1859 al 1861 studiò all'Accademia dello Stato maggiore di San
Pietroburgo, e fu promosso capitano nella VI divisione di
stanza a Varsavia.
Qui, nel maggio del 1862, Dombrowski entrò a far parte
del comitato clandestino che stava preparando un'insurrezione contro il dominio
russo. Aderì al partito dei «rossi», il cui obiettivo politico prevedeva
l'indipendenza della Polonia, l'abolizione del servaggio e una riforma agraria.
Progettò e previde un’insurrezione rivoluzionaria per il 14 luglio 1862,
settantatreesimo anniversario della rivoluzione francese. La sua azione è stata
coordinata con quella dell’organizzazione degli ufficiali russi del Regno di
Polonia sostenitori della democrazia e di un colpo stato. Il piano di Dombrowski
si scontrò con il partito dei «bianchi», che giudicavano prematura la rivolta e
prevedevano un indennizzo ai proprietari fondiari espropriati dalla riforma. La
congiura fu scoperta e Dombrowski venne arrestato il 14 agosto 1862 a seguito
di una denuncia. Il 10 novembre, 1864, venne condannato a quindici anni di
carcere da scontare in Siberia, ma i suoi amici lo aiutarono ad evadere dalla
prigione di Mosca e, durante l'anno 1865, lo aiutarono a fuggire in Francia.
Poco dopo il suo arrivo in
Francia, Dombrowski tentò di metter su una legione polacca per combattere in
Italia al servizio di Garibaldi
contro l'Austria (1866, terza guerra d’indipendenza). A Parigi, con il fratello
Théophile,
entrò in contatto con gli oppositori del Secondo
Impero, come l’internazionalista
Delescluze,
il sindacalista Varlin
e il giornalista socialista Vermorel.
La causa dei patrioti polacchi aveva ricevuto, il 22 luglio il 1863, sostegno
dei sindacati e sindacalisti francesi nel corso di una riunione svoltasi a
Londra, preludio alla fondazione della 1ª Internazionale due mesi più tardi ed alla quale lui aderirà.
Si mise a disposizione della
Repubblica proclamata il 4
settembre del 1870, ma, come molti internazionalisti,
fu arrestato due volte dal governo repubblicano costituitosi in Francia alla
caduta di Napoleone
III.
Il 18
marzo, sostenne la Comune e
alla sua proclamazione, ottenne il comando della XI legione
della Guardia
Nazionale e condusse con successo, il 9
aprile 1871, la difesa di Neuilly attaccata dai versaglieli dopo la sconfitta
di Courbevoie. Ha resistito agli attacchi dell’11
aprile e del 12,
ma non è stato seguito nelle sue raccomandazioni di impiegare meglio
l'artiglieria e di costituire gruppi di commando. Non venne ascoltato né dal
ministro della guerra Cluseret,
né dalle armate auto-gestite. Thiers,
che temeva il suo valore, con discrezione mandò uno dei tanti emissari, che
andavano segretamente a Parigi, per cercare di corromperlo con un'offerta di un
milione e mezzo di franchi per farlo passare dalla parte di Versailles,
Dombrowski denunciò i suoi tentativi, facendo arrestare l'agente di Thiers,
un tale Vaysset, che fu fucilato. "Le sue qualità non erano quelli di
un traditore, non poteva servire la reazione" (Louise
Michel).
Il 19
aprile fu ferito in combattimento e il 29 aprile riprese
il suo posto di difesa della riva destra della Senna. Dombrowski e Walery
Wroblewski erano gli unici ufficiali superiori ad aver ricevuto un
addestramento militare, Louis
Rossel, che sostituì dal 1°
maggio Cluseret,
nominò il 5
maggio il primo comandante in capo dell’esercito della Comune di
Parigi. In realtà, Dombrowski comandò un esercito di quarantamila disertori
e di alcuni disperati.
La Colonne de Juillet in Place de la Bastille |
Il 14
maggio, ricevette il sostegno di Delescluze,
nominato l’11
«delegato civile di guerra», che con un decreto dispose la creazione di
barricate di pietra. Il 22
maggio, iniziò la Settimana
sanguinante, i reggimenti di Versailles
erano già ben consolidati presso l'Opera e l'Arco di Trionfo; improvvisamente,
un battaglione uscì dall’Hôtel
de Ville, ancora nelle mani dei Comunardi,
percorrendo al passo di corsa rue de Rivoli cantando Chant du Départ (la
Canzone della Partenza)[1],
si diresse verso l’esercito degli assassini, i versagliesi; testimoni
riferirono di un numero significativo di donne in quel battaglione, una delle
quali portava il suo bambino in braccio. Molti parigini corsero, volarono ad
unirsi al battaglione: Jaroslaw Dombrowski, sul suo famoso cavallo nero era lì,
alla loro testa, era la prova che il polacco non era morto, contrariamente alle
varie voci messe in circolo per affievolire la fiducia ai Comunardi.
Il giorno seguente, il 23
maggio, con Parigi ormai invasa dai versagliesi, Dombrowski correva sempre
tra le prime righe degli ultimi Comunardi.
Nel tardo pomeriggio, mentre si trovava ai piedi della barricata della rue Myrha,
ad est di Montmartre,
difesa da una brigata cosmopolita, una pallottola lo colpì mentre si preparava
a condurre una contro offensiva; fu trasportato privo di sensi all'Hôtel
de Ville dove ricevette le prime cure, e successivamente all'ospedale
Lariboisière dove morì alcune ore più tardi. Aveva trentaquattro anni ed è
stato generale per quarantasette giorni, dodici dei quali in prima linea.
Gli fu reso
omaggio due giorni dopo nel cimitero di Père-Lachaise.
Il mattino del 25,
mentre la salma veniva portata al cimitero, venne fermata dai Federati
nella place de la Bastille, dove ricevette l'omaggio dei coraggiosi la cui
barricate erano ancora in piedi per le strade. Ecco il fatto raccontato dallo
storico comunardo Lissagaray:
"I Federati
di queste barricate fermarono il corteo e misero il cadavere ai piedi della
Colonna di Luglio[2].
Degli uomini, torcia alla mano, formarono una camera ardente e i Federati
si avvicinarono uno dopo un altro a dare un bacio sulla fronte del generale”.
Al Père-Lachaise,
un cannone, avvolto da una bandiera
rossa, sparò dei colpi in suo onore, dopo che Vermorel
pronunciò il suo elogio davanti i suoi ultimi compagni sopravvissuti, che lo
salutarono come se fosse ancora vivo, davanti a quegli uomini e a quelle donne
inconsapevoli che avrebbero combattuto la loro ultima battaglia, due giorni più
tardi, proprio li, in quel cimitero, tomba dopo tomba.
Jaroslaw Dombrowski venne
sepolto "nella sua uniforme e avvolto in una bandiera
rossa".
Né la sua tomba, rapidamente
montata, né il suo corpo sono stati mai trovati dopo la Comune.
Probabilmente ha pagato il prezzo dell’ignavia sporcizia del capo dei
versaigliesi, Adolphe
Thiers. La sua memoria è onorata, insieme a quella di tutti Federati
al muro
dell’angolo nord-est del cimitero di Père-Lachaise
o al monumento all’esterno del muro
Il 25 maggio
2011, per il 140° anniversario della sua morte, un memoriale è stato organizzato
in rue Myrha a Parigi dove, all’angolo con rue des Poissonniers, fu il luogo della
sua ultima battaglia. Il suo nome è stato dato ad un’unità polacca delle
Brigate Internazionali durante la guerra civile di Spagna nel 1936.
[1] Le chant du départ (in italiano,
letteralmente, Il canto della partenza) è un inno composto nel 1794 da
Marie-Joseph Chénier e musicato da Étienne Nicolas Méhul. Fu l'inno del Primo
Impero Francese.
[2] La Colonne
de Juillet venne
costruita come ricordo della Rivoluzione di luglio del 1830,
e fece da scena all'ultima disperata resistenza della comune di Parigi.