PASCHAL
GROUSSET
Jean-François Paschal Grousset, nato a Corte[1], il 7 aprile 1844, è stato un
giornalista, scrittore e politico francese. Fece parte del Consiglio
della Comune di Parigi.
Frequentò a Parigi il liceo Charlemagne e poi la
facoltà di medicina per quattro anni, senza concludere gli studi, per dedicarsi
al giornalismo. Collaborò ai giornali bonapartisti L'Étendard e Le Figaro firmando
i suoi articoli con lo pseudonimo di Philippe Daryl, poi, convinto
repubblicano, scrisse su La
Marseillaise di Henri
Rochefort e fondò La Revanche (La Rivincita).
Ritenutosi diffamato in un articolo firmato da
Pierre-Napoleone Bonaparte, cugino di Napoleone
III,
Grousset inviò, il 9 gennaio 1870, i suoi dipendenti Victor
Noir e Ulric de Fonvielle[2] per organizzare una sfida riparatrice
con le armi. L'incontro tra gli ambasciatori e Pierre Bonaparte finì male; Noir
venne ucciso. Bonaparte fu condannato dalla Corte Suprema ad un semplice
risarcimento dei danni. I giornalisti de La
Marseillaise Henri
Rochefort, Wilfrid de Fonvielle, Olivier
Pain e Grousset, furono condannati a due mesi di reclusione per aver
insultato l'Imperatore
durante il processo e imprigionati nel carcere
di Sainte-Pelagie.
Nonostante le sue opinioni, Grousset si arruolò
volontario durante la guerra del 1870 contro i prussiani.
Il 26
marzo 1871 fu eletto al Consiglio
della Comune dal 18°
arrondissement di Parigi e fu designato come delegato per la Commissione
esterne; in questo ruolo ebbe poco successo, Henri
Rochefort di lui disse: "É stato più di esterno che di
commissione". Il suo impegno politico e il suo lavoro nel giornalismo lo
portò ad affrontare i problemi legati all'istruzione. Fu membro del Comitato
esecutivo e votò per la creazione del Comitato
di Salute pubblica.
Alla caduta della Comune, fu
arrestato e condannato alla deportazione a vita in Nuova
Caledonia, dove arrivò nel 1872 e dalla quale evase, nel marzo 1874, con Henri
Rochefort, Olivier
Pain, Achille
Ballière e François
Jourde, recandosi in Australia per poi rifugiarsi in Inghilterra, a Londra,
dove cercò di vivere scrivendo.
Quindi contattò l'editore Pierre-Jules Hetzel, che
aveva già incontrato nel 1869, grazie al cugino Adrien Hébrard, direttore del
giornale "Le Temps". Nella capitale inglese Grousset propose ad
Hetzel, nel 1875, un manoscritto intitolato «L’héritage de Langevol (L'eredità
di Langevol)».
Ad Hetzel questo testo non piacque, ma comprò
comunque il manoscritto per farlo riscrivere da un altro scrittore. Così
«L'eredità di Langevol» diventò, con la penna di Jules Verne, «I 500 milioni di
Begum» e venne pubblicato nel 1879.
Nella loro corrispondenza, Hetzel e Jules Verne ne
parlano con parole coperte dal "nome in codice" del "romanzo di
Abbé", padre Gaston de Manas, curato a Notre-Dame-de-Lorette e anche da
Tarn-et-Garonne, in qualità di intermediario tra l'esiliato e l'editore.
Un secondo manoscritto subirà lo stesso destino. «Le
diamant bleu», iniziato nel 1880, diventò «L’étoile du sud (La stella del sud)»
pubblicato nel 1884. Il terzo romanzo d'avventura riscritto da Jules Verne ha
uno status diverso. Ne risulta la doppia firma di Jules Verne e André Laurie
(pseudonimo di Paschal Grousset). Questo romanzo venne pubblicato al di fuori
del ciclo di «Voyages extraordinaires (Viaggi straordinari)». Il manoscritto
originale è stato poco ritoccato ed Hetzel finalmente riconobbe la qualità
della penna di Grousset. Paschal Grousset pubblicò numerosi romanzi di
avventura, di immaginazione scientifica e una serie intitolata «La vie de
collège dans tous les temps et tous les pays (La vita del college in tutti i tempi
e in tutti i paesi)». Paschal Grousset è stato anche l'autore della prima
traduzione francese del famoso romanzo di Stevenson, «L'isola del tesoro».
Sotto lo pseudonimo di Philippe Daryl, pubblicò, con
lo stesso editore, una serie intitolata «La vie partout».
Nel 1876, Paschal Grousset pubblicò con Jourde
la sua esperienza di deportato ne Les
Condamnés politiques en Nouvelle-Calédonie. Récit de deux évadés e rientrò
in Francia con l'amnistia
del 1880.
Nel 1893, fu eletto deputato socialista indipendente
del 12°
arrondissement di Parigi nelle liste radical-socialiste all'Assemblea
Nazionale, e venne rieletto nel 1898, nel 1902 e nel 1906. Morì durante
quest'ultimo mandato parlamentare, il 9 aprile 1909.
Votò la legge della separazione tra la Chiesa e lo
Stato nel 1905. Fu autore di varie misure favorevoli al miglioramento della
vita dei più poveri. A lui si deve l’elettrificazione di diversi musei e
biblioteche parigine e della loro tarda chiusura; sperava in questo modo di
portare le masse popolari alla cultura.
[1] Nel
dipartimento dell'Alta Corsica nella regione della Corsica.
[2] Ulric de Fonvielle, nato l’11 febbraio 1833 a Parigi, dove morì il 1 luglio 1911, giornalista politico
e scrittore francese. Prese
parte come volontario alla spedizione dei Mille nel
1860, poi, come reporter, alla guerra civile americana.
Redattore capo della Ligne
Directe a Dieppe, nel 1868,
collaborando attivamente come giornalista nella campagna contro l'Impero da
parte della Marsigliese, il 10 gennaio 1870 era con Victor Noir, uno dei
testimoni di duello inviati dal loro collega Paschal Grousset al principe
Pierre Bonaparte. Al processo,
accusò il principe di tentato omicidio dopo l'assassinio di Victor Noir, che
gli è valso dieci giorni di carcere per aver insultato la Corte. Fu ostile alla
Comune di Parigi.