FRANÇOIS JOURDE
È stato impiegato in uno studio notarile, poi contabile di banca e
impiegato nell'ufficio ponti e strade del municipio di Parigi. Durante l'assedio
di Parigi del 1870 si arruolò nel 160º battaglione della Guardia
Nazionale, che lo elesse delegato al Comitato
centrale.
Il 26
marzo 1871 fu eletto al Consiglio
della Comune dal 5°
arrondissement e il 29
marzo assunse la funzione di commissario
alle Finanze, dove dimostrò competenza e onestà. I milioni necessari per
nutrire i 350.000 Comunardi,
François Jourde li gestì accontentandosi "di prelevare dieci franchi al giorno per la sua esistenza"[3].
Raccontò Camélinat,
allora direttore della Zecca: “Dopo due
mesi di gestione del tesoro dei proletari, mancavano solo cinque piccoli
centesimi nei registri dei conti di quella piccola cassa, dove lavorava come
notaio, impiegato nell'ufficio ponti e strade della città di Parigi, prima di
essere nominato delegato alle finanze della Comune. E mancavano anche due
franchi, un pomeriggio di maggio 1871 per regolare la nota del suo pranzo. Con le tasche rovesciate, ha dovuto prendere
in prestito la modesta somma da Protot,
allora ministro della Giustizia”.
"Jourde era ministro
delle Finanze della Comune, e nondimeno era povero" gridò Edouard
Vaillant al consiglio comunale di Parigi, il giorno dopo la sua morte,
avvenuta a Nizza il 20 marzo 1893. La sua integrità ed onestà fu riconosciuta
da tutti, compresi dai suoi critici. Jourde fu accusato con il delegato alla
banca Charles
Beslay di essere stati «i protettori della Banque de France, i gelosi custodi
della integrità del suo credito, considerato da loro come il credito della
Francia». Nella Histoire socialiste,
Louis Dubreuilh[4] lo
accusa di essere stato troppo innamorato della legalità, "troppo timido, troppo rispettoso delle
fortezze dell’Alto Capitale".
Il blanquista[5]
Gaston
Da Costa non è stato più tenero verso Jourde, "senza carattere e sicuramente al di sotto del compito rivoluzionario
che aveva assunto". Ma il sostituto procuratore della Comune
ammise di aver "adempiuto
onestamente, in modo semplice e in modo intelligente il suo incarico. Questo è
tanto... ".
Si dimise il 2
maggio per protesta contro l'istituzione del Comitato
di salute pubblica, ma riprese le sue funzioni pochi giorni dopo. I suoi
scrupoli legalitari gli impedirono di confiscare i fondi della Banca di
Francia, indebolendo l'azione della Comune
contro il governo di Thiers,
e gli valsero il risentimento di molti Comunardi.
Jourde è stato anche sistematicamente rieletto a larga maggioranza
dall'assemblea
comunarda quando presentò le sue dimissioni, a seguito agli attentati di Pyat,
o, come citato precedentemente, per protestare contro la creazione del Comitato
di salute pubblica.
Jourde fu quindi un "genio della finanza", come lo
presentò la Revue socialiste (la
Rivista socialista) di Benoit
Malon. Ma Jules Clère[6]
scrisse nel suo Les
Hommes de la Commune (Gli Uomini del Comune): “Gli insorti gli hanno lasciato gestire le finanze solo perché hanno
visto l'impossibilità di sostituirlo".
Già dal suo insediamento, Jourde si diede da fare. Il 20
marzo 1871, insieme a Varlin
prese delle misure energiche per continuare a ricevere sussidi. Lo stesso
giorno, egli usò delle minacce per ottenere dalla Banca di Francia, il primo
milione di franchi per la Comune,
essenziale per pagare lo stipendio ai membri della Guardia
Nazionale. Fu l'autore del decreto che accordava una pensione alle donne,
sposate o meno, vedove delle guardie nazionali cadute in combattimento. Egli
provocò anche la furia dei proprietari decretando delle condizioni generali per
uno sconto sugli affitti di ottobre 1870, gennaio e aprile 1871 di vitale
importanza per il popolo di Parigi (il 90% delle persone erano affittuari). Il 29
marzo, un decreto firmato da lui sospese la vendita di oggetti lasciati in pegno.
Il 25
aprile, annullò il riconoscimento dei debiti inferiori a 20 franchi.
Fu arrestato dal governo di Versailles
il 30 maggio, fu processato dal tribunale
versaigliese il 2 Settembre 1871. Le sue indubbie abilità oratorie gli
permisero di rendere conto dei 41 milioni di franchi passati attraverso le sue
mani, senza la minima nota di opposizione dei giudici. Impressionato, Leon
Millot, giornalista de La Justice (La Giustizia - giornale fondato da Georges
Clemenceau), esclamò: "Un giorno sarà il ministro delle Finanze
della Repubblica!". Il tribunale gli mostrò po' di gratitudine, dal
momento che venne condannato nel mese di settembre del 1871 con la semplice
deportazione in Nuova
Caledonia all'Isola dei Pini, dove giunse nel novembre 1872.
Presto le sue competenze di gestione furono utilizzate nella
colonia, e li permisero di raggiungere Nouméa nell'ottobre del 1873, dove
lavorò come contabile e fondò con Juliette
Lopez, l'Union, società di mutuo soccorso e assistenza ai deportati
in stato di bisogno. Agli antipodi della libertà, questo moderato si trasformò
in rivolta. Il deportato semplice si infuriò di fronte la situazione degli
«internati», "confinati dentro una fortezza su una penisola arida,
senza acqua, con una dieta appena sufficiente per non morire di fame".
Minacciato per l'organizzazione di solidarietà con i detenuti
Jourde decise di fuggire. Evase il 21 marzo 1874 con Achille
Ballière, Charles
Bastien, Paschal
Grousset, Olivier
Pain e Henri
Rochefort.
Cominciò così un viaggio di 6000 miglia sui mari,
che portano da Sydney a Liverpool via San Francisco e New York. Raggiunta
l'Inghilterra, partecipò a una sottoscrizione per i Comunardi
vittime della repressione di Versailles.
Si trasferì successivamente a Strasburgo (allora in Germania) poi a Ginevra,
dove denunciò in un libro scritto con Grousset
le terribili condizioni dei deportati, poi si recòBruxelles e di nuovo a
Londra. Nel 1874, si trasferì a Schiltigheim, in Alsazia diventata tedesca, e
lavorò come contabile in una grande istituzione industria meccanica creata da
ex esiliati ed ex membri
della Comune. Una società troppo prospera al giudizio di Mac-Mahon,
che ne chiese l'espulsione a Bismarck.
I giornali conservatori locali protestarono. Invano. Ancora una volta, osservò
il perspicace storico Lissagaray
nella sua Histoire
de la Commune de 1871 "si
appellò ai tedeschi contro gli uomini
della Comune".
Tornando alla Francia dopo l'amnistia
del 1880, fu particolarmente attivo nella solidarietà con i Comunardi
amministrati, ma la sua deportazione in Nuova
Caledonia lo segnò particolarmente, tanto da abbandonare la politica;
Jourde fu disgustato dalla sua deportazione sull'Isola dei Pini in Nuova
Caledonia.
[1] François per alcuni, per altri
Francis. Per tutti, era solo "Jourde".
[2] Nel
dipartimento del Puy-de-Dôme nella regione dell'Alvernia.
[3] La
Commune vécue (L’esperienza della Comune) Gaston Da Costa
[4] Louis
Dubreuilh è stato un politico francese. Fu il primo segretario generale della
Sezione Francese dell'Internazionale Operaia dal 1905 al 1918. Giornalista,
milita inizialmente al fianco di Édouard Vaillant e diviene nel 1901 segretario
generale del Partito socialista di Francia.
[5] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e
attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta,
del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo
secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali
e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria
combattiva. Deve il suo nome allo
scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.
[6] Jules Clère, nato a Parigi il 10
ottobre 1850 e morto a Parigi il 23 luglio 1934, è un giornalista e biografo
francese.