JULES GUESDE
Jules Bazile detto Jules
Guesde è nato a Parigi l’11 novembre 1845 ed è stato un politico e giornalista
francese
Figlio di un professore di
scuola privata, Jules Bazile, dopo aver condotto studi classici ed essersi
diplomato nel 1863, prese servizio presso la Prefettura di Parigi come addetto
alla direzione della Stampa. Collaborò prestissimo a giornali repubblicani,
mettendosi in luce per le audaci posizioni di opposizione al regime imperiale;
è in questa occasione che scelse come pseudonimo il cognome della madre Eléonor
Guesde.
Quegli anni furono quelli di
una formazione politica progressivamente sempre più spostata a sinistra. Ad un
giornalista del Matin che nel 1893 lo intervistava sul suo itinerario
politico, rispose che era diventato repubblicano sotto l'impero
leggendo di nascosto Châtiments di Victor
Hugo, ateo leggendo la Critica della Ragion Pura di Kant e infine socialista grazie
alla Comune
di Parigi.
Si trasferì in seguito per
lavoro prima a Tolosa[1]
(1868) e poi a Montpellier[2]
(1869-71); è da qui che criticò l'entrata in guerra
della Francia nel 1870.
Jules Guesde alla fine dell'800 |
Ritornato in Francia nel 1876,
Guesde puntò su due obiettivi: prima di tutto ricostruire il movimento operaio
decapitato dopo la repressione della Comune di
Parigi, e in secondo luogo convincere l'élite della classe operaia francese
del fondamento delle dottrine del socialismo scientifico prodotte dal pensiero
marxista.
A tal fine, lanciò con Paul
Lafargue il giornale L'Égalité (che
apparirà, con qualche interruzione, tra il 1877 e il 1883), che diffuse in
Francia delle idee che, accanto al marxismo, manifestavano influenze del
pensiero democratico francese, da Blanqui
a Rousseau[3].
In effetti, Engels ironizzò così in una lettera ad un amico:
«Quello che qui chiamano
"marxismo" è di certo un articolo molto speciale, al punto che Marx
ha detto a Lafargue:
“Quello che è sicuro, è che io non sono marxista”».
Il gruppo «collettivista»
diretto da Guesde riuscì ad ottenere la maggioranza al Congresso operaio di
Marsiglia del 1879, preludio alla fondazione, nel 1882 del Partito Operaio. Il
P.O. assunse in seguito (1893) il nome di Patito operaio francese, per evitare
le calunnie della propaganda nazionalista: tuttavia il P.O.F. restò fino ala
fine fedele alla propria visione internazionalista.
Sorsero presto divergenze tra
i dirigenti, riguardo alle condizioni per la presa del potere e le relazioni
del partito con la giovane Repubblica. Per i «possibilisti», guidati da Paul
Brousse[4]
e Jean
Allemane, conveniva fare, al più presto, le «riforme possibili», piuttosto
che attendere una rivoluzione la cui realizzazione appariva poco probabile.
In quell'epoca Guesde
incarnava la linea dura del movimento operaio, contraria ad ogni compromesso
con le «forze borghesi». Nel corso di questa fase fondativa della
sinistra francese, egli incarnò l'archetipo del militante povero, incorruttibile,
in perenne viaggio per tutta la Francia per diffondere il socialismo
rivoluzionario. Guesde pubblicò libri, opuscoli e articoli; guidò, nonostante
la sua salute cagionevole, centinaia di manifestazioni socialiste. Si rivelò
anche un buon organizzatore: strutturò con rigore il partito secondo una logica
piramidale di grande efficacia, in cui ogni livello era animato da militanti,
spesso di origine operaia, totalmente devoti, se non sottomessi, alla celebre «disciplina
guesdista», che stupì simpatizzanti e avversari per il suo rigore. D'altra
parte il Partito Operaio fu internazionalista e intrattienne stretti legami con
i partiti operai stranieri, soprattutto con il Partito Socialdemocratico di
Germania.
Il Partito
Operaio conobbe rapidi successi. Contava appena 2.000 membri nel 1889, crebbe
in forza (20.000 militanti nel 1902) e conquistò molti grandi comuni,
soprattutto Roubaix[5], che
restò il santuario del movimento (la «Rome du Socialisme») fino al 1914.
Il P.O. raggiunse il suo punto elettorale più alto alle elezioni legislative
del 1893. Molto popolare nella Francia settentrionale, sostenuto dagli operai
tessili e dalla grande industria, il P.O. ebbe un'influenza meno forte e meno
duratura nel Midi rosso (il Mezzogiorno francese). Guesde entrò
nella Camera dei deputati per la prima volta nel 1893 per la circoscrizione di
Roubaix affermandosi "collettivista, internazionalista e rivoluzionario";
fu poi battuto nel 1898 e nel 1902 e rieletto nel 1906: da allora conservò il
suo seggio fino alla morte nel 1922 a Saint-Mandé[6].
Sotto l'impulso di Guesde, il
P.O. fu uno dei promotori, in Francia, della giornata del Primo Maggio a
partire dal 1887, la quale mirava ad ottenere per gli operai delle conquiste
precise e immediate, come la riduzione della giornata di lavoro.
Nel 1899 si oppose a Jean
Jaurès[7]
in merito alla partecipazione di Alexandre Millerand[8]
al ministero «borghese» di Waldeck-Rousseau[9].
Il nucleo di quel dibattito
portò alla pubblicazione di un opuscolo dal titolo Les
deux méthodes (I due metodi).
Nel 1902 il Partito Operaio
Francese si fuse con il Partito Socialista Rivoluzionario di Édouard
Vaillant (di tradizione blanquista) per formare il Partito Socialista di Francia.
Guesde pretese che tale unificazione si basasse sulla condanna di ogni tattica
«participazionista»; tale posizione fu confermata nel 1904, nel corso
del Congresso operaio di Amsterdam.
Ciononostante la corrente
riformista di Jean Jaurès, detta «socialista indipendente», guadagna
inesorabilmente terreno in Francia. Nel 1905 il Partito Socialista di Francia
di Guesde e il Partito Socialista Francese di Jaurès si fusero per formare la
Sezione Francese dell'Internazionale Operaia (S.F.I.O.).
La fusione del partito di
Guesde nella S.F.I.O. era legato al rifiuto, sancito dalla nuova
organizzazione, del «partecipazionismo». Tuttavia, nonostante questo
successo tattico, il declino della corrente guidata da Guesde divenne
rapidamente evidente. Se i «guesdisti» portano nella S.F.I.O. la loro
capacità militante, le loro pubblicazioni e il loro apparato dottrinario, essi
conoscono un declino inesorabile accentuato senza dubbio dallo stato di salute
di Guesde, sempre più precario, che gli impedisce di svolgere un ruolo
decisivo.
La sua corrente fu isolata
soprattutto nelle questioni internazionali ma più ancora verso i sindacati.
L'adozione (nel congresso della C.G.T. del 1906) della Carta di Amiens, che
affermava il principio dell'indipendenza nei confronti delle organizzazioni
politiche, fu possibile grazie alla messa in minoranza (da parte sia dei
riformisti che dei rivoluzionari) dei guesdisti. Con quel congresso si
sancì la rottura definitiva della C.G.T. con la Federazione Sindacale
Internazionale.
Jules Guesde 1914 |
Denunciò:
«questo articolo 2 che,
istituendo un prelevamento sui salari operai, aggrava la miseria operaia, rende
più penosa ai lavoratori la vita quotidiana e riduce risorse familiari già
insufficienti».
Egli si oppose alla
Massoneria, che considerava una «alleata della borghesia» e «nociva alla
classe operaia», come disse nel congresso socialista di Limoges del 1906.
Tuttavia, numerosi massoni aderivano al P.O.F., al punto che sembrava ne
costituissero un'importante corrente.
Tre giorni dopo l'assassinio
di Jean Jaurès, che stava cercando di organizzare uno sciopero generale per la
pace in Francia e in Germania, Guesde votò, con piena consapevolezza, l'«Union
sacrée» (sacra Unione) di tutti i partiti in difesa della Patria. Si richiamava
al manifesto del P.O.F., del 1893, nel quale si affermava che i socialisti
combattono per la pace, ma non a qualsiasi costo:
«l'internazionalismo non è
né lo svilimento né il sacrificio della patria»
e
«La Francia non avrà
difensori più ardenti dei socialisti e del movimento operaio».
Guesde fu ministro di Stato
tra il 1914 e il 1916 (Ministeri Viviani e Briand). Adottò posizioni
patriottiche come quelle dei giacobini ai loro tempi:
«Io non ho alcuna paura
dell'avvenire. La guerra è la madre della rivoluzione»
Jules Guesde pensava infatti
che la guerra avrebbe prodotto una rivoluzione sociale in Francia come sotto la
Rivoluzione francese e sarebbe stata così il punto di partenza di una
rivoluzione internazionale. E nel novembre 1915 scriveva:
«Per questa rinascita
sociale, serve la vittoria, per quanto lenta essa possa essere a venire e per
quanto sangue debba scorrere».
A tale prezzo, ci furono in
effetti rivoluzioni in varie parti del mondo, soprattutto in Russia
(Rivoluzione di Febbraio e d'Ottobre1917) e in Germania (Rivolta spartachista
del 1919).
Guesde si oppose, in Consiglio
dei ministri, all'arresto dei «disfattisti», richiesto dalle autorità civili e
militari.
Dopo l'armistizio, al
Congresso di Tours della S.F.I.O., scelse «la vecchia casa» (la SFIO), seguendo
Léon Blum[10] e
Jean Longuet[11],
contro la maggioranza che creò la Sezione Francese dell'Internazionale
Comunista, che divenne il Partito Comunista Francese. Tuttavia le sue ultime
riflessioni politiche lo avvicinarono alla rivoluzione bolscevica allora ancora
incerta in Russia, benché fosse in disaccordo con la Rivoluzione d'Ottobre,
contrariamente a quella di Febbraio. Egli diceva allora:
«Vegliate sulla Rivoluzione
Russa».
Malato, Guesde morì a
Saint-Mandé (Parigi) il 28 luglio 1922. Le sue ceneri riposano nel Cimitero del
Père-Lachaise.
Jule Guesde ha lasciato tracce
profonde in tutte le componenti attuali della Gauche francese. Oltre che un
personaggio storico importantissimo, egli è anche un punto di sfaldatura molto
forte tra i partiti comunisti e socialisti dei giorni nostri.
Ancora oggi, infatti, il
rapporto tra un partito rivoluzionario e il sistema parlamentare è ancora al
centro della riflessione teorica della nostra epoca. Questa difficoltà, mal
risolta, è stata causa dell'indebolimento e delle scissioni del POF e una delle
spiegazioni del suo declino.
L'opinione pubblica e i
militanti socialisti hanno progressivamente sposato le scelte strategiche dei
cd. «Indipendenti» come Millerand e soprattutto di Jaurès[7] che
appariva alla vigilia del conflitto mondiale, il leader assoluto dei socialisti
francesi. Alla convinzione di una crisi definitiva del capitalismo, rapidamente
seguita dalla rivoluzione socialista, si era sostituita poco a poco la fede
nella vittoria parlamentare definitiva.
Guesde restò fino al 1914 su
posizioni di rigida non-conciliazione con la borghesia.
Un esempio delle sue visioni
si ha nell'atteggiamento nel corso della vicenda dell'Affaire Dreyfus[12].
Certamente egli credeva che il capitano Dreyfus fosse innocente, e lo affermava
pubblicamente, tuttavia non volle associarsi attivamente alle campagne
"dreyfusarde". Disse nel novembre 1900:
«Così io sono stato
dreyfusardo, cioè nel limite della lotta contro il militarismo senza limiti che
giungeva a minacciare, con la copertura di un governo complice, un vero colpo
di Stato».
«soprattutto non si doveva
imporre al proletariato di operare per la salvezza di un uomo, mentre il
proletariato ha da salvare la propria classe, l'intera umanità!»
e concluse che:
«c'è una vittima
particolare che ha diritto a una campagna speciale; tale vittima è uno dei
membri della classe dirigente, è un capitano di Stato Maggiore, è l'uomo che,
ancora nella gioventù, forte di una ricchezza prodotta dal furto operato sugli
operai sfruttati dalla sua famiglia e libero di diventare un uomo utile, libero
di servire l'umanità grazie alla scienza che i suoi milioni gli hanno
garantito, ha scelto invece quella che chiamano la carriera militare».
A causa dell'Affaire ruppe il
buon rapporto di fiducia tra Guesde e Paul
Lafargue, il quale voleva effettivamente impegnarvisi:
«Il partito operaio, che è
un partito politico, non può disinteressarsi delle questioni che agitano il
paese...».
Atteggiamento simile Guesde
conserverà allo scoppio dello scandalo di Panama[13].
Sul piano teorico, benché
«marxista», il movimento guesdista non ha mai definito la propria politica su
una base teorica o filosofica, ma su un piano concreto.
«Il collettivismo non si
distingue affatto dal comunismo scientifico, come esso è nato dalla critica di Karl Marx.
Se questa denominazione è prevalsa in Francia è perché, per i bisogni della
nostra propaganda, c'era bisogno di distinguerci dai diversi sistemi comunisti
che, pur forgiati da uomini più o meno geniali e di buona volontà, sono tutti
vòlti verso l'utopia».
I discorsi di Guesde, come la
maggior parte dei suoi articoli, sono pochissimo influenzati dalle teorie di Marx,
tranne che in parole d'ordine che sembrano più slogan che effetti di una
riflessione profonda, argomentata e serrata, rispettosa dei metodi del
socialismo scientifico.
Intellettuali socialisti di
primo piano, come Lucien Herr[14]
o Charles Adler, rifiutavano le sue semplificazioni incapaci di condurre ad
apporti teorici più produttivi, al di fuori della speranza quasi messianica,
incarnata dal capo del P.O.F., della prossima uscita dei proletari dalla
«galera capitalista».
N. McInnes riteneva che Guesde
non avesse compreso il marxismo e che la sua «commistione» con il blanquismo
«favoriva l'incomprensione» del marxismo. Sottolinea d'altra parte che «Guesde
non si è mai fatto passare per un teorico marxista».
[1] Capoluogo
della regione della Linguadoca-Rossiglione-Midi-Pirenei.
[2] Città
del sud della Francia, capoluogo del dipartimento dell'Hérault nella regione
dell'Occitania.
[3] Jean-Jacques
Rousseau (Ginevra, 28 giugno 1712 – Ermenonville, 2 luglio 1778) è stato un
filosofo svizzero di lingua francese. Illuminista nella critica ai valori
culturali e all'organizzazione sociale del suo tempo in nome della fondamentale
eguaglianza di tutti gli uomini, precorse il romanticismo nella rivendicazione
della spontaneità del sentimento contro la ragione e, partendo dai principi
giusnaturalistici, pose le basi della moderna democrazia.
[4] Paul Brousse (Montpellier, 23
gennaio 1844 – Parigi, 1º aprile 1912) è stato un politico francese francese, ,
anarchico militante e poi leader del gruppo dei possibilisti. Fu attivo nella
Federazione del Jura, una sezione dell'Associazione internazionale dei lavoratori
(A.I.L.), nella Svizzera nord-occidentale e in Alsazia. Nel 1870, il destino di
Paul Brousse cambiò in favore della guerra franco-prussiana e della Comune di
Parigi. Lui stesso non partecipò agli eventi della Comune, ma fu profondamente
segnato da questa esperienza politica e sociale che sarà il suo modello per gli
anni a venire.
[5] Nel
dipartimento del Nord nella regione dell'Alta Francia.
[6] Nel
dipartimento della Valle della Marna nella regione dell'Île-de-France.
[7] Jean Léon Jaurès (Castres, 3 settembre 1859 – Parigi, 31 luglio 1914) è
stato un politico francese.
[9] Pierre
Marie René Ernest Waldeck-Rousseau (Nantes, 2 dicembre 1846 – Corbeil, 20
agosto 1904) è stato un politico francese. È stato il Primo Ministro della
Francia dal 22 giugno 1899 al 7 giugno 1902.
[10] Léon Blum (Parigi, 9 aprile 1872 –
Jouy-en-Josas, 30 marzo 1950) è stato un politico francese. Socialista, fu uno
dei dirigenti della Sezione Francese dell'Internazionale Operaia (SFIO) e
presidente del Consiglio dal 4 giugno 1936 al 29 giugno 1937 e dal 13 marzo al
10 aprile 1938, nonché Capo del Governo provvisorio della Repubblica francese
dal 16 dicembre 1946 al 22 gennaio 1947. Ha segnato la storia della politica
francese per aver rifiutato l'adesione dei socialisti alla Terza Internazionale
comunista nel 1920 e per essere stato il presidente del Consiglio del Fronte
Popolare nel 1936.
[11] Jean-Laurent-Frederick
Longuet, noto anche con lo pseudonimo di Johnny (Londra, 10 maggio 1876 –
Aix-les-Bains, 11 settembre1938), è stato un politico, avvocato e giornalista
francese.
[12] Alfred Dreyfus (Mulhouse, 9 ottobre
1859 – Parigi, 12 luglio 1935) è stato un militare francese. Nel 1871 la
Francia era reduce dalla sconfitta
subita nella guerra
Franco-Prussiana, ed i rapporti interni erano ancora tesi. Nonostante il
processo si basasse su documenti palesemente falsi, Dreyfus fu condannato quale
estensore di una lettera indirizzata ad un ufficiale tedesco in cui venivano
rivelate importanti informazioni militari francesi. Nonostante l'esplodere del
caso, Dreyfus non fu interamente riabilitato prima del luglio 1906, grazie a un
verdetto della Corte di Cassazione.
[13] Lo
Scandalo di Panama è una vicenda di corruzione legata al taglio del Canale di
Panama, che travolse molti uomini politici e industriali francesi durante la
Terza Repubblica francese e mandò in rovina centinaia di migliaia di
risparmiatori.
[14] Lucien
Herr (Altkirch, 17 gennaio 1864 – Parigi, 18 maggio 1926) è stato un
intellettuale francese. Pioniere del socialismo, fu tra i fondatori della Lega
francese per la difesa dei diritti dell'uomo e del cittadino.