ÉLIE
RECLUS
Élie Reclus all'anagrafe Jean-Pierre Michel Reclus è
nato a Sainte-Foy-la-Grande[1]
il 16 giugno 1827, ed è stato un giornalista, scrittore, etnologo e attivista
anarchico francese. Portavoce dei gruppi etnici minoritari, Élie Reclus scrisse
molto a favore di quelli che venivano chiamati «popoli selvaggi». Massone,
durante la Comune
di Parigi, fu direttore della Biblioteca Nazionale. Élie, tra gli altri,
era fratello dei geografi Élisée
Reclus e Onésime
Reclus.
Suo padre, pastore protestante, volendo che il figlio
maggiore Élie seguisse le sue orme lo avviò agli studi di teologia, lo mandò
nel 1839 a studiare in un college protestante diretto dai «Fratelli Moravi» a
Neuwied, in Prussia, sulle rive del Reno. Nel 1843 fu raggiunto dal fratello Élisée.
Entrambi mal soffrirono l'ostilità di alcuni dei loro compagni di studio e
decisero, nel 1844, di tornare ad Orthez[2],
dove i loro genitori risiedevano. Élie completò la scuola superiore nel
collegio di Orthez, poi presso il colleggio Sainte-Foy[3].
Con lo scopo di seguire gli studi di teologia, partì per Ginevra nel 1847, dove
non restò a lungo perché sempre esposto ai sarcasmi provocati dalla sua
povertà. Nel 1848
i due fratelli, Élie ed Élisée,
si iscrissero alla facoltà di teologia protestante di Montauban[4].
Ne furono esclusi nel 1849 dopo una fuga che fecero in giugno verso il
Mediterraneo. Élie poi partì per Strasburgo[5]
per completare i suoi studi teologici: fu ricevuto come pastore nel 1851,
sostenendo una tesi giudicata provocatoria; venne immediatamente dimesso dal
suo ufficio. In compagnia di Élisée,
che lo aveva ragiunto a Strasburgo, i due fratelli andarono ad Orthez,
attraversando la Francia a piedi.
Ad Orthez, apprendendo il colpo
di stato del 2 dicembre 1851, effettuato da Napoleone
III
contro la Repubblica, i due fratelli manifestarono pubblicamente la loro ostilità
al nuovo corso degli eventi ed entrarono nella politica militante
rivoluzionaria. Minacciati di essere arrestati, Élie ed Élisée
si imbarcarono per rifugiarsi a Londra. Élie poi andò in Irlanda (1852) dove
trovò un lavoro stabile come precettore. Nel 1855 tornò in Francia per sposarsi
(1856) con una delle sue cugine (Noémi
Reclus) e trovò un lavoro in un'istituzione bancaria (Crédit mobilier,
gestito dai fratelli Isaac ed Émile Pereire), che lasciò nel 1862 in disaccordo
con gli orientamenti capitalistici di questa organizzazione. Massone, iniziato
nella Loggia Renaissance, del Grande Oriente di Francia, fu presente
all'iniziazione di suo fratello Élisée
l'11 marzo 1858. Successivamente collaborò con diverse pubblicazioni (la
Revue Germanique, la Revue de l’ouest di St. Louis nel Missouri, le
Rousskoïé Slovo («Русское слово») di San Pietroburgo). Durante tutto questo
periodo, Élie lasciò il fratello Élisée
che anche lui si sposò. All'inizio degli anni 1860 Élie fu ammesso come massone
nella loggia l'Emirato di Hiram. Ma molto presto, deluso dalla spirito
gerarchico che vi regnava, gradualmente se ne allontanò.
Nel corso dell'anno 1863, i due fratelli si
stabilirono a Vascœuil[6]
con il loro amico Alfred Dumesnil[7],
genero di Jules Michelet[8].
Fu lì che Élie scrisse gran parte della sua produzione letteraria. Entrambi
condivisero il loro tempo tra Vascœuil e Parigi dove si frequentarono spesso.
Il 1° ottobre 1863, in collaborazione con diverse
persone (tra cui il fratello Élisée),
fondò una banca (la société du Crédit au
Travail) il cui scopo era di aiutare la creazione di società dei
lavoratori. Allo stesso tempo, si occupò della pubblicazione di un giornale (l'Association),
di cui fu sia redattore che principale editore. Ma l'esperienza del Crédit au
Travail si concluse con un fallimento nel 1868. Alla pubblicazione del libro I deI Capitale di Karl Marx
nel 1867, Élie Reclus venne contattato dal filosofo tedesco per la traduzione
in francese, ma il progetto non riuscì. Come corrispondente della rivista russa
Dielo ("Дело"), in seguito si recò spesso in Russia (San
Pietroburgo, Mosca e Nižnij Novgorod), poi in Spagna e infine in Egitto dove
partecipò all'inaugurazione del canale di Suez (agosto 1869 ).
La Comune di
Parigi del 1871 che impedì ad Adolphe
Thiers di restaurare il vecchio regime, ebbe Élie Reclus fra i suoi
combattenti, anche se per un precedente incidente che aveva subito alla mano
destra, poté servire la Causa solo facendo il portabandiera nella Guardia
Nazionale. Il 29
aprile 1871 venne nominato direttore della Bibliothèque Nationale. In quel
periodo di terrore, riuscì a conservare intatto il patrimonio letterario e
scientifico della Francia.
Caduta la Comune,
dovette lasciare il suo posto il 24
maggio, perseguitato dai Versaillais
per le sue attività rivoluzionarie. Clandestinamente, e condannato in
contumacia, attraversò l’Italia per rifugiarsi a Zurigo col fratello Élisée
e con Gustave
Courbet.
Nel 1876 si recò negli Stati Uniti per trovare lavoro
come corrispondente. Ma fu un fallimento, così decise di trasferirsi a Londra,
dove rimase fino alla pronuncia della sua amnistia
(11 marzo 1879). Il 21 gennaio presentò presso il Royal Anthropological
Institute of Great Britain and Ireland, il suo testo pubblicato nella Revue
Internationale des Sciences (volume III, 1879, Parigi): La circoncision,
sa signification, ses origines et quelques rites analogues (La
Circoncisione, il suo significato, le sue origini e alcuni riti simili).
Ritornò poco dopo a Parigi dove trovò occupazione come bibliotecario. Si dedicò
alla scrittura di alcune opere, alcune delle quali sono state pubblicate, da
suo figlio Paul, solo dopo la sua morte. Quest'ultimo, ricercato dalla polizia
che lo credeva coinvolto nell'attentato di Vaillant[9],
fuggì in Inghilterra. Sospettato di essere complice, Élie venne arrestato e
messo per un breve periodo nelle prigioni della Conciergerie.
Queste ultime vicende lo demoralizzarono, così decise di unirsi al fratello Élisée
ad Ixelles (località vicino a Bruxelles) dove collaborò alla Nuova Università
occupando la cattedra di etnografia. Dette comunque il suo aiuto al fratello Élisée
nella compilazione della Geografia Universale e suo fratello Paul,
chirurgo, fece pubblicare i due primi volumi di Les primitifs, études d'ethnologie comparée.
Non si piegò mai alle esigenze delle case editrici
che avrebbero voluto imporgli delle modificazioni al suo pensiero scientifico e
rivoluzionario, così molte sue opere sono rimaste inedite. Lasciò molti scritti, fra cui La
Commune de Paris au jour le jour, 1871, 19 mars - 28 mai ed anche sulle origini delle religioni: Les croyances populaires et autres
pages retrouvées - Les croyances populaires, leçons sur l'histoire des
religions professées à l'Université nouvelle de Bruxelles. Fece anche uno studio sulla storia
del pane, dal giorno in cui ne cominciò l'uso fino alla sua epoca.
Terminò i suoi giorni l'11 febbraio 1904 a seguito di
un'influenza infettiva. I suoi resti sono sepolti, con quelli di Élisée,
nel cimitero di Ixelles[10].
Élie Reclus aveva due figli: Paul (1858-1941 anarchico, ingegnere e professore)
ed André (1861-1936 agricoltore in Algeria e poi in Marocco).
[1] Nel dipartimento
della Gironda nella regione dell'Aquitania.
[2] Nel dipartimento
dei Pirenei Atlantici nella regione dell'Aquitania.
[3] Nel dipartimento della Savoia della regione
dell'Alvernia-Rodano-Alpi.
[4] Del dipartimento Tarn e Garonna nella regione
dell'Occitania.
[5] Capoluogo della regione
dell'Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorena, nel Nord-est della Francia.
[6] Nel dipartimento dell'Eure nella regione della
Normandia.
[7] Alfred Dumesnil
(30 marzo 1821 - 16 febbraio 1894), il cui vero nome era Alfred
Poullain-Dumesnil, nacque e morì a Vascœuil (Eure). Ha studiato legge, si è
interessato alla storia dell'arte e alla letteratura.
[8] Jules Michelet (Parigi, 21 agosto 1798 – Hyères, 9 febbraio 1874) è
stato uno storico francese. Attento studioso delle fonti archivistiche, scrisse
una Storia di Francia in 19 volumi (1833-1867), monumentale opera incentrata
sull'idea della progressiva affermazione della libertà nel sistema
istituzionale francese, e una Storia della rivoluzione francese in 7
volumi (1847-1853), tema a cui dedicò un decennio di ricerche, interrogando
anche testimoni oculari.
[9] Auguste Vaillant è
stato un anarchico individualista e "illegalista" (secondo il dizionario, è qualunque «Atto o
comportamento politico contrario alle leggi e agli ordinamenti costituzionali».
In un'ottica rivoluzionaria o anarchica, l'illegalismo è un atteggiamento che
considera gli atti illegali come un mezzo per giungere alla rivoluzione e\o per
l'esaltazione della propria individualità di fronte alle ingiustizie del sistema
capitalista), condannato a morte per aver lanciato una bomba alla Camera
dei Deputati francese. Il 9 dicembre 1893, in Francia, Auguste Vaillant lanciò
un piccolo ordigno esplosivo (riempito di chiodi) nella Camera dei Deputati, al
grido di: “Morte alla borghesia! Lunga vita all'anarchia!”. Un gesto
simbolico, fatto per protestare contro la repressione degli anarchici, ordita
dal capo del governo Jean Casimir-Perier, piuttosto che per uccidere (non ci fu
alcuna vittima). Vaillant fu condannato ugualmente a morte e ghigliottinato il
5 febbraio 1894. I deputati francesi usarono quest'avvenimento per incrementare
la repressione degli anarchici e della loro stampa, con delle leggi scellerate.
Questo è quanto Vaillant dichiarò al processo: «Ho preferito ferire un
gran numero di deputati piuttosto che uccidere qualcuno. Se avessi voluto
uccidere avrei caricato (la bomba) con dei pallettoni. Ho messo dei chiodi; ho
voluto quindi solo ferire. Non posso certo mentire per darvi il piacere di
tagliarmi il collo!».
[10] Comune belga di 78.088 abitanti, situato nella Regione
di Bruxelles-Capitale, situata a sud-est del comune vero e proprio di Bruxelles.