THEODORE SAPIA
Theodore Sapia è nato a Parigi
il 6 gennaio 1838, ed è stato ucciso durante la rivolta del 22 gennaio 1871. Di
tendenze blanquiste[1],
aveva praticato vari mestieri, ed è stato comandante del 146° battaglione della
Guardia
Nazionale federata.
A diciassette anni, Theodore
Sapia entrò nel 66° reggimento della linea il 3 marzo 1855; diventò caporale il
6 novembre dello stesso anno e divenne poi sergente il 9 gennaio 1861 e fu
promosso a sottotenente il 12 agosto 1861. Fece la campagna della Cina e tornò
in Francia nel 1862. Nominato esattore in Algeria, non tornò al suo posto e
riprese servizio nell'ottobre del 1863; andò in Messico e nel 1866 divenne
sottotenente nella legione straniera.
Il 29 agosto 1870 fu nominato,
a Chartres[2],
capitano della guardia mobile del dipartimento dell’Eure-et-Loir. Venne
arrestato per aver proclamato la Repubblica in quella città, dopo essere stato
rilasciato, il 14 settembre a Dreux[3]
fu cacciato dalla guardia mobile, e il 17 si trasferì a Montrouge, vicino a
Parigi, dove viveva la moglie. Sapia si arruolò nella Guardia
Nazionale; ancor prima di essere arruolato, rivendicando i suoi servizi
militari, venne nominato capitano-tesoriere del 146° battaglione, poi, il 30
settembre, comandante dello stesso battaglione.
L’8 ottobre 1870, Sapia, avrebbe
ordinato al sergente maggiore del suo battaglione di venire e convocare la Guardia
Nazionale per le 4,00 del pomeriggio; dovevano recarsi nel solito luogo
d'incontro, armati e con le cartucce; Secondo quanto riferito, Sapia non
riconosceva più gli ordini dello stato maggiore. Le guardie si riunirono, Sapia
fece loro un discorso: il governo, secondo lui, era impotente, capace solo di
affamare Parigi e non di preparare la guerra. 56 comandanti di battaglione, su
un totale di 86, con Felix
Pyat, Flourens,
Blanqui,
avevano deciso di sostituirlo e se Trochu
non avesse accettato questo cambiamento, lo avrebbero buttalo fuori dalla
finestra. Il giorno prima, Sapia aveva mandato a Belleville,
al numero 40 di rue des Amandiers, un militare portatore di un messaggio in cui
era riferito dell'incontro, ma il messaggero venne arrestato, la lettera
sequestrata, e Sapia messo sotto accusa.
Gli uomini del 146°
battaglione arrestarono Sapia e lo portarono a Place Vendome (1°
arrondissement). "Vogliono farmi passare –disse- per malato
di mente; anche se sono stato malato qualche tempo dopo aver vissuto in paesi
caldi, non ho mai perso la chiarezza delle mie idee ... L'energia non è
l'esaltazione della follia". Il sindaco del 14°
arrondissement, elogiò Sapia, comandante a immagine della popolazione, e il
Consiglio di guerra della Guardia
Nazionale dell’8° settore, lo ha assolto (tre voti su quattro). Il 23
ottobre riprese il suo comando.
Nel novembre del 1870 era a
capo di La Resistance, un giornale democratico e sociale del 14°
arrondissement; ebbe la prima idea della "Lega repubblicana della
Difesa nazionale ad oltranza" e fece, il 19 novembre 1870, una relazione
alla riunione che si tenne alla rue
Maison-Dieu (14°
arrondissement), relazione che suscitò reazioni ostili all’Internazionale.
Fu corrispondente dal il 14°
arrondissement per il giornale blanquista La
Patrie en danger (7 settembre-8 dicembre 1870) e poi visse al numero 63
di rue de l'Ouest (sempre 14°
arrondissement). Fu lui che, il 6 gennaio del 1871 presiedette la
delegazione dei venti arrondissements che scrisse l’Affiche
rouge, proclamazione al popolo di Parigi per denunciare il
"tradimento" del governo del 4 settembre e per evidenziare tre parole
d’ordine: Requisizione generale, Razionamento libero, Attacco in massa. Il
manifesto si concludeva con queste parole: "Spazio per il popolo! Spazio
alla Comune!”
Il 22
Gennaio 1871, il giorno dopo Buzenval[4], una delegazione di manifestanti viene ricevuta dal vicesindaco Gustave
Chaudey. La folla
riunita in Place de l'Hôtel-de-Ville
era scarsa. Ma verso le tre del pomeriggio arrivarono nella piazza le Guardie
Nazionali, guidate da Duval, Rigault e Sapia; quest’ultimo
era alla testa delle Guardie Nazionali di Vaugirard.
Improvvisamente, un colpo venne sparato da un provocatore. Le guardie mobili bretoni, comandate da Le Bouëdec,
installate nel municipio spararono sulla folla per disperderla e le guardie
nazionali reagirono.
"Alla prima scarica,
Sapia cadde giù lungo le inferriate, la sua testa si frantumò";
accanto a lui, il suo amico Raoul
Rigault, che non ha dimenticato la sua morte; e Lissagaray
disse che Chaudey
venne giustiziato il 23
maggio, fu perché Rigault
lo accusò di aver aperto il fuoco il 22
gennaio.
La tomba di Sapia si trova nel
cimitero di Montmartre,
30ª divisione, 3ª linea, 4ª sepoltura.
[1] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e
attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta,
del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo
secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali
e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria
combattiva. Deve il suo nome allo
scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis
Auguste Blanqui.
[2] Capoluogo del
dipartimento dell'Eure-et-Loir, nella regione del Centro-Valle della Loira.
[4] Il 19 gennaio
1871, il giorno successivo all'incoronazione di Guglielmo I di Germania a
Imperatore tedesco, il generale francese Louis-Jules Trochu attaccò gli
assedianti ad est di Parigi, nel parco di Buzenval, riuscendo ad occupare la
città di Saint-Cloud non troppo lontana dal nuovo quartier generale dei loro
nemici, situato a Versailles. Trochu riuscì a tenere la posizione per quasi una
giornata, ma l'incapacità di altre truppe a lui vicine permise al principe
ereditario Federico di rigettarlo dentro la capitale. Buzenval fu l'ultimo
tentativo da parte degli assediati di rompere l'accerchiamento nemico e
dimostrò che truppe poco addestrate e costituite in gran parte da volontari e mobiles,
come nel caso della guarnigione parigina, non erano in grado di affrontare con
successo un esercito ben organizzato e comandato come quello tedesco.