mercoledì 25 settembre 2019

04-01-C5 – Gustave CHAUDEY

GUSTAVE CHAUDEY
  


Angel Gustave Chaudey, è nato a Vesoul[1] il 5 ottobre 1817, ed era un giurista, politico e giornalista francese.
Dopo aver iniziato gli studi al collegio di Vesoul Gustave Chaudey li proseguì dal 1835 a Parigi, dove ottenne una laurea in legge nel 1840. Giornalista presso La Presse nel 1845, collaboratore del poeta, scrittore, storico e politico francese Lamartine, sostenne Cavaignac[2] all'inizio della Seconda Repubblica. Dopo la vittoria di Luigi Napoleone Bonaparte alla elezioni presidenziali, Chaudey si iscrisse presso l’avvocatura di Vesoul. Oppositore al colpo di stato del 2 dicembre 1851, lacerò un manifesto prefettizio che giustificava questo atto, quell’azione gli valse due mesi di prigione. Esiliò in Svizzera dove diventò caporedattore del Républicain Neuchâtelois.
Ritratto di Chaudey eseguito da Courbet
Di ritorno a Parigi nel 1856, Chaudey svolse il suo mestiere di avvocato e collaborò, dal 1860, al Courrier du dimanche. Nel 1865 è stato con Langlois e Duchene, uno degli esecutori testamentari di Proudhon, e che aveva difeso in un processo nel 1858 (successivo alla pubblicazione di De la justice dans la Révolution et dans l'Église) .
Dopo l'arresto dei giovani riuniti al Café de la Renaissance (place Saint-Michel) nel 1866, Chaudey prese parte alla loro difesa. Tra gli accusati, vicini ai blanquisti[3], c’erano Tridon, Raoul Rigault, i fratelli Edmond e Léonce Levraud, Da Costa, Verlière, Longuet, Genton, Protot e Landowski.
Redattore capo del Siècle, diventò amico del principale azionista del giornale repubblicano, il banchiere Henri Cernuschi. Nel 1869, pubblicò un opuscolo intitolato L'impero parlamentare è possibile? che ebbe un grande impatto.
Poche settimane dopo la caduta del Secondo Impero, Chaudey è stato nominato sindaco del 9° arrondissement di Parigi (al posto di Arthur Ranc, che si era dimesso) con ordinanza del 14 ottobre 1870. Mantenne queste funzioni per pochi giorni perché è stato battuto da Ernest Desmarest[4] durante le elezioni municipali del 5 novembre. È stato poi nominato vice sindaco di Parigi.
Durante gli eventi del 22 gennaio 1871, una manifestazione (contro la decisione del Governo di Difesa nazionale di offrire ai prussiani la capitolazione di Parigi) che degenerò in tentata rivolta, Chaudey era all'Hôtel de Ville, di fronte ad alcuni battaglioni della Guardia Nazionale che reclamavano la Comune. Mentre stava ricevendo i loro delegati, la guardia mobile sparò contro le guardie nazionali e la folla che si trovava in place de l'Hôtel de Ville. Ci furono sei morti, incluso il comandante Sapia, ucciso accanto al suo amico Rigault, e una ventina di feriti. Si disse che Chaudey diede l’ordine alle truppe di sopprimere la rivolta e di sparare sulla folla.
L’11 aprile il giornale Le Père Duchesne lo denunciò portando a conoscenza il suo atteggiamento durante la giornata del 22 gennaio, accusandolo di aver dato l'ordine di sparare.
Odiato dai Comunardi che lo vedevano come un boia del popolo, venne arrestato il 13 aprile 1871 da Pilotell. Imprigionato a Mazas e successivamente trasferito nella prigione di Sainte-Pelagie, venne fucilato nel cortile di quest'ultimo carcere il 23 maggio 1871, in piena Settimana sanguinante, per ordine del procuratore della Comune Raoul Rigault, che ne ordinerà l’esecuzione. Chaudey aveva detto dopo il 31 ottobre 1870 a Ferré e ai sostenitori della Comune che chiedevano la libertà di Louise Michel e dei loro amici: “I più forti fucileranno gli altri". Potrebbe essere morto per questa frase.
Quell’esecuzione spinse il pittore Gustave Courbet, che aveva realizzato il suo ritratto, di dimettersi dal suo mandato. Nessuna prova della colpevolezza di Chaudey nella fucilazione del 22 gennaio è stata provata. Su richiesta di Vermorel, Cournet cercò invano di trovare qualsiasi ordine di Chaudey di aprire il fuoco. Vermorel concluse che la liberazione di Chaudey era necessaria, ma Delescluze si oppose.




[1] Capoluogo del dipartimento dell'Alta Saona nella regione della Borgogna-Franca Contea.
[2] Louis Eugène Cavaignac (Parigi, 15 ottobre 1802 – Castello di Ourne, 28 ottobre 1857) è stato un politico e generale francese. Fu organizzatore della sanguinosa repressione della rivolta operaia del giugno 1848 contro il governo conservatore francese, divenne subito dopo Primo Ministro, carica che tenne dal 28 giugno al 20 dicembre 1848. In quell'anno si presentò da indipendente alle elezioni presidenziali contro Luigi Napoleone nelle quali, nonostante fosse il favorito, ottenne solo il 19.81% dei voti.
[3] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.
[4] Ernest-Léon-Joseph Desmarest, nato a Parigi il 17 maggio 1815 e morto a Javerlhac il 3 maggio 1901, è un avvocato e politico francese. Nel settembre 1870, pochi giorni dopo la proclamazione della Repubblica, fu nominato Consigliere di Stato. Ha esercitato queste funzioni per un breve periodo perché è stato eletto sindaco del 9° arrondissement di Parigi durante le elezioni del novembre 1870. Nel secondo scrutinio, ha sconfitto il sindaco uscente, Gustave Chaudey, con 6.272 voti su 8.295 elettori. Candidato alle elezioni dell'8 febbraio 1871, vinse 60.871 voti su 328.970 elettori ma non ottenne un seggio all'Assemblea Nazionale. Nel marzo del 1871, Desmarest cercò di resistere, insieme a Pierre Tirard e ad altri sindaci parigini, di fronte alle richieste del Comitato Centrale portato al potere nella capitale dall'insurrezione del 18 marzo 15. Presentato dagli elettori conservatori del 9° arrondissement alle elezioni del 26 marzo 1871, fu eletto membro del Consiglio della Comune (il terzo nel suo arrondissement, dietro Ranc e Parent), ma si dimise immediatamente. Il 26 luglio successivo, in vista del secondo turno delle elezioni del consiglio comunale, gli elettori repubblicani nel distretto di Saint-Georges lo hanno scelto come candidato18 (in sostituzione di Suret e Lefort, che hanno totalizzato 615 voti nel primo turno), ma non venne eletto, ottiene solo 861 voti.