mercoledì 12 dicembre 2018

02-13-06 - Federazione degli artisti

LA FEDERAZIONE DEGLI ARTISTI DI PARIGI


Foto del pittore Gustave Courbet
Il 6 aprile 1871 il pittore Gustave Courbet, eletto consigliere comunale e membro della commissione per l'Istruzione, fece appello agli artisti che avrebbero dovuto, ha detto, "contribuire al ripristino dello stato morale [di Parigi] e il restauro delle arti che sono la sua fortuna".
Rispondendo a questo appello, più di 400 artisti (tra cui lo scultore Delaplanche, il caricaturista Bertall[1], lo scrittore Burty ...) si incontrarono il 13 aprile nel grande anfiteatro della Scuola di medicina per fondare la Federazione degli Artisti di Parigi, la cui organizzazione venne preparata da una sottocommissione. Una dichiarazione d’intenti, scritta e letta da Eugene Pottier, venne votata per alzata di mano e quasi all'unanimità.
Sotto l'influenza di Courbet, il manifesto della Federazione assegnò un posto importante all'insegnamento delle arti nella scuola primaria (elementare).
Nonostante un'adesione esplicita alla Comune, questa dichiarazione collettiva non promosse un'arte ufficiale[2], ma proclamò la libertà degli artisti nei confronti del potere. Questo desiderio d’indipendenza era molto forte, infatti i rappresentanti della federazione arrivarono al punto di proporre l'abolizione del bilancio di aiuti ufficiali e d’incoraggiamento per gli artisti, al fine di liberarli da "qualsiasi controllo governativo". Proposero inoltre di non finanziare più istituzioni che incarnavano l'arte ufficiale dei regimi precedenti, come la Scuola delle belle arti o la sezione di belle arti dell'istituto.
Organizzazione autonoma, si presentava come il "governo del mondo delle arti per gli artisti", la Federazione si diede tre compiti: "la conservazione dei tesori del passato", "la messa in opera e in luce di tutti gli elementi del presente" e "la rigenerazione del futuro attraverso l'insegnamento".
Il 17 aprile, al Louvre, un comitato direttivo chiamato «commissione federale» venne eletto a scrutinio segreto da 290 artisti. I suoi 47 membri erano responsabili per la conservazione e l'amministrazione dei musei e dei monumenti, di organizzare mostre e di nominare un responsabile artistico per fornire tutte le informazioni pertinenti agli artisti e al pubblico. Il 9 maggio, questo comitato presentò ad Èdouard Vaillant, delegato per l'Istruzione pubblica, una relazione che raccomandava riforme nell'amministrazione delle belle arti.
Alcuni membri di questo comitato direttivo sono stati eletti senza essere candidati e hanno rifiutato questo mandato. Questo fu particolarmente il caso del pittore Eugène Leroux, del pittore Félix Bracquemond, Émile Reiber e del pittore Jean-François Millet.
La sede della commissione federale si trovava in rue de Rivoli, nei locali dell'ex Ministero delle Belle Arti.
Il 15 maggio la Federazione degli artisti ha sostituito i curatori del Museo del Louvre con l'architetto Achille Oudinot, coadiuvato dal pittore Jules Héreau e dallo scultore Jules Dalou. Il giorno dopo, delegò all'amministrazione provvisoria del Museo del Luxembourg caricaturista André Gill, coadiuvato dallo scultore Jean-Baptiste-Agenor Chapuy e dal pittore Eugene Gluck
Sebbene la Federazione degli artisti si occupasse esclusivamente di pittori, scultori, architetti, decoratori e incisori, un'associazione simile, la Federazione delle Arti, fu creata a metà aprile da professionisti nel teatro e nelle arti operistiche. Queste organizzazioni avevano solo un ruolo limitato; la Comune venne schiacciata il mese successivo.


Convocazione per l'elezione della Commissione federale degli artisti - 4 aprile 1871

Membri del comitato

Pittori
·         François Bonvin
·         Jean-Baptiste Camille Corot
·         Gustave Courbet (presidente)
·         Honoré Daumier
·         Jean-Baptiste Arnaud-Durbec
·         Hippolyte Dubois
·         Augustin Feyen-Perrin
·         Amand Gautier
·         Eugène Gluck
·         Jules Héreau
·         Auguste André Lançon
·         Eugène Le Roux
·         Édouard Manet
·         Henri-Charles Oulevay
·         Ernest Pichio

Scultori
·         Just Becquet
·         Agénor Chapuy
·         Jules Dalou (assessore)
·         Joseph-Charles de Blezer
·         Jean Lagrange
·         Édouard Lindeneher
·         Augustin-Jean Moreau-Vauthier
·         Hippolyte Moulin
·         Auguste Ottin
·         Auguste Poitevin

Architetti
·         Louis-Charles Boileau (segretario)
·         Joseph-Louis Delbrouck
·         Charles, Pascal, Albert Nicolle
·         Achille Oudinot
·         Gustave-Laurent Raulin

Incisori litografici
·         Georges Bellenger
·         Félix Bracquemond
·         Léopold Flameng
·         André Gill
·         Adolphe-Joseph Huot
·         Pothey

Artisti industriali
·         Émile Aubin
·         Boudier (ou Bouvier)
·         Edmé Charles Chabert
·         Chesneau
·         Fuzier
·         Léon-Auguste Ottin
·         Eugène Pottier
·         Émile Reiber
·         Riester
          


[1] Charles Albert d'Arnoux (Charles Constant Albert Nicolas, Vicomte d'Arnoux, Conte di Limoges-Saint-Saëns), noto come Bertall (o Bertal, un anagramma di Albert) o Tortu-Goth (Parigi, 18 dicembre 1820 - Soyons, 24 Marzo, 1882) fu un illustratore, incisore, caricaturista e fotografo. Fu il fumettista anti-napoleonico dell'Almanac des Ouvrier per il 1849, che era in realtà un mezzo di propaganda elettorale del generale Cavaignac per la presidenza della Repubblica (autunno 1848). Bertall trascorse molto tempo sulla stampa come giornalista e fumettista umoristico. Nel marzo del 1871, collaborò con il Grelot e la Soir. Sebbene ostile alla Comune, partecipò alla riunione degli artisti il 14 aprile 1871, una riunione convocata da Courbet, con il permesso della Comune. 400 persone parteciparono alla riunione presieduta da Courbet, con l'assistenza di Eugene Pottier.
[2] L'arte ufficiale è l'insieme delle creazioni artistiche riconosciute, supportate, presentate da un regime politico o religioso, o che rispondono al gusto delle istituzioni culturali di uno Stato. L'arte ufficiale può essere decretata e imposta sotto regimi totalitari, o autoritari, ad esempio sotto il regime fascista. Può anche partecipare alla propaganda e promuovere un'ideologia. La promozione di un regime può anche essere fatta a danno di un'arte che non corrisponde ai criteri dell'arte ufficiale e che è emarginata o proibita, ad esempio, in Francia sotto il Secondo Impero, l'arte accademica fu supportata dal potere a scapito dell'impressionismo, in Germania il nazismo, ed in Italia il fascismo, proibì l'arte moderna che ritennero "degenerata". La prova storica di un'arte ufficiale contribuisce anche all'influenza culturale di una nazione.