JULES
DALOU
Aimé-Jules Dalou, noto come Jules Dalou, è nato a
Parigi il 31 dicembre 1838, ed è stato uno scultore francese. Nacque in una famiglia di artigiani guantai. I suoi
genitori, protestanti, lo allevarono nella laicità e nell'amore per la repubblica.
Jules Dalou mostrò molto giovane il dono per il
disegno e la modellatura, ciò che gli valse l'attenzione di Jean-Baptiste
Carpeaux[1], che nel 1852 lo fece entrare nella Petite
École, la futura École nationale supérieure des arts décoratifs, dove seguì
i corsi di Horace Lecoq de Boisbaudran[2].
Nel 1854
fu ammesso alla Scuola di Belle Arti di Parigi dove studiò pittura nell'atelier
di Abel de Pujol[3] e la scultura in quello di Francisque
Duret[4]. Iniziò a guadagnarsi la vita lavorando
per alcuni ornamentisti. Fu presso uno di questi che ebbe inizio la sua
amicizia con Auguste Rodin[5]. Parigi era allora in pieno cambiamento
e Dalou si formò un'esperienza lavorando nei grandi cantieri della capitale
imparando architettura e decorazione degli immobili sui grandi corsi della
città di Parigi: partecipò alla decorazione dell'Hôtel de La Païva sull'avenue
degli Champs-Élysées. Lavorò anche per il laboratorio di oreficeria dei
fratelli Fannière. Si presentò quattro volte al concorso per il Prix de Rome,
ma venne sempre respinto, il che gli procurò rancore verso le istituzioni
artistiche ufficiali. Presentò al Salone[6] del 1869 un Dafni e Cloe e al
Salone[7]
del 1870 La Brodeuse. I due pezzi vennero acquistati dallo Stato.
Durante questi oscuri anni di formazione Dalou sposò
Irma Vuillier, una donna dal carattere forte che lo sosterrà per tutta la vita.
La coppia ebbe una sola figlia, Georgette, nata con un handicap mentale.
Il conflitto franco-prussiano rovesciò l'ordine del Secondo
Impero e la
sconfitta di Sedan causò la proclamazione
della Terza Repubblica. Dalou s'impegnò nei combattimenti e lo si trova
ufficiale nell'83° battaglione
dei federati. Il 18
marzo 1871 la Comune di
Parigi instaurò un governo insurrezionale. Quando Gustave
Courbet venne eletto presidente della Federazione
degli artisti, la Comune
fissò il suo primo compito: «ripristinare il più presto possibile i musei della
città di Parigi nel loro stato normale, aprire le gallerie al pubblico e
promuovere il lavoro che di solito viene svolto lì». Teatri, biblioteche e
musei riaprirono in primavera in un clima festoso in cui l'accesso di tutti
alla cultura fu finalmente realizzato.
Courbet
chiamò con sé Dalou e lo fece nominare amministratore provvisorio aggiunto del
Museo del Louvre, a fianco di Henry Barbet de Jouy, uno dei responsabili del
museo, con l'incarico di proteggere le collezioni dai vandalismi. Probabilmente
fu grazie a sua moglie, Irma Vuillier e sua figlia Georgette, che Dalou, benché
ufficiale dell'ottantatreesimo battaglione federato, non morì su una barricata.
Il 17
maggio Dalou si trasferì con la famiglia nel museo. Tre giorni dopo fece
apporre i sigilli sulle porte del Louvre perchè 47 guardie del museo furono
requisite per costruire le barricate a Parigi. Fu in quel giorno che il palazzo
delle Tuileries venne incendiato.
All'indomani della Settimana
sanguinante di maggio 1871, Dalou, sua moglie e la loro figlia furono
minacciati in quanto Comunardi.
Barbet de Jouy, faciliterà l'ottenimento di un passaporto per Londra a Dalou e
la sua famiglia, dove furono costretti ad andare in esilio. Il 6 luglio
poterono raggiungere l'Inghilterra, dove chiesero asilo, e furono accolti dal
suo vecchio condiscepolo della Petite École, il pittore e incisore Alphonse
Legros.
La violenza degli eventi, l'incendio
delle Tuileries, la fuga precipitosa verso un paese straniero furono senza
dubbio all'origine della perdita di ragione della sua bambina di tre anni che
necessitò fino alla sua morte, durante la prima guerra mondiale, della presenza
al suo fianco di un adulto responsabile. Per questo Dalou donerà il suo atelier
all'Orfanotrofio delle Arti e per questo motivo i ricercatori hanno attualmente
più di 300 opere acquistate dalla città di Parigi nell'Orfanotrofio dal 1905.
Questi lavori non sono mai stati oggetto di una mostra esauriente. Il
centenario della morte dell'artista sarebbe stata una buona occasione per far
conoscere questi lavori. Al Musée d'Orsay, solo un decimo di questa collezione
è esposta nella Sala Dalou.
A Londra i primi anni furono difficili ma grazie
all'aiuto benevolo che gli fornì Legros[8], molto ben introdotto alla City,
realizzò una serie di statuette in terracotta ispirate dai contadini boulonnais
o da soggetti intimisti (Liseuse, Berceuse), e ritratti dell'aristocrazia
inglese.
Il 1 maggio del 1874 il terzo
Consiglio di Guerra di Parigi condannò Dalou, in contumacia, ai lavori
forzati a vita per le sue funzioni di ufficiale nella Comune ed
il suo posto di amministratore aggiunto del Louvre. Essendosi rifiutato di
chiedere la grazia, fu solo nel maggio 1879, che, dopo essere stato amnistiato
sotto la presidenza Jules Grévy, Dalou e la sua famiglia rientrarono
dall'esilio.
Alla fine del 1874, Dalou trovò un impiego di
professore di modellatura alla National Art Training School. La sua influenza
sarà determinante presso gli cultori britannici della New Sculpture. Egli
ricevette l'ordine per una fontana pubblica chiamata Charity (1877) presso il
Royal Exchange a Londra, e di un monumento per la regina Vittoria, dedicato ai
suoi nipoti nella cappella privata di Frogmore, nel castello di Windsor.
Durante questo periodo di esilio il governo francese
decise d'inviare nel 1876 il bronzo de La Brodeuse alla selezione ufficiale
della Francia per l'esposizione internazionale di Filadelfia. Nonostante tutte
le proposte che gli fecero i colleghi inglesi, egli si rifiutò di esporre nella
sezione inglese del Salone di Francia, non volendo essere ospite di un paese
straniero nel proprio paese.
Dalou tornò in Francia dopo aver concorso per una
statua monumentale della Repubblica destinata alla place de la République a
Parigi.
L'invio di Dalou non corrispondeva ai criteri
richiesti e infine la giuria scelse il progetto dei fratelli Morice, il Monument
à la République. Intanto il suo gruppo statuario Le Triomphe de la
République fu ordinato dalla municipalità per essere eretto sulla piazza
del Trono, rinominata nel 1880 place de la Nation. Delou consacrò vent'anni di
lavoro alla realizzazione di questo monumento.
Gli anni 1881 e 1882 furono difficili, durante questo
periodo egli riprese un'attività di scultore-decoratore per l'ornamentista
Cruchet, collaborando anche in molte occasioni con il ceramista Ernest Chaplet,
ma il Salone del 1883 lo rivelò infine al grande pubblico francese.
Egli vi espose i calchi dei suoi due
altorilievi: La Fraternité des Peuples (nota anche con il titolo La
République) e Mirabeau répondant à Dreux-Brézé, per il quale meritò la
medaglia d'onore. Oggi il bronzo del Mirabeau répondant à Dreux-Brézé,
acquistato dallo Stato nel 1890, orna la sala Casimir-Perier di Palazzo
Borbone a Parigi.
Fuggendo il mondo e vivendo in famiglia, Dalou si dedicò ad un'attività
intensa. In omaggio ad un pittore di cui ammirava l'opera, eseguì il Monument à
Eugène Delacroix, Giardini
del Lussemburgo (1890). Realizzò poi i Monuments à Alphand, avenue Foch
(1891-1896, inaugurato nel 1899), a Boussingault, all'École des arts et métiers
(1895), a Jean Leclaire presso la square des Épinettes a Parigi (1896), a
Charles Floquet nel Cimitero del Père-Lachaise
(1897), a Sidi-Brahim a Orano (1898), a Lazare Hoche a Quiberon (1902).
Dalou concepì un progetto di monumento a Victor
Hugo per il Panthéon (1886), un progetto di Monument à la Justice per Palazzo
Borbone (1892) e un progetto di Monument aux Orateurs, destinato al
Panthéon (1896-1898), ma nessuno dei tre fu mai realizzato.
Gli vennero ordinati i "giacenti" di Auguste
Blanqui (1885) e di Victor
Noir (1890), il medaglione in bronzo di Charles
Amouroux (1885), visibili al cimitero del Père-Lachaise.
Egli ci fa sentire tutta la sua ammirazione per la
pittura di Rubens nel suo gruppo del Triomphe de Silène posto nei giardini
del Lussemburgo (1885). La città di Parigi gli ordinò la statua di Antoine
Lavoisier per il grande anfiteatro della Sorbona (1887), la fontana de La
Bacchanale del Giardino delle serre d'Auteuil (1895-1898), la statua de La
Chanson, all'Hôtel
de Ville, che riproduce i tratti della cantante Yvette Guilbert (1895).
Tra i numerosi busti che egli scolpì dopo il suo
rientro in Francia, vi sono quelli di Charcot[9] (1884), Auguste Vacquerie[10] (1885), Henri
Rochefort (1888), Gustave
Courbet (1890), Henry Liouville[11]
(1890), Mademoiselle Gilardi (1890), Ernest Cresson (1897), Paul Richer (1900),
Jean Gigoux[12] (1900), e Marie Laurent (inacquistato,
1901).
Per l'Esposizione universale del
1889, detta Esposizione del Centenario, viene esposto sulla Piazza della
Nazione il calco (dipinto in bronzo) del gruppo allegorico La Repubblica,
ordinato dalla città di Parigi nel 1879 e la cui versione in bronzo fu
inaugurata solo vent'anni dopo. Con quest'opera ottenne il Gran Premio di
Scultura dell'Esposizione.
Dalou lasciò la Société des Artistes Français nel
1890 per esporre ormai alla Société nationale des beaux-arts, di cui era membro
fondatore insieme a Ernest Meissonier, Auguste Rodin e Pierre Puvis de
Chavannes.
Nominato cavaliere della Legion d'onore nel 1883, poi
promosso ufficiale dal presidente Carnot nel 1889, fu elevato al grado di
commendatore nel 1899 dal Presidente Loubet all'inaugurazione del suo monumento
Triomphe de la République.
Non ebbe il tempo di portare a compimento il suo
ultimo progetto, un Monument aux Travailleurs (o Monument aux Ouvriers), la cui
idea gli era venuta nel 1889, all'indomani della inaugurazione del Triomphe de
la République. Il formalismo della cerimonia e le sfilate militari avevano
tenuto la gente lontana da questa manifestazione ufficiale. Dalou ne era
rimasto deluso. Fedele al suo ideale repubblicano, egli si era augurato che questa
inaugurazione fosse l'occasione per una grande festa popolare e democratica
(come sarà poi all'inaugurazione del bronzo nel 1899). La sua idea fu quella di
rendere un omaggio al mondo degli operai, degli artigiani e dei contadini
dedicando loro quest'opera, della quale essi sarebbero stati il soggetto
centrale. Alla fine della sua carriera egli così descrisse il progetto:
“Io credo di aver infine trovato il monumento agli
Operai che cerco dal 1889. La disposizione generale sarà all'insegna di Priapo,
Dio dei Giardini, simbolo della creazione, del ceppo, culla e tomba del povero,
infine del tubo dell'officina, prigione ove si passa la vita. Sobrio, senza
modanature né ornamenti, io desidero che abbia l'aspetto grave e imponente, se
possibile, che il soggetto comporta. Ce la farò? Questo è il problema. Io sono
anziano e per di più la mia salute è cagionevole (Giornale di Dalou trascritto
da Dreyfous in Dalou, sa vie et son œuvre, 15 marzo 1898, p. 256)”.
Jules Dalou è morto a Parigi il 15 aprile 1902,
riposa nel Cimitero di Montparnasse.
I numerosi schizzi rinvenuti nel suo laboratorio dopo
il suo decesso sono conservati al Petit Palais. La statua del Grand paysan
(verso il 1897-1902, Parigi, museo d'Orsay) prefigura, in una scala minore, i
personaggi che egli progettava di mettere nelle sedici nicchie contornanti la
colonna, dovendo il tutto misurare 32 metri di altezza.
Con integrità e orgoglio, non fece mai concessioni
nella sua arte, anche se è stato in grado di adattarsi agli ordini privati e
pubblici. Al suo ritorno in Francia, parteciperà all'attuazione della Terza
Repubblica del programma di educazione popolare della Comune
coprendo Parigi con sculture. Lettore di Proudhon,
si osserva nei suoi taccuini intimi questa citazione: "L'arte è una rappresentazione
della natura e di noi stessi per lo sviluppo fisico e morale della nostra
specie".
Dopo la sua morte, Camille Lefèvre terminò il Monument
à Gambetta
di Bordeaux (1904) ed eseguì secondo gli schizzi di Dalou il Monument à
Émile Levassor, detto anche Monument de l'Automobiliste (1907) porte
Maillot a Parigi. Il Monument à Scheurer-Kestner, senatore pro Dreyfus[13], fu realizzato dai praticanti di Dalou
secondo il modello in gesso delle figure in grandezza reale che erano state
realizzate interamente dalla mano dell'artista. Questo monumento fu inaugurato
nel 1908 presso i giardini
del Lussemburgo a Parigi.
La Fraternité des Peuples (1883), altorilievo in gesso nella
sala dei matrimoni del palazzo municipale del 10° arrondissement di Parigi.
Mirabeau répondant à Dreux-Brézé (1883), altorilievo in
bronzo, sala Casimir-Perier nel Palazzo Borbone.
Monument funéraire d'Auguste Blanqui (1885), cimitero del
Père-Lachaise.
Monument à Eugène Delacroix (1890), Giardini del
Lussemburgo.
Monument funéraire de Victor Noir (1891), cimitero del
Père-Lachaise.
Monument à Boussingault inaugurato
nella corte del Conservatorio delle Arti e Mestieri nel 1895, smontato e poi
rimontato nello CNAM di La Plaine Saint-Denis[8].
le Progrès entraînant le Commerce et l'Industrie (1895),
frontone dei Grandi Magazzini Dufayel, al 26 di rue de Clignancourt di Parigi.
Le Triomphe de la République (1899), gruppo monumentale in
bronzo della place de la Nation a Parigi.
Monument à Lazare Hoche (1902), Quiberon. Il modello della
statua in gesso si trova al Pantheon.
Monument à Gambetta, viale de Tourny
a Bordeaux, rimesso in città nel 1904, inaugurato nel 1905, smontato nel
1961[13].
Monument à Émile Levassor, inaugurato nel 1907 all'entrata
del bois de Boulogne, spostato nel 1972 nelle square Alexandre-et-René-Parodi,
boulevard de l'Amiral-Bruix.
Monument à Scheurer-Kestner (1908), Giardino del
Lussemburgo.
La Fraternité des Peuples (1883), palazzo municipale del 10°
arrondissement di Parigi.
Mirabeau répondant à Dreux-Brézé (1890), Parigi, Palazzo Borbone.
Monument à Eugène Delacroix (1890), Parigi, Giardino del Lussemburgo.
Giacente di Victor Noir (1891), Parigi, cimitero del Père-Lachaise.
Le Triomphe de Silène (1898), Parigi, Giardino del Lussemburgo.
Le Triomphe de la République (1899), Parigi, place de la Nation.
Monument à Alphand (1899), Parigi, avenue Foch.
Monument à Scheurer-Kestner (1908), Parigi, Giardino del Lussemburgo.
Tutti ciò che era rimasto del laboratorio di Dalou dopo il
suo decesso è stato acquistato nel 1905 dal museo del Petit Palais a Parigi.
Parigi, museo d'Orsay:
Liseuse, vers 1875, terracotta
Femme nue lisant dans un fauteuil, 1878, bronzo
Grand Paysan, bronzo
Travailleur debout tenant une bêche, bronzo
Terrassier chargeant, bronzo alla cera perduta, patina bruno-rossa
(fonderie Hébrard)
Tonnelier avec des cordes, bronzo
Rebatteur de faux, bronzo
Sculture ornementali per le facciate dell'hôtel Menier nel
Parc Monceau.
Statua de Lavoisier a Blaye-les-Mines.
La Renommée, 1886, bronzo, museo Bonnat-Helleu.
Le municipalità di Parigi (rue Dalou, 15°
arrondissement), Béziers, Brive-la-Gaillarde, Évry, La Rochelle, Malakoff,
Perpignan, Toulouse, Vitry-sur-Seine e Montréal (quartiere di Snowdon) gli
hanno dedicato delle vie che portano il suo nome.
Il nome del café-brasserie «Le Dalou» (piazza della
Nazione 30, 12°
arrondissement di Parigi) costituisce l'omaggio più popolare.
Lawrence, Alma, Tadema. Dalou, con sua sua moglie e sua fuglia nel 1876 |
[2] Horace Lecoq
de Boisbaudran, spesso chiamato Lecoq, è stato un pittore e pedagogo
francese nato 14 maggio 1802 a Parigi, dove morì 7 agosto 1897.
[3] Alexandre-Denis-Abel
de Pujol o Abel de Pujol (30 gennaio 1785 a Valenciennes - 29 settembre 1861 a
Parigi) era un pittore francese. Dipinse il soffitto della grande scalinata del
Louvre, la galerie de Diane a Fontainebleau e il soffitto della Bourse de
Paris. Membro dell'Institut de France,
era ufficiale della Legion d'Onore.
[4] Francisque Joseph Duret è stato uno
scultore francese, nato il 19 ottobre 1804 a Parigi dove morì il 26 maggio 1865.
[5] François-Auguste-René Rodin
(Parigi, 12 novembre 1840 – Meudon, 17 novembre 1917) è stato uno scultore e
pittore francese, famoso, tra l’altro, per essere l’autore della scultura
“Il Pensatore”.
[6] Il Salon fu un'esposizione
periodica di pittura e scultura, che si svolse al Louvre di Parigi, con cadenza
biennale fino al 1863 ed annuale in seguito (decreto imperiale del 13 novembre
1863), dal XVII al XIX secolo. I Salon furono proprio
coloro che decidevano se un quadro potesse essere messo o meno in esposizione
alla stessa stregua.
[7] Il
Salon fu un'esposizione periodica di pittura e scultura, che si svolse al
Louvre di Parigi, con cadenza biennale fino al 1863 ed annuale in seguito
(decreto imperiale del 13 novembre 1863), dal XVII al XIX secolo. I Salon furono proprio coloro che decidevano
se un quadro potesse essere messo o meno in esposizione alla stessa stregua.
[8] Alphonse Legros (Digione, 8 maggio 1837 – Watford, 8 dicembre
1911) è stato un pittore, incisore e scultore francese naturalizzato
britannico. Sul finire dell'epoca Vittoriana Legros ha certamente lasciato una
forte impronta nella storia del disegno in Inghilterra, e si è particolarmente
distinto come docente dell'University College di Londra.
[9] Jean-Martin Charcot (Parigi, 29 novembre 1825 –
Montsauche-les-Settons, 16 agosto 1893) è stato un neurologo francese. Egli è
noto principalmente per i suoi studi neuropsichiatrici sull'isteria (che
ispirarono Sigmund Freud) e per essere stato il primo a identificare e
descrivere alcune malattie neurologiche importanti come la sclerosi laterale
amiotrofica (detta infatti anche malattia di Charcot) e la neuropatia
ereditaria denominata malattia di Charcot-Marie-Tooth.
[10] Auguste Vacquerie,
nato a Villequier il 19 novembre 1819 e morì a Parigi il 19 febbraio 1895, è stato un poeta
francese, drammaturgo, fotografo e giornalista.
[11] Henri
Liouville (Parigi, 17 agosto 1837 - Id , 20 giugno 1887 ), è medico e politico francese, professore di
medicina alla Facoltà di Parigi (1875) e deputato alla Mosa (1876-1887).
[12] Jean-François Gigoux
(Besançon, 6 gennaio 1806 – Besançon, 11 dicembre 1894) è stato un pittore, disegnatore, litografo, illustratore francese
e collezionista di arte.
[13] Alfred Dreyfus (Mulhouse, 9 ottobre 1859 – Parigi, 12
luglio 1935) è stato un militare francese. Nel 1871 la Francia era reduce dalla
sconfitta
subita nella guerra
Franco-Prussiana, ed i rapporti interni erano ancora tesi.
Nonostante il processo si basasse su documenti palesemente falsi, Dreyfus fu
condannato quale estensore di una lettera indirizzata ad un ufficiale tedesco
in cui venivano rivelate importanti informazioni militari francesi. Nonostante
l'esplodere del caso, Dreyfus non fu interamente riabilitato prima del luglio
1906, grazie a un verdetto della Corte di Cassazione.
La tomba di Victor Noir al Père-Lachaise |
La tomba di Victor Noir La tomba di Victor Noir al Père-Lachaise |
Monumento a Alphand (1899), Parigi, avenue Foch |
Monumento a Eugène Delacroix (1890), Parigi, Giardino del Lussemburgo |
Monumento a Scheurer-Kestner (1908), Parigi, Giardino del Lussemburgo. |