venerdì 26 luglio 2019

02-14-MA29 – Simon MAYER

SIMON MAYER


Simon Charles Mayer è nato a Nancy[1] il 17 maggio 1820.
Si presentava come un letterato: "Come mio padre, mi sono dedicato in particolare alle arti e alla letteratura a cui ho dedicato una parte della mia vita e la mia fortuna"; non conosceva l'ortografia, ma affermava di aver fondato la "Società degli Artisti Riuniti" e di aver pubblicato la Réforme douanière e il Monde des Arts.
Nel 1862 teneva un caffè; il tribunale della Seine lo dichiarò in fallimento il 2 maggio dello stesso anno. Nel 1870 era vedovo e viveva a Vanves[2] con i suoi quattro figli: un figlio di ventidue anni che fu chiamato nell'esercito nel 1870; due ragazze di diciannove e sedici anni, un figlio di quindici anni e mezzo. Simon Mayer era stato esonerato dal servizio militare perché aveva un fratello sotto le armi; nella guerra contro la Prussia, tuttavia, si arruolò in un battaglione di "veterani": prestò servizio con il 169° battaglione della Guardia Nazionale. Nominatovi capitano, il 18 marzo 1871 era di guardia a Montmartre, allo Château-Rouge, quando il generale Lecomte vi fu fatto prigioniero.
Cosa è successo esattamente? Simon Mayer tendeva a minimizzare il suo ruolo, riducendolo a quello di un semplice artista che cercava invano di fermare il dramma. Disse di aver ricevuto dal Comitato Centrale un ordine scritto di consegnare i generali e di averli fucilati, ma di non aver conservato quell’ordine. Aveva avvertito Clemenceau, sindaco del diciottesimo arrondissement, e gli aveva consigliato di non eccitare il popolo. Mayer, se dobbiamo credergli, ha prestato tutta la sua attenzione agli ufficiali sotto la sua responsabilità, e dopo l'esecuzione dei generali aveva liberato i superstiti. Poi disse di essere stato uno spedizioniere fino al 25 aprile.
Il 27 aprile era colonnello incaricato dell'organizzazione delle legioni; il 1° maggio era comandante maggiore di Place Vendome; il 4 maggio venne nominato vicedirettore dei movimenti al ministero della guerra. In qualità di comandante maggiore della Place Vendome, fu lui che rilascerà gli inviti per assistere all’abbattimento della colonna Vendome, il 16 maggio 1871.
Mayer affermò di non aver preso parte ai combattimento di strada: "Quattro volte sono stato arrestato, volevamo costringermi a prendere parte alla lotta che si stava preparando per le strade di Parigi, quattro volte ho resistito energicamente".
Arrestato il 7 luglio all'ippodromo di Longchamp, fu condotto davanti al sesto Consiglio della guerra e accusato di aver preso parte all'assassinio dei generali Clément-Thomas e Lecomte. La sua difesa mancò di fermezza e dignità; scrisse al prefetto di polizia, il generale Valentin, protestò la sua innocenza, affermò i suoi «sentimenti massonici», cadde in confusione sui nomi, ecc. Fu comunque condannato a morte il 18 novembre 1871.
La pena fu commutata il 21 febbraio 1872 ai lavori forzati a vita, e il 3 marzo Mayer fu trasferito nel carcere di Tolone, da dove la nave Virginia lo portò in Nuova Caledonia. Nel'Isola di Nou, fino al 1880, fece tutte le bassezze possibili per uscire dalle galee. Nel 1875 la sua condanna fu nuovamente commutata, questa volta in deportazione in un recinto fortificato. Amnistiato nel 1879, tornò con la nave Piccardia e nel 1880 pubblicò nel Petit National i suoi "Souvenirs d’un déporté. Étapes d’un forçat politique".
Simon Mayer era ebreo e massone (iniziato nel 1867 alla Union Parfaite de la Persévérance, una loggia fondata nel 1778 che accolse molti blanquisti[3]).
È morto a Basilea (Svizzera) all'inizio di giugno 1887. 
Simon Mayer, comandante della Guardia Nazionale, qui in Piazza Vendome.



[1] Nel dipartimento della Meurthe e Mosella nella regione Grand Est.
[2] Nel dipartimento dell'Hauts-de-Seine nella regione dell'Île-de-France.
[3] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.