Hippolyte
BAUBEAU DE SECONDIGNÉ
Hippolyte, Achille, Henry Baubeau De Secondigné è
nato il 20 febbraio 1844 a Melle[1],
e fu un uomo di lettere e giornalista
della Comune.
Secondo lo stato civile, la
sua vera identità era Baubeau Hipolyte, Achille. Il nome Secondigné deriva dal
nome del comune e del villaggio (oggi Secondigné-sur-Belle[2])
dove suo padre iniziò il suo lavoro di insegnante. Suo fratello maggiore,
ucciso nel 1870, era entrato nell'Ecole Polytechnique; lui stesso aveva scelto
una carriera letteraria e parigina; nel 1868 fondò Le Pavé, che
pubblicava le cronache parigini, teatrali eccetera; ma sembra che il giornale
abbia cessato le pubblicazioni quando è diventato a pagamento, il 1° gennaio
1869; inoltre, il suo direttore è stato condannato ad un mese di prigione per
averlo pubblicato senza autorizzazione. Sotto l'Impero,
aveva anche collaborato col Soleil, col Corsaire del 1868. Anche Les
Tablettes de Paris, La Petite Lanterne e Le Citoyen, lo
avevano avuto in seguito come redattore.
Durante il 1°
assedio, era capitano del 189° battaglione e disse di essersi dimesso il 18
marzo. Sotto la Comune, ha
fatto soprattutto il giornalista a le Mont Aventin, un giornale delle Buttes-Montmartre,
che era apparso già il 26
marzo, ma ebbe solo un'esistenza effimera. Ha scritto principalmente sul Le
Bonnet rouge (dal 10
al 22
aprile), poi sotto un’altra testata, ne l’Estafette (dal 23
aprile al 15
maggio). Piuttosto che studi sfumati sulla situazione, preferiva scrivere
instancabili liriche e verità accessibili all'uomo comune: «La Comune
nacque dalla decadenza dell'Impero,
aggravata nel 1870 da incapaci politici. Ha portato la grande rivoluzione
sociale al cui frontespizio si leggono queste sublimi parole: Liberté! Égalité!
Fraternité!» (l’Estafette, 23
aprile). Sottolineò il carattere morale, e quindi inevitabile,
dell'insurrezione: «Giustizia, vigore e
onestà - queste tre parole definiscono essenzialmente la rivoluzione del 18
marzo, per iniziativa del Comitato
centrale» - potere emanato direttamente dal popolo armato (l’Estafette,
7
maggio). Ma la rivoluzione deve rimanere vigile: «La Comune
è troppo parlamentare. Decreta, ma i suoi decreti hanno forza solo sulla carta»
(l’Estafette, 14
maggio)
Dopo la Settimana
sanguinante, Baubeau cambiò diverse volte il suo domicilio. Abitò in cité
de Trévise, nel 9°
arrondissement, è stato arrestato il 13 ottobre 1871 all'angolo della rue
Richer, o all'angolo di Rue de Maubeuge e Lamartine, hanno scritto le fonti. È
scampato alle fucilazioni del collegio Rollin a Baubeau seguì un percorso
difficile da specificare: portato vicino al Parc Monceau, è stato mandato fino
all'inizio di novembre nelle carceri della Prefettura della polizia, poi
incarceraro a Versailles
nelle prigioni delle Grandes-Écuries, poi nelle Chantiers e infine a Satory.
Fu infine spedito a Brest sui pontoni[3];
rimase lì per quattro mesi, «non avendo il più piccolo incendio e il più
piccolo ostaggio
sulla coscienza»; poi un amico ottenne che fosse mandato, malato, all'ospedale
di Versailles da dove lo fece scappare. Fuggì a Bruxelles, dove scrisse le sue
memorie; il 3°
consiglio di guerra tenutosi a Versailles
lo condannò in contumacia, il 26 gennaio 1872, alla deportazione per le sue
attività di giornalista. Il 27 marzo 1872, o il 2 maggio, la sua pena fu
commutata in 5 anni di prigione e il degrado civico per avere, con i suoi
scritti, provocato la guerra civile e insultò il capo del governo e l'Assemblea
nazionale. Baubeau venne nuovamente arrestato il 4 giugno 1872 in
Belle-Île-en-Mer[4] e trasferito
nel carcere di Embrun[5],
l’11 settembre 1872, dove rimase fino all’11 dicembre 1872, quando venne
trasferito al carcere di Sainte-Ménehould[6].
Fu amnistiato
nel 1879.
Rilasciato prima dell’amnistia,
nel 1875, scrisse qualche articolo in Le Peuple, Le Réveil e Le
Républicain. Dal 1880 divenne direttore del Citoyen, un giornale
quotidiano radicale, in cui sosteneva le dottrine collettiviste e
rivoluzionarie. Il 21 Agosto 1881 si era candidato alle elezioni legislative
nella 2ª circoscrizione di Rouen[7]
(Bassa Seine, Seine-Maritime), nel distretto di Elbeuf, Boos e Grand-Couronne[8],
dove la sua candidatura venne sponsorizzata dal Partito Socialista Operaio, e
sostenuto dall'Unione repubblicana di Sotteville-lès-Rouen[9]
e dal Comitato centrale elettorale dei lavoratori socialisti di Elbeuf[10].
Ottenne 1083 voti sul suo nome, pari al 7,3%, contro il deputato uscente
Dautresme che è stato rieletto con l'86,2%.
Dopo essersi sposato,
probabilmente in Belgio, emigrò in Argentina, dove la sua famiglia e i suoi
discendenti vivevano ancora, a Buenos Aires, nel 1972.
È morto in quest'ultima città nel
1904.
[1] Nel
dipartimento delle Deux-Sèvres nella regione della Nuova Aquitania.
[2] Nel
dipartimento delle Deux-Sèvres nella regione della Nuova Aquitania.
[3] Un pontone era una prigione galleggiante dalla fine
del xviii secolo e all'inizio del xix secolo. I pontoni erano navi da guerra
disarmate - vale a dire, nella lingua marittima, senza mezzi di navigazione,
che in questo caso arrivavano fino alla rimozione degli alberi - e ancorati
vicino alla costa. I prigionieri erano ammassati
in grandi quantità, il vantaggio era che un piccolo numero di guardiani era
sufficiente per controllare i prigionieri.
[4] Un'isola
francese al largo della costa della Bretagna.
[5] Nel
dipartimento delle Alte Alpi della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
[6] Nel
dipartimento della Marna nella regione Grand Est.
[7] Nel dipartimento Seine-Maritime, capoluogo della Normandia, regione della Francia
settentrionale, è una città portuale sulla Senna.
[8] Tutte
nel dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[9] Nel dipartimento
della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[10] Nel dipartimento
della Senna Marittima nella regione della Normandia.