giovedì 27 giugno 2019

02-14-BAU01 - Hippolyte BAUBEAU DE SECONDIGNÉ

Hippolyte BAUBEAU DE SECONDIGNÉ


Hippolyte, Achille, Henry Baubeau De Secondigné è nato il 20 febbraio 1844 a Melle[1], e fu un uomo di lettere e  giornalista della Comune.
Secondo lo stato civile, la sua vera identità era Baubeau Hipolyte, Achille. Il nome Secondigné deriva dal nome del comune e del villaggio (oggi Secondigné-sur-Belle[2]) dove suo padre iniziò il suo lavoro di insegnante. Suo fratello maggiore, ucciso nel 1870, era entrato nell'Ecole Polytechnique; lui stesso aveva scelto una carriera letteraria e parigina; nel 1868 fondò Le Pavé, che pubblicava le cronache parigini, teatrali eccetera; ma sembra che il giornale abbia cessato le pubblicazioni quando è diventato a pagamento, il 1° gennaio 1869; inoltre, il suo direttore è stato condannato ad un mese di prigione per averlo pubblicato senza autorizzazione. Sotto l'Impero, aveva anche collaborato col Soleil, col Corsaire del 1868. Anche Les Tablettes de Paris, La Petite Lanterne e Le Citoyen, lo avevano avuto in seguito come redattore.
Durante il 1° assedio, era capitano del 189° battaglione e disse di essersi dimesso il 18 marzo. Sotto la Comune, ha fatto soprattutto il giornalista a le Mont Aventin, un giornale delle Buttes-Montmartre, che era apparso già il 26 marzo, ma ebbe solo un'esistenza effimera. Ha scritto principalmente sul Le Bonnet rouge (dal 10 al 22 aprile), poi sotto un’altra testata, ne l’Estafette (dal 23 aprile al 15 maggio). Piuttosto che studi sfumati sulla situazione, preferiva scrivere instancabili liriche e verità accessibili all'uomo comune: «La Comune nacque dalla decadenza dell'Impero, aggravata nel 1870 da incapaci politici. Ha portato la grande rivoluzione sociale al cui frontespizio si leggono queste sublimi parole: Liberté! Égalité! Fraternité!» (l’Estafette, 23 aprile). Sottolineò il carattere morale, e quindi inevitabile, dell'insurrezione: «Giustizia, vigore e onestà - queste tre parole definiscono essenzialmente la rivoluzione del 18 marzo, per iniziativa del Comitato centrale» - potere emanato direttamente dal popolo armato (l’Estafette, 7 maggio). Ma la rivoluzione deve rimanere vigile: «La Comune è troppo parlamentare. Decreta, ma i suoi decreti hanno forza solo sulla carta» (l’Estafette, 14 maggio)
Dopo la Settimana sanguinante, Baubeau cambiò diverse volte il suo domicilio. Abitò in cité de Trévise, nel 9° arrondissement, è stato arrestato il 13 ottobre 1871 all'angolo della rue Richer, o all'angolo di Rue de Maubeuge e Lamartine, hanno scritto le fonti. È scampato alle fucilazioni del collegio Rollin a Baubeau seguì un percorso difficile da specificare: portato vicino al Parc Monceau, è stato mandato fino all'inizio di novembre nelle carceri della Prefettura della polizia, poi incarceraro a Versailles nelle prigioni delle Grandes-Écuries, poi nelle Chantiers e infine a Satory. Fu infine spedito a Brest sui pontoni[3]; rimase lì per quattro mesi, «non avendo il più piccolo incendio e il più piccolo ostaggio sulla coscienza»; poi un amico ottenne che fosse mandato, malato, all'ospedale di Versailles da dove lo fece scappare. Fuggì a Bruxelles, dove scrisse le sue memorie; il 3° consiglio di guerra tenutosi a Versailles lo condannò in contumacia, il 26 gennaio 1872, alla deportazione per le sue attività di giornalista. Il 27 marzo 1872, o il 2 maggio, la sua pena fu commutata in 5 anni di prigione e il degrado civico per avere, con i suoi scritti, provocato la guerra civile e insultò il capo del governo e l'Assemblea nazionale. Baubeau venne nuovamente arrestato il 4 giugno 1872 in Belle-Île-en-Mer[4] e trasferito nel carcere di Embrun[5], l’11 settembre 1872, dove rimase fino all’11 dicembre 1872, quando venne trasferito al carcere di Sainte-Ménehould[6]. Fu amnistiato nel 1879.
Rilasciato prima dell’amnistia, nel 1875, scrisse qualche articolo in Le Peuple, Le Réveil e Le Républicain. Dal 1880 divenne direttore del Citoyen, un giornale quotidiano radicale, in cui sosteneva le dottrine collettiviste e rivoluzionarie. Il 21 Agosto 1881 si era candidato alle elezioni legislative nella 2ª circoscrizione di Rouen[7] (Bassa Seine, Seine-Maritime), nel distretto di Elbeuf, Boos e Grand-Couronne[8], dove la sua candidatura venne sponsorizzata dal Partito Socialista Operaio, e sostenuto dall'Unione repubblicana di Sotteville-lès-Rouen[9] e dal Comitato centrale elettorale dei lavoratori socialisti di Elbeuf[10]. Ottenne 1083 voti sul suo nome, pari al 7,3%, contro il deputato uscente Dautresme che è stato rieletto con l'86,2%.
Dopo essersi sposato, probabilmente in Belgio, emigrò in Argentina, dove la sua famiglia e i suoi discendenti vivevano ancora, a Buenos Aires, nel 1972.
È morto in quest'ultima città nel 1904.




[1] Nel dipartimento delle Deux-Sèvres nella regione della Nuova Aquitania.
[2] Nel dipartimento delle Deux-Sèvres nella regione della Nuova Aquitania.
[3] Un pontone era una prigione galleggiante dalla fine del xviii secolo e all'inizio del xix secolo. I pontoni erano navi da guerra disarmate - vale a dire, nella lingua marittima, senza mezzi di navigazione, che in questo caso arrivavano fino alla rimozione degli alberi - e ancorati vicino alla costa. I prigionieri erano ammassati in grandi quantità, il vantaggio era che un piccolo numero di guardiani era sufficiente per controllare i prigionieri.
[4] Un'isola francese al largo della costa della Bretagna.
[5] Nel dipartimento delle Alte Alpi della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
[6] Nel dipartimento della Marna nella regione Grand Est.
[7] Nel dipartimento Seine-Maritime, capoluogo della Normandia, regione della Francia settentrionale, è una città portuale sulla Senna.
[8] Tutte nel dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[9] Nel dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[10] Nel dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.