L’ESTAFETTE (LA
STAFFETTA)
Amministrazione: rue de la Bourse 3.
Redaziore: rue N.-D.-des-Victoires 32.
Direttore: Lefévre.
Stamperia
speciale di L’Estafette.
Redattori: Secondigné,
che si firmò Le Père André nei numeri 1, 2 e 13, Georges Dautraj, A.
Saint-Léger, L.
Hugonnet, Camille
Barrère, Maxime
Vuillaume, Le
Guillois, Ribérac.
Foglio
singolo, grande formato. Prezzo: un soldo.
L'Estafette
fu molto favorevole alla Comune ma
non manifestò sempre un grande senso politico. Trattava spesso del valore dei
federati, della demoralizzazione dei soldati di Versailles, e in numerosi
articoli ironizzava su Thiers:
"Squittisce anziché parlare", "Squittio morirà!", "I
preti di Squittio" Di tanto in tanto, il giornale si lamentava della Comune su
delle rivalità di potere tra il Comitato
centrale e il Consiglio
Comunale. Il giornale comunque elogiava la Comune che
diceva "giustizia, vigore e onestà alla Rivoluzione".
Il primo
numero di L'Estafette ha avuto una seconda edizione in serata, dando i
rapporti militari del giorno. Questo è stato l'unico. Il giorno dopo, il
giornale annunciò che da quel giorno avrebbe avuto solo un'edizione mattutina.
Lunedì
24, L'Estafette non è uscito, probabilmente per vendere i numeri
invenduti del giorno precedente.
Dal 1°
maggio (n. 8), è tutto punteggiato da piccoli carichi, disegnati da Randon,
e messi al posto dei fiori.
Il
sottotitolo di: Secondigné,
redattore capo, appare per la prima volta al numero 10 (3
maggio).
Il numero 12
è erroneamente datato giovedì
4 maggio, invece di: venerdì
5 maggio.
Il 6
maggio (n. 13), gli uffici editoriali sono stati riuniti presso
l'amministrazione, rue de la Bourse 3.
L'Estafette
è stato la continuazione de Le Bonnet Rouge (Berretto rosso).