RUE D'ARRAS, 3
Rue d'Arras è una via situata
nel quartiere Saint-Victor nel 5°
arrondissement di Parigi.
Parlare di questa via vuol
dire parlare delle donne
della Comune.
Un’associazione chiamata Unione
delle donne era stata fondata durante l'assedio di Parigi, strutturata nei
comitati di quartiere e con un Comitato centrale, con sede al numero 3 di
questa via, chiamato Comitato delle Donne di rue d'Arras, il cui ispiratore e
creatore fu il futuro membro della Comune Jules
Allix insieme ad una dozzina di donne, tra le quali la signora
Allix ed Elisabeth
Dmitrieff. Nella prima metà di ottobre, il suo comitato era formato da 160
comitati di quartiere attivi e da 1.800 membri. In ogni arrondissement,
dei comitati vennero organizzati in diretta relazione con il Comitato
centrale. Nello statuto, le aderenti, che si distinguevano nell'abito
indossando una sciarpa e un bracciale rosso, si impegnavano a riunirsi tutti i
giorni e di presentare un rapporto scritto degli avvenimenti della giornata. Si
prevedeva anche l'uso delle armi in caso di necessità, l'acquisto di petrolio -
da qui, come è noto, l'appellativo di petroleuses
dato a molte Comunarde
-, il rifornimento per i combattenti delle barricate e l'assistenza ai feriti.
In effetti, molte furono le donne che combatterono in prima fila sulle
barricate: André Léo
scrive di «molte migliaia», Louise
Michel di circa duemila.
Le Comunarde
lottarono per essere uguali agli uomini, per la loro libertà, ma soprattutto
allargarono la loro lotta per la rivendicazione della giustizia sociale per
realizzare il loro desiderio di porre fine allo sfruttamento e il dominio degli
uni sugli altri. Denunciarono nei club lo
sfruttamento del lavoratore da parte del padrone. Volevano estirpare i ricchi
della società ma anche la religione perché ritenevano che l'influenza religiosa
sul popolo fosse un fattore determinante.
Il Comitato
delle Donne sosteneva l'uguaglianza dei sessi ("tutta la
disuguaglianza e tutto l’antagonismo tra i sessi è una delle basi del potere
delle classi dominanti"), la parità di retribuzione, il diritto al
lavoro, alla salute, il diritto al divorzio per le donne, il diritto
all'istruzione laica e la formazione professionale per le ragazze. Le donne
chiedevano inoltre la rimozione delle distinzioni tra donne conviventi e
sposate, tra figli legittimi e illegittimi, l'abolizione della prostituzione
come forma di sfruttamento commerciale degli esseri umani da parte di altre le
creature umane, e ottenere la chiusura delle case di tolleranza. Chiedevano il
diritto di partecipare a diverse commissioni comunali stabilite nei distretti e
l’organizzazione di laboratori cooperativi. La lotta per la loro emancipazione
appartiene a quella della classe operaia. Così scrivevano: «Vogliamo
lavorare per mantenere il prodotto, più degli sfruttatori, più dei padroni».
Per lo storico inglese Eugene
Schulkind si potevano contare un po' più di 300 donne appartenenti all'Unione;
solo trenta furono identificate e sistematicamente ricercate dalla giustizia
versaigliese, vittima dei propri stereotipi, cercava le petroleuses
e le criminali. La maggior parte dei membri dell'Unione
erano, naturalmente, operaie del vestiario: sarte, lavandaie, stiratrici,
meccaniche (sarte alla macchina per cucire, ancora rara a Parigi) ... La
lavandaia Marie
Adrienne Colleville detta Alice Bontemps era la delegata per il 18°
arrondissement, Aline
Jacquier per il 17°,
Blanche
Lefebvre, modista per il 10°.
Sei donne delegate passarono sotto il Comitato di rue d’Arras, tra cui Marceline
Leloup, dell'11°
arrondissement, Octavia
Vataire, sarta, del 7°;
Mathilde
Picot, dell’8°.
Un detenuto testimonierà di aver sentito la signora Hardouin,
insegnante, parlare ad una riunione dell'Unione:
"Lei trattava la questione dell'educazione dei bambini e quella del
lavoro attraverso lo scambio. Ha anche detto che i preti non dovrebbero essere
usati per allevare figli perché erano solo bravi a distorcere le idee e il
carattere di coloro che li avvicinavano". Si noti che l'Unione
non ottenne il sostegno di tutte le donne 'repubblicane-socialiste', per
ragioni che non sono realmente chiare. André Léo,
che si occupava del giornale La Sociale, nel quale scrisse alcuni
articoli di socializzazione, era un po’ riluttante verso l’Unione,
così come Anna
Jaclard, anche se militante attiva nel 17°
arrondissement con André Léo.
Louise
Michel, è ben noto, preferì combattere nelle trincee a fianco dei suoi
compagni di sesso maschile.
C'era anche una folla di
piccoli gruppi nei quartieri, che conosciamo dalle poche tracce che lasciarono
qua e là, appelli sulla stampa, note allusive nei fascicoli dei consigli
di guerra. Dei comitati erano stati formati per raccogliere offerte per le
guardie nazionali ferite, le loro vedove e gli orfani.