DOMENICA 28 MAGGIO 1871
(8 PRATILE
ANNO 79)
Soldati versagliesi alla fine della Settimana sanguinante |
La pioggia. Gli
incendi. Il bombardamento di Belleville:
sono le ultime ore della resistenza dei lavoratori di Parigi. L'estrema
resistenza sulle barricate viene opposta al Faubourg du Tempie, rue Oberkampf,
rue Saint Maur, rue Ramponneau.
I soldati non lasciano tregua
agli ultimi Comunardi.
Alle 5 del mattino, gli uomini di Vinoy
e Ladmirault riprendono la loro avanzata. Costeggiano le fortificazioni della
città fino alla porta Romainville, occupano la barricata di rue Rebeval e
attaccano da dietro le posizioni di rue de Paris. Cinque o sei Federati
tengono la barricata per diverse ore.
Alle 8 del mattino, l'esercito dell'ordine occupa il municipio del 20°
arronsissement. Vinoy
manda una colonna di soldati per prendere la prigione di la Roquette, che era
stata evacuata tanto tempo fa. Alle 9 del mattino, i soldati liberano 150
prigionieri, poliziotti, gendarmi, preti, molti nemici della Comune di
cui i parigini non se ne erano più occupati.
Alle 10 in punto, un piccolo
gruppo di insorti resiste ancora. Alcune barricate sono ancora in piedi nel 20°
arronsissement, come quella di rue Ramponeau. Nell’11°
arronsissement, i Federati
tengono la piccola area tra le vie del Faubourg du Temple, la
Fontaine-aux-Rois, e il boulevard de Belleville. Un piccolo battaglione di Comunardi,
guidato da Varlin,
Ferré
e Gambon,
cinto di sciarpe rosse, si ritira verso l'11°
arronsissement; prendono posizioni dietro le barricate.
Circondati, senza alcuna
speranza di fuga, contendono la strada ai soldati di Versailles.
Si combatte in rue Oberkampf, rue Saint-Maur, rue
Parmentier. I soldati di linea fanno cannoneggiare le barricate che non
possono essere aggirate. Alle 11, i Federati
non hanno munizioni. A mezzogiorno, sparano l'ultimo colpo di cannone della
settimana di maggio. I soldati sparano ai Federati
che vengono catturati vivi.
In rue Ramponeau sorge
l'ultima barricata della Comune.
Solo un Federato la difende. Per tre volte, con un colpo preciso, spezza il
pennone della bandiera di Versailles,
che occupa la barricata di rue de Paris. Grazie al suo coraggio, l'ultimo
difensore dell'insurrezione parigina riesce a fuggire.
Varlin,
che è riuscito a fuggire, è riconosciuto da un prete in place Cadet.
Questi avvisa un ufficiale. Il Comunardo
eletto, che ha combattuto per tutta la settimana, viene arrestato dal
tenente Sicre. Il soldato gli legò le mani dietro la schiena e lo trascinò per
un'ora attraverso le strade di Montmartre.
La folla di soldati, guardie nazionali dell'ordine, agenti di Versailles
e altri nemici della Comune
linciano questo coraggioso uomo che ha rischiato la vita per salvare quella
degli ostaggi di rue Haxo.
Quando arriva in rue
des Rosiers, al culmine della Butte
Montmartre, non si regge più. I soldati lo reggono. La sua faccia è
irriconoscibile, un occhio pende dalla sua orbita. I versagliesi devono farlo
sedere per fucilarlo. Dopo l'esecuzione, i soldati si avventano sul suo corpo,
e lo colpiscono con i calci dei loro fucili. Il tenente Sicre prende l'orologio
di Varlin,
di cui ne ha fatto un ornamento.
Parigi intera appartiene alla
reazione. La grande città è un quadrilatero dell'esercito dell'ordine, che
impedisce a chiunque di entrare o uscire. Le granate, i proiettili e gli
incendi devastarono le strade e i boulevard. Le piazze sono disseminate di
cadaveri. Di fronte alle caserme, i corpi sono accatastati a decine. Ovunque
continuano le esecuzioni. Alla prigione
della Roquette, vicino a Père-Lachaise,
si fucila per tutto il giorno. I soldati, ubriachi di massacri, sono accampati
nelle strade.
Jean
Baptiste Clément, nella dedica della sua canzone Il
tempo delle ciliege alla
«valorosa cittadina Louise» rievoca questi ultimi istanti della resistenza
operaia.
“Quando già tutta Parigi è alla mercè della reazione vittoriosa, c'è
ancora chi lotta in rue Fontaine-au-Roi. Ci sono dietro una barricata che li
ripara malamente una ventina di combattenti... Tra le undici e mezzogiorno
vediamo venirci incontro una ragazza di 20-22 anni, che ha fra le
mani un paniere. Le chiediamo da dove
venga, che cosa faccia qui, perché si esponga in questo modo. Risponde con la
più grande semplicità che lei è
portantina, e che, essendo caduta la barricata di Rue Saint Maur, è venuta a
vedere se noi abbiamo bisogno della sua opera. Abbiamo saputo soltanto che si
chiamava Louise e che era operaia... Che ne è stato di lei? È stata come tanti altri fucilata dai versagliesi?”.
“Abitanti di Parigi” proclama Mac-Mahon
“la vostra città è liberata! La lotta è
finita: ci sarà ordine, lavoro,sicurezza”.
Proclama di Mac-Mahon ai parigini. |
Si, regna l'ordine, fra morti
e rovine. A «lotta finita» migliaia
di persone sono rastrellate nei pressi del Père
Lachaise e incarcerate alla Roquette.
“C'è all'entrata” scrive Lissagaray “il responsabile di un battaglione, squadra
i prigionieri e, a suo arbitrio,
decide: «a destra, a sinistra!». Quelli di sinistra erano stati da lui
condannati alla fucilazione. Si vuotano le loro tasche, si fanno allineare al
muro e si ammazzano. Lì vicino due preti- biascicano le preghiere per i moribondi. In 24 ore
nella sola Roquette
sono uccise 1900 persone”.
Prima pagina de Le Cri du Peuple del 28 maggio 1871 |
"La vostra città è liberata" proclamava Mac-Mahon,
senza rendersi conto che Parigi era già libera, e che da quel momento non lo fu
più.
È stato ucciso a colpi di fucile
A colpi di mitraglia
È seppellito con la sua bandiera
Nella terra argillosa
La turba dei grassi
carnefici
Si credé la più forte
Tutto questo non
impedisce,
Nicolas,
Che la Comune
continui a vivere.
Come un giardiniere
falcia un prato
Un contadino scrolla un
albero di mele
I versagliesi hanno
massacrato
Almeno centomila
uomini.
Pensi che non contino
Questi centomila
assassinati?
Tutto questo non
impedisce,
Nicolas,
(Eugène
Pottier, 1886)
Uomini della Guardia Nazionale giacciono morti per le strade di Parigi |