CHARLES AMOUROUX
Il 26 maggio
1885, al funerale di Amouroux, segretario della Comune
nel 1871, il 117° battaglione di linea, con la sua bandiera tricolore, gli
conferì gli onori militari nella camera mortuaria, al numero 37 di cours de
Vincennes. Nella processione che arrivò fino al cimitero di Père-Lachaise,
si videro una trentina di deputati cinti con la loro sciarpa tricolore.
Nel cimitero,
quindici discorsi piuttosto moderati furono pronunciati con calma. Cerimonia
incredibile perché due giorni prima, ai funerali del Comunardo
Frederic Cournet,
ci furono dei gravi incidenti tra la polizia e dimostranti anarchici. Violenza
che fu oggetto di un'inchiesta alla Camera. La spiegazione della serenità di
quel giorno risiede sicuramente nella personalità di Amouroux, repubblicano,
patriota e Comunardo.
Republicano e Comunardo
Charles Amouroux è nato il 24
dicembre 1843 a Chalabre[1]. È stato
repubblicano radicale, massone, membro dell’Internazionale
e un rivoluzionario Comunardo, eletto
membro della Comune nel 1871.
Le difficoltà del settore
locale, avevano costretto il padre, operaio tessile e ardente repubblicano, e
sua madre, una sarta, a lasciare Chalabre nel 1848
per andare a lavorare a Parigi. Qui Charles Amouroux fece l'apprendistato come
cappellaio. Quando ebbe finito, andò a lavorare a Nantes[2]
dove organizzò, nel 1863, una società di operai cappellieri.
Nello stesso anno, tornò a
Parigi continuando il suo lavoro di operaio cappelliere e la sua attività
sindacalista oppositore al Secondo Impero
prendendo parte a tutte le manifestazioni rivoluzionarie degli ultimi anni
dell'Impero,
diventando ben noto alla classe operaia parigina.
Iniziò a
scrivere in «Le Réveil»
e «La Marseillaise». Secondo Lefrancais,
in quel periodo Amouroux era un fervente oratore "ha la parola viva,
stridula, tagliente e che denuncia e ferisce le ingiustizie verso la tribuna
(Lefrancais:
Souvenirs d’un révolutionnaire)”. In effetti la
polizia lo segnalava come «Ardente repubblicano. Un oratore assiduo di incontri pubblici […] libero pensatore», e in particolare osservava: «Incita gli
operai contro i padroni». Sempre secondo la
polizia questo esaltato si sarebbe quindi preso «una posizione nel partito
rivoluzionario estremo». Si dice addirittura «in comunità di idee con il
partito Blanqui-Tridon».
Era particolarmente noto per
essersi difeso dai commissari di polizia e di rifiutare di sciogliere le riunioni
a cui partecipava; ciò gli valse numerose condanne: dieci in un anno, da marzo
1869 ad aprile 1870, con conseguente prigione (più di tre anni in totale) e
multe (più di 5000 Franchi) per violazione delle leggi sulle riunioni
pubbliche, offese contro l'imperatore,
eccitazione all'odio e al disprezzo del governo. Dopo la sua decima condanna,
26 aprile 1870, si rifugiò in Belgio, dove, già massone "il giovane socialista
divenne affiliato all'Internazionale",
secondo Benoît Malon.
Lettera di Charles Amouroux, indirizzata ai cittadini delegati, Parigi, marzo 1871 |
Tornò a Parigi alla caduta di Napoleone III e alla proclamazione della Repubblica del 4 settembre del 1870.
Si trovò presto in una città assediata dai Prussiani e si arruolò come soldato semplice nella Guardia Nazionale,
dove in seguito venne eletto nel suo Comitato Centrale,
contro il governo di Versailles
dichiarandosi favorevole alla resistenza a oltranza. In quel periodo era membro
dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori. Partecipò
all'insurrezione del 31 ottobre,
e si dice che in seguito guidò, fino al 5 novembre, la commissione degli
armamenti e degli equipaggiamenti del 4° arrondissement.
Nello stesso mese di novembre, contribuì a fondare la «Ligue
de défense à outrance», la Lega della
Difesa ad oltranza repubblicana. Inoltre, Amouroux fece
parte della Loggia massonica «Les amis de la tolérance». Candidato alle elezioni
legislative dell'8 febbraio 1871, ottenne 26.777 voti.
Dopo l'armistizio, tornò a
Bruxelles (Belgio) dove ha rappresentato una casa commerciale inglese fino al 21 marzo.
Di ritorno a Parigi, in qualità di delegato del Comitato Centrale della Guardia Nazionale, cercò di
sollevare le città provinciali. Fu mandato a Lione,
dove doveva «formare la federazione delle guardie nazionali delle due città»
(Parigi e Lione). Giunse a Lione il 23 marzo,
ripartì per Parigi il 24, ma,
la stessa sera, ricevette una nuova missione. Arrivando a Lione,
si separò da Montcharmont, capitano del 196° Battaglione dei federati e da
Saint-Hilaire, membro del Comitato di Vigilanza e della solidarietà della 9ª (o
15ª?) batteria d’artiglieria della Senna, dopo che questi ebbero incaricato una delegazione ad
operare a Saint-Étienne.
Poi si recò a Marsiglia
dove vi arrivò il 28 con Landeck.
Il 29, era
a Chalabre[3] dove la polizia
segnalò la sua presenza e confiscò al caffè Ferrand un manifesto su carta
rossa, il cui testo, scritto a mano e attribuito a Amouroux diceva: «Cittadini,
la camera monarchica [il Governo di Difesa Nazionale – NDR] vuole uccidere la repubblica. Il popolo, la Guardia Nazionale
e l'esercito di Parigi hanno dichiarato la sua fine. Lione, Marsiglia,
Tolosa,
Saint-Étienne
e tutte le città della Francia hanno seguito il movimento di Parigi.
Prepariamoci a fare come loro. Salviamo l'Ordine e la Repubblica! Lunga vita
alla Repubblica! Un delegato di Parigi». Partì il giorno dopo e, il 1 aprile,
tornò a Parigi.
Con la creazione della Comune, fu elettoil 26 marzo 1871 delegato del 4° arrondissement
con 7.950 voti su 13.910 elettori, con Arthur Arnould,
Adolphe Clémence,
Charles Gérardin
e Gustave Lefrançais,
al Consiglio della Comune. L’11 aprile,
venne nominato segretario del Consiglio della Comune in sostituzione di Ulysse Parent
e, nello stesso mese, entrò a far parte della
Commissione per le relazioni esterne. In questa veste fu immediatamente
incaricato dalla Comune in una
missione nelle città che (21 aprile) sembravano decise a imitare l'esempio di
Parigi, come Lione, Marsiglia,
Saint-Étienne e Tolosa.
Come segretario della Comune, aiutato dal 1° maggio
da Arthur Arnould
e Auguste Vermorel, scrisse i rapporti per il Journal Officiel. Pierre Vésinier
si aggiunse l'8 maggio,
ma Amouroux rimase "il perno della segreteria". Fu uno di quelli che favorirono, in aprile, l’adesione alla Comune dei massoni e fu favorevole alla creazione, il 23 aprile 1871,
del Comitato di Salutepubblica, affascinato come tanti dalla tradizione rivoluzionaria del
1793, contro l'opinione di una minoranza che riteneva inutile inseguire i
fantasmi del passato. Chiese il decreto sugli ostaggi, la soppressione dei
giornali ostili e le misure più repressive.
Lettera di Charles Amouroux, indirizzata ai cittadini delegati, Parigi, marzo 1871 |
Il 21 maggio, all'entrata delle truppe di Versailles
nella capitale, fu catturato dai versagliesi nel
16° arrondissement,
mentre ritornava dalla Muette. Non venne riconosciuto come un importante
dirigente rivoluzionario, lui si fece passare per un certo Ghiesbreght, un
giovane ragazzo di Bruxelles e che doveva sposarsi. Trasferito a Brest[4], fu imprigionato
sul pontone[5] dell’Yonne, nel
porto della città bretone. Nascose la sua identità fino al 31 agosto, quando
cercò di evadere gettandosi in mare dal pontile, ma fu ripreso e identificato.
Fu accusato per la sua
partecipazione alla Comune di Parigi, per le sue azioni nelle province, per la sua partecipazione
all'insurrezione di Lione,
di Saint-Étienne,
di Marsiglia, e di aver spinto per l'esecuzione degli ostaggi e degli
incendi nella Capitale. Si è guadagnato tre condanne alla deportazione:
a Lione il 2 settembre e il 30 ottobre 1871; a Riom[6], il 5 dicembre 1871
e il 22 marzo 1872; infine, dal 3° Consiglio di guerra di Versailles, nel giugno 1872, ai lavori forzati a vita e
alla deportazione in Nuova Caledonia.
Va
sottolineato che, davanti ai suoi giudici, Amouroux definì la guerra civile del
1871 una deplorevole "catastrofe" provocata dalla politica
imperiale. Dinanzi la corte d’assise di Riom, dopo aver reso
omaggio al giudice e aver ringraziato "la Corte e il Procuratore generale
della loro benevolenza" (cfr Gazzetta Tribunauxdu 7 dicembre 1871),
Amouroux fece una lunga storia di eventi definendone le origini: "una
guerra senza precedenti nella storia, un'incredibile presunzione della parte
del governo di dicembre, ha espresso le basi di questa catastrofe, che, sotto
il nome di Comune e di governo
di Versailles,
hanno portato i fratelli a dividersi". E finì col dire a proposito
del debito di cinque miliardi di franchi d'oro che i prussiani
ottennero come indennità di guerra oltre alle vaste aree
lorenesi e alsaziane: "chiediamo di essere liberati e di lavorare
per fornire i nostri soldi per questo terribile debito. Ah! questo obolo, lo
raddoppiamo, lo triplichiamo se necessario, se, all'ombra delle istituzioni
repubblicane, ci stiamo preparando ad una brillante vendetta, che ci renderà le
nostre due amate province".
Un deportato cooperante
Dopo aver trascorso diversi
mesi a Tolone[7], il 10 giugno 1872
è stato mandato in Nuova Caledonia,
dove divenne la matricola 3776 e lavorò come operaio cantoniere. Amouroux subirà tre anni di sofferenza su l’Ile Nou prima di
tornare a Grand-Terre. A Canala, sotto il
comando del tenente Servan, venne impiegato al Ponts et Chaussées,
posizione in cui venne apprezzato e stimato, lasciandosi dietro «la reputazione
di uno dei lavoratori più instancabili che siano mai apparsi nei cantieri dei
trasporti», come scrisse Maxime Lisbonne
che va oltre e denuncia la «più che sottomessa condotta» di Amouroux. «Durante
le ore di riposo si dava da fare di coprire le guardiole delle guardie con la paglia». «A Nouméa ha fatto il giardiniere per i sorveglianti
militari» e «li ha serviti a tavola», ha scritto un altro.
È triste riferire circa la sua
condotta in Caledonia, soprattutto perché riguarda un ex Comunardo
che ha lottato per la libertà e per i diritti degli operai: durante la rivolta dei Kanaki nel 1877, Amouroux si schierò con la
"civiltà francese" contro le tribù in rivolta. Con una «compagnia
francese» formata da trenta Comunardi di Parigi e di Narbonne,
agli ordini del comandante Riviere, a cui Amouroux chiese: "I
seguenti condannati chiedono il favore di camminare verso il nemico", camminò «in avanguardia per la protezione della razza bianca»
contro «il nemico» dando la caccia ai ribelli e, nell'estate del 1878,
fu tra quei forzati che collaborarono ancora con le forze coloniali alla
repressione di una seconda rivolta dei nativi melanesiani, i Kanaki,
sfruttati e impoveriti
dagli espropri delle loro terre operati dai coloni francesi.
Questo
impegno venne diversamente apprezzato, particolarmente dalla sinistra. Gli archivi
della Prefettura ci dicono che il governo francese, per
manifestare la sua gratitudine, lo ha premiato, con una riduzione della
pena e con un gruzzolo depositato in un conto di risparmio, le somme stanziate
sono state relazionate come spese per i decessi o la cattura dei Kanaki.
Secondo varie
fonti, Amouroux e i suoi uomini contribuirono notevolmente alla pacificazione
dell'isola con il loro comportamento “umanitario” nei confronti degli insorti. Fu spesso commentato che l'azione di questo
"distaccamento" di Comunardi
che, durante tutta la campagna, fece un alto numero di prigionieri, ha reso
"più servizi di qualsiasi truppa regolare".
Questa difesa
dei "coloni minacciati" e questa "politica di
conciliazione" di Amouroux gli hanno fatto meritare il riconoscimento, non
solo del suo capo, il tenente Servan, che resterà suo amico, ma anche dei
circoli conservatori, che lo ammirarono, nonostante le "differenze
politiche" che li separavano da lui. Inutile
dire che, alcuni socialisti rivoluzionari pensavano che la rivolta dei Kanaki fosse giusta, e che fosse assurdo che gli insorti del 1871
avessero partecipato ad una repressione di cui essi stessi ne erano stati
vittime.
Di conseguenza durante la
deportazione, Amouroux non subì alcuna punizione e, «zelante al lavoro», ha
mostrato un carattere «docile e sottomesso».
Radicale e sociale
Scheda identificativa, archivio della prefettura della polizia |
Tornato in
Francia all'inizio del 1880, Amouroux raggiunse Parigi per riprendere il
servizio a Belleville. Si fece vedere dall’aprile nei corridoi del palazzo Bourbon
e lo vediamo presto candidato alle elezioni su una lista repubblicana e sempre
patriottica. Amnistiato
in base alla legge dell'11 luglio 1880, rientrò a Parigi, tornando alla
politica attiva come collaboratore dei quotidiani Mot d’Ordre e Le
Radical.
Attaccò le
manovre dei socialisti e si dice che sia stato «il nemico dell'anarchia e della
collettività». Amouroux continuava a
dichiararsi ancora un rivoluzionario e un partigiano dell’«emancipazione del
lavoratore», si sollevò, a suo dire, contro coloro che sostenevano "la
rivoluzione violenta", contro quelli che "in qualsiasi momento parlano di prendere una pistola". Fu un infaticabile oppositore della destra e della sinistra e
augurava anche il "trionfo della
Repubblica con il voto". Amouroux fu
quindi uno dei principali animatori dell’«Alliance socialiste-républicaine». Rifiutò "ogni tentativo
violento, qualsiasi guerra civile", affermando che "l'anarchia è la fonte del dispotismo, la
dottrina più anti-sociale e anti-repubblicana". Aderì alla massoneria nella loggia "La Ruche
libre", chiese l'unione di tutti i "repubblicani socialisti" per
combattere l'opportunismo di Gambetta.
La sua candidatura alle elezioni comunali è stata
sostenuta negli incontri pubblici, dove dovette affrontare una serie di
attacchi da parte dei socialisti rivoluzionari, in particolare nella città di
Rouillon[8], per il suo comportamento avuto in Nuova Caledonia nei confronti dell'insurrezione delKanaki. Amouroux fu accusato di
essersi "inchinato" per ottenere il suo perdono. Lui si giustificò
dichiarando: "Voglio tutte le riforme e la prosperità della Repubblica"
e non esitò a chiamare in aiuto l'ufficiale della marina Servan per lavare il
suo onore. Quest'ultimo gli consegnò «un
certificato di coraggio». Amouroux, continuò ad
affermarsi sostenitore della classe lavoratrice, si definì
"comunalista" e "sostenitore dell'autonomia della Comune", persuaso che fosse l'unico modo per mettere la Repubblica
al sicuro dal colpi di stato e dittature.
Fu sconfitto nella Loira[9] alle elezioni
legislative del 1881, nonostante la canzone composta da uno dei suoi
sostenitori sull’aria del «La Mère aveugle» di Béranger:
«Vogliamo la Repubblica
Sociale e pacifica
Ostile al potere ingiusto
Chi ci mette sotto chiave
Allora ! Che nessuno si astenga,
Operai di Saint-Étienne
Votiamo tutti per Amouroux»
Tuttavia, è stato eletto
consigliere nel quartiere di Charonne (20° arrondissement), alla fine di ottobre, lo stesso anno in cui si
presentò anche alle elezioni politiche in agosto a Saint-Étienne, senza però essere eletto.
Durante il suo mandato, si fece
notare per le sue posizioni a favore dei Radicali contro il Partito dei
Lavoratori. Nel 1884 votò contro una proposta di Joffrin
di istituire una milizia incaricata della guardia della città, e contro
una proposta di Justin Chabert[10] che chiedeva
che fosse concesso un risarcimento ai
sopravvissuti della Comune.
Amouroux,
criticò il programma del "Partito dei Lavoratori", perché era,
secondo lui, "pieno di parole rumorose", affermò che lui non era cambiato
dal 1863, e ha passato nove anni in prigione per averlo sostenuto nel 1871:
"Vi dite comunisti, io non lo sono; volete formare una classe a parte e sopprimere la borghesia;
io voglio l'unione; volete
sopprimere la borghesia, io voglio, con i miei sforzi, elevare il proletariato
al rango della borghesia invece di declassare il borghese al grado dei
proletari, e penso che questo sia preferibile. Volete
creare un quarto stato, cioè uno stato nello stato, ma quello sarebbe la
decadenza della Francia e la distruzione della repubblica. È per tutti questi motivi che vi ho sempre combattuto e che
vi combatterò sempre".
La sua
priorità fu quindi la difesa della Repubblica. Quando gli fu chiesto sotto quale bandiera si sarebbe
schierato se fosse stato minacciato, rispose: "Se la Repubblica fosse
minacciata dai monarchici e la bandiera tricolore sarebbe lì per difenderla, mi
piazzerei sotto le sue pieghe, ma se, come nel 1871, fosse minacciata dalla
stessa bandiera, mi schiererei sotto la bandiera rossa”.
Il 4 maggio 1884, fu rieletto
nel primo turno di Charonne[11].
Segretario e vice presidente
del Consiglio comunale, ha rappresentato la città di Parigi all’Esposizione
universale di Boston (USA) nel mese di agosto 1883. Al suo ritorno dalla
deportazione, Amouroux aveva aderito all'effimero Alliance socialiste
républicaine che avrebbe riunito radicali e socialisti di estrema sinistra,
il cui programma era apparso su L'Intransigeant del 5 novembre 1881. Ma
l'Alleanza è scomparve l'anno seguente.
Amouroux
rimase uno degli animatori del "gruppo autonomista" che rivendicò nel
dicembre 1884, in nome della "sovranità assoluta del suffragio
universale", rivendicò l'attuazione di un vasto programma di riforme repubblicane
tra cui l'abolizione del Senato, la riforma fiscale, la separazione tra Chiesa
e Stato, l'elezione del potere giudiziario.
Tuttavia,
rimase preoccupato per la crisi che stava colpendo la classe operaia ed era
ancora legato alla memoria della Comune. Il 16 dicembre 1884 era
presente alla riunione preparatoria per innalzare un monumento a Delescluze
e ai Federati. Qualche tempo dopo, nel «Cri du Peuple»,
firmò l'appello dei veterani del 1871 per i funerali di Vallès.
Nel marzo
1885, Amouroux, già affetto da una "terribile malattia", venne
nuovamente invitato a candidarsi alle elezioni legislative: "Andrò a Saint-Étienne - scrisse - per continuare la lotta che abbiamo condotto insieme nel 1881
per l'affermazione della Repubblica democratica e sociale". Fu in quel momento che il caso della repressione contro i Kanaki rimbalzò sullo sfondo della lotta politica
tra "rivoluzionari" e "riformisti". Già Maxime Lisbonne,
in L'Ami du Peuple del 27 novembre 1884, aveva risvegliato il ricordo di
quell’episodio problematico: "L'insurrezione
canaca scoppiò nel paese e il tenente Servan affidò al
cittadino-condannato Amouroux il comando di venti condannati per combattere. Amouroux
non ricordava che era stato un membro della Comune e che
stava combattendo uomini che volevano conquistare la loro libertà, i loro
diritti, proprio come lui nel 1871".
Tomba di Charles Amouroux Père-Lachaise |
In quell’anno, il 1885, Allemane
propose di inviare agli elettori di Charonne la
biografia di Amouroux in cui evidenziò il comportamento di quest'ultimo in Nuova Caledonia; nel giornale «Le Prolétariat»
del 21 marzo 1885 segnalò che Amouroux "Lasci il suo soprabito nel suo
collegio elettorale, e si metta in mutande a Saint-Étienne se vuol cercare di ottenere i suoi voti elettorali. Dobbiamo dire ai nostri amici tutta la verità su questo ex
terribile cappellaio della Comune, che era
diventato un semplice Tolain[12] al
consiglio comunale di Parigi, dove votò contro le proposte di Joffrin
e Chabert,
e ora è in marcia per un Nadaud[13]
opportunista. Il suo comportamento
ora è chiaro come acqua di fonte.
Non è meno utile pubblicare la sua biografia”.
Il 5 aprile,
Amouroux si presentò con successo, sempre tra le fila dei repubblicani
intransigenti, contro un candidato opportunista a Saint-Étienne.
Secondo il giornale L’Intransigeant, la folla lo
applaudì con entusiasmo e gli cantò la Marsigliese. Si sedette al Palais Bourbon
"ai vertici dell'estrema sinistra", anche se tuttavia fu eletto con
l'etichetta "social radicale", e nel maggio 1885 è stato
eletto deputato nel dipartimento della Loira. Amouroux ebbe solo il tempo di
votare una proposta di legge fatta da Clovis Hugues
sull'amnistia.
Funerale in tricolore
Medaglione di bronzo dello scultore Jules Dalou |
Alla fine di
maggio 1885, Amouroux si ammalò di tisi, a cui si aggiunse una febbre tifoide
che lo fece peggiorare improvvisamente e facendolo morire il 23 maggio. Una
scomparsa salutata così da un giornale conservatore: «Anche se profonde
divergenze politiche ci separavano, avevamo concepito una tale stima per il suo
carattere, e abbiamo espresso con tanta sincerità l'ammirazione per il suo ruolo
in Nuova Caledonia durante LA rivolta dei Kanaki, c'erano relazioni cordiali tra lui e più di un redattore di
questo giornale [...] Il deputato intransigente
che muore oggi, lasciando una giovane vedova inconsolabile, era allo stesso
tempo un buon francese; non possiamo
dimenticarlo e desideriamo esprimere al nostro popolo tutti i nostri
rimpianti». Venne sepolto il 26; il funerale
del «Monsieur Amouroux, deputato della Loira» (dichiarò il Commissario di
polizia Clément) si svolse dall'inizio alla fine «nel più grande ordine».
Nessun incidente venne riportato quando la truppa rese
gli onori militari al «deputato deceduto» nonostante la presenza di 6-7.000
persone. Quando il convoglio lasciò l'obitorio
fu seguito da una trentina di deputati "con le loro insegne", da un
gran numero di consiglieri comunali, cinque corporazioni con i loro stendardi,
diverse logge massoniche tra cui quella di «Droits de l’homme», da rappresentanti dei comitati radicali, da l’«Alleanza
Socialista Repubblicana», da rappresentanti de «La Libre pensée», e una folla di dimostranti stimati in 3.500 o 4.000 persone.
Ci furono anche molti rappresentanti della stampa in
questi funerali mediatici che attrassero fino a 10.000 curiosi.
Un rapporto
della polizia affermava che «pochi socialisti hanno seguito il convoglio; a differenza dei giorni precedenti gli anarchici non hanno
dimostrato», un altro rapporto diceva che erano presenti una ventina di
anarchici: «questi sono discreti. È probabile, tuttavia, che abbiano urlato "Lunga vita
alla Comune!"». Al momento della
comparsa delle bandiere rosse, la folla rimase indifferente. Da parte sua, il commissario Clement non sentì nulla poiché
riferì che «nessun grido sedizioso è stato fatto» all'ingresso o all'uscita
della necropoli.
Un'eccezione
notata: questo grido anonimo di «Lunga vita alla Comune!» durante il discorso di Eudes,
che parlò a nome dei veterani del 1871 di fronte ad un caveau provvisorio.
Un informatore fece le sue osservazioni: «Non c'erano
gruppi rivoluzionari veri ma solo pochi socialisti isolati! Alla fine della cerimonia, ci sono stati solo dieci
"individui", anarchici, che si sono recati alla "tomba dei federati"
mentre la folla si disperde rapidamente e con molta calma».
È sepolto nel cimitero di Père Lachaise a Parigi
nella Divisione 76, non lontano dal Muro dei Federati. Due anni dopo, il 26 giugno 1887, venne inaugurato un
monumento alla sua memoria. Il medaglione di bronzo che
adorna la sua tomba è opera dello scultore Jules Dalou.
[1] Nel dipartimento dell'Aude
nella regione dell'Occitania
[2] Nel dipartimento della Loira
Atlantica e della regione dei Paesi della Loira.
[3] Nel dipartimento dell'Aude
nella regione dell'Occitania.
[4] Città portuale situata nel
dipartimento del Finistère nella regione della Bretagna.
[5] Un
pontone era una prigione galleggiante dalla fine del xviii secolo e all'inizio del xix secolo. I pontoni erano navi da
guerra disarmate - vale a dire, nella lingua marittima, senza mezzi di
navigazione, che in questo caso arrivavano fino alla rimozione degli alberi - e
ancorati vicino alla costa. I prigionieri erano
ammassati in grandi quantità, il vantaggio era che un piccolo numero di
guardiani era sufficiente per controllare i prigionieri.
[6] Nel dipartimento del
Puy-de-Dôme nella regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi.
[7] Città portuale sulla costa
mediterranea del sud della Francia, nel dipartimento del Var, nella regione
Provenza-Alpi-Costa Azzurra
[8] Nel dipartimento della
Sarthe nella regione dei Paesi della Loira.
[9] Regione della Francia
settentrionale, con capoluogo Nantes. È situata nella Valle della Loira.
[10] Justin Chabert è stato un politico
francese nato il 22 marzo 1841 a Gleizé (Rodano) e morto il 16 ottobre 1907 a
Lione (Rodano).
[11] 80º
quartiere amministrativo di Parigi, situato nel 20° arrondissement.
[12] Henri Louis Tolain (Parigi, 18
giugno 1828 – Parigi, 3 maggio 1897) è stato un politico e giornalista
francese, figura di rilievo del socialismo proudhoniano. Seguace di Proudhon
e attivo nelle società operaie, nel 1864 redasse il Manifesto dei sessanta,
così detto perché firmato da sessanta operai, un programma di rivendicazioni
sociali e politiche. Tolain partecipò a Londra, il 28 settembre 1864, al
congresso fondativo della I Internazionale, e assunse un ruolo
rilevante della sezione francese, aperta nel gennaio del 1865 a Parigi, in rue
des Gravilliers 44. Al congresso di Ginevra del 1867 presentò la Mémoire des
délégués français. Controllato dalla polizia bonapartista, subì perquisizioni e
una condanna per associazione illegale nel marzo del 1868. Nel congresso di
Bruxelles difese contro Marx
le posizioni proudhoniane del mutualismo. Guardato con sospetto per le sue
frequentazioni con gli ambienti di corte e in particolare con il principe
Girolamo Napoleone, perdette la fiducia degli operai. Caduto
l'Impero, venne eletto sindaco aggiunto dell'11°
arrondissement di Parigi e nel febbraio del 1871 deputato
nell'Assemblea nazionale. Appoggiò il governo Thiers contro la Comune e il 12
aprile fu espulso dall'Internazionale. Nel 1876 divenne senatore e mantenne il
seggio del Senato fino alla morte.
[13] Gustave Nadaud (Roubaix 20 febbraio
1820 - Parigi 28 aprile 1893) era un gioielliere francese, poeta e cantante.