giovedì 27 giugno 2019

02-14-AMO03 - Charles AMOUROUX

CHARLES AMOUROUX


Il 26 maggio 1885, al funerale di Amouroux, segretario della Comune nel 1871, il 117° battaglione di linea, con la sua bandiera tricolore, gli conferì gli onori militari nella camera mortuaria, al numero 37 di cours de Vincennes. Nella processione che arrivò fino al cimitero di Père-Lachaise, si videro una trentina di deputati cinti con la loro sciarpa tricolore.
Nel cimitero, quindici discorsi piuttosto moderati furono pronunciati con calma. Cerimonia incredibile perché due giorni prima, ai funerali del Comunardo Frederic Cournet, ci furono dei gravi incidenti tra la polizia e dimostranti anarchici. Violenza che fu oggetto di un'inchiesta alla Camera. La spiegazione della serenità di quel giorno risiede sicuramente nella personalità di Amouroux, repubblicano, patriota e Comunardo.


Republicano e Comunardo

Charles Amouroux è nato il 24 dicembre 1843 a Chalabre[1]. È stato repubblicano radicale, massone, membro dell’Internazionale e un rivoluzionario Comunardo, eletto membro della Comune nel 1871.
Le difficoltà del settore locale, avevano costretto il padre, operaio tessile e ardente repubblicano, e sua madre, una sarta, a lasciare Chalabre nel 1848 per andare a lavorare a Parigi. Qui Charles Amouroux fece l'apprendistato come cappellaio. Quando ebbe finito, andò a lavorare a Nantes[2] dove organizzò, nel 1863, una società di operai cappellieri.
Nello stesso anno, tornò a Parigi continuando il suo lavoro di operaio cappelliere e la sua attività sindacalista oppositore al Secondo Impero prendendo parte a tutte le manifestazioni rivoluzionarie degli ultimi anni dell'Impero, diventando ben noto alla classe operaia parigina.
Iniziò a scrivere in «Le Réveil» e «La Marseillaise». Secondo Lefrancais, in quel periodo Amouroux era un fervente oratore "ha la parola viva, stridula, tagliente e che denuncia e ferisce le ingiustizie verso la tribuna (Lefrancais: Souvenirs d’un révolutionnaire)”. In effetti la polizia lo segnalava come «Ardente repubblicano. Un oratore assiduo di incontri pubblici […] libero pensatore», e in particolare osservava: «Incita gli operai contro i padroni». Sempre secondo la polizia questo esaltato si sarebbe quindi preso «una posizione nel partito rivoluzionario estremo». Si dice addirittura «in comunità di idee con il partito Blanqui-Tridon».
Era particolarmente noto per essersi difeso dai commissari di polizia e di rifiutare di sciogliere le riunioni a cui partecipava; ciò gli valse numerose condanne: dieci in un anno, da marzo 1869 ad aprile 1870, con conseguente prigione (più di tre anni in totale) e multe (più di 5000 Franchi) per violazione delle leggi sulle riunioni pubbliche, offese contro l'imperatore, eccitazione all'odio e al disprezzo del governo. Dopo la sua decima condanna, 26 aprile 1870, si rifugiò in Belgio, dove, già massone "il giovane socialista divenne affiliato all'Internazionale", secondo Benoît Malon.
Lettera di Charles Amouroux, indirizzata ai cittadini delegati, Parigi, marzo 1871
Si trovò presto in una città assediata dai Prussiani e si arruolò come soldato semplice nella Guardia Nazionale, dove in seguito venne eletto nel suo Comitato Centrale, contro il governo di Versailles dichiarandosi favorevole alla resistenza a oltranza. In quel periodo era membro dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori. Partecipò all'insurrezione del 31 ottobre, e si dice che in seguito guidò, fino al 5 novembre, la commissione degli armamenti e degli equipaggiamenti del 4° arrondissement. Nello stesso mese di novembre, contribuì a fondare la «Ligue de défense à outrance», la Lega della Difesa ad oltranza repubblicana. Inoltre, Amouroux fece parte della Loggia massonica «Les amis de la tolérance». Candidato alle elezioni legislative dell'8 febbraio 1871, ottenne 26.777 voti.
Dopo l'armistizio, tornò a Bruxelles (Belgio) dove ha rappresentato una casa commerciale inglese fino al 21 marzo. Di ritorno a Parigi, in qualità di delegato del Comitato Centrale della Guardia Nazionale, cercò di sollevare le città provinciali. Fu mandato a Lione, dove doveva «formare la federazione delle guardie nazionali delle due città» (Parigi e Lione). Giunse a Lione il 23 marzo, ripartì per Parigi il 24, ma, la stessa sera, ricevette una nuova missione. Arrivando a Lione, si separò da Montcharmont, capitano del 196° Battaglione dei federati e da Saint-Hilaire, membro del Comitato di Vigilanza e della solidarietà della 9ª (o 15ª?) batteria d’artiglieria della Senna, dopo che  questi ebbero incaricato una delegazione ad operare a Saint-Étienne. Poi si recò a Marsiglia dove vi arrivò il 28 con Landeck. Il 29, era a Chalabre[3] dove la polizia segnalò la sua presenza e confiscò al caffè Ferrand un manifesto su carta rossa, il cui testo, scritto a mano e attribuito a Amouroux diceva: «Cittadini, la camera monarchica [il Governo di Difesa Nazionale – NDR] vuole uccidere la repubblica. Il popolo, la Guardia Nazionale e l'esercito di Parigi hanno dichiarato la sua fine. LioneMarsiglia, Tolosa, Saint-Étienne e tutte le città della Francia hanno seguito il movimento di Parigi. Prepariamoci a fare come loro. Salviamo l'Ordine e la Repubblica! Lunga vita alla Repubblica! Un delegato di Parigi». Partì il giorno dopo e, il 1 aprile, tornò a Parigi.
Con la creazione della Comune, fu elettoil 26 marzo 1871 delegato del 4° arrondissement con 7.950 voti su 13.910 elettori, con Arthur Arnould, Adolphe Clémence, Charles Gérardin e Gustave Lefrançais, al Consiglio della Comune. L’11 aprile, venne nominato segretario del Consiglio della Comune in sostituzione di Ulysse Parent e, nello stesso mese, entrò a far parte della Commissione per le relazioni esterne. In questa veste fu immediatamente incaricato dalla Comune in una missione nelle città che (21 aprile)  sembravano decise a imitare l'esempio di Parigi, come LioneMarsiglia, Saint-Étienne e Tolosa. Come segretario della Comune, aiutato dal 1° maggio da Arthur Arnould e Auguste Vermorel, scrisse i rapporti per il Journal Officiel. Pierre Vésinier si aggiunse l'8 maggio, ma Amouroux rimase "il perno della segreteria". Fu uno di quelli che favorirono, in aprile, l’adesione alla Comune dei massoni e fu favorevole alla creazione, il 23 aprile 1871, del Comitato di Salutepubblica, affascinato come tanti dalla tradizione rivoluzionaria del 1793, contro l'opinione di una minoranza che riteneva inutile inseguire i fantasmi del passato. Chiese il decreto sugli ostaggi, la soppressione dei giornali ostili e le misure più repressive.
Come membro della Comune, ha votato, secondo Le Figaro, «le misure più violente».
Lettera di Charles Amouroux, indirizzata ai cittadini delegati, Parigi, marzo 1871
Il 21 maggio, all'entrata delle truppe di Versailles nella capitale, fu catturato dai versagliesi nel 16° arrondissement, mentre ritornava dalla Muette. Non venne riconosciuto come un importante dirigente rivoluzionario, lui si fece passare per un certo Ghiesbreght, un giovane ragazzo di Bruxelles e che doveva sposarsi. Trasferito a Brest[4], fu imprigionato sul pontone[5] dell’Yonne, nel porto della città bretone. Nascose la sua identità fino al 31 agosto, quando cercò di evadere gettandosi in mare dal pontile, ma fu ripreso e identificato.
Fu accusato per la sua partecipazione alla Comune di Parigi, per le sue azioni nelle province, per la sua partecipazione all'insurrezione di Lione, di Saint-Étienne, di Marsiglia, e di aver spinto per l'esecuzione degli ostaggi e degli incendi nella Capitale. Si è guadagnato tre condanne alla deportazione: a Lione il 2 settembre e il 30 ottobre 1871; a Riom[6], il 5 dicembre 1871 e il 22 marzo 1872; infine, dal 3° Consiglio di guerra di Versailles, nel giugno 1872, ai lavori forzati a vita e alla deportazione in Nuova Caledonia.
Va sottolineato che, davanti ai suoi giudici, Amouroux definì la guerra civile del 1871 una deplorevole "catastrofe" provocata dalla politica imperiale. Dinanzi la corte d’assise di Riom, dopo aver reso omaggio al giudice e aver ringraziato "la Corte e il Procuratore generale della loro benevolenza" (cfr Gazzetta Tribunauxdu 7 dicembre 1871), Amouroux fece una lunga storia di eventi definendone le origini: "una guerra senza precedenti nella storia, un'incredibile presunzione della parte del governo di dicembre, ha espresso le basi di questa catastrofe, che, sotto il nome di Comune e di governo di Versailles, hanno portato i fratelli a dividersi". E finì col dire a proposito del debito di cinque miliardi di franchi d'oro che i prussiani ottennero come indennità di guerra oltre alle vaste aree lorenesi e alsaziane: "chiediamo di essere liberati e di lavorare per fornire i nostri soldi per questo terribile debito. Ah! questo obolo, lo raddoppiamo, lo triplichiamo se necessario, se, all'ombra delle istituzioni repubblicane, ci stiamo preparando ad una brillante vendetta, che ci renderà le nostre due amate province".


Un deportato cooperante

Dopo aver trascorso diversi mesi a Tolone[7], il 10 giugno 1872 è stato mandato in Nuova Caledonia, dove divenne la matricola 3776 e lavorò come operaio cantoniere. Amouroux subirà tre anni di sofferenza su l’Ile Nou prima di tornare a Grand-Terre. A Canala, sotto il comando del tenente Servan, venne impiegato al Ponts et Chaussées, posizione in cui venne apprezzato e stimato, lasciandosi dietro «la reputazione di uno dei lavoratori più instancabili che siano mai apparsi nei cantieri dei trasporti», come scrisse Maxime Lisbonne che va oltre e denuncia la «più che sottomessa condotta» di Amouroux. «Durante le ore di riposo si dava da fare di coprire le guardiole delle guardie con la paglia». «A Nouméa ha fatto il giardiniere per i sorveglianti militari» e «li ha serviti a tavola», ha scritto un altro.
È triste riferire circa la sua condotta in Caledonia, soprattutto perché riguarda un ex Comunardo che ha lottato per la libertà e per i diritti degli operai: durante la rivolta dei Kanaki nel 1877, Amouroux si schierò con la "civiltà francese" contro le tribù in rivolta. Con una «compagnia francese» formata da trenta Comunardi di Parigi e di Narbonne, agli ordini del comandante Riviere, a cui Amouroux chiese: "I seguenti condannati chiedono il favore di camminare verso il nemico", camminò «in avanguardia per la protezione della razza bianca» contro «il nemico» dando la caccia ai ribelli e, nell'estate del 1878, fu tra quei forzati che collaborarono ancora con le forze coloniali alla repressione di una seconda rivolta dei nativi melanesiani, i Kanaki, sfruttati e impoveriti dagli espropri delle loro terre operati dai coloni francesi.
Questo impegno venne diversamente apprezzato, particolarmente dalla sinistra. Gli archivi della Prefettura ci dicono che il governo francese, per manifestare la sua gratitudine, lo ha premiato, con una riduzione della pena e con un gruzzolo depositato in un conto di risparmio, le somme stanziate sono state relazionate come spese per i decessi o la cattura dei Kanaki.
Secondo varie fonti, Amouroux e i suoi uomini contribuirono notevolmente alla pacificazione dell'isola con il loro comportamento “umanitario” nei confronti degli insorti. Fu spesso commentato che l'azione di questo "distaccamento" di Comunardi che, durante tutta la campagna, fece un alto numero di prigionieri, ha reso "più servizi di qualsiasi truppa regolare".
Questa difesa dei "coloni minacciati" e questa "politica di conciliazione" di Amouroux gli hanno fatto meritare il riconoscimento, non solo del suo capo, il tenente Servan, che resterà suo amico, ma anche dei circoli conservatori, che lo ammirarono, nonostante le "differenze politiche" che li separavano da lui. Inutile dire che, alcuni socialisti rivoluzionari pensavano che la rivolta dei Kanaki fosse giusta, e che fosse assurdo che gli insorti del 1871 avessero partecipato ad una repressione di cui essi stessi ne erano stati vittime.
Di conseguenza durante la deportazione, Amouroux non subì alcuna punizione e, «zelante al lavoro», ha mostrato un carattere «docile e sottomesso».


Radicale e sociale

Scheda identificativa, archivio della prefettura della polizia
Tornato in Francia all'inizio del 1880, Amouroux raggiunse Parigi per riprendere il servizio a Belleville. Si fece vedere dall’aprile nei corridoi del palazzo Bourbon e lo vediamo presto candidato alle elezioni su una lista repubblicana e sempre patriottica. Amnistiato in base alla legge dell'11 luglio 1880, rientrò a Parigi, tornando alla politica attiva come collaboratore dei quotidiani Mot d’Ordre e Le Radical.
Attaccò le manovre dei socialisti e si dice che sia stato «il nemico dell'anarchia e della collettività». Amouroux continuava a dichiararsi ancora un rivoluzionario e un partigiano dell’«emancipazione del lavoratore», si sollevò, a suo dire, contro coloro che sostenevano "la rivoluzione violenta", contro quelli che "in qualsiasi momento parlano di prendere una pistola". Fu un infaticabile oppositore della destra e della sinistra e augurava anche il "trionfo della Repubblica con il voto". Amouroux fu quindi uno dei principali animatori dell’«Alliance socialiste-républicaine». Rifiutò "ogni tentativo violento, qualsiasi guerra civile", affermando che "l'anarchia è la fonte del dispotismo, la dottrina più anti-sociale e anti-repubblicana". Aderì alla massoneria nella loggia "La Ruche libre", chiese l'unione di tutti i "repubblicani socialisti" per combattere l'opportunismo di Gambetta. La sua candidatura alle elezioni comunali è stata sostenuta negli incontri pubblici, dove dovette affrontare una serie di attacchi da parte dei socialisti rivoluzionari, in particolare nella città di Rouillon[8], per il suo comportamento avuto in Nuova Caledonia nei confronti dell'insurrezione delKanaki. Amouroux fu accusato di essersi "inchinato" per ottenere il suo perdono. Lui si giustificò dichiarando: "Voglio tutte le riforme e la prosperità della Repubblica" e non esitò a chiamare in aiuto l'ufficiale della marina Servan per lavare il suo onore. Quest'ultimo gli consegnò «un certificato di coraggio». Amouroux, continuò ad affermarsi sostenitore della classe lavoratrice, si definì "comunalista" e "sostenitore dell'autonomia della Comune", persuaso che fosse l'unico modo per mettere la Repubblica al sicuro dal colpi di stato e dittature.
Fu sconfitto nella Loira[9] alle elezioni legislative del 1881, nonostante la canzone composta da uno dei suoi sostenitori sull’aria del «La Mère aveugle» di Béranger:
«Vogliamo la Repubblica
Sociale e pacifica
Ostile al potere ingiusto
Chi ci mette sotto chiave
Allora ! Che nessuno si astenga,
Operai di Saint-Étienne
Votiamo tutti per Amouroux»
Tuttavia, è stato eletto consigliere nel quartiere di Charonne (20° arrondissement), alla fine di ottobre, lo stesso anno in cui si presentò anche alle elezioni politiche in agostoSaint-Étienne, senza però essere eletto.
Durante il suo mandato, si fece notare per le sue posizioni a favore dei Radicali contro il Partito dei Lavoratori. Nel 1884 votò contro una proposta di Joffrin di istituire una milizia incaricata della guardia della città, e contro una proposta di Justin Chabert[10] che chiedeva che fosse concesso un risarcimento ai sopravvissuti della Comune.
Amouroux, criticò il programma del "Partito dei Lavoratori", perché era, secondo lui, "pieno di parole rumorose", affermò che lui non era cambiato dal 1863, e ha passato nove anni in prigione per averlo sostenuto nel 1871: "Vi dite comunisti, io non lo sono; volete formare una classe a parte e sopprimere la borghesia; io voglio l'unione; volete sopprimere la borghesia, io voglio, con i miei sforzi, elevare il proletariato al rango della borghesia invece di declassare il borghese al grado dei proletari, e penso che questo sia preferibile. Volete creare un quarto stato, cioè uno stato nello stato, ma quello sarebbe la decadenza della Francia e la distruzione della repubblica. È per tutti questi motivi che vi ho sempre combattuto e che vi combatterò sempre".
La sua priorità fu quindi la difesa della Repubblica. Quando gli fu chiesto sotto quale bandiera si sarebbe schierato se fosse stato minacciato, rispose: "Se la Repubblica fosse minacciata dai monarchici e la bandiera tricolore sarebbe lì per difenderla, mi piazzerei sotto le sue pieghe, ma se, come nel 1871, fosse minacciata dalla stessa bandiera, mi schiererei sotto la bandiera rossa”.
Il 4 maggio 1884, fu rieletto nel primo turno di Charonne[11].
Segretario e vice presidente del Consiglio comunale, ha rappresentato la città di Parigi all’Esposizione universale di Boston (USA) nel mese di agosto 1883. Al suo ritorno dalla deportazione, Amouroux aveva aderito all'effimero Alliance socialiste républicaine che avrebbe riunito radicali e socialisti di estrema sinistra, il cui programma era apparso su L'Intransigeant del 5 novembre 1881. Ma l'Alleanza è scomparve l'anno seguente.
Amouroux rimase uno degli animatori del "gruppo autonomista" che rivendicò nel dicembre 1884, in nome della "sovranità assoluta del suffragio universale", rivendicò l'attuazione di un vasto programma di riforme repubblicane tra cui l'abolizione del Senato, la riforma fiscale, la separazione tra Chiesa e Stato, l'elezione del potere giudiziario.
Tuttavia, rimase preoccupato per la crisi che stava colpendo la classe operaia ed era ancora legato alla memoria della Comune. Il 16 dicembre 1884 era presente alla riunione preparatoria per innalzare un monumento a Delescluze e ai Federati. Qualche tempo dopo, nel «Cri du Peuple», firmò l'appello dei veterani del 1871 per i funerali di Vallès.
Nel marzo 1885, Amouroux, già affetto da una "terribile malattia", venne nuovamente invitato a candidarsi alle elezioni legislative: "Andrò a Saint-Étienne - scrisse - per continuare la lotta che abbiamo condotto insieme nel 1881 per l'affermazione della Repubblica democratica e sociale". Fu in quel momento che il caso della repressione contro i Kanaki rimbalzò sullo sfondo della lotta politica tra "rivoluzionari" e "riformisti". Già Maxime Lisbonne, in L'Ami du Peuple del 27 novembre 1884, aveva risvegliato il ricordo di quell’episodio problematico: "L'insurrezione canaca scoppiò nel paese e il tenente Servan affidò al cittadino-condannato Amouroux il comando di venti condannati per combattere. Amouroux non ricordava che era stato un membro della Comune e che stava combattendo uomini che volevano conquistare la loro libertà, i loro diritti, proprio come lui nel 1871".
Tomba di Charles Amouroux Père-Lachaise
In quell’anno, il 1885, Allemane propose di inviare agli elettori di Charonne la biografia di Amouroux in cui evidenziò il comportamento di quest'ultimo in Nuova Caledonia; nel giornale «Le Prolétariat» del 21 marzo 1885 segnalò che Amouroux "Lasci il suo soprabito nel suo collegio elettorale, e si metta in mutande Saint-Étienne se vuol cercare di ottenere i suoi voti elettorali. Dobbiamo dire ai nostri amici tutta la verità su questo ex terribile cappellaio della Comune, che era diventato un semplice Tolain[12] al consiglio comunale di Parigi, dove votò contro le proposte di Joffrin e Chabert, e ora è in marcia per un Nadaud[13] opportunista. Il suo comportamento ora è chiaro come acqua di fonte. Non è meno utile pubblicare la sua biografia”.
Il 5 aprile, Amouroux si presentò con successo, sempre tra le fila dei repubblicani intransigenti, contro un candidato opportunista a Saint-Étienne. Secondo il giornale L’Intransigeant, la folla lo applaudì con entusiasmo e gli cantò la Marsigliese. Si sedette al Palais Bourbon "ai vertici dell'estrema sinistra", anche se tuttavia fu eletto con l'etichetta "social radicale", e nel maggio 1885 è stato eletto deputato nel dipartimento della Loira. Amouroux ebbe solo il tempo di votare una proposta di legge fatta da Clovis Hugues sull'amnistia.


Funerale in tricolore

Medaglione di bronzo dello scultore Jules Dalou
Alla fine di maggio 1885, Amouroux si ammalò di tisi, a cui si aggiunse una febbre tifoide che lo fece peggiorare improvvisamente e facendolo morire il 23 maggio. Una scomparsa salutata così da un giornale conservatore: «Anche se profonde divergenze politiche ci separavano, avevamo concepito una tale stima per il suo carattere, e abbiamo espresso con tanta sincerità l'ammirazione per il suo ruolo in Nuova Caledonia durante LA rivolta dei Kanaki, c'erano relazioni cordiali tra lui e più di un redattore di questo giornale [...] Il deputato intransigente che muore oggi, lasciando una giovane vedova inconsolabile, era allo stesso tempo un buon francese; non possiamo dimenticarlo e desideriamo esprimere al nostro popolo tutti i nostri rimpianti». Venne sepolto il 26; il funerale del «Monsieur Amouroux, deputato della Loira» (dichiarò il Commissario di polizia Clément) si svolse dall'inizio alla fine «nel più grande ordine». Nessun incidente venne riportato quando la truppa rese gli onori militari al «deputato deceduto» nonostante la presenza di 6-7.000 persone. Quando il convoglio lasciò l'obitorio fu seguito da una trentina di deputati "con le loro insegne", da un gran numero di consiglieri comunali, cinque corporazioni con i loro stendardi, diverse logge massoniche tra cui quella di «Droits de l’homme», da rappresentanti dei comitati radicali, da l’«Alleanza Socialista Repubblicana», da rappresentanti de «La Libre pensée», e una folla di dimostranti stimati in 3.500 o 4.000 persone. Ci furono anche molti rappresentanti della stampa in questi funerali mediatici che attrassero fino a 10.000 curiosi.
Un rapporto della polizia affermava che «pochi socialisti hanno seguito il convoglio; a differenza dei giorni precedenti gli anarchici non hanno dimostrato», un altro rapporto diceva che erano presenti una ventina di anarchici: «questi sono discreti. È probabile, tuttavia, che abbiano urlato "Lunga vita alla Comune!"». Al momento della comparsa delle bandiere rosse, la folla rimase indifferente. Da parte sua, il commissario Clement non sentì nulla poiché riferì che «nessun grido sedizioso è stato fatto» all'ingresso o all'uscita della necropoli.
Un'eccezione notata: questo grido anonimo di «Lunga vita alla Comune durante il discorso di Eudes, che parlò a nome dei veterani del 1871 di fronte ad un caveau provvisorio. Un informatore fece le sue osservazioni: «Non c'erano gruppi rivoluzionari veri ma solo pochi socialisti isolati! Alla fine della cerimonia, ci sono stati solo dieci "individui", anarchici, che si sono recati alla "tomba dei federati" mentre la folla si disperde rapidamente e con molta calma».
È sepolto nel cimitero di Père Lachaise a Parigi nella Divisione 76, non lontano dal Muro dei Federati. Due anni dopo, il 26 giugno 1887, venne inaugurato un monumento alla sua memoria. Il medaglione di bronzo che adorna la sua tomba è opera dello scultore Jules Dalou.





[1] Nel dipartimento dell'Aude nella regione dell'Occitania
[2] Nel dipartimento della Loira Atlantica e della regione dei Paesi della Loira.
[3] Nel dipartimento dell'Aude nella regione dell'Occitania.
[4] Città portuale situata nel dipartimento del Finistère nella regione della Bretagna.
[5] Un pontone era una prigione galleggiante dalla fine del xviii secolo e all'inizio del xix secolo. I pontoni erano navi da guerra disarmate - vale a dire, nella lingua marittima, senza mezzi di navigazione, che in questo caso arrivavano fino alla rimozione degli alberi - e ancorati vicino alla costa. I prigionieri erano ammassati in grandi quantità, il vantaggio era che un piccolo numero di guardiani era sufficiente per controllare i prigionieri.
[6] Nel dipartimento del Puy-de-Dôme nella regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi.
[7] Città portuale sulla costa mediterranea del sud della Francia, nel dipartimento del Var, nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra
[8] Nel dipartimento della Sarthe nella regione dei Paesi della Loira.
[9] Regione della Francia settentrionale, con capoluogo Nantes. È situata nella Valle della Loira.
[10] Justin Chabert è stato un politico francese nato il 22 marzo 1841 a Gleizé (Rodano) e morto il 16 ottobre 1907 a Lione (Rodano).
[11] 80º quartiere amministrativo di Parigi, situato nel 20° arrondissement.
[12] Henri Louis Tolain (Parigi, 18 giugno 1828 – Parigi, 3 maggio 1897) è stato un politico e giornalista francese, figura di rilievo del socialismo proudhoniano. Seguace di Proudhon e attivo nelle società operaie, nel 1864 redasse il Manifesto dei sessanta, così detto perché firmato da sessanta operai, un programma di rivendicazioni sociali e politiche. Tolain partecipò a Londra, il 28 settembre 1864, al congresso fondativo della I Internazionale, e assunse un ruolo rilevante della sezione francese, aperta nel gennaio del 1865 a Parigi, in rue des Gravilliers 44. Al congresso di Ginevra del 1867 presentò la Mémoire des délégués français. Controllato dalla polizia bonapartista, subì perquisizioni e una condanna per associazione illegale nel marzo del 1868. Nel congresso di Bruxelles difese contro Marx le posizioni proudhoniane del mutualismo. Guardato con sospetto per le sue frequentazioni con gli ambienti di corte e in particolare con il principe Girolamo Napoleone, perdette la fiducia degli operai. Caduto l'Impero, venne eletto sindaco aggiunto dell'11° arrondissement di Parigi e nel febbraio del 1871 deputato nell'Assemblea nazionale. Appoggiò il governo Thiers contro la Comune e il 12 aprile fu espulso dall'Internazionale. Nel 1876 divenne senatore e mantenne il seggio del Senato fino alla morte.
[13] Gustave Nadaud (Roubaix 20 febbraio 1820 - Parigi 28 aprile 1893) era un gioielliere francese, poeta e cantante.