venerdì 26 luglio 2019

02-14-LIS01 – Maxime LISBONNE

MAXIME LISBONNE


Maxime Lisbonne è nato a Parigi il 24 marzo 1839, fu un valoroso Comunardo, soprannominato il «D'Artagnan della Comune».
Nacque in una famiglia borghese: suo padre Auguste era ufficiale d'artiglieria e amava il teatro, e la madre, Marie Louise Foussen, una modista che aveva una larga clientela fra le attrici. Vita militare e teatrale influenzarono Maxime che già a quindici anni si arruolò militare, partecipando alla guerra di Crimea.
Congedatosi nel 1864, si appassionò di teatro, lanciandosi nell'attività d’impresario alle Folies Saint-Antoine. Le sue rappresentazioni di opere popolari ottenerono anche dei successi, poi le spese superarono le entrate e Lisbonne abbandonò l’impresa.
Durante la guerra franco-prussiana, all'assedio di Parigi, Lisbonne entrò nella Guardia Nazionale e venne eletto tra i membri del Comitato centrale. Aderì alla Comune e col grado di colonnello si batté a Issy[1] e a Vaugirard (15° arrondissement) finché il 25 maggio 1871 venne ferito e catturato dai versagliesi sulle barricate del boulevard Voltaire. Condannato ai lavori forzati a vita, fu deportato nella Nuova Caledonia e amnistiato nel 1880.
Rientrato a Parigi, rivide la moglie Elisa, il figlio Felix, i suoi compagni di lotta e si dedicò ancora al teatro, dirigendo le Bouffes du Nord, dove fece rappresentare Nadine, una commedia che Louise Michel trasse dalla sua novella Le Bâtard impérial, poi Germinal, il dramma che lo stesso Zola[2] ricavò dal suo romanzo, e l'Hernani di Victor Hugo. Poi Lisbonne fu ancora costretto a rinunciare per mancanza di fondi.
Lisbonne pubblicò anche un giornale, che da buon giacobino[3] intestò L'Ami du Peuple in omaggio di Marat[4], nel quale voleva ricordare l'esperienza gloriosa della Comune e dei suoi Protagonisti. Ma il nome stesso della Comune era tabù nella III Repubblica e il 7 agosto 1885 Lisbonne fu costretto a chiudere il giornale. Maxime non si fece intimidire e il 6 ottobre, con l'apertura a Montmartre di un suo nuovo locale, La Taverne du Bagne, uscirono ancora cinque numeri de La Gazette du Bagne, nei quali Lisbonne ricordò i suoi vecchi compagni di lotta.
La Taverne du Bagne era un bistrot che ottenne successo. I camerieri erano vestiti da forzati del bagno penale, con tanto di catena alla caviglia; le bevande avevano i nomi delle località di detenzione, i bicchieri erano a forma di palla di ferro cava e ai clienti, all'uscita, veniva rilasciato un certificato di buona condotta. L'interno della taverna era decorato con scene della colonia penale, tra le quali spiccavano le immagini della fuga di Henri Rochefort e quella del comunardo Gustave Maroteau, incatenato e agonizzante.
Quando il municipio di Parigi non gli rinnovò la concessione del locale, Lisbonne aprì il 12 febbraio 1886 a Belleville, un sobborgo popolare della capitale, la Taverne du Bagne et des Ratapoils, a imitazione della precedente. Due mesi dopo fu la volta della Taverne de la Révolution française, aperta nel centrale quartiere parigino del Marais, poi, nel 1888, della Brasserie des Frites révolutionnaires, dove, mangiando patate fritte, si ascoltavano canzoni popolari e si rievocava il passato rivoluzionario.
Pubblicò ancora un periodico di politica e letteratura, Le Citoyen de Montmartre, che uscì per due anni fino all'agosto del 1894 e si presentò come indipendente alle elezioni politiche, senza farsi illusioni - e infatti non fu mai eletto - nel 1889, nel 1892 e nel 1898, quando era vivo l'affare Dreyfus[5]. Quell'anno lasciò Parigi per ritirarsi nel piccolo paese di La Ferté-Alais[6], dove si mantenne gestendo una tabaccheria. Alla sua morte, avvenuta il 25 maggio 1905, anniversario del ferimento e della sua cattura sulle barricate di Parigi, un vecchio compagno della Comune lo ricordò con un articolo su L'Intransigeant.



[1] Comune a poca distanza da Parigi (confinante col 15° arrondissement.
[2] Émile Édouard Charles Antoine Zola (Parigi, 2 aprile 1840 – Parigi, 29 settembre 1902) è stato uno scrittore, giornalista, saggista, critico letterario e fotografo francese. Durante la guerra franco-prussiana, Zola e la moglie fuggono da Parigi. Zola torna a Parigi nel marzo 1871; ricomincia a lavorare da Bell, che è ostile alla rivolta della Comune. Finito sotto controllo della polizia politica, Zola è stato arrestato il 20 marzo e rilasciato il 21. Il 18 è stata proclamata la Comune di Parigi. Nel mese di aprile scrive contro la soppressione di alcuni giornali e, sotto pericolo di arresto, Zola fugge attraverso Saint-Denis, sotto il controllo dei Prussiani, e si rifugiò in Bennecourt. Gli Zola tornano a Parigi alla fine di maggio, dopo la Settimana sanguinante e l'abbattimento della Comune. Benché perplesso sui metodi della Comune, non ne fu completamente contrariato. Nel 1898 interviene con passione nell'affare Dreyfus in difesa dell'accusato, il capitano Alfred Dreyfus.
[3] Con il termine giacobinismo si intende un movimento e un'ideologia politica risalenti all'esperienza del Club dei Giacobini durante la Rivoluzione francese. Il giacobinismo si diffuse in buona parte dell'Europa durante l'epoca rivoluzionaria ed ebbe un'influenza politica notevole nella storia francese per tutto il XIX secolo, in particolare negli eventi della Rivoluzione di luglio, della Rivoluzione francese del 1848 e, soprattutto, nell'esperienza della Comune di Parigi del 1871. Successivamente, sia Lenin che Antonio Gramsci sostennero una diretta filiazione del bolscevismo dal giacobinismo. Tale tesi, inizialmente sostenuta anche da storici francesi di orientamento marxista come Albert Mathiez e Georges Lefebvre, fu poi fermamente respinta dalla storiografia successiva.
[4] Jean-Paul Marat, detto l'Amico del popolo (Boudry, 24 maggio 1743 – Parigi, 13 luglio 1793), è stato un politico, medico, giornalista e rivoluzionario francese di origini sardo-svizzere. Tra i protagonisti della Rivoluzione francese, che egli sostenne con la sua attività giornalistica, politicamente vicino ai Cordiglieri, fu deputato della Convenzione nazionale francese dal 20 settembre 1792 e, dal 5 aprile 1793, fu eletto presidente del Club dei Giacobini. Fu assassinato dalla girondina Charlotte Corday.
[5] Alfred Dreyfus (Mulhouse, 9 ottobre 1859 – Parigi, 12 luglio 1935) è stato un militare francese. Nel 1871 la Francia era reduce dalla sconfitta subita nella guerra Franco-Prussiana, ed i rapporti interni erano ancora tesi. Nonostante il processo si basasse su documenti palesemente falsi, Dreyfus fu condannato quale estensore di una lettera indirizzata ad un ufficiale tedesco in cui venivano rivelate importanti informazioni militari francesi. Nonostante l'esplodere del caso, Dreyfus non fu interamente riabilitato prima del luglio 1906, grazie a un verdetto della Corte di Cassazione.
[6] Nel dipartimento dell'Essonne nella regione dell'Île-de-France.