CHARLES LULLIER
Charles Ernest Lullier è nato
a Mirecourt[1], il
28 aprile 1838, ed è stato un militare francese con una carriera controversa,
in particolare durante la Comune di Parigi.
Di origine borghese, era
figlio di Marguerite Daniel e di Étienne Lullier, un possidente, studiò a Nancy[2]
e nel 1854 entrò nella Scuola navale di Brest[3],
dove subito si fece notare per la sua indisciplina percorrendo una carriera
caotica, caratterizzata da cattive condotte professionali e da disordini
comportamentali. Uscito come aspirante ufficiale nel 1856, durante i suoi
imbarchi venne spesso punito, e per due volte fu sospeso dalle sue attività
lavorative, finché nel 1861 venne messo in aspettativa.
Si stabilì allora a Parigi e
seguì i corsi di diritto alla Sorbona e al Collège de France. Nel 1863 fu
arrestato per rissa. Reintegrato in servizio nel 1864, venne ancora sanzionato
più volte per condotta grave contro la disciplina, fino a essere messo a riposo
nel giugno del 1869 con il grado di tenente di vascello.
Approfittò una delle
sospensioni per pubblicare un Saggio sulla Storia delle Tattiche Navali e
delle Evoluzioni del Mare: la Marina del passato e la Marina Contemporanea
(1867).
Il suo comportamento privato
era altrettanto perturbato e segnava una personalità eccentrica e squilibrata.
Le testimonianze delle sue strette relazioni convergevano nel descriverlo come
un individuo pittoresco ed allo stesso tempo eccessivo. Lo specialista delle questioni
politiche ed economiche Victor du Bled (1848-1927) lo ha presentato come “testa
vulcanica, autore di un lavoro militare in cui ha stabilito in anticipo i punti
strategici e tattici di difesa e di attacco di Parigi contro il governo di
Versailles, abbastanza istruito, ma totalmente privi di equilibrio morale”[4].
Un altro amico di Lullier era Arthur
Ranc, che ne diede un ritratto ugualmente colorato: "Molto
intelligente, molto coraggioso, aveva una vasta conoscenza militare. Purtroppo,
era necessario prenderlo prima delle sei di sera, prima che l'assenzio avesse
fatto il suo lavoro. In seguito, non c'era niente davanti a se che un alcolista
a volte pericoloso. Con questo, un orgoglio eccessivo. si credeva sinceramente
un grande scrittore, un grande politico e un soldato geniale. Aveva persuaso
molte persone che era il primo spadaccino del mondo, e forse lui stesso ne era
convinto. La verità è che si era battuto solo con un giovane studente molto
inesperto in scherma. Lullier non ha frequentato alcuna scuola d’armi, in
ordine. Non credo che qualcuno lo abbia mai visto sparare in un combattimento.
Ha vissuto sulla leggenda che aveva fabbricato su se stesso"[5].
A Parigi venne ancora
arrestato più volte per rissa, ingiurie e ubriachezza, Lullier è stato persino
internato brevemente al manicomio di Charenton[6]
per una valutazione psichiatrica.
Un provocatore con un
temperamento bellicoso, è stato condannato a due mesi di carcere dal Tribunale
della Senna per essersi battuto in duello contro un impiegato di uno studio
notarile a Bagatelle il 3 ottobre 1868. Ha anche sfidato uno dei più temibili
spadaccini del tempo per un motivo stravagante, "colpì con uno schiaffo
Paul de Cassagnac[7]
con il pretesto di aver insultato Jules
Favre nel modo più violento: Jules
Favre è mio padre! Esclamò Lullier per dare più colore a questa assurda
provocazione. Paul de Cassagnac si rifiutò di combattere con quel pazzo"[8].
Attivo politicamente
nell'ambiente repubblicano, Charles Lullier frequentava Gustave
Flourens e Henri
Rochefort, che lo sostennero alle elezioni legislative del 1869 come
candidato «rivoluzionario socialista» nella 3ª circoscrizione della Senna.
Alla caduta
dell'Impero si trovò, col grado di colonnello, a comandare due battaglioni
della Guardia
Nazionale, e il 9 settembre 1870 il governo
di Difesa nazionale lo inviò in una breve missione in Danimarca e negli
Stati Uniti. Tornato in Francia, a Tours[9],
dove si trovava la delegazione governativa, si atteggiò a stratega militare, fu
deriso da altri ufficiali e, a seguito della rissa che ne seguì, fu arrestato e
condannato a 25 giorni di carcere.
Partigiano della guerra ad
oltranza contro i prussiani, scrisse articoli e intervenne nelle riunioni dei club, fino a
farsi una reputazione di comandante competente e devoto alla Repubblica. Il 15
marzo 1871 fu nominato comandante in capo della Guardia
Nazionale di Parigi. Il 18
marzo, fu sorpreso dall'insurrezione della città, e non prese alcuna
iniziativa, lasciando che i membri del governo e le truppe regolari lasciassero
Parigi indisturbate, e non ordinando l'occupazione dell'importante e vicina
base militare di Mont Valerien. Destituito e arrestato il 23
marzo, evase il
2 aprile. Arrestato ancora in maggio, godendo di simpatie tra molte guardie
nazionali, poté evadere quel giorno stesso.
Non prese mai parte ai
combattimenti contro i versagliesi e durante la Settimana
sanguinante stette nascosto. Ricomparso in pubblico il 4 giugno, fu
arrestato dai militari di Versailles.
La corte
marziale, malgrado si presentasse quale moderato, lo condannò a morte
nell'agosto del 1871, pena commutata il 27 settembre ai lavori forzati a vita.
Scontò prima la pena a Tolone[10]
e il 7 giugno 1874 fu imbarcato per la Nuova
Caledonia.
Amnistiato
nel 1880, tornò in Francia il 6 gennaio del 1881 e pubblicò le sue memorie, Mes
cachots. Candidato alle elezioni municipali di Parigi del 1881 nel 10°
arrondissement, raccolse un centinaio di voti. Alla fine dell'anno, a
Tolone, fu condannato a sei mesi di carcere per aver aggredito un ufficiale di
marina.
La sua reputazione presso i
suoi ex compagni di prigionia è controversa: fu "accusato dai fratelli
e dagli amici di aver ricevuto denaro da Thiers,
e di ottenuto in carcere un trattamento migliore di quello degli altri
detenuti. Nel 1882, Lissagaray
ei suoi amici hanno istruito un processo nei suoi confronti" riferisce
Victor du Bled[11]. Si
trattò infatti una giuria d'onore dove il suo atteggiamento durante la Comune e
la colonia penale venne pubblicamente annullato.
Lullier rimase impegnato
nell'estrema sinistra e continuò a militare scrivendo nella stampa
progressista.
Nel 1886 si trasferì in
Corsica e diresse il giornale La République de Bastia. Il 4 luglio sposò
a Canale di Verde una ragazza di 25 anni, Marie-Hélène Poli, che egli aveva
messo incinta.
Divenuto sostenitore del
movimento reazionario del generale Boulanger[12],
si presentò candidato alle elezioni legislative del 1889, e fu sconfitto
prendendo pochi voti. Durante queste elezioni si fece notare per il suo
comportamento eccentrico ed esaltato: "A
Toulon si presentarono due nuovi candidati. Il primo era Charles Lullier, un ex
generale della Comune,
autore di un volume «Mes Prisons»,
che fu scaricato dai Comunardi
e accusato (credo) di tradimento. Questo Lullier era un essere
spaventoso. Beveva, ogni sera, tre quarti di bottiglia di picon[13], e quando l'alcol
iniziava a lavorare, scopriva la sua anima pessimista, invocava Schopenhauer,
appellava il niente, e puntava il suo revolver ai suoi interlocutori
spaventati. [...] Lullier ha affrontato i rossi. Duc ha fatto appello alla
classe operaia del porto e dell'arsenale. Il primo ha ottenuto circa 200 voti e
il secondo quasi mille"[14].
Trovò un impiego come agente della Compagnie
Générale Transatlantique e si trasferì nel 1890 a Panama, dove morì il 24
luglio l'anno seguente.
Opere e scritti
Mes cachots, chez l'auteur, Paris, 1881
Essai sur l'histoire
de la tactique navale et des évolutions de mer : la marine du passé et la
marine contemporaine, Paris, Tanera, 1867
[1] Nel
dipartimento dei Vosgi nella regione del Grand Est.
[2] Capoluogo
del dipartimento della Meurthe e Mosella nella regione Grand Est.
[3] Nel
dipartimento del Finistère nella regione della Bretagna.
[4] Victor du
Bled, La Société Française depuis cent ans: Quelques salons du Second Empire,
Paris, Bloud et Gay, 1923.
[5] Arthur Ranc,
«Petits mémoires», Le Matin, del 12 ottobre 1897.
[6] Nel
dipartimento della Valle della Marna nella regione dell'Île-de-France.
[7] Giornalista
politico, deputato bonapartista dell'estrema destra ed esperto duellante
francese-
[8] Victor du
Bled, La Société Française depuis cent ans: Quelques salons du Second Empire,
Paris, Bloud et Gay, 1923.
[9] Situata
nella Francia centro-occidentale, è il capoluogo del dipartimento Indre e Loira
nella regione Centro - Val della Loira.
[10] Città
del sud est della Francia, capoluogo del dipartimento del Var, parte della
regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
[11] Pierre-Henri
Zaidman, «Charles Lullier, le général fou de la Garde nationale de Paris le 18
mars 1871».
[12] Georges-Ernest-Jean-Marie
Boulanger, generale e uomo politico francese, nato a Rennes il 29 aprile 1837,
morto a Bruxelles il 30 settembre 1891. Si presentò come candidato alla
deputazione nel dipartimento del Nord, e fu eletto (1888). Nel suo programma elettorale
aveva propugnata la revisione della costituzione del 1875. Malgrado l'appoggio
di partiti filo monarchici e bonapartisti, la sua proposta di revisione fu
respinta dalla camera dei deputati e lo spettacolo dell'ibrida coalizione che
lo sosteneva risvegliò le diffidenze dei repubblicani moderati, che furono
spinti a riavvicinarsi ai radicali per la difesa del regime. L'allarme divenne
più forte quando la stessa capitale rinnovò l'investitura di Boulanger,
nominandolo deputato a grande maggioranza. Il generale non nascose il suo
proposito d'aspirare alla presidenza della Repubblica, ritenuta dai più una
semplice tappa verso la restaurazione della monarchia. Il ministro
dell'Interno, Constant, iniziò silenziosamente una procedura giudiziaria,
imputando del delitto di alto tradimento il Boulanger; il quale, preso d'un
tratto dal panico, fuggì a Bruxelles il 1° aprile 1889.
[13] Il
picon è un amaro, una bevanda aperitivo, di colore caramello che accompagna
tradizionalmente la birra nell'est e nel nord della Francia.
[14] Victor Méric,
À travers la jungle politique littéraire, Première série, Librairie Valois,
1930.