EDMOND MÉGY
Edmond Mégy è nato ad Essonnes, un dipartimento francese della regione
dell'Île-de-France, il 9 febbraio 1841, ed è stato un attivista francese,
seguace di Blanqui.
Operaio meccanico, lavorò prima a Châlons, poi in
Egitto, nei cantieri che operavano a Suez al taglio dell'istmo e poi ancora in
Francia, come macchinista nella tratta ferroviaria Parigi-Lione.
Militante blanquista[1],
in seguito ai disordini seguiti a Parigi all'arresto di Henri
Rochefort, la polizia cercò di arrestarlo, ma egli reagì sparando e
uccidendo il poliziotto che l'11 febbraio 1870 si era introdotto in casa sua
prima dell'alba, azione non consentita dal diritto dell'epoca. Processato e
difeso da Eugène
Protot, l'8 agosto fu condannato egualmente a venti anni di lavori forzati.
Amnistiato alla caduta dell'Impero, iscritto alla 1a
Internazionale, servì nella Guardia
Nazionale del 17°
arrondissement di Parigi e, per aver schiaffeggiato un ufficiale che
l'aveva insultato, fu condannato a due anni di carcere, ma evitò la pena
nascondendosi. Prese parte ai moti del 31
ottobre 1870 e del 22
gennaio 1871, e in marzo, passato a Marsiglia,
al fallito tentativo di costituire in quella città la Comune.
Tornato a Parigi in aprile, durante la Comune, fu
messo al comando della guarnigione del forte di
Issy, che egli abbandonò senza giustificato motivo il 30
aprile. Arrestato per questo motivo da Louis
Rossel, fu fatto rilasciare da Émile
Eudes, che lo prese ai suoi ordini. Fece parte del plotone di esecuzione
dei sei ostaggi
della Roquette e combatté durante la Settimana
sanguinante nelle barricate del faubourg Saint-Germain.
Alla caduta della Comune, si
sottrasse alle condanne a morte irrogategli dai tribunali
militari di Marsiglia
e di Versailles
fuggendo a Ginevra e di qui si trasferì in settembre negli Stati Uniti. Trovò
lavoro a New York e s'inserì in un circolo di emigrati francesi di opinioni blanquiste,
che fondarono la Società dei rifugiati della Comune e raccolsero denaro
per le vedove e gli orfani dei caduti. Nel maggio del 1873 sposò una
newyorchese, Mary Gants.
I coniugi Mégy fecero un viaggio in Europa
nell'ottobre del 1875. Prima a Londra, poi in Svizzera, poi ancora a Londra e a
Birmingham, nel novembre del 1877 ritornarono a New York. Amnistiato nel 1880,
fu a Parigi soltanto pochi mesi, ristabilendosi a New York dove nel 1883 fu
nominato segretario del comitato promotore dell'erezione di un monumento a Blanqui.
Nell'ottobre del 1884 raggiunse Colón, a Panama, in cerca di lavoro, e colpito
da infarto, vi morì il 28 dicembre lasciando la moglie e due figli.
Amava dire, ricordando l'episodio
dell'omicidio del poliziotto che lo aveva reso celebre: “Ho l'onore di aver
tracciato con una pistola da quaranta soldi la linea di demarcazione tra il
potere arbitrario e il popolo”.
[1] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e
attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta,
del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo
secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali
e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria
combattiva. Deve il suo nome allo
scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis
Auguste Blanqui.