giovedì 27 giugno 2019

02-14-AVR01 – Augustin AVRIAL

AUGUSTIN AVRIAL



Augustin, Germain Avrial è nato il 20 novembre 1840 a Revel[1], era meccanico, proudhoniano[2] e membro dell'Internazionale.
Nel 1857 Augustin è a Parigi dove lavorò come operaio meccanico, prestando poi servizio militare nell'esercito del Secondo Impero dal 1859 al 1865, venendo congedato dal 54° reggimento di linea col grado di sergente. Il 20 Maggio 1866, sposò Louise Talbot, stessa età di lui, con la quale ebbe due figli.
Dal 1867 si stabilì a Parigi, andando ad abitare nell’11° arrondissement,in passage Raoul (attuale rue Bréguet) n° 15. Secondo alcuni, è stato in questa data che entrò a far parte della 1ª Internazionale (Associazione Internazionale dei Lavoratori). Tuttavia, se si crede alla sua affermazione nel terzo processo dell'Internazionale, è stato nel mese di agosto 1869 si unì all'Associazione. È stato anche uno dei principali fondatori della Camera sindacale degli operai meccanici, dove svolse le funzioni di amministratore (dell’Internazionale) e della Federazione delle società operaie. Tutto lascia pensare che, in un primo momento, Avrial, come molti costruttori meccanici del tempo, aveva in mente un'invenzione, ed ha cercato di creare un'associazione sulla forma di cooperativa di produzione.
Nei primi giorni del 1870, sul giornale “La Marseillaise[3], a nome della Camera sindacale dei meccanici di Parigi, sostenne lo sciopero di Le Creusot, Il 18 marzo 1870, Avrial era ancora attivo nell'Internazionale e partecipò alla riunione nel corso della quale si elaborò un progetto di statuto della Federazione di Parigi. Con Camille Langevin e Paul Robin[4], Avrial rappresentò in quella riunione il Circolo di Studi sociali, sezione Internazionale di cui faceva parte. Il 19 aprile, quando gli internazionalisti si incontrarono sotto la presidenza di Varlin in una sale del giornale La Marseillaise furono eletti per acclamazione: Megy Presidente Onorario, Avrial assessore. Infine il 24 aprile, naturalmente troviamo il suo nome ben visibile sul manifesto del programma delle sezioni dell’A.I.T. (Associazione Internazionale dei Lavoratori) e della Camera federale delle società operaie.
 
La folla all’uscita di un incontro pubblico tenuto nella sala del La Marsigliese, in Rue de Flandres.

Ma il 30 aprile, pochi giorni prima del plebiscito[5], Avrial venne arrestato con altri militanti dell'Internazionale: era la terza volta che il Regime bonapartista cercò di smantellare l'organizzazione operaia.
Il 1° luglio 1870 durante il processo, in una lunga dichiarazione, spiegò con grande chiarezza ciò che era l'Internazionale a cui egli fu orgoglioso di appartenere, e le ragioni della sua esistenza: "lo sfruttamento del capitale spinge i lavoratori alla rivolta che non vogliono essere rigettati nella miseria […] ed è per questo che siamo socialisti, è per questo che noi siamo rivoluzionari".
L'8 luglio, venne condannato, dal terzo processo del’Internazionale a sei mesi di reclusione e ad una multa di 25 franchi. Per questo motivo Avrial non poté firmare, quel mese, il manifesto contro la guerra franco-prussiana che l'Internazionale ha stilato il 23 luglio e inviato ai lavoratori di tutti i paesi. Portato il 28 agosto nella casa correzionale di Beauvais[6], venne rilasciato il 5 settembre, dopo la caduta dell'Impero, come molti militanti rivoluzionari, appartenenti all’A.I.T. o al partito blanquista[7].
Residente nell'11° arrondissement, Avrial diventò, per elezione, capo del 66° battaglione della Guardia Nazionale di stanza nel suo arrondissement; il nostro meccanico si è trovato così alla testa di 1.500 uomini. Scrisse e firmò, con più di 50 ufficiali della Guardia Nazionale, una lettera di congratulazioni al sindaco repubblicano del 11° arrondissement, Mottu, per la sua politica laica anti congregazionista, lettera che fu anche una protesta contro il suo licenziamento. Siamo alla fine di ottobre, il 31 partecipò alla rivolta popolare che occupò l'Hôtel de Ville e che intendeva creare un Comitato di Salute pubblica; Avrial dichiarava che si dovevano garantire le «elezioni della Comune». Dopo il fallimento dell'iniziativa, il generale, fedele al governo, Clément-Thomas, quello che sarà fucilato per tradimento dai Comunardi insieme al suo collega Claude Lecomte, lo destituì dal comando del suo battaglione.
Avrial restò tuttavia delegato al Comitato centrale della Guardia Nazionale ed organizzò una cooperativa di operai meccanici per la trasformazione e la fabbricazione di armi per la Guardia Nazionale: l'iniziativa non andò però a buon fine e dopo un paio di mesi la cooperativa si sciolse per mancanza di finanziamenti.
Nel febbraio 1871 è stato segretario della sezione dei Proletari dell’11° arrondissement ed ha avuto un ruolo attivo in seno al Consiglio federale delle sezioni di Parigi dell'Internazionale.
Alla fine di febbraio la tensione a Parigi salì.
Il 27 disse: "L'Internazionale dovrebbe declinare ogni responsabilità per eventuali partecipazioni senza il beneficio alla Repubblica e che potrebbero portare beneficio della reazione". Pochi giorni dopo, molti internazionalisti, tra cui Varlin, "colonizzarono" il Comitato Centrale, e la rivolta grondò nelle periferie, Avrial ritornò in azione alla testa del suo battaglione dove fu eletto il 12 marzo dai funzionari e delegati aziendali per sostituire l'ultimo comandante, l'operaio stampatore Kernen, dimissionario all'inizio del mese.
Il 12 marzo 1871 fu nuovamente eletto comandante del 66° battaglione; il 18 marzo 1871 organizzò a Montmartre la resistenza al tentativo del governo Thiers di sottrarre i cannoni dei Comunardi. Il giorno successivo, col suo battaglione, si recò al forte Issy, una delle roccaforti della Comune, e vi fece issare la bandiera rossa. "Questa mattina ho messo la bandiera rossa in alto nel forte", scrisse il 30 marzo (come si legge dalla lettera riportata in basso).

Lettera firmata da Avrial, datata 30 marzo 1871 e destinata allo Stato Maggiore, che indicava seri problemi sulla posizione che difende Fort Issy

Ecco il testo della lettera tradotto:

Fort d’Issy 30 Marzo 1871

Cittadini
Scusate la mia assenza io sono ancora al forte, eppure l'ordine dato era di dare il cambio al bttn [battaglione - il 66° N.D.R.], che è stato lì per 12 giorni.
Non riesco a concepire questo lentezza nei movimenti delle truppe. Contavamo a seguito dell’ordine di ricevere il cambio oggi, non ci ha fatto star bene.
.... ... le guardie protestano, la maggior parte non vuole restare e io sono incapace di sedare l'ammutinamento. Su 950 uomini che avevo, ne ho ancora 300 a malapena.
Dato che io sono al forte, nonostante i rapporti che ho inviato al Comitato non ho mai ricevuto alcuna comunicazione.
Questa mattina ho messo la bandiera rossa al forte.
......... .. faccio una preghiera allo stato maggiore

Saluti fraterni
Avrial

In diagonalmente, nella seconda pagina, la scritta: "Urgente"
Il messaggio è contrassegnato dal timbro del 66° battaglione della Guardia Nazionale Dipartimento della Senna con la dicitura "FRATELLANZA"

Le sue lettere e i suoi rapporti, tuttavia, ci fanno capire le difficili situazioni in cui si trovavano all’inizio i capi Comunardi. Gli uomini non sono stati sostituiti abbastanza velocemente e decisero di andarsene e Avrial, nonostante il suo buona volontà, mise mano alla pistola per fermarli.
Questi gravi incidenti, di cui egli non ne fece pubblicità, non impedirono i parigini di eleggerlo nelle elezioni del 26 marzo. Infatti il 26 marzo, Avrial venne eletto al Consiglio della Comune dall'11° arrondissement, con 17,944 voti su 25,183 votanti. Quel giorno egli raccolse 17.944 voti su 25.183 votanti, il 71%. Il suo è stato un risultato straordinario se confrontato al suo punteggio nelle elezioni parlamentari dell'8 febbraio, quando aveva contato, come candidato «socialista rivoluzionario», 1.220 voti, pari al 4,45% dei voti. Ha fatto parte della Commissione Lavoro e Scambio (29 marzo), dove diede un appoggio importante alla stipulazione del decreto sulle fabbriche abbandonate, e del decreto sulla del Monte di pietà; è stato eletto il 21 aprile alla Commissione delle guerra che ha sostituito, in linea di principio, il Comitato della Guardia Nazionale e l'8 maggio, è stato nominato direttore dell’artiglieria.
Il 2 aprile successe a Dombrowski come capo della 11ª legione (si noti che il generale polacco fu sponsorizzato da Avrial per quel posto), era con i suoi uomini a Moulineaux[8] e nella bassa Meudon[9] sotto il comando del «generale» Eudes, uno dei luogotenenti di Blanqui, eletto anche lui nell’11° arrondissement il 26 marzo. Ha partecipato alla sortita del 3 aprile e, secondo Edmond Lepelletier, «si è dimostrato coraggioso e pieno di iniziativa».
L'8 aprile, Avrial e il suo 66° battaglione partecipano allo sfortunato tentativo di attaccare Versailles, loro fecero parte di una colonna federata che attaccò i gendarmi versagliesi a Pont de Neuilly.
Anche in questo caso, nonostante il suo coraggio e il suo spirito di iniziativa, Avrial non poté cambiare la situazione. I suoi federati dovettero ritirarsi, con meno panico e meno perdite degli altri battaglioni.
Successivamente Avrial continuerà ad esercitare il suo ruolo di eletto alla Comune.
Il 10 aprile, ha sostituito Gustave Lefrançais alla Commissione esecutiva eletta il 29 marzo, incaricata di far rispettare i decreti della Comune e le ordinanze degli altri comitati.
La Comune il 16 aprile affidò alle camere sindacalizzati dei lavoratori il compito di istituire una commissione d'inchiesta per identificare i laboratori e le fabbriche abbandonate e studiare la possibilità di affidare le loro gestioni a delle società cooperative. I responsabili sindacali di primo piano ritenevano che la cooperazione generalizzata può "sottrarre lavoro allo sfruttamento del capitale".
Purtroppo le situazioni a venire non hanno permesso a questi attivisti di mettere in opera queste intenzioni socialiste.
L'altra misura a cui rimane legato il nome di Avrial è quello che riguarda il Monte di Pietà. Nel corso della riunione del 25 aprile, propose che gli strumenti di lavoro, biancheria da letto e abbigliamento impegnati per meno di cinquanta franchi potranno essere restituite gratuitamente: "Le persone che hanno mangiato il pane nero, hanno diritto che si tenga conto della loro sofferenza (...) l'istituzione del Monte di Pietà deve scomparire: non aspettiamo a donare una prima soddisfazione ai coraggiosi che si battono".
Léo Fränkel, il delegato al Lavoro, e la maggior parte degli eletti approvano la proposta di Avrial. Essi suggerirono alcune modifiche. Tuttavia Jourde mise delle riserve: "Distruggere Monte di Pietà minerebbe la proprietà privata, noi non l’abbiamo ancora fatto".
Il 1° maggio, la Commissione del Lavoro ha pubblicò un rapporto favorevole sulla liquidazione del Monte e la sua sostituzione con «nuove istituzioni correttive che avrebbero messo i lavoratori al riparo dallo sfruttamento del capitale». Ma Jourde alla fine riuscì ad imporre le sue opinioni. Il decreto del 7 maggio limitò la restituzione agli oggetti impegnati per meno di venti franchi, solo cinque franchi in più rispetto al tasso fissato in precedenza dal governo «borghese» della Difesa nazionale.
Membro della minoranza, Avrial votò contro il Comitato di Salute pubblica e il 15 maggio ha firmato la dichiarazione della minoranza: «La Comune di Parigi ha abdicato al suo potere nelle mani di una dittatura a cui ha dato il nome di Comitato di Salute pubblica».
 
In questa foto, un chiaro fotomontaggio dell’epoca, Avrial si vede in piedi a destra


Avrial fece parte del comitato che assistette alla distruzione della colonna Vendôme organizzata dal pittore Gustave Courbet.
Avrial fu un militarmente attivo e un coraggioso soldato della rivoluzione, fu anche al centro del dibattito all'Hôtel de Ville sulla questione sociale, e da buon sindacalista quale fu, si basò sui principi dell’A.I.T. Avrial, abile nelle armi, non fu un violento: si narra che si trovava a pranzo presso la taverna Debêne durante le fucilazione degli ostaggi versagliesi, con i giornalisti Lissagaray e Humbert, rimase come loro pietrificato del’’accaduto, non osando lasciare il tavolo per andare vedere dalla finestra.
Durante la Settimana sanguinante, Avrial ha combattuto sulle barricate con grande coraggio, distinguendosi nella loro difesa, tra cui quella dello Chateau d'Eau. Alla caduta della Comune, durante la repressione, sparì; la moglie si finse vedova; i suoi amici lo aiutano a fuggire a Bruxelles con la complicità di alcuni ferrovieri: se ne scappò, truccato con una maschera di carbone e fuliggine, su una locomotiva.
Arrivò a Londra l’11 agosto 1871, e fu, nello stesso mese, uno dei fondatori della Sezione federalista francese del 1871. Alla fine di settembre, venne eletto segretario corrispondente della sezione.
Nel 1872 entrò a far parte alla sezione dell’Internazionale della capitale inglese; cacciato dall’Inghilterra nel 1873, l’8 febbraio dello stesso anno in cui il tribunale del 4° consiglio di guerra di Versailles lo condannò a morte in contumacia, era a Schiltigheim (sobborgo di Strasburgo[10]) in terra diventata tedesca, in tal modo protetto dalla polizia francese.
Grazie ad un ricco alsaziano di nome Goetz e con il sostegno finanziario da parte di migliaia di sostenitori alsaziani simpatizzanti, poté fondare, con Camille Langevin e François Jourde, una fabbrica di costruzioni meccaniche a Schiltigheim. Le attività politiche dei Comunardi, Avrial e i suoi amici, finirono per rendersi ostili alle autorità prussiane così nel marzo del 1876, Avrial, Langevin e Jourde vennero espulsi. Partirono a maggio. Langevin andò in Inghilterra, Jourde in Belgio. Avrial andò a La Chaux-de-Fonds[11] e face parte della sezione dell’Internazionale della città. Si recò subito a Ginevra, dove rimase fino al 1880. Nel 1877-1878, figura con Élie ed Élisée Reclus, Arthur Arnould, Gustave Lefrancais e altri, nel numero di collaboratori del giornale socialista rivoluzionario Le Travailleur, che è uscito a Ginevra dal 20 maggio 1877 all’aprile-maggio 1878.
Amnistiato 11 luglio 1880, espulso dall’Inghilterra, dall’Alsazia e dalla Svizzera, ritornò in Francia nello stesso anno, diventando un assiduo frequentatore del Café du Croissant a Parigi con Jourde, Lissagaray e Valles.
Gambetta, che non ha dimenticato il compagno dei primi giorni della repubblica, gli fece ottenere un lavoro nelle ferrovie a Montluçon[12], dove il 1° Novembre 1881 divenne controllore del materiale nelle Ferrovie dello Stato, impiego terminato due anni più tardi, il 31 agosto 1883.
Avrial continuava a dedicarsi alla sua passione di inventore meccanico; nelle parole di Charles Chincholle[13] (I sopravvissuti della Comune), «un inventore per temperamento, è uno di quegli uomini che potrebbe prendere un brevetto al giorno».
Nel 1890, Avrial, i cui due figli erano sposati, viveva con la figlia adottiva, un'orfana che aveva allevato e che all'epoca aveva 29 anni e lavorava come commessa. Nel 1892 creò e depositò i brevetti di due sue invenzioni: la macchina da cucire Avrial e un motociclo a petrolio. A Montlucon vendette il brevetto della sua macchina da cucire procurandosi un reddito notevole (400 Franchi al mese per dieci anni). Nello stesso tempo ha collaborato alla fondazione della Società francese di macchine da cucire di Montluçon, fallita nel 1897.

Macchina da cucire Aviral

Pubblicità su giornale della macchina da cucire Aviral
Manifesto pubblicitario

Avrial nel 1895
Tre anni dopo, il Ministero del Commercio lo ha inviò in Belgio per studiare alcuni processi meccanici e, in particolare, l'organizzazione delle filature. Nel 1900, fu incaricato dallo stesso ministero di studiare sull'industria dell’automobile in Francia.
Libero da bisogni, tornò a Parigi dove incrementò le proprie attività industriali e politiche.
Aderì all’Alleanza socialista repubblicana e al Partito operaio socialista rivoluzionario di Jean Allemane.
Partecipò al funerale di Jules Vallès nel 1885 e pronunciò l'elogio funebre di Lissagaray nel 1901.
A differenza di altri Comunardi, non fece una grande carriera politica o intellettuale; ma e sicuro che ne volesse una? Continuò per la sua militanza, prima nell’Alliance socialista repubblicana poi al Partito dei Lavoratori Socialista Rivoluzionario (POSR), creato nel 1890 da Jean Allemane.
Nelle elezioni comunali del 1896, più moderatamente, fu candidato della «concentrazione repubblicana» nel quartiere Gros caillou a Parigi.
Quando morì, nel Fécamp (nel dipartimento Seine-Inférieure, (ora Seine-Maritime)) il 13 dicembre 1904, Avrial era titolare di una tabaccheria. Una folla numerosa assistette al suo funerale. Augustin Avrial e Louise Talbot, sua moglie, sono sepolti nel cimitero di Pere Lachaise, nella 91ª sessione.
Se Avrial fu duramente giudicato da Da Costa (La Commune vécue, Tomo 3, p. 46) che dichiarò di essere «un'anima povera in una ricca carcassa», se fu giudicato allo stesso modo da alcuni rapporti della polizia presentandolo come uno «spirito esaltato, pigro, dissoluto», sembra più corretto ammettere con Lepelletier (Histoire de la Commune de 1871) che Avrial, «un bravo ragazzo grasso, molto rotondo, con un viso allegro e comprensivo, con grande forza muscolare», probabilmente non ha svolto un ruolo politico di primo piano all’Hôtel de Ville di Parigi., ma che «sotto un aspetto un po’ 'pesante» era comunque «una mente saggia» e che «esercitava con abilità e dedizione la sua difficile funzione di direttore dell'artiglieria».

La tomba di Avrial



[1] Nel dipartimento dell'Alta Garonna nella regione dell'Occitania.
[2] Per proudhoniani s’intendono definire i seguaci del filosofo francese Pierre-Joseph Proudhon, fondato essenzialmente sul mutualismo e sul federalismo, da molti studiosi inserito impropriamente nell’ambito di quello che Marx definì socialismo utopistico. L’anarchismo proudhoniano educa i seguaci ad una società libera e federata, di artigiani e piccoli contadini, che pone al centro i problemi del credito e del prestito ad interessi limitati. Gli elementi basilari dell’anarchismo proudhoniano sono il federalismo, il decentramento, il controllo diretto da parte dei lavoratori, abolizione della proprietà (ma non del possesso poiché reputato naturale), l'istruzione sotto il controllo degli insegnanti e dei genitori, l'istruzione legata all’apprendistato ecc.
[3] La Marsigliese è stato un giornale creato nel dicembre del 1869. Settimanale satirico di tendenza repubblicana, si era opposto al Secondo Impero.
[4] Paul Robin (Tolone, Francia, 3 aprile 1837 - Ginevra, 31 agosto 1912) è stato un anarchico e un pedagogista libertario francese, membro della Prima Internazionale e vicino a Bakunin.
[5] Il plebiscito dell'8 maggio 1870 fu l'ultimo plebiscito organizzato sotto il Secondo Impero. Voluto da Napoleone III, si trattò di approvare le riforme avviate dal governo e di dare una nuova costituzione al regime imperiale. Fu anche per l'imperatore dei francesi rafforzare la sua dinastia.
[6] Capoluogo del dipartimento dell'Oise della regione dell'Alta Francia.
[7] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.
[8] Comune situato nel dipartimento della Senna Marittima nella regione dell'Alta Normandia.
[9] Comune francese situato nel dipartimento dell'Hauts-de-Seine nella regione dell'Île-de-France, a sud-ovest di Parigi. 
[10] Capoluogo della regione dell'Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorena, nel Nord-est della Francia, ed è la sede ufficiale del Parlamento Europeo.
[11] Città svizzera che si trova nel Canton Neuchâtel, nella regione del Giura. È nota per la presenza di diverse industrie orologiere.
[12] Nel dipartimento dell'Allier della regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi.
[13] Charles Henri Hippolyte (Amiens 16 luglio 1843 – Parigi 26 agosto 1902) è stato un giornalista e scrittore francese .È considerato il primo grande reporter francese.