AUGUSTIN AVRIAL
Augustin, Germain Avrial è nato il 20 novembre 1840 a
Revel[1], era meccanico, proudhoniano[2] e membro dell'Internazionale.
Nel 1857 Augustin è a Parigi dove lavorò come operaio
meccanico, prestando poi servizio militare nell'esercito del Secondo
Impero dal 1859 al 1865, venendo congedato dal 54° reggimento di linea col
grado di sergente. Il 20 Maggio 1866, sposò Louise Talbot, stessa età di lui,
con la quale ebbe due figli.
Dal 1867 si stabilì a Parigi, andando ad abitare
nell’11°
arrondissement,in passage Raoul (attuale rue Bréguet) n° 15. Secondo
alcuni, è stato in questa data che entrò a far parte della 1ª Internazionale (Associazione Internazionale dei Lavoratori). Tuttavia, se
si crede alla sua affermazione nel terzo processo dell'Internazionale,
è stato nel mese di agosto 1869 si unì all'Associazione.
È stato anche uno dei principali fondatori della Camera sindacale degli operai
meccanici, dove svolse le funzioni di amministratore (dell’Internazionale)
e della Federazione delle società operaie. Tutto lascia pensare che, in un
primo momento, Avrial, come molti costruttori meccanici del tempo, aveva in
mente un'invenzione, ed ha cercato di creare un'associazione sulla forma di
cooperativa di produzione.
Nei primi giorni del 1870, sul giornale “La
Marseillaise”[3], a nome della Camera sindacale dei
meccanici di Parigi, sostenne lo sciopero di
Le Creusot, Il 18 marzo 1870, Avrial era ancora attivo nell'Internazionale
e partecipò alla riunione nel corso della quale si elaborò un progetto di
statuto della Federazione di Parigi. Con Camille
Langevin e Paul Robin[4], Avrial rappresentò in quella riunione
il Circolo di Studi sociali, sezione Internazionale
di cui faceva parte. Il 19 aprile, quando gli internazionalisti si incontrarono
sotto la presidenza di Varlin
in una sale del giornale La
Marseillaise furono eletti per acclamazione: Megy
Presidente Onorario, Avrial assessore. Infine il 24 aprile, naturalmente
troviamo il suo nome ben visibile sul manifesto del programma delle sezioni
dell’A.I.T. (Associazione Internazionale dei Lavoratori) e della Camera federale delle
società operaie.
La folla all’uscita di un incontro pubblico tenuto nella sala del La Marsigliese, in Rue de Flandres. |
Ma il 30 aprile, pochi giorni prima del plebiscito[5], Avrial venne arrestato con altri
militanti dell'Internazionale:
era la terza volta che il Regime bonapartista cercò di smantellare
l'organizzazione operaia.
Il 1° luglio 1870 durante il processo, in una lunga
dichiarazione, spiegò con grande chiarezza ciò che era l'Internazionale
a cui egli fu orgoglioso di appartenere, e le ragioni della sua esistenza:
"lo sfruttamento del capitale spinge i lavoratori alla rivolta che non
vogliono essere rigettati nella miseria […] ed è per questo che siamo
socialisti, è per questo che noi siamo rivoluzionari".
L'8 luglio, venne condannato, dal terzo processo del’Internazionale
a sei mesi di reclusione e ad una multa di 25 franchi. Per questo motivo Avrial
non poté firmare, quel mese, il manifesto contro la guerra franco-prussiana che
l'Internazionale
ha stilato il 23 luglio e inviato ai lavoratori di tutti i paesi. Portato il 28
agosto nella casa correzionale di Beauvais[6], venne rilasciato il 5 settembre, dopo la
caduta dell'Impero, come molti militanti rivoluzionari, appartenenti all’A.I.T.
o al partito blanquista[7].
Residente nell'11°
arrondissement, Avrial diventò, per elezione, capo del 66° battaglione
della Guardia
Nazionale di stanza nel suo arrondissement;
il nostro meccanico si è trovato così alla testa di 1.500 uomini. Scrisse e
firmò, con più di 50 ufficiali della Guardia
Nazionale, una lettera di congratulazioni al sindaco repubblicano del 11°
arrondissement, Mottu, per la sua politica laica anti congregazionista,
lettera che fu anche una protesta contro il suo licenziamento. Siamo alla fine di ottobre, il 31
partecipò alla rivolta popolare che occupò l'Hôtel
de Ville e che intendeva creare un Comitato
di Salute pubblica; Avrial dichiarava che si dovevano garantire le
«elezioni della Comune». Dopo
il fallimento dell'iniziativa, il generale, fedele al governo, Clément-Thomas,
quello che sarà fucilato per tradimento dai Comunardi
insieme al suo collega Claude
Lecomte, lo destituì dal comando del suo battaglione.
Avrial restò tuttavia delegato al Comitato
centrale della Guardia Nazionale ed organizzò una cooperativa di operai
meccanici per la trasformazione e la fabbricazione di armi per la Guardia
Nazionale: l'iniziativa non andò però a buon fine e dopo un paio di mesi la
cooperativa si sciolse per mancanza di finanziamenti.
Nel febbraio 1871 è stato segretario della sezione
dei Proletari dell’11°
arrondissement ed ha avuto un ruolo attivo in seno al Consiglio federale
delle sezioni di Parigi dell'Internazionale.
Alla fine di febbraio la tensione a Parigi salì.
Il 27 disse: "L'Internazionale dovrebbe declinare ogni
responsabilità per eventuali partecipazioni senza il beneficio alla Repubblica
e che potrebbero portare beneficio della reazione". Pochi giorni dopo,
molti internazionalisti, tra cui Varlin,
"colonizzarono" il Comitato
Centrale, e la rivolta grondò nelle periferie, Avrial ritornò in azione
alla testa del suo battaglione dove fu eletto il 12 marzo dai funzionari e
delegati aziendali per sostituire l'ultimo comandante, l'operaio stampatore
Kernen, dimissionario all'inizio del mese.
Il 12 marzo 1871 fu nuovamente eletto comandante del
66° battaglione; il 18
marzo 1871 organizzò a Montmartre
la resistenza al tentativo del governo Thiers
di sottrarre i cannoni dei Comunardi.
Il giorno successivo, col suo battaglione, si recò al forte Issy,
una delle roccaforti della Comune, e
vi fece issare la bandiera rossa. "Questa mattina ho messo la bandiera
rossa in alto nel forte", scrisse il 30
marzo (come si legge dalla lettera riportata in basso).
Lettera firmata da Avrial, datata 30 marzo 1871 e
destinata allo Stato Maggiore, che indicava seri problemi sulla posizione che
difende Fort Issy
Ecco il testo della lettera tradotto:
Fort d’Issy 30 Marzo 1871
Cittadini
Scusate la mia assenza io
sono ancora al forte, eppure l'ordine dato era di dare il cambio al bttn [battaglione
- il 66° N.D.R.], che è stato lì per 12 giorni.
Non riesco a concepire
questo lentezza nei movimenti delle truppe. Contavamo a seguito dell’ordine di
ricevere il cambio oggi, non ci ha fatto star bene.
.... ... le guardie
protestano, la maggior parte non vuole restare e io sono incapace di sedare
l'ammutinamento. Su 950 uomini che avevo, ne ho ancora 300 a malapena.
Dato che io sono al forte,
nonostante i rapporti che ho inviato al Comitato non ho mai ricevuto alcuna
comunicazione.
Questa mattina ho messo la
bandiera rossa al forte.
......... .. faccio una
preghiera allo stato maggiore
Saluti fraterni
Avrial
In diagonalmente, nella seconda pagina, la scritta: "Urgente"
Il messaggio è contrassegnato dal timbro del 66°
battaglione della Guardia
Nazionale Dipartimento della Senna con la dicitura "FRATELLANZA"
Le sue lettere e i suoi rapporti, tuttavia, ci fanno
capire le difficili situazioni in cui si trovavano all’inizio i capi Comunardi.
Gli uomini non sono stati sostituiti abbastanza velocemente e decisero di
andarsene e Avrial, nonostante il suo buona volontà, mise mano alla pistola per
fermarli.
Questi gravi incidenti, di cui egli non ne fece
pubblicità, non impedirono i parigini di eleggerlo nelle elezioni
del 26 marzo. Infatti il 26
marzo, Avrial venne eletto al Consiglio
della Comune dall'11°
arrondissement, con 17,944 voti su 25,183 votanti. Quel giorno egli
raccolse 17.944 voti su 25.183 votanti, il 71%. Il suo è stato un risultato
straordinario se confrontato al suo punteggio nelle elezioni parlamentari
dell'8 febbraio, quando aveva contato, come candidato «socialista
rivoluzionario», 1.220 voti, pari al 4,45% dei voti. Ha fatto parte della
Commissione Lavoro e Scambio (29
marzo), dove diede un appoggio importante alla stipulazione del decreto
sulle fabbriche abbandonate, e del decreto sulla del Monte di pietà; è stato eletto
il 21
aprile alla Commissione delle guerra che ha sostituito, in linea di
principio, il Comitato
della Guardia Nazionale e l'8
maggio, è stato nominato direttore dell’artiglieria.
Il 2
aprile successe a Dombrowski
come capo della 11ª legione (si noti che il generale polacco fu sponsorizzato
da Avrial per quel posto), era con i suoi uomini a Moulineaux[8] e nella bassa Meudon[9]
sotto il comando del «generale» Eudes,
uno dei luogotenenti di Blanqui,
eletto anche lui nell’11°
arrondissement il 26
marzo. Ha partecipato alla sortita del 3
aprile e, secondo Edmond
Lepelletier, «si è dimostrato coraggioso e pieno di iniziativa».
L'8
aprile, Avrial e il suo 66° battaglione partecipano allo sfortunato
tentativo di attaccare Versailles, loro fecero parte di una colonna federata
che attaccò i gendarmi versagliesi a Pont de Neuilly.
Anche in questo caso, nonostante il suo coraggio e il
suo spirito di iniziativa, Avrial non poté cambiare la situazione. I suoi
federati dovettero ritirarsi, con meno panico e meno perdite degli altri
battaglioni.
Successivamente Avrial continuerà ad esercitare il
suo ruolo di eletto alla Comune.
Il 10
aprile, ha sostituito Gustave
Lefrançais alla Commissione
esecutiva eletta il 29
marzo, incaricata di far rispettare i decreti della Comune e
le ordinanze degli altri comitati.
La Comune il 16
aprile affidò alle camere sindacalizzati dei lavoratori il compito di
istituire una commissione d'inchiesta per identificare i laboratori e le
fabbriche abbandonate e studiare la possibilità di affidare le loro gestioni a delle società
cooperative. I responsabili sindacali di primo piano ritenevano che la
cooperazione generalizzata può "sottrarre lavoro allo sfruttamento del
capitale".
Purtroppo le situazioni a venire non hanno permesso a
questi attivisti di mettere in opera queste intenzioni socialiste.
L'altra misura a cui rimane legato il nome di Avrial
è quello che riguarda il Monte di Pietà. Nel corso della riunione del 25
aprile, propose che gli strumenti di lavoro, biancheria da letto e
abbigliamento impegnati per meno di cinquanta franchi potranno essere
restituite gratuitamente: "Le persone che hanno mangiato il pane nero,
hanno diritto che si tenga conto della loro sofferenza (...) l'istituzione del Monte
di Pietà deve scomparire: non aspettiamo a donare una prima soddisfazione ai
coraggiosi che si battono".
Léo
Fränkel, il delegato al Lavoro, e la maggior parte degli eletti approvano
la proposta di Avrial. Essi suggerirono alcune modifiche. Tuttavia Jourde
mise delle riserve:
"Distruggere Monte di Pietà minerebbe la proprietà privata, noi non
l’abbiamo ancora fatto".
Il 1°
maggio, la Commissione del Lavoro ha pubblicò un rapporto favorevole sulla
liquidazione del Monte e la sua sostituzione con «nuove istituzioni correttive
che avrebbero messo i lavoratori al riparo dallo sfruttamento del capitale». Ma
Jourde
alla fine riuscì ad imporre le sue opinioni. Il decreto del 7 maggio limitò la
restituzione agli oggetti impegnati per meno di venti franchi, solo cinque
franchi in più rispetto al tasso fissato in precedenza dal governo «borghese»
della Difesa nazionale.
Membro della minoranza, Avrial votò contro il Comitato
di Salute pubblica e il 15
maggio ha firmato la dichiarazione della minoranza: «La Comune di
Parigi ha abdicato al suo potere nelle mani di una dittatura a cui ha dato
il nome di Comitato
di Salute pubblica».
Avrial fece parte del comitato che assistette alla
distruzione della colonna Vendôme organizzata dal pittore Gustave
Courbet.
Avrial fu un militarmente attivo e un coraggioso
soldato della rivoluzione, fu anche al centro del dibattito all'Hôtel
de Ville sulla questione sociale, e da buon sindacalista quale fu, si basò
sui principi dell’A.I.T.
Avrial, abile nelle armi, non fu un violento: si narra che si trovava a pranzo
presso la taverna Debêne durante le fucilazione degli ostaggi versagliesi, con
i giornalisti Lissagaray
e Humbert,
rimase come loro pietrificato del’’accaduto, non osando lasciare il tavolo per
andare vedere dalla finestra.
Durante la Settimana
sanguinante, Avrial ha combattuto sulle barricate con grande coraggio,
distinguendosi nella loro difesa, tra cui quella dello Chateau d'Eau. Alla
caduta della Comune,
durante la repressione, sparì; la moglie si finse vedova; i suoi amici lo
aiutano a fuggire a Bruxelles con la complicità di alcuni ferrovieri: se ne
scappò, truccato con una maschera di carbone e fuliggine, su una locomotiva.
Arrivò a Londra l’11 agosto 1871, e fu, nello stesso
mese, uno dei fondatori della Sezione federalista francese del 1871. Alla fine
di settembre, venne eletto segretario corrispondente della sezione.
Nel 1872 entrò a far parte alla sezione dell’Internazionale
della capitale inglese; cacciato dall’Inghilterra nel 1873, l’8 febbraio dello
stesso anno in cui il tribunale del 4°
consiglio di guerra di Versailles
lo condannò a morte in contumacia, era a Schiltigheim (sobborgo di Strasburgo[10]) in terra diventata tedesca, in tal
modo protetto dalla polizia francese.
Grazie ad un ricco alsaziano di nome Goetz e con il
sostegno finanziario da parte di migliaia di sostenitori alsaziani
simpatizzanti, poté fondare, con Camille
Langevin e François
Jourde, una fabbrica di costruzioni meccaniche a Schiltigheim. Le attività
politiche dei Comunardi,
Avrial e i suoi amici, finirono per rendersi ostili alle autorità prussiane
così nel marzo del 1876, Avrial, Langevin
e Jourde
vennero espulsi. Partirono a maggio. Langevin
andò in Inghilterra, Jourde
in Belgio. Avrial andò a La Chaux-de-Fonds[11]
e face parte della sezione dell’Internazionale
della città. Si recò subito a Ginevra, dove rimase fino al 1880. Nel 1877-1878,
figura con Élie
ed Élisée
Reclus, Arthur
Arnould, Gustave
Lefrancais e altri, nel numero di collaboratori del giornale socialista
rivoluzionario Le Travailleur, che è uscito a Ginevra dal 20 maggio 1877
all’aprile-maggio 1878.
Amnistiato
11 luglio 1880, espulso dall’Inghilterra, dall’Alsazia e dalla Svizzera, ritornò
in Francia nello stesso anno, diventando un assiduo frequentatore del Café du
Croissant a Parigi con Jourde,
Lissagaray
e Valles.
Gambetta,
che non ha dimenticato il compagno dei primi
giorni della repubblica, gli fece ottenere un lavoro nelle ferrovie a
Montluçon[12], dove il 1° Novembre 1881 divenne
controllore del materiale nelle Ferrovie dello Stato, impiego terminato due
anni più tardi, il 31 agosto 1883.
Avrial continuava a dedicarsi alla sua passione di
inventore meccanico; nelle parole di Charles Chincholle[13]
(I sopravvissuti della Comune),
«un inventore per temperamento, è uno di quegli uomini che potrebbe prendere un
brevetto al giorno».
Nel 1890, Avrial, i cui due figli erano sposati,
viveva con la figlia adottiva, un'orfana che aveva allevato e che all'epoca aveva
29 anni e lavorava come commessa. Nel 1892 creò e depositò i brevetti di due
sue invenzioni: la macchina da cucire Avrial e un motociclo a petrolio. A Montlucon
vendette il brevetto della sua macchina da cucire procurandosi un reddito
notevole (400 Franchi al mese per dieci anni). Nello stesso tempo ha
collaborato alla fondazione della Società francese di macchine da cucire di
Montluçon, fallita nel 1897.
Macchina da cucire Aviral
Libero da bisogni, tornò a Parigi dove incrementò le
proprie attività industriali e politiche.
Aderì all’Alleanza socialista repubblicana e al Partito
operaio socialista rivoluzionario di Jean
Allemane.
Partecipò al funerale di Jules
Vallès nel 1885 e pronunciò l'elogio funebre di Lissagaray
nel 1901.
A differenza di altri Comunardi,
non fece una grande carriera politica o intellettuale; ma e sicuro che ne
volesse una? Continuò per la sua militanza, prima nell’Alliance socialista
repubblicana poi al Partito dei Lavoratori Socialista Rivoluzionario (POSR),
creato nel 1890 da Jean
Allemane.
Nelle elezioni comunali del 1896, più moderatamente,
fu candidato della «concentrazione repubblicana» nel quartiere Gros caillou a Parigi.
Quando morì, nel Fécamp (nel dipartimento Seine-Inférieure,
(ora Seine-Maritime)) il 13 dicembre 1904, Avrial era titolare di una
tabaccheria. Una folla numerosa assistette al suo funerale. Augustin Avrial e
Louise Talbot, sua moglie, sono sepolti nel cimitero di Pere Lachaise, nella
91ª sessione.
Se Avrial fu duramente giudicato da Da
Costa (La
Commune vécue, Tomo 3, p. 46) che dichiarò di essere «un'anima povera in
una ricca carcassa», se fu giudicato allo stesso modo da alcuni rapporti della
polizia presentandolo come uno «spirito esaltato, pigro, dissoluto», sembra più
corretto ammettere con Lepelletier
(Histoire de la Commune de 1871) che Avrial, «un bravo ragazzo grasso, molto
rotondo, con un viso allegro e comprensivo, con grande forza muscolare»,
probabilmente non ha svolto un ruolo politico di primo piano all’Hôtel
de Ville di Parigi., ma che «sotto un aspetto un po’ 'pesante» era comunque
«una mente saggia» e che «esercitava con abilità e dedizione la sua difficile
funzione di direttore dell'artiglieria».
La tomba di Avrial
|
[1] Nel dipartimento
dell'Alta Garonna nella regione dell'Occitania.
[2] Per proudhoniani s’intendono
definire i seguaci del filosofo francese Pierre-Joseph
Proudhon, fondato essenzialmente sul mutualismo e sul federalismo, da molti
studiosi inserito impropriamente nell’ambito di quello che Marx
definì socialismo utopistico. L’anarchismo proudhoniano educa i seguaci ad una
società libera e federata, di artigiani e piccoli contadini, che pone al centro
i problemi del credito e del prestito ad interessi limitati. Gli elementi
basilari dell’anarchismo proudhoniano sono il federalismo, il decentramento, il
controllo diretto da parte dei lavoratori, abolizione della proprietà (ma non
del possesso poiché reputato naturale), l'istruzione sotto il controllo degli
insegnanti e dei genitori, l'istruzione legata all’apprendistato ecc.
[3] La Marsigliese è stato un giornale creato nel dicembre del 1869. Settimanale satirico di
tendenza repubblicana, si era opposto al Secondo Impero.
[4] Paul Robin (Tolone,
Francia, 3 aprile 1837 - Ginevra, 31 agosto 1912) è stato un anarchico e un pedagogista
libertario francese, membro della Prima Internazionale e vicino a Bakunin.
[5] Il plebiscito dell'8 maggio 1870 fu l'ultimo plebiscito organizzato
sotto il Secondo
Impero. Voluto da Napoleone
III, si trattò di approvare le riforme avviate dal governo e di dare una
nuova costituzione al regime imperiale. Fu anche
per l'imperatore
dei francesi rafforzare la sua dinastia.
[6] Capoluogo del
dipartimento dell'Oise della regione dell'Alta Francia.
[7] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e attivista a
favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo
in Francia, che era in
vigore durante il diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo
dominante ed eccitante tra intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato
da una forte disciplina rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e
leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.
[8] Comune situato nel
dipartimento della Senna Marittima nella regione dell'Alta Normandia.
[9] Comune francese
situato nel dipartimento dell'Hauts-de-Seine nella regione dell'Île-de-France,
a sud-ovest di Parigi.
[10] Capoluogo della
regione dell'Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorena, nel Nord-est della Francia, ed è
la sede ufficiale del Parlamento Europeo.
[11] Città svizzera che si
trova nel Canton Neuchâtel, nella regione del Giura. È nota per la presenza di
diverse industrie orologiere.
[12] Nel dipartimento
dell'Allier della regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi.
[13] Charles Henri Hippolyte (Amiens
16 luglio 1843 – Parigi 26 agosto 1902) è stato un giornalista e scrittore francese
.È considerato il primo grande reporter francese.