ERNEST GRANGER
Ernest Henri Granger è nato a Mortagne-au-Perche[1], il 20 aprile 1844 è stato un leader
blanquista[2] sotto il Secondo
Impero con Louis-Auguste
Blanqui, Émile
Eudes e Gustave
Tridon, e, successivamente, divenne un boulangista[3]
nazionalista.
Nato da una famiglia di classe medio-bassa, frequentò
il liceo di Versailles
e poi studiò diritto a Parigi prima di interrompere gli studi per dedicarsi
alla militanza politica.
Dal 1864 aderì al blanquismo e organizzò con Émile
Duval, Émile
Eudes e Gustave
Genton i primi gruppi di azione rivoluzionaria. Nel 1866 fu imprigionato
per la prima volta e condannato a quattro mesi per sedizione.
In questo periodo venne coinvolto nelle società
rivoluzionarie clandestine organizzate dai seguaci dell’insurrezionalista
veterano incarcerato Louis-Auguste
Blanqui. Ha venduto un suo immobile nell’Orne[4]
per acquistare pistole e coltelli per attaccare la
stazione dei pompieri a Villette il 14 agosto 1870. Quel giorno, i
blanquisti[5]
tentarono di assalire l’arsenale militare dei pompieri e innescare una
sollevazione generale. Il colpo non riuscì, ma non molto tempo dopo, Napoleone
III,
screditato dalla sua condotta nella guerra franco-prussiana (1870-1871), è
stato rovesciato.
Granger, che aveva evitato l’arresto dopo la rivolta
di agosto partecipò alla manifestazione contro Napoleone
III
il 1° settembre e il 4
settembre dello stesso anno fu tra i più attivi manifestanti che invasero
l'Assemblea legislativa, ponendo fine al Secondo
Impero.
Nel periodo a cavallo tra il 1870 e il 1871, Granger
è stato uno dei co-editori e collaboratori della rivista blanquista La
Patrie en danger (La Patria in pericolo). Ha comandato il 159°
battaglione della Guardia
Nazionale durante l'assedio
di Parigi, e tentò di radunare i francesi a resistere all'esercito tedesco
a tutti i costi.
Il 31
ottobre, Granger e il suo battaglione parteciparono all'azione che portò
all'occupazione armata dell’Hôtel
de Ville di Parigi. Insieme con altri comandanti della Guardia
Nazionale che parteciparono all'insurrezione, Granger venne sollevato dal
comando, ma i suoi soldati lo rielessero, e anche se la sua rielezione non
venne riconosciuta dal governo di Versailles,
riprese il comando del 159° battaglione.
Granger ha partecipato alla Comune di
Parigi come uno dei rappresentanti della fazione blanquista. Gli fu dato il
compito di trovare e liberare Blanqui,
il cui posto della detenzione era tenuto segreto dal governo di Versailles,
per ricondurlo a Parigi ma prima che potesse completare la missione, la Comune fu
soppressa nel sangue.
Alla caduta della Comune
Granger fuggì in Inghilterra, rimanendo in esilio a Londra fino a quando l'amnistia
gli permise di tornare in Francia.
Tornato a Parigi, fu redattore del giornale Ni Dieu
Ni Maître (Né Dio né padrone), fondato da Blanqui;
Ha anche contribuito a L'Homme Libre (L’Uomo Libero) e, dopo la morte di Émile
Eudes nel 1888, lo ha sostituito come redattore capo di Le
Cri du Peuple (Il Grido del Popolo).
I blanquisti lanciarono una campagna per la
liberazione del loro leader, data la sua età e la sua infermità, e nel 1879,
sono riusciti a far eleggere Blanqui
all'Assemblea nazionale come deputato per Bordeaux. Poiché Blanqui
era ancora in carcere, l'elezione è stata annullata, ma nel 1880 venne
liberato. Grange diede ospitalità Blanqui
dopo il suo rilascio dalla prigione di Clairvaux e nella sua casa il
rivoluzionario morì nel 1881. Alla morte del rivoluzionario parigino, fece
costruire a proprie spese una statua in bronzo realizzata da Dalou[6], che raffigura un Blanqui
torturato, vero martire della sua causa.
Collaborò al giornale L'Homme libre, e divenne con Eudes
ed Édouard
Vaillant il principale dirigente del circolo blanquista. È stato uno dei
fondatori del Comitato rivoluzionario centrale (CRC)[7],
il nucleo del partito blanquisti.
Tuttavia, l'ideologia blanquista in questo periodo è
stata una instabile combinazione di ideologie: radicalismo giacobinismo
repubblicano, socialismo egualitario, anticlericalismo, ardente nazionalismo
sciovinista e una forte corrente di xenofobia e di antisemitismo. Anche se
questi mix di ideologie non furono rari nella politica francese alla fine del
XIX secolo, il corso degli eventi ha reso sempre più evidente che gli elementi
di questa miscela ideologica erano in conflitto tra loro. Una fazione del
movimento blanquista accentuò l'eredità socialista di Blanqui
e si avvicinò al partito marxista di Jules
Guesde, respingendo l'antisemitismo e, almeno in teoria, approvando i
principi internazionalisti del socialismo. Questo è stato il corso di Edouard
Vaillant. Un'altra fazione si spostò sempre più in direzione del
nazionalismo virulento e verso l'antisemitismo. Questo fu il corso che prese
Granger.
Il conflitto tra vaillantisti e grangeristi durò per
qualche tempo nel Comitato rivoluzionario centrale. Venne intensificato dalla
crescita politica del generale Georges Boulanger[8], che, nel 1886, intraprese una campagna,
sempre più intensiva, per una revisione della Costituzione. Repubblicana in
generale e, in particolare, i blanquisti si divisero su Boulanger. Molti lo
vedevano come un Luigi
Bonaparte degli ultimi giorni, la cui retorica populista malcelava sue
ambizioni cesaree. Temevano che Boulanger stesse preparando un colpo di Stato
destinato a sostituire la Repubblica con la sua dittatura personale, e furono
allarmati dai suoi legami finanziari e politici con i monarchici orleanisti.
Altri, invece, furono attratti dalla sua retorica di riforma sociale, dal suo
desiderio di vendicare la sconfitta del 1871 e recuperare Alsazia-Lorena, dalle
sue riforme dell'esercito e dei suoi gesti anticlericali. Mentre Vaillant
era ostile a Boulanger, Granger era sempre più apertamente in sintonia con la
campagna del generale.
Per un po', i blanquisti nascosero le loro differenze
con l'adozione di una politica di neutralità ufficiale. Ma, appena la campagna
di Boulanger acquistò slancio, questa posizione divenne sempre più
insostenibile. Il problema venne al pettine nel 1888, quando i blanquisti si
divisero sulla candidatura di Henri
Rochefort alle elezioni dell'Assemblea nazionale. Rochefort
era un repubblicano veterano con simpatie socialiste e legami personali a molti
blanquisti ed ex Comunardi,
ma nel 1880 era diventato un sostenitore di Boulanger e correva come candidato
boulangista. Granger lo sostenne; Vaillant
sostenne invece il suo avversario repubblicano Susini. La distanza tra i due
diventò irreparabile; nel 1889 Granger ed i suoi sostenitori lasciarono il
Comitato rivoluzionario centrale e formarono il Comitato centrale
socialista-rivoluzionario, mentre i seguaci di Vaillant
formarono il partito socialista-rivoluzionario. Nel 1889 il comitato di Granger
formò un'alleanza elettorale con i boulangisti; si divisero i distretti
elettorali tra di loro, e Granger venne eletto come deputato all'Assemblea
Nazionale per il 19°
arrondissement (la Seine) di Parigi, posto che ha occupato fino al 1893.
Verso la fine degli anni 1890, l'affare Dreyfus[9] allontanò ulteriormente Granger dalla
corrente principale del socialismo repubblicano francese. La maggior parte dei
socialisti francesi seguirono il politico Jean Jaurès[10]
nel sostenere Alfred Dreyfus, l'ufficiale ebreo ingiustamente accusato di
spionaggio per la Germania, o almeno mantennero una politica di neutralità tra
i dreyfussiani "borghesi" e gli anti-dreyfussiani (come fecero Vaillant
e Guesde).
Tuttavia, alcuni repubblicani veterani si schierarono con coloro che additavano
Dreyfus come un traditore. Granger fu uno di questi. La campagna anti-Dreyfus
divenne sempre più apertamente antisemita. Granger si proclamò, come Blanqui
e Tridon,
filosoficamente antisemita e professò la sua simpatia per Édouard Drumont, un
ex socialista che migrò nell'estrema destra nazionalista diventando il capo
apostolo dell’antisemitismo in Francia. La corrente principale socialista vide
nella campagna anti-Dreyfus un attacco alla Repubblica e notarono dei legami
tra gli anti-dreyfusardi e i politici monarchici; L’affare Dreyfus ha
contribuito a cementare i socialisti francesi contro l'antisemitismo e il
razzismo. Al contrario, l’affare Dreyfus spinse Granger e una manciata di altri
come lui completamente fuori dalla corrente principale del socialismo e del
repubblicanesimo francese, facendoli confluire in correnti che hanno aperto la
strada per il fascismo francese nel XX secolo.
Granger finanziò la stampa di molti libri scritti da Blanqui
e partecipò anche alla stesura di "critique sociale (critica
sociale)".
Non si ripresentò alle elezioni del 1893 e si ritirò
dalla vita politica trasferendosi nella regione di Normandia a Mace nel
dipartimento dell'Orne.
Si dedicò alla scrittura di libri per l'agricoltura,
è stato anche responsabile del comitato di quartiere. È morto a Mace[11] il 21 maggio del 1914. La sua tomba si
trova nel cimitero della stessa cittadina.
[1] Nel dipartimento
dell'Orne nella regione della Normandia.
[2] Il blanquismo
fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della
Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il
diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra
intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina
rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa
fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.
[3] Movimento politico francese, a carattere nazionalista, che,
nella Terza Repubblica, ebbe a capo il generale G.-E. Boulanger (1837-1891), da
cui prese il nome.
[4] Dipartimento francese della
regione della Normandia.
[5] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e
attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta,
del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo
secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali
e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria
combattiva. Deve il suo nome allo
scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis
Auguste Blanqui.
[6] Jules Dalou, nato Aimé-Jules
Dalou (Parigi, 31 dicembre 1838 – Parigi, 15 aprile 1902), è stato uno scultore
francese.
[7] Nel 1878 il Congresso
operaio di Lione si
costituì in partito, la Federazione del Partito dei Lavoratori
Socialisti di Francia (FPTSF). Una sua prima scissione avvenne nel 1881, quando Edouard Vaillant, di ispirazione blanquista,
fondò il Comitato Rivoluzionario Centrale (CRC).
[8] Georges-Ernest-Jean-Marie Boulanger, generale e uomo
politico francese, nato a Rennes il 29 aprile 1837, morto a Bruxelles il 30
settembre 1891. Si presentò come candidato alla deputazione nel dipartimento
del Nord, e fu eletto (1888). Nel suo programma elettorale aveva propugnata la
revisione della costituzione del 1875. Malgrado l'appoggio di partiti filo
monarchici e bonapartisti, la sua proposta di revisione fu respinta dalla
camera dei deputati e lo spettacolo dell'ibrida coalizione che lo sosteneva
risvegliò le diffidenze dei repubblicani moderati, che furono spinti a
riavvicinarsi ai radicali per la difesa del regime. L'allarme divenne più forte
quando la stessa capitale rinnovò l'investitura di Boulanger, nominandolo
deputato a grande maggioranza. Il generale non nascose il suo proposito d'aspirare
alla presidenza della Repubblica, ritenuta dai più una semplice tappa verso la
restaurazione della monarchia. Il ministro dell'Interno, Constant, iniziò
silenziosamente una procedura giudiziaria, imputando del delitto di alto
tradimento il Boulanger; il quale, preso d'un tratto dal panico, fuggì a
Bruxelles il 1° aprile 1889.
[9] Alfred Dreyfus (Mulhouse, 9 ottobre 1859 – Parigi, 12
luglio 1935) è stato un militare francese. Nel 1871 la Francia era reduce dalla
sconfitta
subita nella guerra
Franco-Prussiana, ed i rapporti interni erano ancora tesi.
Nonostante il processo si basasse su documenti palesemente falsi, Dreyfus fu
condannato quale estensore di una lettera indirizzata ad un ufficiale tedesco
in cui venivano rivelate importanti informazioni militari francesi. Nonostante
l'esplodere del caso, Dreyfus non fu interamente riabilitato prima del luglio
1906, grazie a un verdetto della Corte di Cassazione.
[10] Jean Léon Jaurès (Castres, 3
settembre 1859 – Parigi, 31 luglio 1914) è stato un politico francese.
[11] Nel dipartimento dell'Orne,
in Normandia.