BARTHÉLÉMY
DURBIZE
Barthélémy Durbize è nato a Saint-Étienne
il 19 gennaio 1824; libraio a Saint-Étienne;
morto a Ginevra il 3 (o 8?) settembre 1875; era membro dell'Internazionale
e partecipò alla Comune di
Saint-Étienne.
Nel 1869, Barthélémy Durbize fu, con Bouzols[1],
Chastel,
Duvand,
ecc., uno degli organizzatori della conferenza di Jules Simon[2].
Così, il 26 ottobre, il Commissario centrale scriveva al prefetto: «Da qualche
giorno si nota come si dia molto movimento nel partito democratico un certo
Durbize, libraio, rue Saint-Louis, 28»; e rapporti segnalano Durbize come uno
dei difensori degli interessi operai e della democrazia per trent'anni.
Barthélémy Durbize fu uno dei fondatori, insieme a Chastel,
del giornale La Commune (37 numeri, dal 29 ottobre 1870 al 23 marzo
1871).
Fece parte del Comitato centrale repubblicano creato
dal nuovo prefetto César Bertholon, per sostituire il consiglio generale
sciolto il 5 settembre 1870, e uno dei presidenti del Comitato centrale di Saint-Étienne
(la cui sede era rue de la Vierge) che si proponeva di dare solide basi alla
Repubblica e di difenderla.
Il 31 ottobre, fece parte della delegazione del
Comitato centrale che richiese e ottenne dal prefetto César Bertholon[3]
le elezioni comunali immediate (la sera stessa), promessa non mantenuta dal
prefetto. Un mese e mezzo dopo, il 13 e 20 dicembre, presiedette riunioni
pubbliche dove fu lanciata l'idea della Comune,
in particolare da Champion,
il 13, e da Duvand
e Faure
il 20.
Fu candidato alle elezioni dell'8 febbraio 1871 con
Dorian[4],
Cluseret,
Jolivalt
e altri. Ma mentre Dorian[4] raccoglieva 79.508 voti e Thiers
50.665, Jolivalt,
Cluseret
e Durbize ne avevano da
Si era presentato con un programma netto: «Vogliamo
la Comune
come base dell'organizzazione democratica. Attraverso la Comune
potremo disporre di noi stessi, organizzare l'istruzione e anche il credito al
lavoro».
Durante la guerra,
condusse una propaganda attiva contro il governo
della Difesa nazionale e soprattutto contro Gambetta.
Dopo la pace, fu ancora più violento contro i governanti. Dal 17 marzo 1871, spingeva
i cittadini a prendere le armi.
Il 21 marzo, presiedeva il Comitato della rue de la
Vierge che decideva di aderire al governo
rivoluzionario di Parigi, e fu delegato per portare le decisioni del club
alla Comune.
Il 23, fece parte della delegazione che chiese la
proclamazione immediata della Comune,
poi della delegazione del 24 che doveva riparare la debolezza del giorno prima
e, se necessario, usare la violenza.
Nella notte espose al segretario della prefettura e
al sindaco la volontà del popolo e, dopo al loro rifiuto di proclamare la Comune,
propose di tenerli prigionieri.
Tra mezzanotte e l'una del mattino, lanciò la sua
chiamata alle armi, dal peristilio del Municipio. “Le autorità, disse, rifiutandosi
di stabilire la Comune,
sono prigioniere. Voi che siete la forza, fate ora il vostro dovere”. Poi
annunciò che il richiamo sarebbe stato battuto alle cinque del mattino. Era
membro del Comitato rivoluzionario che si stabilì all'Hôtel de Ville il 25
marzo, e fu incaricato in particolare dei telegrafi.
Inseguito la corte d'assise di Riom[5],
fu condannato in contumacia alla deportazione in una cinta muraria. Si era
recato a Parigi e fu controllore dei contributi indiretti e depositario dei
tabacchi. Il quarto
consiglio di guerra lo condannò in contumacia, il 3 febbraio 1874, alla
deportazione in un carcere fortificato.
Rifugiatosi in Belgio e poi in Svizzera, fu uno dei
54 «proscritti della Comune»
firmatari dell'indirizzo «Al Cittadino Garibaldi»,
quattro pagine stampate, a Ginevra, il 27 gennaio 1875. Morì nel settembre
dello stesso anno. Nel 1872 era stato segnalato come membro dell'Internazionale.
[1] Félix Bouzols, oppositore al Secondo
Impero a Saint-Étienne,
era segretario, nel 1869, della commissione di salvataggio delle vittime della sparatoria
a Ricamarie (Loira), Bouzols distribuì le somme raccolte dall'Éclaireur
de Saint-Étienne, quotidiano dell'opposizione repubblicana aperto alle idee
socialiste. Nel 1869, era stato, uno degli organizzatori della conferenza di
Jules Simon[2].
[2] Jules François Simon (Lorient, 27
dicembre 1814 – Parigi, 8 giugno 1896) è stato un politico francese. Membro
repubblicano dell'Assemblea Costituente nel 1848,
pubblicò studi sulla questione universitaria e sulla libertà di istruzione.
Oppositore al Secondo
Impero. È stato il primo ministro della Francia dal 12 dicembre 1876 al 17
maggio 1877. Fu membro della Massoneria, essendo stato iniziato il 3 luglio
1870 nella loggia Le Réveil maçonnique di Boulogne-sur-Seine, appartenente al
Grande Oriente di Francia
[3] César Bertholon (Lione 18 gennaio
1808 - Rive-de-Gier 6 gennaio 1885) era un propagandista
repubblicano-socialista e politico. Prefetto repubblicano della Loira subito
dopo il 4
settembre 1870, Bertholon si dimise al momento della firma della pace.
[4] Pierre-Frédéric Dorian
(Montbéliard, 24 gennaio 1814 – Parigi, 14 aprile 1873) è stato un politico e
imprenditore francese. Il 4
settembre 1870, con la Repubblica, divenne ministro dei lavori pubblici. Il
31
ottobre, nell'insurrezione delle Guardie nazionali, fu posto a capo del
governo provvisorio, ma negò di aver mai dato il proprio assenso alla nomina.
Eletto l'8 febbraio 1871 all'Assemblea Nazionale, si oppose alla pace con la Prussia
e alle posizioni più reazionarie prese dall'Assemblea.
[5] Nel
dipartimento del Puy-de-Dôme nella regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi.