MARTEDÌ 11 APRILE 1871
(21 GERMINALE
ANNO 79)
Le donne comunarde partecipano alla difesa della città |
Mentre i combattimenti continuano attorno ad
Asnières, il «Journal
Officiel» pubblica un «appello ai cittadini di Parigi» firmato da un
gruppo di donne. L'appello, dopo aver chiarito cosa debba intendersi per Comune
(«il lavoro e il benessere per tutti, l'autogestione popolare»), inquadra il
problema delle donne in termini nuovi. In termini di lotta armata. “Cittadini,
la sfida è aperta; bisogna vincere o morire”. Questo appello è seguito da un
Avviso che annuncia una riunione per la sera stessa al café de la Nation in rue
de Temple 79.
Conosciamo la situazione di sottomissione a cui l'Impero ha ridotto le donne. Il Codice
Civile del 1804 considera le donne legalmente minori e dipendenti dai loro
mariti. Non possono nemmeno lavorare senza il suo permesso. Generalmente meno
istruiti degli uomini, quelle che hanno accesso all'istruzione vanno nelle
scuole femminili spesso rette da suore, o in aggiunta ad una rigorosa morale
cristiana, a loro viene insegnato a diventare buone mogli.
Non hanno diritto al voto e non sono considerati
cittadini. Le donne lavorano altrettanto duramente per un salario inferiore
rispetto agli uomini, e spesso devono fare affidamento sulle entrate del
coniuge per sopravvivere.
A Parigi, molti hanno perso un marito o un compagno
nella lotta contro i prussiani, e ora contro Versailles.
Lavoratrici per la maggior parte nel settore tessile,
non hanno trovato lavoro in una città assediata da mesi, e quindi non possono
sostenersi.
Durante l'assedio, c’erano quelle che si son
prodigate alla distribuzione del cibo, che in città era razionata. Per arrivare
fino alla fine del mese, un gran numero di donne parigine, comprese quelle che
sono sposate, devono arrendersi alla prostituzione occasionale, il cosiddetto
«cinquième quart».
Fortunatamente,
hanno beneficiato delle Marmites sociales istituite all'inizio dell'assedio
prussiano da alcuni attivisti sindacali tra cui Eugène
Varlin e Nathalie
Le Mel, che distribuiscono cibo ai parigini più poveri. Questo principio è
assunto dalla Comune che apre le mense comunali.Mensa comunale |
Donnealla testa di un corteo |
Dall'inizio della
rivoluzione le donne, che soffrono di condizioni molto dure, sono in prima
linea nell'insurrezione. Furono le prime, il 18
marzo, a circondare i soldati di Versailles
ed a spingerli a fraternizzare con il popolo parigino. Il 3
aprile, alla notizia del nuovo attacco di Versailles
e delle esecuzioni sommarie di prigionieri, c'erano parecchie migliaia di
manifestanti che chiedevano una marcia su Versailles
e rivendicavano di essere alla testa del corteo. La Comune rende loro giustizia
concedendo per decreto una pensione a tutte le vedove delle guardie nazionali
cadute in combattimento, aumentate in caso di spese familiari e che si
applicano anche alle coppie non sposate.
Club de la Boule Noire |
Nei molti club politici creati dall'assedio, le donne parlano liberamente.
Questi incontri, che attirano un gran numero di parigini, spesso si svolgono nelle
chiese del quartiere sera requisite per l'occasione. Le donne formano anche club
femminili esclusivi, come il Club de la Boule
Noire, presieduto da Doctrinal
Sophie Poirier e Beatrix
Excoffon. Il club si
riunisce regolarmente al teatro Boule Noire nel quartiere di Montmartre,
situato in boulevard de Rochechouart 120, nel 18°
arrondissement, e discute dei problemi della vita quotidiana, come la
prostituzione, l'organizzazione del lavoro o l'istruzione.
Alcuni arrivano fino a
prendere le armi accanto ai Federati. Louise
Michel è una di loro. Famosa per aver aperto una scuola gratuita a Montmartre,
ha partecipato alla creazione del Comitato
di vigilanza repubblicana del 18° arrondissement. Come insegnante, presiede
il Club della
Rivoluzione nella chiesa
di Saint-Bernard de la Chapelle.
Presente a Montmartre
il 18
marzo al mattino, è lei che porta soccorso alla sentinella Turpin, sparata
dai soldati di Versailles,
e che poi va ad avvertire il Comitato
di vigilanza, che segna l'inizio dell'insurrezione.
Indossa la divisa dei federali a partire dal 22
gennaio, si unisce immediatamente al 61° battaglione della Guardia
Nazionale, che si ritira al forte di
Issy dopo la perdita di Courbevoie.Louise Michel |
Elisabeth Dmitrieff e Nathalie Lemel
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Quindi passa sotto gli ordini
di Dombrowski,
che comanda l'undicesima legione, di fronte a Versailles.
Ma al di là delle singole iniziative, le donne si organizzano collettivamente.
In
occasione della riunione in rue de Temple è stata creata l’Union
de Femmes pour la défense de Paris et les soins aux blessés (l'Unione
delle donne per la difesa di Parigi e la cura dei feriti).
Hanno invitato le donne a
Parigi ad aderire all'Unione per aiutare a
difendere la città contro l'esercito monarchico. Molte donne non hanno
aspettato la creazione di questa Unione per impegnarsi
nella Guardia
Nazionale, come vivandiere, ambulanziere o soldatesse.
All'origine c'è la volontà
delle lavoratrici parigine di partecipare attivamente alla lotta (come s'è
visto nel corso delle manifestazioni dei primi giorni d'aprile); ma c'è anche l'energico impulso di due Comunarde
dotate di eccezionali qualità rivoluzionarie. Si tratta di Nathalie
Le Mel ed Elisabeth
Dmitrieff, due tra le fondatrici e tra le militanti più attive.
Due donne molto diverse. Nathelie
non è più tanto giovane (è nata nel 1827); ha alle spalle una grande pratica di
lavoro (è rilegatrice di libri) e di lotte, data la sua appartenenza all'Internazionale,
cui ha aderito nel 1866. È già un attivista nota sotto l'Impero. È la prima
donna ad essere delegata sindacale nella Società operaia dei rilegatori.
Insieme con Varlin,
ha organizzato alcune cooperative alimentari e numerose mense operaie. Essa
pone al servizio della Comune tutta la sua esperienza e le sue energie.
Elisabeth
Dmitrieff è giovanissima (ha appena vent'anni). Viene da una ricca famiglia
zarista, ma ha militato nei circoli socialisti di Pietroburgo. Ha vissuto a
Londra, conosce bene Marx,
ha discusso lungamente con lui. È per consiglio di Marx
che è venuta a Parigi in «missione -informativa».
Il loro scopo è promuovere
l'uguaglianza tra uomini e donne, la riforma dell'istruzione e riforme sociali
egualitarie. L’Union
des femmes ha redatto un indirizzo a tutte le cittadine, chiedendo di
organizzare la difesa di Parigi. Tra i loro progetti, l’occupazione e
l’utilizzazione dei laboratori e delle officine abbandonate dai proprietari che
sono fuggiti a Versailles.
L'Unione
si fonderà con il Comitato delle donne fondato da Jules
Allix durante l'assedio, e che ha già un migliaio di membri.
Nella prima riunione dell'Unione
delle donne viene eletto un Consiglio provvisorio, composto esclusivamente
da operaie, con la sola eccezione di Elisabeth
Dmitrieff.
Gradualmente l'Unione
raccoglie i comitati di donne sparsi nei vari quartieri, e crea dei nuovi
comitati in quasi tutte le circoscrizioni di Parigi. Molte saranno le sue
iniziative concernenti le diverse attività sociali.
Club
della Rivoluzione nella chiesa di Saint-Bernard de la Chapelle
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