JOSEPH
CHARLEMONT
Joseph Charlemont, campione di boxe e combattente della Comune di Parigi |
Al numero 139 di rue de Charonne, rimane una povera
tana disabitata, un vestigio di un altro secolo, risparmiata (per quanto
ancora?) dai bulldozer dei demolitori. Al secondo e ultimo piano mansardato di
questo umile edificio, il futuro campione di boxe Joseph Charlemont ha vissuto
(dal 1840 al 1856) per sedici anni di una dura gioventù.
Nel 1840, i suoi genitori, poveri contadini, cacciati
dalla loro misera porzione di terra, a causa della loro miseria erano andati
nella capitale nella speranza di trovare condizioni migliori per allevare i
loro numerosi figli.
Cosí Joseph Pierre Charlemont rimase nella sua cittá
natale per pochi mesi diventando poi un bambino di Parigi, cresciuto nel
quartiere di Charonne "I suoi genitori non era felici, è cresciuto con
patate e schiaffi violenti, forse fu questo che gli diede un assaggio di boxe
(J. Charlemont - Boxe francese - Boxing Academy - Parigi 1899)”. Abbandonò
rapidamente la scuola per praticare un mestiere e non essere un peso per la sua
famiglia. Amava gli spettacoli di «Boulevard du crime»[2]
e quando gli rimanevano tre centesimi, si arrampicava nel paradiso del «Petit
Lazari»[3] per assistere a qualche commovente
melodramma. L'atmosfera lugubre e ristretta dello studio non gli andava bene.
Sognava gli spazi aperti e, nel 1856, all'età di 17
anni, si unì al 2° reggimento degli zuavi dislocato ad Oran, in Algeria. In
quella località sviluppò le sue qualità fisiche ed iniziò a boxare. Dopo il suo
ritorno alla vita civile, non trovò una situazione che gli andasse bene, e nel 1861
si arruolò nel 19° battaglione di fanteria, nella caserma Prince Eugène, in
place du Château d'eau. Si iscrisse come allievo nella palestra di pugilato del
famoso maestro d’armi, insegnante di lotta con il bastone e allenatore di boxe,
Louis Vigneron. Charlemont cominciò a fare rapidi progressi nel pugilato
partecipando a molti combattimenti, sconfiggendo pure il suo maestro Vigneron
in un incontro disputato l'8 dicembre 1867.
Passò al 99° reggimento di linea arrivato dal Messico
e di presidio a Parigi. Nel frattempo la sua reputazione si era rafforzata
grazie alle sue brillanti vittorie. Il 1° ottobre 1869, dopo quattordici anni
di servizio, tornò alla vita civile e aprì una sala d’armi, palestra e boxe,
nel 5°
arrondissement: al numero 41bis di rue Gay Lussac, si sposò ed ebbe un
figlio. Cominciò a conoscere le idee repubblicane.
Nel frattempo gli avvenimenti si susseguirono: il 19
luglio 1870 il governo imperiale dichiarò guerra
alla Prussia, il 2 settembre ci fu la sconfitta
di Sedan e la conseguente resa di Napoleone
III, il 4
settembre, viene proclamata
la Repubblica. Charlemont venne eletto luogotenente della sesta Compagnia
del 119° Battaglione della Guardia
Nazionale (5ª Legione). Dopo il 18
marzo 1871, Charlemont fu eletto capitano nella sua compagnia. Paul Pia,
comandante del 119° battaglione fu nominato dalla Comune
alla direzione delle ferrovie, Charlemont lo sostituirà a capo del battaglione.
Il 3
aprile 1871, il 119° battaglione fu inviato a Chatillon; arrivò
sull'altopiano verso le cinque del mattino, i Federati
furono accolti da una pioggia di pallottole. Charlemont fece riparare i suoi
uomini nelle trincee lasciate dai prussiani. Il 16
aprile a Charlemont fu ordinato di marciare su Asnieres[4]
con il suo battaglione per mettersi a disposizione del generale Dombrowski.
Il 119° dovette sorvegliare la riva destra della Senna, dal ponte Asnières al
ponte Bineau e proteggere le auto blindate. Il 30
aprile, il battaglione fu inviato a Issy, il forte fu momentaneamente
evacuato. L'8
maggio Fort Issy
non era più difendibile ed è stato abbandonato.
Il 9
maggio all'alba tornò a Parigi. Dopo il forte di
Issy, i forti di Vanves e Montrouge dovettero essere evacuati. L’esercito
di Versailles
avanzava e si avvicinava sempre più ai bastioni della capitale. Charlemont
riteneva che la situazione avrebbe potuto essere cambiata se la Comune
avesse avuto più generali come Dombrowski
e Wroblewski.
Domenica
21 maggio, i versaigliesi entrarono a Parigi. Il comandante Charlemont era
responsabile della difesa di una linea che si estendeva da rue Monsieur le
Prince fino all'Osservatorio, coprendo così il Luxembourg
e il boulevard Montparnasse.
La sua difesa si unì a quella del Colonnello Lisbonne
che comandava il distretto di Montparnasse, le strade di Notre Dame des Champs,
di Rennes e Saint-Sulpice. Maxime Lisbon dirigeva di persona le barricate di
rue Notre Dame des Champs, di Brea e di Vavin. Charlemont e il suo battaglione
rafforzarono questa importante posizione strategica. "Lì, abbiamo visto il
coraggio e l'imperturbabile freddezza di Lisbonne,
dando ordini con la massima calma, sebbene scoperti e sotto il fuoco del
nemico, comunicando ai suoi uomini l'esempio del più grande coraggio. e la più
grande dedizione (J. Charlemont - Boxe francese - Boxing Academy - Parigi
1899)”.
Il 24
maggio Charlemont, che non andava a letto dal 21,
si prese un po’ di riposo a casa sua in rue Gay-Lussac. L'esplosione della
polveriera di Luxembourg
fece tremare la sua abitazione sveglianolo. Volle subito recarsi alle barricate
del suo battaglione, ma all'angolo tra rue Gay-Lussac e rue St. Jacques, vide
la fanteria di Versailles
che aveva appena sparato a Rigault. Tornò indietro, il quartiere era
circondato. Nella piazza del Pantheon, più di 200 guardie nazionali vennero
giustiziate in blocco. C'era solo una cosa da fare: ritornare a casa; ma era
troppo rischioso, i versaigliesi cominciano a perquisire la sua via.
Match tra Driscoll e Charlemont 1899 |
Tuttavia, trovò rifugio nella casa di un vicino, un
certo signor Barlet, repubblicano, presidente degli insegnanti del dipartimento
della Senna. La signora Charlemont e suo figlio vennero interrogati dai
versagliesi che chiesero notizie di Joseph, e pur non sapendo nulla vennero
ugualmente arrestati ma, per fortuna, furono presto rilasciati grazie
all'intervento del signor. Barlet.
Il 30 maggio Charlemont lasciò il suo rifugio di rue
des Ursulines 17, venendo ospitato da altri amici. Avuto il passaporto di un
compagno, Lionel Rabu, riuscì a raggiungere il Belgio il 2 giugno 1871,
rifugiandosi a Bruxelles. Venne ingaggiato come pugile in una kermesse. Dopo
questo, non trovò altri impegni, era ancora poco conosciuto a Bruxelles. Soffrì
la fame, la miseria. Nonostante tutti i pericoli, decise di tornare a Parigi.
Il suo amico Rabu volle aprire una fabbrica di olio e
sapone all'Avana, e volle assumere Charlemont. Attraversarono la Spagna, ma
arrivati a Santander, appresero che a Cuba era scoppiata la rivoluzione.
Dopo un mese fermi a Bordeaux, i due viaggiatori tornano
a Parigi. Si nascosero in una piccola stanza a Ménilmontant, Charlemont aiutò
sua moglie a fabbricare fruste intrecciate portando a casa circa venti franchi
alla settimana. Un giorno, in Place du Château d'eau, si rese conto di essere
seguito da poliziotti in borghese. Riuscì, molto abilmente, a seminare i suoi
inseguitori. Il 24 settembre 1872, il 20°
Consiglio di Guerra condannò Joseph Charlemont, in contumacia, alla
deportazione in un carcere fortificato. La situazione diventò pericolosa.
Per la seconda volta, Charlemont tornò a Bruxelles.
Con sua moglie e suo figlio, arrivano in Belgio il 5 maggio 1872. Aprì una
palestra di armi dove insegnò scherma, lotta col bastone, pugilato e
ginnastica. Creò un club di boxe francese, la Société libre de Bruxelles e un
altro a Liegi. Nella capitale belga scrisse la sua prima opera, pubblicata nel
1878 con il titolo Théorique et pratique de la boxe française.
Una buona parte della sua clientela era composta da
studenti dell'Università di Bruxelles e gli affari andavano bene. Tuttavia,
ricevette un ordine di espulsione dalla
pubblica sicurezza belga. Era accusato di aver fatto saltare in aria la polveriera
del Luxembourg e di essere stato comandante in capo al forte di
Issy. Un intervento dell'ambasciatore francese negò le accuse e l'ordine di
espulsione fu annullato. La sua fama di insegnante di pugilato si estese in
tutto il Belgio. Prese parte a molti combattimenti ed eventi sportivi. Con suo
figlio, fondò la compagnia dei pugili francesi.
Match tra Driscoll e Charlemont 1899 |
Fu amnistiato
nel 1879 e desiderò tornare in Francia. Il 10 maggio 1879, diede un grande
addio a Bruxelles. Tutta la stampa belga lo salutò lla sua partenza
ripercorrendo la sua carriera di pugile con entusiasmo.
Nella capitale francese nel 1887 fondò l'Accademia di
boxe, con sede in rue des Martyrs 24, nel quartiere di Pigalle. Ha contribuito
notevolmente alla popolarità del pugilato francese trasformandolo in una
pratica sportiva ed educativa. Nel 1890, creò la Société des boxeurs français.
A Parigi e nella provincia, partecipò a numerosi incontri di boxe francesi e
inglesi. Diventò famoso per il suo match contro il gallese James
"Jim" Driscoll nel 1899, dichiarato allora il combattimento del secolo.
Ha pubblicato nel 1899, un libro sul pugilato francese: La Boxe française,
historique et biographique, souvenirs, notes, impressions, anecdotes. Deux de
ses élèves se distingueront particulièrement (Il pugilato francese, la storia e
la biografia, i ricordi, le note, le impressioni, gli aneddoti).
La perfezione della sua tecnica e la qualità del suo
insegnamento gli assicurano un grande successo. È morto 15 settembre 1929. Suo
figlio Charles Charlemont, nato nel 1862, gli succederà alla guida del suo club
fino alla sua morte nel 1944. Il libro storico e biografico di Joseph
Charlemont, pubblicato nel 1899, mostra che anche lui è rimasto fedele
all'ideale dei Comunardi.
[1] Nel
dipartimento del Nord nella regione dell'Alta Francia.
[2] Boulevard crime è il
soprannome dato al Boulevard du Temple del xix secolo a Parigi , in cui erano presenti diversi teatri
melodrammatici nei quali erano spesso rappresentati crimini.
[3] Il Petit Lazari era un teatro parigino, fondato nel 1777, sul Boulevard du Temple, e
abbattuto nel 1863.
[4] Nel dipartimento
dell'Hauts-de-Seine nella regione dell'Île-de-France.