LE MOT D'ORDRE (LA PAROLA D’ORDINE)
Redazione: fauburg
Montmartre 10. - Amministrazione: rue du Croissant 8.
Lavori di
stampa Schiller, fauburg Montmartre 10.
Foglio
singolo, grande formato, a volte stampato su carta colorata. Prezzo: 10
centesimi.
86 numeri, da
venerdì 3 febbraio 1871 (14 piovoso anno 79), a sabato
20 maggio (1 pratile).
Le
Mot d'Ordre era un quotidiano francese pubblicato
prima e durante la Comune di
Parigi (1871). Nato con un atteggiamento anti-versagliese, si distinse
subito per il sostegno ai Comunardi,
mantenendo la sua libertà di critica nella sua linea editoriale.
Le
Mot d'Ordre apparve per la prima volta, il 3
febbraio, sotto l'impulso di Henri
Rochefort che fu il redattore capo e che non era alla prima
esperienza giornalistica dal momento che fu anche il creatore di La
Lanterne e La
Marseillaise. Questo giornale uscì pochi giorni prima delle elezioni
parlamentari. Henri
Rochefort si circondò di una squadra di redattori composta da Jean
Barberet, Eugène
Mourot e Henri
Maret. Il nome del giornale era stato suggerito ad Henri
Rochefort dal giornalista Louis Blanc[2].
Il giornale consisteva in un editoriale, notizie, commenti politici,
informazioni e citazioni dal Journal
Officiel. Questo giornale ebbe un grande successo, insieme a Le Vengeur
di Felix
Pyat e Le
Cri du peuple di Jules
Vallès fu tra i più importanti quotidiani della Comune di
Parigi . La sua stampa è stimata in 50.000 copie.
Il 14
febbraio, Henri
Rochefort pubblicò un editoriale in cui attaccava i deputati
orleanisti e legittimisti, che erano in gran parte generali dell’esercito,
accusandoli di essere responsabili della sconfitta francese durante la guerra
franco-prussiana del 1870 e chiese loro di spiegarne le ragioni. Questo
attacco arrivò dopo essere stato eletto deputato. Tuttavia, si dimise il 1°
marzo 1871, in seguito alla ratifica del trattato preliminare di pace del 26
febbraio 1871.
Del numero 27 uscì una seconda
edizione a causa del Courrier de Bordeaux,
che portò importanti notizie durante il giorno.
L'entrata dei
prussiani a Parigi ha sospeso la pubblicazione de Le Mot d'Ordre giovedì
2 e venerdì 2 marzo.
Il numero 34
è erroneamente datato 9 marzo anziché 10.
L'11 marzo il
governatore di Parigi, il generale Vinoy,
attraverso un decreto, sospese la pubblicazione di molti giornali filo
comunardi come Le Vengeur,
La Bouche de fer o Le
Cri du peuple. Ovviamente venne anche sospesso Le Mot d'Ordre.
Vinoy
sosteneva che questi giornali ostacolavano l'azione del governo di Versailles
sostenendo la disobbedienza alle leggi. Le azioni contro Versailles
furono portate avanti da Le Mot d'Ordre nonostante la sua
sospensione. Il numero 36 de Le Mot d'Ordre è stato l’ultimo del
primo periodo di pubblicazione.
Le
Mot d'Ordre riapparve il 1°
aprile mentre, dal 19
marzo, la libertà di stampa venne riaffermata dal Comitato
centrale della Guardia Nazionale. I suoi uffici editoriali furono trasferiti
in rue Montmartre, 148. Vallée
divenne lo stampatore in rue du Croissant 16. Da quella pubblicazione, il
giornale riprese le sue attività anti-versagliesi e sfidò il potere esercitato
da Versailles.
Così scrisse Rochefort:
"Il popolo aveva i cannoni, il tuo
dovere era di lasciarli. Possedeva i giornali, non avevi la facoltà per
portarglieli via".
Il giorno
dopo, proseguì ancora annunciando nelle colonne de Le Mot d'Ordre
che il governo della Comune rispondeva
alle soppressioni dei giornali repubblicani con la soppressione di giornali
reazionari come Le Figaro o Le Gaulois. Aggiunse: "Questo massacro può durare a lungo, ma di
certo non sarà di beneficio a nessuno".
La
situazione dei giornali reazionari imbarazzò Henri
Rochefort che si ribellò contro il trattamento inflitto a loro e
la loro soppressione, Felix
Pyat e Jules
Vallès condivisero questo pensiero.
Il
6
aprile, Henri
Rochefort pubblicò un articolo intitolato: Les Défenseurs de la propriété. In questo
articolo, prese apertamente posizione per la distruzione delle case di Adolphe
Thiers, Jules
Favre e Arsene Picard. La sua argomentazione si basava sul danno fatto da
questi uomini alla città di Parigi. La distruzione della loro proprietà fu
percepita da Henri
Rochefort come una vendetta per la distruzione causata a Parigi.
Tuttavia e nonostante le apparenze, Le Mot d'Ordre prese le
distanze dal governo di Parigi. Inoltre Rochefort
si oppose al Comitato
di salute pubblica e disapprovò le misure arbitrarie messe in atto da
questo stesso comitato. Rochefort
il 7
aprile scrisse una critica: "Non abbiamo
bisogno di ripetere qui quanto siamo decisi a difendere il principio della Comune,
cercheremo non meno di far capire agli ufficiali eletti negli ultimi giorni che
senza il silenzio e la notte che si libra sulle loro deliberazioni si sarebbero
potute evitare grandi disgrazie e spaventosi massacri".
Il 17
maggio, Henri
Rochefort si rallegra per la distruzione
della colonna Vendome, che considerava "un insulto alle nostre
miserie".
Il 20
maggio si è opposto all'esecuzione di ostaggi in risposta alle esecuzioni
sommarie perpetrate dai versagliesi. "È per i colpevoli comprovati e
riconosciuti che siamo tenuti a limitare la nostra rappresaglia. Ahimè! gli
ultimi eventi hanno esposto abbastanza criminali per rendere inutile chiedere a caso di
fornirli"
Il numero in cui
pubblicò questo articolo risulta essere l'ultimo de Le Mot d'Ordre.
In effetti, Henri
Rochefort decise di interromperne la pubblicazione.
Abbiamo trovato solo solo quattro numeri di Le Mot d'Ordre:
[1] Jean Barberet (Demigny 9 marzo 1837
- Rouvray 5 marzo 1920); panettiere a Parigi; sindacalista e cooperatore;
funzionario presso il Ministero degli Interni, poi al Lavoro. Barberet era
generalmente stimato e apprezzato dal popolo di Montmartre
e la sua voce era ascoltata con rispetto. Ma il 18
marzo, non poteva obbedire alla folla che l’insultava in rue
des Rosiers, dove era andato con molti dei suoi ufficiali per cercare di proteggere
i generali Clément-Thomas
e Lecomte.
Fu rinnegato da molti uomini dal suo battaglione e rassegnò le dimissioni il 19
marzo. Fu quindi direttore del Journal
Officiel de la Commune per due giorni. Barberet ha quindi pubblicato L’Avant-Garde
e ha collaborato con L'Affranchi.
Ma non prese parte attiva alla Comune,
che fu violentemente criticato dai suoi oppositori politici.
[2]
Louis Jean Joseph Blanc (Madrid 29 ottobre 1811 - Cannes 6 dicembre 1882) era
un giornalista e storico francese, membro del governo provvisorio del 1848 e
deputato della Terza Repubblica. Louis Blanc, sostenitore della politica centralista,
fu ostile alla Comune. Anche se rifiutò di prendere parte alla Comune perché ne
condanna l'ideologia, difende il movimento comunardo dopo la sconfitta. Si
oppose agli eccessi della repressione e già nel settembre 1871 introdusse una
proposta di legge sull'amnistia dei reati politici.