CONSTANT MARTIN
Constant Martin, detto
Gabriel, è nato a Entrevaux[1]
il 5 aprile 1839; impiegato, poi lattaio; membro delle sezioni del Pantheon e
del 13°
arrondissement di Parigi dell'Internazionale;
blanquista[2],
poi anarchico.
Dopo l'omicidio di Victor
Noir, il 10 gennaio 1870, e l'arresto di Rochefort,
il 7 febbraio, Constant Martin fu uno di quelli che invitò gli operai a
calmarsi per non compromettere l'esito della lotta con un'azione troppo
precipitosa (appello del 9 febbraio 1870).
Dopo la caduta
dell'Impero, fu, come delegato
dei venti arrondissements, uno dei firmatari dell’Affiche
rouge (Manifesto rosso) del 6 gennaio 1871, proclama al popolo di Parigi
che denunciava "il tradimento" del governo del 4
settembre e per portare avanti tre slogan: requisizione generale,
razionamento gratuito, attacco di massa. Si concludeva con queste parole:
«Potere al popolo! Potere alla Comune!».
Segretario della delegazione
dei venti arrondissements, Constant Martin ha firmato per la delegazione,
nel febbraio 1871, la lista dei Candidati socialisti rivoluzionari, proposta
dall'Associazione Internazionale dei Lavoratori, nelle elezioni legislative.
Durante la Comune, Constant
Martin fu segretario della delegazione per l'Istruzione. Viveva in quel
periodo, in rue du Roule 5, nel primo
arrondissement. Svolse un ruolo attivo negli ultimi momenti della Comune,
poiché Vaillant
riferì ne l’Humanité del 18 marzo 1908 che Constant Martin aveva fatto,
il 27
maggio, la proposta, sostenuta da Vallès,
della resa di tutti i membri rimasti della Comune con
garanzia di libertà per i combattenti federati. Avrebbe detto che una tale
proposta sarebbe stata un’ammissione di colpa e che "ciò che contava e
avrebbe sostenuto in futuro la grandezza della Comune,
era la sua fine nella lotta senza negoziazione o capitolazione con i
Versaillesi”. Il giorno dopo, le ultime sacche di resistenza furono
sconfitte.
Secondo un rapporto della
polizia, Constant Martin era allora un «uomo calmo, stimato nel suo quartiere e
con un comportamento eccellente». A margine, uno scritta diceva «molto
pericoloso». Il 17°
Consiglio di guerra lo condannò in contumacia, il 25 novembre 1872, alla
deportazione in un recinto fortificato.
Esiliato a Londra, nell'estate
del 1871, Constant Martin entrò nel consiglio generale dell'Internazionale.
Dal 17 al 23 settembre è stato presente alla conferenza che si è tenuta nella
capitale londinese senza, tuttavia, essere un delegato ufficiale. Con Charles
Rochat, servì come segretario. Egli non ha partecipato, almeno come
delegato, al 5°
Congresso dell'Internazionale tenutosi all'Aia nel settembre 1872[3]. Con i suoi amici blanquisti
Antoine
Arnaud, Frédéric
Cournet, Édouard
Marguerittes, Gabriel
Ranvier ed Édouard
Valiant, firmò l'opuscolo Internazionale e Rivoluzione. A proposito del Congresso dell'Aia,
datato 15 settembre 1872, egli fu ostile a Marx e
al consiglio generale. Due anni dopo, firmò anche, con il gruppo blanquista[2] "La
Commune révolutionnaire", l'opuscolo Aux Communeux,
dichiarazione ateista, comunista e rivoluzionaria.
Constant Martin fece parte
della sezione Internazionale
in rottura con il Consiglio generale formato a Londra dopo il Congresso
dell'Aia. Fu anche uno dei membri fondatori dell’École française, la
scuola francese organizzata a Londra dai rifugiati e destinata ai bambini del
proscritto.
Dopo aver gestito una fabbrica
a Birmingham, Constant Martin si trasferì in Belgio dal 1874. A Bruxelles, fece
parte della società di solidarietà «Le Prêt Mutuel (il mutuo prestito)». Sempre
militante attivo, portava il numero 274 nella corrispondenza segreta mantenuta
dai blanquisti[2].
Al suo ritorno dall'esilio,
Constant Martin si stabilì a Parigi. Dopo la morte di Blanqui
(1 gennaio 1881) fu, con Eudes,
Granger,
Vaillant
e altri, uno dei fondatori del "partito" blanquista, il Comitato
Centrale Rivoluzionario. Nel 1882 fu condannato a otto giorni di reclusione per
oltraggio ad ufficiali durante una manifestazione blanquista.
Successivamente, Constant
Martin aderì al movimento anarchico senza essere in grado di specificare né
quando né come di questa evoluzione. Dal 1884 il suo nome apparve come
collaboratore dell'organo anarco-comunista Terra e Libertà. Secondo un
rapporto del 28 marzo 1895 relativo alla sua apparizione davanti la corte
d’assise della Senna, rispose "non è corretto" alla
dichiarazione: "Siete passato all'anarchia nel 1882". Comunque
Constant Martin ha fatto militanza attiva a fianco dei compagni.
Nel 1888, con due anarchici
tra cui Émile Pouget[4],
fondò il Ça Ira di cui uscirono dieci numeri, tra il 27 maggio 1888 e il
13 gennaio 1889. Questa quindicinale era contro il boulangismo[5]
e attaccò i blanquisti che invece ne erano sostenitori. Oltre Martin e Pouget,
il comitato di redazione annunciava nel primo numero di essere composta dagli
anarchici V. Bernhart, A. Dumas, Louis Duprat, J. Gallais, L. Jamin, P. Noa, B
Morel e J . Ricard. Hanno partecipato anche Charles
Malato e Alexandre Tennevin[6].
A settembre, i promotori del giornale lanciarono l'idea della creazione di un
quotidiano anarchico e per questo motivo fondarono una società per azioni a
capitale variabile che emetteva 10.000 obbligazioni con capitale variabile.
Sebbene l'idea sia stata accolta con favore, è stata abbandonata a causa della
persecuzione dei funzionari del giornale in seguito all'articolo «Silence
aux pauvres» pubblicato nel decimo e ultimo numero del 13 gennaio 1889.
Ne La Révolte, 5-11
febbraio 1892, firmò con Charles Malato, Émile Pouget, Joseph Tortelier[7],
Émile Henry[8] e
altri una dichiarazione a favore della manifestazione del 1° maggio, in
opposizione a Sébastien Faure[9]
che riteneva che gli anarchici non dovessero prendere parte a questa azione a
causa delle sue origini e della sua natura legale. firmò la dichiarazione che
sosteneva che «il 1° maggio, lanciato da politici, è diventato rivoluzionario e
di tendenze anarchiche». In quel periodo viveva a Parigi in rue Cadet 22, nel 9°
arrondissement.
Ha collaborato a quel tempo
nel numero unico del quotidiano Le Gueux (Parigi, 27 marzo 1892) il cui
redattore capo era Michel Zévaco[10].
Quando la repressione
anti-anarchica che che seguirono agli attentati di Ravachol[11],
Constant Martin gestiva un caseificio in rue Jocquelet 3 (attouale rue
Léon-Cladel) nel 2°
arrondissement di Parigi, dove i suoi compagni senza un soldo trovavano
sempre da mangiare a credito. La polizia lo perquisì il 23 aprile 1892 e lo arrestò
per alcuni giorni. Successivamente, non smise di perseguitarlo, secondo le
ondate di repressione. Secondo Charles Malato, fu "arrestato o
perquisito in un anno, almeno dieci volte; era persino diventato un indice
atmosferico: quando si perquisiva la sua casa, il tempo minacciava di mettersi
male; quando veniva fermato, il temporale non tardava a venire; la messa in
libertà annunciava il ritorno della bel tempo".
Nel febbraio 1894, Constant
Martin fuggì a Londra, dove visse al 18 di Hampstead Road. La sua presenza a
Brighton fu brevemente segnalata nel 1894.
Andando via da Parigi, aveva
affidato la sua latteria-cremeria alla sua convivente, Madeleine Forti. Essendo
italiana, il governo l'ha espulsa dal paese e, con il figlio Alfred, ha dovuto
unirsi a Constant Martin a Londra. Quando il negozio andò a rotoli, alla fine
del 1894 Madeleine aveva deciso di sposarsi con Clovis Sicard per ottenere la
nazionalità francese. Martin, che era già sposato, non poteva farlo.
Successivamente fu quindi in grado di tornare a Parigi per rilevare l'attività.
Considerato una figura di
spicco nel movimento anarchico, gli attacchi con le bombe degli anni 1892-1894
gli valsero di essere coinvolto nel Processo dei Trenta[12]
dell'agosto 1894 e di essere condannato, il 31 ottobre, in contumacia, dalla
Corte d’Assise della Senna, a vent'anni di lavori forzati. Constant Martin
aveva preferito tornare a Londra. Tornò a Parigi nel marzo del 1896, quando
venne ad espiare la sua fuga; si oppose alla sua sentenza e fu assolto.
Con Sébastien Faure[9] e
Armand Matha[13], fu
uno dei fondatori del Libertaire. Era il direttoere del settimanale e lo
stava ancora gestendo quando il tribunale commerciale lo dichiarò in bancarotta
il 17 novembre.
Nel febbraio 1897 Constant
Martin partecipò attivamente alla campagna di protesta contro la «nuova
inquisizione» in Spagna, che seguì l'attentato di Barcellona del 7 giugno 1896[14].
Partecipò alle riunioni e alla redazione dell'unico numero de L’Incorruptible,
dedicato interamente agli eventi spagnoli. Fu poi reclutato come insegnante per
il progetto scolastico libertario di Janvion[15]
e Degalvès[16], che
non vide la luce del giorno. Lo stesso anno, nel suo rapporto sull'anarchismo
in Francia, il commissario straordinario Moreau considerava Constant Martin «il
patriarca della banda» che «ha trattenuto dalla sua lunga permanenza nel
blanquismo una feroce discrezione, una sfiducia sempre sveglia», a guardia
«costantemente contro tutto e contro tutti ... la sfida fatta uomo». Il
rapporto lo considerava anche il mentore di Émile Henry[8].
Nel 1898, Constant Martin era
il direttore del giornale Le Droit de vivre, che pubblicò 9 numeri dal
23 aprile al 15 giugno e pubblicò le difese di Georges Étiévant[17]
davanti alle Corti d'Assise della Senna e Versailles.
Nello stesso anno, con Michel
Zévaco[18]
e Jacques Prolo[19],
fondò L'Anticlérical di cui uscirono solo sette numeri. L'anno seguente,
da febbraio a dicembre, ha collaborato al Journal du Peuple di Sebastien
Faure[9] che, dal 6 febbraio al 3 dicembre, con i suoi 299 numeri, ha
partecipato attivamente alla campagna dreyfusssiana[20].
Ha anche collaborato al Cri
de révolte (Parigi, 10 numeri dal 20 agosto 1898 all’1 marzo 1899), e che
ha distribuito il suo opuscolo sull'Inquisizione e l'antisemitismo.
Alla fine della sua vita,
Constant Martin collaborò con l'organo anarco-comunista L’Ordre
pubblicato a Limoges[21]
dall'ottobre 1905 all'aprile 1907.
Constant Martin è morto a
Parigi il 9 luglio 1906, fu cremato il 12 al Père-Lachaise.
I funerali furono civili e vi partecipò Édouard
Vaillant. Nessun discorso è stato pronunciato.
Le ceneri furono depositate
nel loculo recante il numero 226. Con lui scomparve "uno degli ultimi rappresentanti della corrente blanquista
dell'anarchismo francese (Les Temps nouveaux, 21 luglio 1906)".
[1] Nel dipartimento delle Alpi dell'Alta Provenza della
regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
[2] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e
attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta,
del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo
secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali
e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria
combattiva. Deve il suo nome allo
scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis
Auguste Blanqui.
[3] Il Congresso dell'Aia dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori (settembre 1872) segnò la fine di questa organizzazione
come alleanza unitaria di tutte le fazioni socialiste (anarchici e marxisti).
Furono espulsi dall'associazione gli anarchici Mikhail
Bakunin e James Guillaume e la corrente marxista prese il controllo. Il
Congresso decise inoltre di spostare la sede del Consiglio generale da Londra a
New York. La corrente anarchica fondò una nuova internazionale nel successivo Congresso
Internazionale di Saint-Imier, tenutosi pochi giorni dopo.
[4] Émile Pouget (12 ottobre 1860 - 21 luglio 1931), è
stato uno dei militanti anarchici più rappresentativi del movimento operaio
francese. Nel 1883, dopo un incontro a Parigi con i disoccupati, prende
parte all'assalto dei forni. É arrestato in piazza Maubert mentre tenta di
impedire l'arresto di Louise
Michel, anch'essa presente alla manifestazione. Condannato in tribunale ad
otto anni di carcere, viene liberato dopo tre in seguito ad un’amnistia. Tra la fine del XIX
secolo e l’inizio del XX, fu uno dei militanti anarchici che
maggiormente influenzò lo sviluppo delle tematichesindacaliste rivoluzionarie.
[5] Movimento politico
francese, a carattere nazionalista, che, nella Terza Repubblica, ebbe a capo il
generale G.-E. Boulanger (1837-1891), da cui prese il nome.
[6] Alexandre Eugène
Tennevin, nato il 5 dicembre 1848
a Parigi e morto il 7 giugno 1908 nel 20° arrondissement
della stessa città, era un tipografo, giornalista e militante anarchico
francese.
[7] Joseph Jean-Marie
Tortelier (1853 - 1925) fu falegname, militante anarchico
e sostenitore sindacalista rivoluzionario
dello sciopero generale.
[8] Émile Henry (26 Settembre 1872
–21 Maggio 1894),
è stato un anarchico illegalista e insurrezionalista francese. Fautore dell'azione diretta e della propaganda col fatto, come Auguste
Vaillant prima e Sante Caserio poi
fu condannato a morte tramite ghigliottina.
[9] Sébastien Faure (6 gennaio 1858
- 14 luglio 1942)
è stato un pedagogista, un propagandista
e un militante anarchico francese. È stato uno dei principali sostenitori,
insieme al russo Voline (Vsévolod
Mijáilovich Eichenbaum), della forma organizzativa anarchica conosciuta come
anarchismo di sintesi o sintetismo,
rifacendosi alla teoria dell'anarchismo senza
aggettivi. Il sintetismo anarchico è una corrente del pensiero anarchico
sviluppata da Faure e Voline, tendente a
unificare sotto un'unica organizzazione le varie correnti
e tendenze anarchiche, mantenendo però allo stesso tempo l'indipendenza
di ogni gruppo e individualità aderenti
all'organizzazione.
[10] Michel Zevaco (1º febbraio 1860
–8 agosto 1918)
è stato un romanziere, insegnante, giornalista,
editore e attivista
anarchico francese.
[11] Il 1° maggio del 1891
il governo francese fece reprimere una manifestazione a Fourmies con l'uso
delle armi, 14 persone furono uccise e 40 ferite. Nello stesso giorno a Clichy
la polizia arrestò alcuni anarchici che avevano usato delle armi, furono
condannati a lunghe detenzioni e ai lavori forzati. Per vendetta, l'11 marzo
del 1892 Ravachol mise una bomba nella casa del giudice di Clichy e il 27 marzo
in casa del procuratore. Nello stesso mese organizzò un attentato presso una
caserma di Parigi. Gli attentati provocarono grossi danni ma non fecero
vittime.
[12] Il «Processo dei
Trenta» è stato un famoso processo che si è tenuto in Francia il 6 agosto 1894,
davanti alla Corte d'Assise della Senna. Durante questo processo, che
costituisce l'apogeo della lotta contro l' anarchismo , vengono giudicati
trenta accusati, che vanno dai teorici dell'anarchia ai semplici ladri , tutti
raccolti nella stessa accusa di cospirazione criminale. Il processo mira anche
a giustificare con la loro applicazione le " leggi canaglia " del
1893-1894. Quasi tutti gli imputati sono assolti, tuttavia, in un verdetto la
cui moderazione aiuta a calmare gli spiriti.
[13] Armand Matha (10
aprile 1861 - 12 febbraio 1930); garzone di parrucchiere; pubblicista;
propagandista anarchico, animatore del Libertarie dal 1900 al 1910.
[14] Il 7 giugno 1896,
durante la processione del Corpus Domini, una bomba esplose in calle Cambios
Nuevos, a Barcellona. La deflagrazione avvenne proprio nel momento in cui
passavano le persone comuni e non le autorità. I morti furono 12. 35 i feriti.
Pur senza alcuna prova, le colpe furono attribuite al movimento anarchico
spagnolo, contro i quali nel giro di poche ore si scatenò la repressione
istituzionale. In totale furono trattenute in
stato d'arresto nel Castello di Montjuic circa 400 persone, molti degli
arrestati subirono crudeli torture per estorcer loro confessioni e delazioni,
"grazie" alle quali 87 anarchici furono processati e poi in
condannati a pene diverse (5 di loro a morte).
[15] Émile Janvion è
nato il 10 aprile 1866 a
Mâcon (Saône-et-Loire), morto il 15 luglio 1927 a Parigi; funzionario
della prefettura della Senna; insegnante
francese, un leader anarco-sindacalista, un fondatore della Confederazione
generale del travaglio (CGT) e un leader del movimento anti-militarista. Col tempo ebbe opinioni
sindacaliste nazionali che prefiguravano il fascismo. Diventò antisemita, ostile alla massoneria,
ostile alla repubblica e flirtava con il monarchismo. Tuttavia il suo obiettivo principale era la
nazionalizzazione della terra e dei mezzi di produzione..
[16] Jean Degalvès: insegnante, costituì, nel
giugno 1897, una "Lega dell'educazione libertaria" e pubblicarono un
opuscolo, La libertà attraverso l'educazione. Con J. Grave e Ardouin ha
partecipato a un progetto per fondare una scuola libertaria.
[17] Georges Etiévant (8 giugno 1865 - 6
febbraio 1900) è stato anarchico individualista della propaganda del fatto . Il
27 luglio 1892 fu condannato a cinque anni di prigione per il furto di dinamite
usato negli attentati di Ravachol. Nonostante le smentite di Ravachol, venne
condannato con altri tre compagni. Scontata la sua condanna è stato nuovamente
condannato a cinque anni di lavori forzati per una serie di articoli pubblicati
su Le Libertaire. Energicamente ricercato, pugnalò un poliziotto il 19
gennaio 1898. Condannato a morte il 15 giugno 1898, la sua pena fu commutata ai
lavori forzati a vita. Morì alcuni anni dopo in una prigione in Guyana.
[18] Michel Zévaco (Ajaccio, 1º
febbraio 1860 – Eaubonne, 8 agosto 1918) è stato un romanziere, insegnante,
giornalista, editore e attivista anarchico francese.
[19] Jean Pausader
detto Jacques Prolo, (1866 – 1937), è stato un militante anarchico e un politico socialista francese.
[20] L'affare Dreyfus
fu il maggiore conflitto politico e sociale della Terza
Repubblica, scoppiato in Francia
sul finire del XIX secolo, che divise il Paese dal 1894 al 1906, a seguito dell'accusa
di tradimento e intelligenza con la Germania
mossa al capitano alsaziano di origine ebraica Alfred
Dreyfus, il quale era innocente. Il vero responsabile era difatti il
colonnello Ferdinand Walsin Esterhazy
[21] Comune francese della Francia sud-occidentale,
capoluogo del dipartimento dell'Alta Vienne, nella regione Nuova Aquitania.