venerdì 26 luglio 2019

02-14-MA21 – Constant MARTIN

CONSTANT MARTIN


Constant Martin, detto Gabriel, è nato a Entrevaux[1] il 5 aprile 1839; impiegato, poi lattaio; membro delle sezioni del Pantheon e del 13° arrondissement di Parigi dell'Internazionale; blanquista[2], poi anarchico.
Dopo l'omicidio di Victor Noir, il 10 gennaio 1870, e l'arresto di Rochefort, il 7 febbraio, Constant Martin fu uno di quelli che invitò gli operai a calmarsi per non compromettere l'esito della lotta con un'azione troppo precipitosa (appello del 9 febbraio 1870).
Dopo la caduta dell'Impero, fu, come delegato dei venti arrondissements, uno dei firmatari dell’Affiche rouge (Manifesto rosso) del 6 gennaio 1871, proclama al popolo di Parigi che denunciava "il tradimento" del governo del 4 settembre e per portare avanti tre slogan: requisizione generale, razionamento gratuito, attacco di massa. Si concludeva con queste parole: «Potere al popolo! Potere alla Comune!».
Segretario della delegazione dei venti arrondissements, Constant Martin ha firmato per la delegazione, nel febbraio 1871, la lista dei Candidati socialisti rivoluzionari, proposta dall'Associazione Internazionale dei Lavoratori, nelle elezioni legislative.
Durante la Comune, Constant Martin fu segretario della delegazione per l'Istruzione. Viveva in quel periodo, in rue du Roule 5, nel primo arrondissement. Svolse un ruolo attivo negli ultimi momenti della Comune, poiché Vaillant riferì ne l’Humanité del 18 marzo 1908 che Constant Martin aveva fatto, il 27 maggio, la proposta, sostenuta da Vallès, della resa di tutti i membri rimasti della Comune con garanzia di libertà per i combattenti federati. Avrebbe detto che una tale proposta sarebbe stata un’ammissione di colpa e che "ciò che contava e avrebbe sostenuto in futuro la grandezza della Comune, era la sua fine nella lotta senza negoziazione o capitolazione con i Versaillesi”. Il giorno dopo, le ultime sacche di resistenza furono sconfitte.
Secondo un rapporto della polizia, Constant Martin era allora un «uomo calmo, stimato nel suo quartiere e con un comportamento eccellente». A margine, uno scritta diceva «molto pericoloso». Il 17° Consiglio di guerra lo condannò in contumacia, il 25 novembre 1872, alla deportazione in un recinto fortificato.
Esiliato a Londra, nell'estate del 1871, Constant Martin entrò nel consiglio generale dell'Internazionale. Dal 17 al 23 settembre è stato presente alla conferenza che si è tenuta nella capitale londinese senza, tuttavia, essere un delegato ufficiale. Con Charles Rochat, servì come segretario. Egli non ha partecipato, almeno come delegato, al 5° Congresso dell'Internazionale tenutosi all'Aia nel settembre 1872[3]. Con i suoi amici blanquisti Antoine Arnaud, Frédéric Cournet, Édouard Marguerittes, Gabriel Ranvier ed Édouard Valiant, firmò l'opuscolo Internazionale e Rivoluzione. A proposito del Congresso dell'Aia, datato 15 settembre 1872, egli fu ostile a Marx e al consiglio generale. Due anni dopo, firmò anche, con il gruppo blanquista[2] "La Commune révolutionnaire", l'opuscolo Aux Communeux, dichiarazione ateista, comunista e rivoluzionaria.
Constant Martin fece parte della sezione Internazionale in rottura con il Consiglio generale formato a Londra dopo il Congresso dell'Aia. Fu anche uno dei membri fondatori dell’École française, la scuola francese organizzata a Londra dai rifugiati e destinata ai bambini del proscritto.
Dopo aver gestito una fabbrica a Birmingham, Constant Martin si trasferì in Belgio dal 1874. A Bruxelles, fece parte della società di solidarietà «Le Prêt Mutuel (il mutuo prestito)». Sempre militante attivo, portava il numero 274 nella corrispondenza segreta mantenuta dai blanquisti[2].
Al suo ritorno dall'esilio, Constant Martin si stabilì a Parigi. Dopo la morte di Blanqui (1 gennaio 1881) fu, con Eudes, Granger, Vaillant e altri, uno dei fondatori del "partito" blanquista, il Comitato Centrale Rivoluzionario. Nel 1882 fu condannato a otto giorni di reclusione per oltraggio ad ufficiali durante una manifestazione blanquista.
Successivamente, Constant Martin aderì al movimento anarchico senza essere in grado di specificare né quando né come di questa evoluzione. Dal 1884 il suo nome apparve come collaboratore dell'organo anarco-comunista Terra e Libertà. Secondo un rapporto del 28 marzo 1895 relativo alla sua apparizione davanti la corte d’assise della Senna, rispose "non è corretto" alla dichiarazione: "Siete passato all'anarchia nel 1882". Comunque Constant Martin ha fatto militanza attiva a fianco dei compagni.
Nel 1888, con due anarchici tra cui Émile Pouget[4], fondò il Ça Ira di cui uscirono dieci numeri, tra il 27 maggio 1888 e il 13 gennaio 1889. Questa quindicinale era contro il boulangismo[5] e attaccò i blanquisti che invece ne erano sostenitori. Oltre Martin e Pouget, il comitato di redazione annunciava nel primo numero di essere composta dagli anarchici V. Bernhart, A. Dumas, Louis Duprat, J. Gallais, L. Jamin, P. Noa, B Morel e J . Ricard. Hanno partecipato anche Charles Malato e Alexandre Tennevin[6]. A settembre, i promotori del giornale lanciarono l'idea della creazione di un quotidiano anarchico e per questo motivo fondarono una società per azioni a capitale variabile che emetteva 10.000 obbligazioni con capitale variabile. Sebbene l'idea sia stata accolta con favore, è stata abbandonata a causa della persecuzione dei funzionari del giornale in seguito all'articolo «Silence aux pauvres» pubblicato nel decimo e ultimo numero del 13 gennaio 1889.
Ne La Révolte, 5-11 febbraio 1892, firmò con Charles Malato, Émile Pouget, Joseph Tortelier[7], Émile Henry[8] e altri una dichiarazione a favore della manifestazione del 1° maggio, in opposizione a Sébastien Faure[9] che riteneva che gli anarchici non dovessero prendere parte a questa azione a causa delle sue origini e della sua natura legale. firmò la dichiarazione che sosteneva che «il 1° maggio, lanciato da politici, è diventato rivoluzionario e di tendenze anarchiche». In quel periodo viveva a Parigi in rue Cadet 22, nel 9° arrondissement.
Ha collaborato a quel tempo nel numero unico del quotidiano Le Gueux (Parigi, 27 marzo 1892) il cui redattore capo era Michel Zévaco[10].
Quando la repressione anti-anarchica che che seguirono agli attentati di Ravachol[11], Constant Martin gestiva un caseificio in rue Jocquelet 3 (attouale rue Léon-Cladel) nel 2° arrondissement di Parigi, dove i suoi compagni senza un soldo trovavano sempre da mangiare a credito. La polizia lo perquisì il 23 aprile 1892 e lo arrestò per alcuni giorni. Successivamente, non smise di perseguitarlo, secondo le ondate di repressione. Secondo Charles Malato, fu "arrestato o perquisito in un anno, almeno dieci volte; era persino diventato un indice atmosferico: quando si perquisiva la sua casa, il tempo minacciava di mettersi male; quando veniva fermato, il temporale non tardava a venire; la messa in libertà annunciava il ritorno della bel tempo".
Nel febbraio 1894, Constant Martin fuggì a Londra, dove visse al 18 di Hampstead Road. La sua presenza a Brighton fu brevemente segnalata nel 1894.
Andando via da Parigi, aveva affidato la sua latteria-cremeria alla sua convivente, Madeleine Forti. Essendo italiana, il governo l'ha espulsa dal paese e, con il figlio Alfred, ha dovuto unirsi a Constant Martin a Londra. Quando il negozio andò a rotoli, alla fine del 1894 Madeleine aveva deciso di sposarsi con Clovis Sicard per ottenere la nazionalità francese. Martin, che era già sposato, non poteva farlo. Successivamente fu quindi in grado di tornare a Parigi per rilevare l'attività.
Considerato una figura di spicco nel movimento anarchico, gli attacchi con le bombe degli anni 1892-1894 gli valsero di essere coinvolto nel Processo dei Trenta[12] dell'agosto 1894 e di essere condannato, il 31 ottobre, in contumacia, dalla Corte d’Assise della Senna, a vent'anni di lavori forzati. Constant Martin aveva preferito tornare a Londra. Tornò a Parigi nel marzo del 1896, quando venne ad espiare la sua fuga; si oppose alla sua sentenza e fu assolto.
Con Sébastien Faure[9] e Armand Matha[13], fu uno dei fondatori del Libertaire. Era il direttoere del settimanale e lo stava ancora gestendo quando il tribunale commerciale lo dichiarò in bancarotta il 17 novembre.
Nel febbraio 1897 Constant Martin partecipò attivamente alla campagna di protesta contro la «nuova inquisizione» in Spagna, che seguì l'attentato di Barcellona del 7 giugno 1896[14]. Partecipò alle riunioni e alla redazione dell'unico numero de L’Incorruptible, dedicato interamente agli eventi spagnoli. Fu poi reclutato come insegnante per il progetto scolastico libertario di Janvion[15] e Degalvès[16], che non vide la luce del giorno. Lo stesso anno, nel suo rapporto sull'anarchismo in Francia, il commissario straordinario Moreau considerava Constant Martin «il patriarca della banda» che «ha trattenuto dalla sua lunga permanenza nel blanquismo una feroce discrezione, una sfiducia sempre sveglia», a guardia «costantemente contro tutto e contro tutti ... la sfida fatta uomo». Il rapporto lo considerava anche il mentore di Émile Henry[8].
Nel 1898, Constant Martin era il direttore del giornale Le Droit de vivre, che pubblicò 9 numeri dal 23 aprile al 15 giugno e pubblicò le difese di Georges Étiévant[17] davanti alle Corti d'Assise della Senna e Versailles.
Nello stesso anno, con Michel Zévaco[18] e Jacques Prolo[19], fondò L'Anticlérical di cui uscirono solo sette numeri. L'anno seguente, da febbraio a dicembre, ha collaborato al Journal du Peuple di Sebastien Faure[9] che, dal 6 febbraio al 3 dicembre, con i suoi 299 numeri, ha partecipato attivamente alla campagna dreyfusssiana[20].
Ha anche collaborato al Cri de révolte (Parigi, 10 numeri dal 20 agosto 1898 all’1 marzo 1899), e che ha distribuito il suo opuscolo sull'Inquisizione e l'antisemitismo.
Alla fine della sua vita, Constant Martin collaborò con l'organo anarco-comunista L’Ordre pubblicato a Limoges[21] dall'ottobre 1905 all'aprile 1907.
Constant Martin è morto a Parigi il 9 luglio 1906, fu cremato il 12 al Père-Lachaise. I funerali furono civili e vi partecipò Édouard Vaillant. Nessun discorso è stato pronunciato.
Le ceneri furono depositate nel loculo recante il numero 226. Con lui scomparve "uno degli ultimi rappresentanti della corrente blanquista dell'anarchismo francese (Les Temps nouveaux, 21 luglio 1906)".




[1] Nel dipartimento delle Alpi dell'Alta Provenza della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
[2] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.
[3] Il Congresso dell'Aia dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori (settembre 1872) segnò la fine di questa organizzazione come alleanza unitaria di tutte le fazioni socialiste (anarchici e marxisti). Furono espulsi dall'associazione gli anarchici Mikhail Bakunin e James Guillaume e la corrente marxista prese il controllo. Il Congresso decise inoltre di spostare la sede del Consiglio generale da Londra a New York. La corrente anarchica fondò una nuova internazionale nel successivo Congresso Internazionale di Saint-Imier, tenutosi pochi giorni dopo.
[4] Émile Pouget (12 ottobre 1860 - 21 luglio 1931), è stato uno dei militanti anarchici più rappresentativi del movimento operaio francese. Nel 1883, dopo un incontro a Parigi con i disoccupati, prende parte all'assalto dei forni. É arrestato in piazza Maubert mentre tenta di impedire l'arresto di Louise Michel, anch'essa presente alla manifestazione. Condannato in tribunale ad otto anni di carcere, viene liberato dopo tre in seguito ad un’amnistia. Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, fu uno dei militanti anarchici che maggiormente influenzò lo sviluppo delle tematichesindacaliste rivoluzionarie.
[5] Movimento politico francese, a carattere nazionalista, che, nella Terza Repubblica, ebbe a capo il generale G.-E. Boulanger (1837-1891), da cui prese il nome.
[6] Alexandre Eugène Tennevin, nato il 5 dicembre 1848 a Parigi e morto il 7 giugno 1908 nel 20° arrondissement della stessa città, era un tipografo, giornalista e militante anarchico francese.
[7] Joseph Jean-Marie Tortelier (1853 - 1925) fu falegname, militante anarchico e sostenitore sindacalista rivoluzionario dello sciopero generale.
[8] Émile Henry (26 Settembre 187221 Maggio 1894), è stato un anarchico illegalista e insurrezionalista francese. Fautore dell'azione diretta e della propaganda col fatto, come Auguste Vaillant prima e Sante Caserio poi fu condannato a morte tramite ghigliottina.
[9] Sébastien Faure (6 gennaio 1858 - 14 luglio 1942) è stato un pedagogista, un propagandista e un militante anarchico francese. È stato uno dei principali sostenitori, insieme al russo Voline (Vsévolod Mijáilovich Eichenbaum), della forma organizzativa anarchica conosciuta come anarchismo di sintesi o sintetismo, rifacendosi alla teoria dell'anarchismo senza aggettivi. Il sintetismo anarchico è una corrente del pensiero anarchico sviluppata da Faure e Voline, tendente a unificare sotto un'unica organizzazione le varie correnti e tendenze anarchiche, mantenendo però allo stesso tempo l'indipendenza di ogni gruppo e individualità aderenti all'organizzazione.
[10] Michel Zevaco (1º febbraio 18608 agosto 1918) è stato un romanziere, insegnante, giornalista, editore e attivista anarchico francese.
[11] Il 1° maggio del 1891 il governo francese fece reprimere una manifestazione a Fourmies con l'uso delle armi, 14 persone furono uccise e 40 ferite. Nello stesso giorno a Clichy la polizia arrestò alcuni anarchici che avevano usato delle armi, furono condannati a lunghe detenzioni e ai lavori forzati. Per vendetta, l'11 marzo del 1892 Ravachol mise una bomba nella casa del giudice di Clichy e il 27 marzo in casa del procuratore. Nello stesso mese organizzò un attentato presso una caserma di Parigi. Gli attentati provocarono grossi danni ma non fecero vittime.
[12] Il «Processo dei Trenta» è stato un famoso processo che si è tenuto in Francia il 6 agosto 1894, davanti alla Corte d'Assise della Senna. Durante questo processo, che costituisce l'apogeo della lotta contro l' anarchismo , vengono giudicati trenta accusati, che vanno dai teorici dell'anarchia ai semplici ladri , tutti raccolti nella stessa accusa di cospirazione criminale. Il processo mira anche a giustificare con la loro applicazione le " leggi canaglia " del 1893-1894. Quasi tutti gli imputati sono assolti, tuttavia, in un verdetto la cui moderazione aiuta a calmare gli spiriti.
[13] Armand Matha (10 aprile 1861 - 12 febbraio 1930); garzone di parrucchiere; pubblicista; propagandista anarchico, animatore del Libertarie dal 1900 al 1910.
[14] Il 7 giugno 1896, durante la processione del Corpus Domini, una bomba esplose in calle Cambios Nuevos, a Barcellona. La deflagrazione avvenne proprio nel momento in cui passavano le persone comuni e non le autorità. I morti furono 12. 35 i feriti. Pur senza alcuna prova, le colpe furono attribuite al movimento anarchico spagnolo, contro i quali nel giro di poche ore si scatenò la repressione istituzionale. In totale furono trattenute in stato d'arresto nel Castello di Montjuic circa 400 persone, molti degli arrestati subirono crudeli torture per estorcer loro confessioni e delazioni, "grazie" alle quali 87 anarchici furono processati e poi in condannati a pene diverse (5 di loro a morte).
[15] Émile Janvion è nato il 10 aprile 1866 a Mâcon (Saône-et-Loire), morto il 15 luglio 1927 a Parigi; funzionario della prefettura della Senna; insegnante francese, un leader anarco-sindacalista, un fondatore della Confederazione generale del travaglio (CGT) e un leader del movimento anti-militarista. Col tempo ebbe opinioni sindacaliste nazionali che prefiguravano il fascismo. Diventò antisemita, ostile alla massoneria, ostile alla repubblica e flirtava con il monarchismo. Tuttavia il suo obiettivo principale era la nazionalizzazione della terra e dei mezzi di produzione..
[16] Jean Degalvès: insegnante, costituì, nel giugno 1897, una "Lega dell'educazione libertaria" e pubblicarono un opuscolo, La libertà attraverso l'educazione. Con J. Grave e Ardouin ha partecipato a un progetto per fondare una scuola libertaria.
[17] Georges Etiévant (8 giugno 1865 - 6 febbraio 1900) è stato anarchico individualista della propaganda del fatto . Il 27 luglio 1892 fu condannato a cinque anni di prigione per il furto di dinamite usato negli attentati di Ravachol. Nonostante le smentite di Ravachol, venne condannato con altri tre compagni. Scontata la sua condanna è stato nuovamente condannato a cinque anni di lavori forzati per una serie di articoli pubblicati su Le Libertaire. Energicamente ricercato, pugnalò un poliziotto il 19 gennaio 1898. Condannato a morte il 15 giugno 1898, la sua pena fu commutata ai lavori forzati a vita. Morì alcuni anni dopo in una prigione in Guyana.
[18] Michel Zévaco (Ajaccio, 1º febbraio 1860 – Eaubonne, 8 agosto 1918) è stato un romanziere, insegnante, giornalista, editore e attivista anarchico francese.
[19] Jean Pausader detto Jacques Prolo, (1866 – 1937), è stato un militante anarchico e un politico socialista francese.
[20] L'affare Dreyfus fu il maggiore conflitto politico e sociale della Terza Repubblica, scoppiato in Francia sul finire del XIX secolo, che divise il Paese dal 1894 al 1906, a seguito dell'accusa di tradimento e intelligenza con la Germania mossa al capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus, il quale era innocente. Il vero responsabile era difatti il colonnello Ferdinand Walsin Esterhazy
[21] Comune francese della Francia sud-occidentale, capoluogo del dipartimento dell'Alta Vienne, nella regione Nuova Aquitania.