NARBONNE
Se le Basses Alpes fu l'unico dipartimento che si
trovò interamente nelle mani dei conservatori, l'impeto rivoluzionario fu
tuttavia estremo nel sud-est, nel sud-ovest e nel centro della Francia. Il
dipartimento dell'Aude non fece eccezione a questa ondata di fervore
rivoluzionario durante il regno di Napoleone
III, e Narbonne[1], prima del 1871, era già una città in
cui le convinzioni repubblicane erano popolari. Pertanto, nel plebiscito
proclamato da Bonaparte
l’8 Maggio 1870, che segnò il consolidamento del Secondo
Impero, Narbonne risponderà con 1917 "NO" contro 1494
"SÌ"; il “NO” ottenne il 56,5% della popolazione, quasi la stessa
percentuale di Parigi (56,8%), mentre a livello nazionale l’Imperatore Napoleone
III
ottenne la sua schiacciante vittoria con più dell’80% a favore del “SI”.
Un uomo ebbe un ruolo di primo piano in questo
dipartimento, il suo nome era Émile Digeon,
giornalista de La Fraternité de Carcassonne, repubblicano deportato in
Algeria in seguito al colpo
di stato del dicembre 1851.
Una rivolta repubblicana
Nel dipartimento dell’Aude
c’erano divergenze ideologiche che opposero i
repubblicani agli opportunisti di diverse ideologie. Il conflitto tra Marcou[2]-Digeon
e i fratelli Raynal (Jean Joseph Théodore Siméon[3]
e il più piccolo Jean Antoine) rappresentò l’orientamento politico del
dipartimento il 4
settembre 1870.
A Narbonne, dopo la proclamazione
della Repubblica, i fratelli Raynal, ex esiliati, sognavano di occupare la
scena politica. Il fratello maggiore, vicesindaco, indossò la sciarpa comunale
e attraversò la città seguito da una folla sfrenata per l'entusiasmo.
Il 5 settembre Theophile
Marcou[2], che esercitava le funzioni di prefetto, nominò Gayraud sindaco di
Narbonne, e Fernand Digeon, fratello di Émile,
segretario generale del dipartimento dell’Aude. Il 6 settembre, Theodore Raynal
prese possesso della sottoprefettura e pochi giorni dopo, venne nominato
prefetto dell'Aude da parte del governo
provvisorio.
Marcou[2], nel frattempo, stava organizzando la Guardia
Nazionale per difendere la Francia e la Repubblica. Il ministro
dell’Interno Gambetta
chiese a Marcou[2] di abbandonare le sue funzioni a favore del suo protetto
Théodore Raynal che, il 13 settembre, prese possesso della Prefettura malgrado
le proteste di Marcou[2], proteste che non preoccuparono affatto Gambetta.
Marcou[2], amaramente, fu costretto al ritiro.
Durante il periodo in cui l'esercito prussiano invase
la Francia e fino alla resa di Parigi, il 24 gennaio 1871, l'attività politica
a Narbonne era concentrata in due club: il club dell’«Union
d'opinion conservatrice» che riuniva i conservatori, e il club
«Lamourguier»; entrambi luoghi d’incontro e informazione per i
repubblicani.
La chiesa di Lamourguier |
Il club Lamourguier
si riuniva nella vecchia chiesa di Lamourguier in disuso dal 1791. All'interno
di esso, si trovavano due schieramenti opposti: i «moderati» e gli
«intransigenti». Nel gennaio 1871 il moderati erano in minoranza e il club fu
ribattezzato «club
de la Révolution». Baptiste
Limouzy eletto presidente del club, dichiarava: "per arrivare alla
Repubblica, si deve passare attraverso la rivoluzione" (22
gennaio 1871).
Alla fine del gennaio 1871, il cancelliere Bismarck,
a seguito della richiesta di armistizio, chiese di organizzare delle elezioni.
I repubblicani fecero una campagna per «la guerra ad oltranza» contro i
prussiani, mentre i conservatori promettevano la pace. Alle elezioni di
febbraio 1871, questi ultimi trionfarono, vincendo nel dipartimento dell’Aude
dove conquistando i sei seggi in palio. Eppure la città di Narbonne votò
repubblicano. In vista di questa assemblea legislative dominata dai deputati
monarchici, per i repubblicani "intransigenti" del club de la
Révolution, quella in atto non era più una repubblica, ma che la vera
Repubblica doveva essere riconquistata. Il 12 marzo, Émile
Digeon, intervenne al club de la
Révolution. Davanti a una sala di 2.000 persone, fece un discorso
socialista rivoluzionario, dove chiese l'armamento della Guardia
Nazionale e l'adozione della bandiera
rossa.
Al club Lamourguier,
Raynal cercò di giustificare la sua condotta, ma dovette farsi da parte per le
urla e le manifestazioni di malcontento da parte di un pubblico diventato più
esigente e così si dimise da prefetto.
L'insurrezione
di Parigi del 18 marzo 1871, appresa il 19, scatenò un'ondata di
solidarietà nel club
de la Révolution, che quindi tentò di coinvolgere la città nel movimento
rivoluzionario. Se i rivoluzionari narbonnesi volevano instaurare la Comune,
pensavano prima di tutto di poterlo fare senza insurrezioni con una pressione
politica sul consiglio comunale. Il club della
Rivoluzione, che ripudiava il governo di Versailles,
tentò dal 20 marzo di coinvolgere la città nel movimento rivoluzionario. Pensò
poter fare pressione sul consiglio comunale, costituito principalmente da
repubblicani moderati, il club scrisse un’istanza che terminava con queste
parole: "I sottoscritti dichiarano di non riconoscere più il governo di
Versailles
e vogliono chiedere ai consiglieri municipali di Narbonne di dover decidere e
informare i loro concittadini se sono disposti a obbedire al governo di
Parigi o quello di Versailles".
Il club
chiese anche al consiglio di armare immediatamente la Guardia
Nazionale, rivendicando che questo aveva sempre rifiutato di farlo. Ma il
consiglio comunale rifiutò di riunirsi per decidere. Allora il malcontento dei
sinceri repubblicani cominciò a crescere.
Il 23 marzo, in occasione di una riunione di 1.600
persone, fu presentata una petizione al consiglio comunale, che chiedeva di
riconoscere l'autorità di Parigi
contro Versailles
e l'immediato armamento della Guardia
Nazionale. Ma il consiglio comunale rifiutò di discutere la mozione
proposta dal giardiniere Baptiste
Limouzy, l'unico membro del club a far parte del consiglio comunale.
Restava per i ferventi repubblicani di Narbonne solo la strada
dell'insurrezione. Per portare a termine questo impegno, il club de la
Révolution inviò una lettera lo stesso giorno a Digeon,
che nel frattempo si trovava a Carcassonne[4], pregandolo di ritornare nel più breve
tempo possibile a Narbonne «per proclamare la Comune fraternizzando con quella
di Parigi». Digeon
arrivò il 23 marzo 1871, alle sette di sera, e andò immediatamente nella chiesa
di Lamourguier per tenere un discorso al popolo di Narbonne
La mattina del 24, il vicesindaco Antoine Raynal, la
massima autorità data la mancanza del sindaco, si rifiutò di convocare il
consiglio municipale, nonostante l'insistenza di Limouzy,
consigliere municipale e principale collaboratore Émile
Digeon.
La Comune di Narbonne
Manifesto della Comune di
Narbonne indirizzato al "Popolo di Narbonne". Firmato da Émile Digeon, "Capo provvisorio della Comune di Narbonne". 30 marzo 1871. |
È stato proprio il 24 marzo che le sommosse politiche
hanno preso una svolta rivoluzionaria, cioè da quando il sindaco ha finalmente
autorizzato il comandante della Guardia
Nazionale a distribuire i fucili ai suoi uomini.
Rapidamente si sparse la voce delle armi portate
fuori dal municipio. La distribuzione degenerò. L'intero corpo della Guardia
Nazionale si presentò, insieme ad altri cittadini. Il popolo armato nella
piazza del municipio, scandiva: "La Comune! La Comune!" Verso
le 8 di sera di quel 24 marzo, l’Hôtel de Ville è stato invaso dai narbonnesi
con un'insurrezione spontanea.
I militanti rivoluzionari non si lasciarono
sorprendere e accompagnarono questo movimento: Émile
Digeon arrivò rapidamente accompagnato da diversi membri del club de la
Révolution. Una volta assicurato l'armamento generale della popolazione, Digeon
salì al balcone del municipio e annunciò la «costituzione della Comune
centrale dell'arrondissement di Narbonne, con unione a quella di Parigi ».
La bandiera
rossa fu adottata come simbolo delle aspirazioni popolari e sostituì il
tricolore.
Una nuova amministrazione fu prontamente composta dai
Comunardi. Digeon
propose un elenco di membri per il nuovo governo, modificato in base alle
acclamazioni e ai rifiuti dei narbonnesi riuniti nella piazza del municipio.
Era così composta:
·
Émile
Digeon, giornalista (capo provvisorio);
·
Baptiste
Limouzy, giardiniere (presidente);
·
Prosper
Nègre, bibliotecario;
·
Barthélémy
Noël, comandante della Guardia
Nazionale;
·
Eugène
Gondres, rappresentante di commercio;
·
Auguste
Bouniol, commerciante di vini;
·
Arthur
Conches, libraio;
·
Victor
Grasset, pasticcere.
Obiettivo
della Comune di Narbonne era di sollevare tutto il Sud, e creare un movimento
rivoluzionario armato che avrebbe raggiunto Parigi per il trionfo del movimento
operaio contro Versailles.
A Narbonne, si trovava una caserma con 1.500 soldati del 52° battaglione del reggimento di fanteria, per contrastare gli insorti le autorità di Versailles li mandarono, il 25 marzo, ad impadronirsi del municipio. I soldati vennero disposti in posizione d’attacco nella piazza dell’Hôtel de Ville e nella rue Poissonnerie, ma giunti all’Hôtel de Ville i soldati sollevarono in aria i loro fucili e passarono dalla parte del popolo; gli ufficiali furono rapidamente disarmati e fatti prigionieri, i fratelli Raynal subirono la stessa sorte, e alcuni militari partirono subito ad arruolare i loro compagni rimasti in caserma; in serata si contavano circa 250 soldati comunardi. Il loro comandante asserragliò i suoi uomini, per paura del contagio rivoluzionario. La guarnigione fu neutralizzata, la Comune era padrona della città.
Ciò venne confermato il giorno successivo, il 26
marzo, Prosper
Nègre con 40 guardie prese possesso della sottoprefettura, in nome del popolo, e Digeon
ordinò al capostazione e al capo dell’ufficio telegrafico di riconoscere una
sola autorità, quella del Comune.
La giornata del 27
marzo passò piuttosto tranquillamente; i delegati delle città circostanti
diedero la loro adesione alla Comune di Narbonne e attesero istruzioni. Il
prefetto dell'Aude, Trinchant, da parte sua, rimase fedele a Versailles,
non accettò la nomina di Digeon.
Il 28, gli insorti si
impadronirono dell'arsenale, fecero prigionieri i soldati di guardia e
recuperarono tutte le armi e le cartucce. Per impedire ai simpatizzanti di Versailles
di ricevere rinforzi, Digeon
fece portar via i binari della ferrovia nei pressi della città. Ma ormai era
troppo tardi; per sconfiggere l'insurrezione, il
governo di Versailles
riunì un piccolo esercito proveniente da Tolosa[5], Carcassonne[4], Perpignan[6], Foix[7] e Montpellier[8]. Digeon
avvisato dell'arrivo di due compagnie di Turchi da Perpignan, organizzò dei
posti di difesa, preparò dei telegrammi, nominò dei
delegati per portare la Comune al di fuori della città, organizzando una
spedizione alla città di Béziers nel dipartimento dell'Hérault; il suo progetto di ampliamento non riuscì. I tentativi di
sollevazione sincronizzata a Perpignan e Coursan a sostegno di Narbonne,
fallirono, mentre la Comune di Tolosa tenne solo due giorni (24-25 marzo). Ma soprattutto, le
città vicine (Carcassonne[4], Béziers e Sète) non ebbero seguito, preferendo di
non presentare nei consigli comunali i repubblicani eletti di recente rischio
di una Comune effimera.
Nel frattempo i rinforzi da Versailles
continuarono ad arrivare il 29 e il 30 e circondarono la città.
Il 31 marzo,
il generale Zentz, comandante delle truppe, dopo aver installato di batterie di
artiglieria per bombardare l’Hôtel de Ville, fece affiggere in città dei manifesti, la cui versione
manoscritta, conservata negli archivi storici di Narbonne, è qui di seguito
riprodotta.
La sconfitta
Manoscritto della proclamazione del generale Zentz,
31 marzo 1871 (Archivio Comunale Narbonne) |
Di fronte alle minacce del generale Zentz di sparare cannonate sulla città, i Comunardi minacciarono di uccidere gli ostaggi, tra cui Antoine Raynal, primo vicesindaco del consiglio municipale spodestato. Uomini e donne parteciparono nella preparazione della difesa. Le strade che si affacciavano all’Hôtel de Ville furono chiuse da barricate. L'arrivo del prefetto e del procuratore generale fu accompagnato dalla presenza dei loro delegati: Marcou, sindaco di Carcassonne[4], Auguste Claron e Isidoro Roques, consiglieri di Limoux. Questi ebbero il compito di informare gli assediati sulle decisioni prese: amnistia generale se avrebbero evacuato il municipio prima dell'inizio delle ostilità; quanto al capo della Comune, avrebbe avuto 24 ore per recarsi all'estero.
Digeon
riunì un consiglio di guerra per deliberare su tale proposta, che venne
respinta quasi all'unanimità, i voti contrari furono due. Il generale Zentz verso mezzanotte occupò l'ingresso
opposto alle strade barricate.
Il 31 marzo, alle 3 di notte, un
distaccamento di Turchi si trovò vicino alla barricata della rue du Pont. Digeon
raddoppiò le postazioni di difesa. Alcune guardie volevano fraternizzare con i Turchi, ma
furono accolti da una sparatoria che causò due morti e tre feriti.
Digeon
scrisse al generale Zentz al fine di consentire l’arrivo di un'ambulanza per
trasportare i feriti.
Non giunse nessuna risposta da
parte del comandante delle forze di Versailles
che anzi minacciò di bombardare l’Hôtel de Ville. "La vostra condotta detterà la mia” rispose Digeon
“voi minacciate coloro che si sollevarono, per la difesa della Repubblica
contro le azioni delle guardie monarchiche di Versailles".
Il
generale esasperato, diede l'ordine di non risparmiare nessuno permettendo ai
Turchi, di uccidere
"i
banditi" dell’Hôtel
de Ville. Il procuratore generale rinnovò la sua
proposta di amnistia a coloro che avrebbero evacuato la città prima delle
ostilità, ma, allo stesso tempo, si recò verso rue du Pont accompagnato da due distaccamenti, uno dei genieri, l'altro
dei Turchi.
Digeon
protestò contro la violazione delle condizioni presentate dal delegato del
procuratore generale, il medico Marty. Egli era pronto a ritirarsi dall'ufficio del sindaco,
quando molti dei suoi seguaci lo presero con la forza in una casa in
rue du Pont per salvarlo dalla furia di Versailles. Alla fine, di fronte allo squilibrio delle forze
presenti e alla persistenza della negoziazione, il Municipio venne evacuato. Un centinaio di soldati comunardi furono arrestati nel
Municipio che avevano rinunciato a difendere. Digeon,
si rifugiò in casa di un amico e il giorno successivo scrisse al procuratore
generale che potevano venire ad arrestarlo. I mandati di cattura arrivarono e
furono rapidamente eseguiti.
Dopo
il fatto, Narbonne diventò un quadrilatero militare, i soldati erano accampati
sui viali, l'atmosfera era pesante, ma non ci fu alcun massacro. La repressione all’interno dell'esercito fu terribile,
203 soldati furono arrestati, la maggior parte trasferiti in battaglioni
disciplinari, e 19 furono portati davanti la corte
marziale, che li condannò a morte, pena dopo cambiata in lavori forzati a vita in Nuova
Caledonia. I cittadini coinvolti furono rinchiusi in galera e Digeon
gettato dentro una cella sporca. Gli interrogatori cominciarono rapidamente e finirono
il 23 aprile 1871.
I civili perseguiti, in numero di 44, furono giudicati nel processo di Rodez[9]. I cittadini coinvolti furono rinchiusi
in galera e Digeon
gettato dentro una cella sporca. Gli interrogatori cominciarono rapidamente e
finirono il 23 aprile 1871.
È interessante sentire il racconto della storia degli
eventi fatto dal capitano dell'esercito governativo Pérossier, che partecipò
molto attivamente alla repressione della Comune di Narbonne. Egli descrisse i
giorni dell'insurrezione alla sua maniera di ultra-reazionario. Pérossier era
pieno di odio per il "tradimento" di molti soldati del 52°
battaglione di linea ed approvò "la razzia del nostri buoni Turcos
(fucilieri algerini)". Egli ricevette la Legione d'Onore per la sua
condotta distinta ... Descriverà i fatti con umorismo perfido che non risparmiò
neanche gli uomini del 4
settembre 1870, come Gambetta
ed i suoi sostenitori, anche se questi furono ostili alla Comune.
Le vittime
Ma torniamo ai detenuti della prigione di Narbonne.
Incatenati in coppia, furono condotti alla stazione ferroviaria tra due file di
24 gendarmi appoggiate da una compagnia dei Turchi.
Il 13 novembre 1871, gli insorti furono portati al
palazzo di giustizia di Rodez[11] e accusati di far parte di una banda armata,
a Narbonne dal 24 al 31 marzo 1871, "che ha eseguito un attacco mirato a
distruggere o cambiare il governo, ed incitare alla guerra civile, portando gli
abitanti ad armarsi e a combattersi l'uno contro l'altro ... ".
Il processo si svolse fino alle 16:00 del 18
novembre, sotto la presidenza di Dellac, consigliere alla Corte d'Appello di
Montpellier. I principali imputati furono Digeon,
il leader dell'insurrezione, Bouniol,
Nègre
e Montels.
L’avocato Louis Mie, del foro di Périgueux[10],
presentò la difesa di Digeon
che, comunque, spesso si difese da solo rivendicando la responsabilità delle
proprie azioni ed esaltando il suo ideale rivoluzionario.
Il giudice contestò a Digeon
il diritto all'insurrezione, e la risposta dell’accusato fu:
"Personalmente io odio la guerra civile. Ma c'è una cosa che odio più
della guerra civile, ed è la tirannia". Il giudice lo ha poi accusato di
aver piantato la bandiera
rossa, ed egli rispose: "La bandiera
rossa è la mia bandiera da quando il tricolore è stato infangato a Sedan".
Il capitano Blondlat del 52° battaglione di linea
affermò: "Digeon
potrà essere un esaltato, ma è sincero, onesto, coraggioso, energico e, al
nostro riguardo, ha mostrato una premura senza limiti e una delicatezza
squisita (il capitano Blondlat alludeva agli ufficiali del 52° presi in
ostaggio)”.
La requisitoria dell'avvocato accusatore Gourant de
la Baume fu piena di odio. Evocò la minaccia dello spettro rosso per
impressionare la giuria che non venne scossa dalle sue parole deliranti. Dopo
un'ora e mezzo di discussioni, Émile
Digeon e gli altri imputati furono assolti in particolare grazie alla
testimonianza degli ostaggi, incluso il Capitano Blondlat, che insistettero sul
trattamento esemplare che gli insorti avevano loro dato. "Viva la
Repubblica!” gridò la folla che si trovava fuori l'hotel dove Digeon
si prese un meritato riposo.
Émile
Digeon, tornato a Maiorca per trovare la moglie, sistemò i suoi affari e si
distaccò dagli eventi che scossero in seguito la Francia e l'Europa. Nonostante
la sua assenza, la città di Narbonne rimase fedele alle sue tradizioni
umanistiche.
Alla vigilia del condono
totale del 1880 grazie al sostegno del consiglio comunale della loro città
e di un deputato del dipartimento dell’Aude,
Bonnel, ottennero l'amnistia
i condannati in contumacia e gli sventurati soldati della 52° battaglione di
linea che stavano a marcire nelle carceri.
Tra il 1880 e il 1885, Digeon
prese la decisione: di ritornare definitivamente in Francia. Sua moglie rimase
a Palma e sembra che da quel momento, l'armonia della coppia si ruppe.
Targa commemorativa per la Comune di Narbonne, parete esterna sud |
BIOGRAFIA
DI ALCUNI COMUNARDI DI NARBONNE
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collegarsi alla biografia
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☺ 22 agosto
1850 - U ?. Soldato nel
52º reggimento di linea a Narbonne, partecipò alla Comune insurrezionale di
Narbonne. Il consiglio
di guerra dell'11ª divisione militare a Narbonne lo condannò ai lavori
forzati a vita. Fu graziato
nel 1879.
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☺ maggio 1844 - U ?. Soldato nel
52º reggimento di linea a Narbonne, partecipò alla Comune insurrezionale di
Narbonne. Il consiglio
di guerra dell'11ª divisione militare a Narbonne lo condannò ai lavori
forzati a vita. Fu graziato
nel 1879.
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☺ 12 aprile
1849 - U Tunisi 20 settembre 1916. Impiegato commerciante, partecipò alla Comune insurrezionale di
Narbonne e fu condannato a semplice espulsione, pena commutata,
successivamente, in cinque anni di detenzione.
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☺ Narbonne
(Francia) 1836 - U ?. Venditore divino, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne e
per questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise di Aveyron.
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☺ 1837 - U ?. Venditore di vino, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne.
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☺ Narbonne
(Francia) 20 settembre 1851 - U ?. Agricoltore, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne e per
questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise di Aveyron, (13-18
novembre 1871).
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☺ Pouilly-sur-Loire
(Francia) 17 novembre 1851 - U ?. Imbianchino, celibe e senza fissa dimora partecipò alla Comune
insurrezionale di Narbonne (24-31 marzo 1871) e per questo motivo fu
processato e assolto dalla Corte d'assise di Aveyron (13-18 novembre 1871).
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☺ 27 maggio
1847 - U ?. Giardiniere, caporale del 52º reggimento di linea a Narbonne,
partecipò alla Comune insurrezionale. Il consiglio
di guerra lo condannò a quindici anni di lavori forzati e rimessa
il 15 gennaio 1879.
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☺ 1826 - U ?. Commerciante, ha preso parte alla Comune di Narbonne.
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☺ 1843 - U ?. Contadino, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne (24-31 marzo
1871) e per questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise di
Aveyron (13-18 novembre 1871).
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☺ 18 novembre
1834 - U ?. Coltivatore, soldato al 52º reggimento di linea a Narbonne partecipò
alla Comune insurrezionale. Il consiglio
di guerra lo condannò a dodici anni di lavori forzati e rimessa
il 15 gennaio 1879.
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☺ Narbonne
(Francia) 23 luglio 1813 - U ?. Contadino, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne (24-31
marzo 1871) e per questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise
di Aveyron, (13-18 novembre 1871).
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☺ Fleury
(Francia) 14 settembre 1845 - U ?. Libraio, massone, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne.
Condannato in contumacia dalla Corte d'Assise di Aveyron alla deportazione in
un recinto fortificato.
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☺ 1822 - U ?. Rivenditrice, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne (24-31
marzo 1871). Fu assolta dalla Corte d'Assise di Aveyron (13-18 novembre
1871).
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☺ ? - U ?. Partecipò alla Comune insurrezionale del 24-31 marzo 1871.
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☺ 25 ottobre
1849 - U ?. Soldato nel 52° reggimento di linea, a Narbonne. Partecipò alla Comune
insurrezionale. Il consiglio
di guerra dell'11ª divisione militare lo condannò a quindici anni di
lavoro forzato, pena rimessa
il 15 gennaio 1879.
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☺ Limoux
(Francia) 7 dicembre 1822 - U Trebes 24 marzo 1894. Avvocato, giornalista, socialista rivoluzionario, capo della Comune di
Narbonne, libero pensatore e libertario. Nel 1870, dopo la proclamazione
della Terza Repubblica, trovando ispirazione nell’atteggiamento dei
rivoluzionari del 1792, si appellò alla lotta sia contro i nemici interni
(monarchici, bonapartisti, conservatori) che contro i prussiani. Nel 31 gennaio 1871, venne
nominato vice presidente del Comitato di salute pubblica creata nella città
di Carcassonne. Quando arrivò la notizia della rivolta
di Parigi del 18 marzo 1871 che servì da esempio per altre città della
Francia, i militanti del Club della
Revolutione lo chiamarono per guidare la proclamazione della Comune a
Narbonne. Arrestato per aver partecipato alla Comune narbonnese, venne
imprigionato a Narbonne. Fu portato davanti alle corte d’assise che, contro ogni previsione,
il 18 novembre 1871 i processati furono assolti perché i loro ostaggi
testimoniarono in loro favore, desrcivendo Digeon come "un uomo di
cuore". In
quel periodo mantenne una stretta amicizia con Louise
Michel, che era ritornata dall'esilio nel 1880, accompagnandola
nei viaggi di conferenze in tutta la Francia, partecipando alla stesura di
alcune delle sue opere, diventa il suo confidente dopo la prigionia nel 1883. Louise
Michel giocò un ruolo importante nell'evoluzione di Digeon verso
l'anarchismo.
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☺ 14 giugno
1850 - U ?. Soldato del 52° reggimento di linea, partecipò alla Comune di
Narbonne. Il consiglio
di guerra dell'undicesima divisione militare lo condannò alla
deportazione in Nuova
Caledonia. Fu amnistiato
il 15 gennaio 1879.
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☺ Magrie 19
gennaio 1850 - U ?. Contadino, Soldato nel 52° reggimento di linea, fece parte
volontariamente nella Comune di Narbonne. Il consiglio
di guerra lo condannò a vent'anni di lavori forzati. Venne amnistiato
il 15 gennaio 1879.
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☺ 25 marzo
1852 - U ?. Operaio levigatore; partecipò alla Comune di Narbonne mentre era
soldato del 72° reggimento di linea. Il consiglio
di guerra dell'undicesima divisione militare lo condannò a dodici anni di
lavori forzati il 31 ottobre 1878. Venne amnistiato
il 15 gennaio 1879.
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☺ Narbonne
(Francia) 22 giugno 1834 - U ?. Era un contadino e aderì alla Comune insurrezionale di Narbonne. Per questo
motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise di Aveyron, (13-18
novembre 1871).
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☺ Narbonne
(Francia) settembre 1825 - U ?. Rappresentante di commercio, partecipò alla Comune insurrezionale di
Narbonne. Per questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise di
Aveyron (13-18 novembre 1871).
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☺ ? - U ?. Fabbricante di ombrelli, partecipò alla Comune insurrezionale di . Per
questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise di Aveyron (13-18
novembre 1871).
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☺ Ouveillan
(Francia) 4 novembre - U ?. Sarto, partecipò alla Comune di Narbonne (24-31 marzo 1871) e per
questo venne condannato, il 15 marzo 1872, alla deportazione in un recinto
fortificato.
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☺ 1839 - U ?. Pasticciere, partecipò alla Comune di Narbonne (24-31 marzo 1871), ma
fu assolto dalla Corte d'assise di Aveyron (13-18 novembre 1871).
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☺ Narbonne
(Francia) 10 ottobre 1841 - U ?. Partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne (24-31 marzo 1871).
La Corte d'Assise di Aveyron lo condannò alla semplice espulsione, commutata
alla pena di cinque anni di detenzione.
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☺ 26 maggio
1846 - U ?. Faceva il coltivatore a Saint-Gervais; partecipò al Comune di Narbonne
mentre era soldato del 52 ° reggimento di linea e fu condannato dal consiglio
di guerra dell'11ª divisione militare a dodici anni. di lavori forzati e deportato
in Nuova
Caledonia. Venne amnistiato
il 15 gennaio 1879.
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☺ 23 giugno 1850 - U ?. Operaio scavatore era soldato del 52° reggimento di linea a Narbonne.
Partecipò alla Comune insurrezionale. Il consiglio
di guerra dell'undicesima divisione militare lo condannò a dieci anni di
lavori forzati. Venne amnistiato
il 15 gennaio 1879.
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☺ Bize-Minervois o Bages (Francia) 24 giugno 1820 - U Narbonne 11 luglio
1901. giardiniere a Narbonne. È stato presidente
della Comune narbonese. Condannato in contumacia dalla Corte d'Assise di
Aveyron (13-18 novembre 1871).
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☺ Narbonne
(Francia) 4 luglio 1847 - U ?. Luogotenente della Guardia
Nazionale, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne (24-31 marzo
1871). Processato, fu condannato in contumacia.
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☺ 8 luglio
1845 - U ?. Ciabattino; partecipò alla Comune di
Narbonne, e venne deportato in Nuova
Caledonia. Il consiglio
di guerra dell'11ª Divisione Militare lo condannò ai lavori forzati
perpetui, e poi a vent'anni nel 1876.
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☺ Narbonne
(Francia) 15 febbraio 1821 – U Narbonne 25 febbraio 1898. Lavandaia, vedova con quattro figli, partecipò alla Comune
insurrezionale di Narbonne (24-31 marzo 1871). La Corte d'Assise di Aveyron, 13-18
novembre 1871, la assolse.
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☺ Aragon
(Francia) 28 settembre 1837 - U ?. Muratore; partecipò alla Comune di Narbonne, per questo motivo fu
processato e assolto dalla Corte d'assise di Aveyron, (13-18 novembre 1871).
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☺ 18 gennaio
1848 - U ?. Contadino. Caporale del 52° reggimento di linea a Narbonne, partecipò
alla Comune insurrezionale. Il consiglio
di guerra dell'11ª divisione militare lo condannò a quindici anni di
lavori forzati. Venne amnistiato
il 15 gennaio 1879.
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☺ Villé
(Francia) 11 maggio 1850 - U ?. Militare nel 52° reggimento di linea a Narbonne, partecipò alla Comune
insurrezionale. Il consiglio
di guerra dell'undicesima divisione militare riunito a Narbonne lo
condannò ai lavori forzati a vita., Venne graziato
nel 1879.
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☺ Narbonne
(Francia) 9 gennaio Carbonaio; partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne (24-31
marzo 1871) e per questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise
di Aveyron, (13-18 novembre 1871).
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☺ 1842 - U ?. Operaio muratore, era un soldato del 52° reggimento di linea a
Narbonne e partecipò alla Comune insurrezionale. Il consiglio
di guerra dell'11ª divisione militare lo condannò ai lavori forzati.
Venne amnistiato
nel 1879.
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☺ Narbonne
(Francia) intorno al 1843 - U ?. Conciatore, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne (24-31
marzo 1871) e per questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise
di Aveyron, (13-18 novembre 1871).
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☺ Gignac
(Francia) 25 marzo 1843 - U Tunisi 20 settembre 1916. Membro dell'Internazionale,
militante anarchico e libero pensatore. Colonnello della 17ª Legione, alla
fine della Comune
di Parigi si rifugiò in Svizzera. Fu dapprima condannato in contumacia
alla deportazione, pena aggravata l'11 dicembre 1871 da un consiglio
di guerra che pronunciò la sua pena di morte. Fu amnistiato
nel 1879. Fece parte della Federazione
anarchica del Giura a Saint-Imier.
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☺ Narbonne
(Francia) intorno al 1833 - U ?. Contadino, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne (24-31
marzo 1871) e per questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise
di Aveyron, (13-18 novembre 1871).
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☺ Marvejols (Francia)
settembre 1809 - U ?. Bibliotecario, partecipò alla Comune di Narbonne; forse era attivista
dell’A.I.T..
Arrestato, fu assolto dalla Corte d'assise di Aveyron (13-18 novembre 1871).
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☺ Sète
(Francia) 18 dicembre 1842 - U ?. Commesso in un negozio, era ex comandante della guardia mobile di
Narbonne partecipò alla Comune insurrezionale narbonnese (24-31 marzo 1871).
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☺ Coursan
(Francia) - U ?. Soldato del 52° reggimento di linea a Narbonne, partecipò alla Comune
insurrezionale che si stabilì presso il municipio dal 24 al 31 marzo 1871. Arrestato il 31 marzo, è stato condannato all’ergastolo e deportato in
Nuova
Caledonia. Fu amnistiato
il 15 gennaio 1879.
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☺ Gruissau
(Francia) marzo 1851 - U ?. Contadino, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne (24-31
marzo 1871) e per questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise
di Aveyron, (13-18 novembre 1871).
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☺ Narbonne
(Francia) intorno al 1850 - U ?. Impiegato in un negozio (contabile), partecipò alla Comune
insurrezionale di Narbonne (24-31 marzo 1871) e per questo motivo fu
processato e assolto dalla Corte d'assise di Aveyron, (13-18 novembre 1871).
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☺ Atur
(Francia) 29 gennaio 1849 - U ?. Aderì alla Comune di Narbonne. Il consiglio
di guerra dell'11ª Divisione Militare di Narbonne lo condannò ai lavori
forzati perpetui e venne deportato in Nuova
Caledonia. Gli fu concessa l’amnistia
nel 1879.
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Saint-Thérence (Francia) 1850 - U ?. Artigiano riparatore di carri, era caporale nel 52° reggimento di
linea a Narbonne. Partecipò alla Comune insurrezionale. Il consiglio
di guerra dell'undicesima divisione militare lo condannò ai lavori
forzati a vita e deportazione in Nuova
Caledonia, poi, il 31 ottobre 1876, a quindici anni di lavori forzati. Gli
fu concessa l’amnistia
nel 1879.
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☺ 12 settembre
1853 1850 - U Isola di Nou 7 settembre 1894. Soldato nel 52° reggimento di linea a Narbonne, quando ), partecipò
alla Comune insurrezionale Il consiglio
di guerra lo condannò ai lavori forzati a vita con la deportazione in Nuova
Caledonia. Gli fu concessa l’amnistia
il 15 gennaio 1879.
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☺ Narbonne
(Francia) 17 novembre 1834 - U ?. Partecipò alla Comune insurrezionale narbonnese (24-31 marzo 1871).
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☺ ? - U ?. Partecipò al Comune insurrezionale nerbonnese (24-31 marzo 1871).
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☺ Saint-Brice
(Francia) 12 giugno 1846 - U ?. Soldato del 52° reggimento di linea, iader’ alla Comune insurrezionale.
Il consiglio
di guerra lo condannò a cinque anni di detenzione e al degrado militare
per diserzione.
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☺ 1803 - U ?. Contadino, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne (24-31
marzo 1871) e per questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise
di Aveyron, (13-18 novembre 1871).
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☺ Narbonne
(Francia) 8 agosto 1840 - U ?. Venditore di vino, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne
(24-31 marzo 1871) e per questo motivo fu processato e assolto dalla Corte
d'assise di Aveyron, (13-18 novembre 1871).
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☺ 24 novembre
1845 - U ?. Falegname, era caporale nel 52° reggimento di linea a Narbonne. Aderì
alla Comune narbonnese. Il consiglio
di guerra dell'11ª divisione militare lo condannò ai lavori forzati a
vita, poi a quindici anni di lavori forzati. Gli fu concessa l’amnistia
nel 1879.
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Fenouillet-du-Razèsed (Francia) 20 novembre 1815 - U ?. Ferroviere, piastrellista e giornalista, partecipò alla Comune
insurrezionale di Narbonne (24-31 marzo 1871). Fu processato e assolto dalla
Corte d'assise di Aveyron, (13-18 novembre 1871). In un secondo processo fu
condannato, il 15 marzo 1872, alla deportazione in un recinto fortificato.
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☺ Béziers
(Francia) intorno al 1839 - U ?. Stuccatore, partecipò alla Comune insurrezionale di Narbonne (24-31
marzo 1871) e per questo motivo fu processato e assolto dalla Corte d'assise
di Aveyron, (13-18 novembre 1871).
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[1] Situata
nel dipartimento dell'Aude nella regione dell'Occitania.
[2] Théophile Marcou (Carcassonne, 18
maggio 1813 - Parigi 7 giugno 1893) è stato un politico francese. Un avvocato
di Carcassonne[4], di idee repubblicane, ostile all'Impero,
fu membro del comitato anti-plebiscito dell'Aude e per questo fu costretto a
fuggire in Spagna fino al 1867. Al suo ritorno, gestì un giornale repubblicano.
Sindaco di Carcassonne[4] il 22 agosto 1870, proclamò la Repubblica il 4
settembre. Amico di Digeon,
gli aveva lasciato prendere il capo del movimento comunarda a Narbonne, non volendo
compromettere la sua situazione a Carcassonne[4]. Fu quindi emissario delle
autorità pubbliche per invitare Digeon
a evacuare il municipio di Narbonne.Battuto alle legislature del 1871,
fu eletto in un’elezione ordinaria nel 1873. Fu deputato dell'Aude, seduto
all'estrema sinistra, dal 1876 al 1885 e senatore dal 1885 al 1893.
[3] Jean Joseph Raynal è stato un
politico francese nato il 16 febbraio 1818 a Narbonne (Aude) e morto il 16
aprile 1896 a Narbonne. Avvocato e giornalista, è stato un oppositore liberale
della monarchia di luglio. Ha fondato una casa di commercio a Narbonne. Vice
commissario del governo nel 1848, è stato membro dell'Aude dal 1848 al 1849,
seduto all'estrema sinistra. È stato candidato all'opposizione nel 1869 e
prefetto dell'Aude nel settembre 1870. Venne battuto alle elezioni
dell'8 febbraio 1871.
[4] Cittadina
collinare situata nella regione della Linguadoca nel sud della Francia, nel
dipartimento dell'Aude, del quale è capoluogo, nella regione dell'Occitania.
[5] Capoluogo
della regione della Linguadoca-Rossiglione-Midi-Pirenei, dipartimento dell'Alta
Garonna, nella Francia Meridionale,
[6] Capoluogo
del dipartimento dei Pirenei Orientali nella regione amministrativa chiamata
Occitania.
[7] Situata
nel dipartimento dell'Ariège nella regione del Midi-Pirene.
[8] Situata nel sud della Francia, capoluogo del dipartimento
dell'Hérault nella regione dell'Occitania.
[9] Capoluogo
del dipartimento dell'Aveyron nella regione dell'Occitania.
[10] Nel dipartimento della
Dordogna nella regione Nuova Aquitania,