ÉMILE AUBRY
Hector Émile Aubry, conosciuto anche con gli pseudomini
Henry Ricard e G. Durand, è nato l'8 aprile 1829 a Rouen[1].
Era un operaio litografo, d’idee socialiste; fu segretario corrispondente della
sezione di Rouen e della Federazione di rouennese dell'Internazionale
della quale fu tra i fondatori; direttore dell’ufficio della cassa e delle
amministrazioni principali della posta sotto il Comune di Parigi.
Emile Aubry il cui cognome inizialmente era Dosmont,
da quello di sua madre, lavandaia, prese il nome di Aubry solo il 5 novembre
1831, dopo il riconoscimento e la legittimazione del matrimonio di sua madre.
Nel maggio 1850, un certo Émile Aubry che viveva in
Rue Eau-de-Robec, nell'angolo di rue du Chaperon, fu promotore nella creazione
di forme associative di lavoro, e riceveva dalle sei alle otto di sera coloro
che desideravano conoscere gli statuti. Molto probabilmente si tratta del
nostro Aubry.
Iniziò a lavorare come litografo e andò a vivere in
rue de l'Amitié 12, a Rouen e lavorava alla stamperia Nouvelliste de Rouen,
dalla quale fu licenziato a causa della sua attività militante. Sua moglie
gestiva un piccolo negozio di alimentari in rue de l'Amitié e, secondo alcuni
rapporti, aiutava il marito più volte nel suo lavoro di propagandista.
Da un rapporto fornito dalla procura della Repubblica
di Rouen, datato 24 maggio 1871, riporta che Aubry era di altezza media (1,70
m.), capelli castano scuro, fronte alta, occhi grigi, carnagione chiara, naso
robusto in viso ovale con baffi "lunghi e mal trattati", labbra
spesse.
Aubry era considerato "intelligente", si
dice anche che era "laborioso", ma di uno spirito un po’ riflessivo e
sognante.
Un militante che lo conosceva bene, Albert
Richard di Lione,
lo presentò così nella Revue socialiste del giugno 1896: «Era
impossibile trovare un uomo di temperamento più calmo, di carattere più
moderato. Era affabile e cortese con tutti, assolutamente incapace di esagerare
o di arrabbiarsi. Parlava con gentilezza, sempre pensoso, sempre misurato. Era
ben educato, ma la sua mente lenta a capire e a decidere non si lasciava andare
all'entusiasmo e aveva paura dei contrasti troppo accentuati». Prendiamo dall’Histoire
socialiste di Albert Thomas questi ultimi elementi che completano il
ritratto sopra abbozzato: «Proudhoniano[2]
piuttosto indipendente, ma fedele alla dottrina generale del mutualismo, non
credeva che una vera rivoluzione sociale fosse successiva, ed era ostile a
tutte le discussioni di dottrina che gli sembravano premature».
Nel 1866, fu uno dei fondatori della sezione dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori (A.I.T.) di Rouen, e ne sponsorizzò
l'adesione di Ernest
Vaughan, un giovane industriale. Molto addentrato nell'Associazione,
fu delegato lo stesso anno al Congresso di Ginevra e fu tra i quattordici
membri della commissione incaricata di redigere gli statuti dell'Internazionale.
Fino all'agosto del 1867, tuttavia, la sezione di Rouen
si sviluppò poco e alla fine di quel mese, tra i suoi aderenti in pochi erano
in grado di essere inviati come delegati al Secondo Congresso dell'Internazionale
nel mese di settembre a Losanna. Finirono col delegare Aubry, ma poté arrivare
solo il 3 settembre mattina, quando il congresso si era già in svolgimento da
un giorno. Frequentò gli incontri molto regolarmente e si unì ad Ailloud[3]
di Vienne[4]
e Charles
Longuet di Caen[5] della commissione
incaricata di studiare il 2° punto dell'ordine del giorno dedicato ai problemi
finanziari, mutua assicurazione. e società dei lavoratori.
L'anno seguente, Aubry arrivò a Bruxelles il 6
settembre, dove si teneva dal mattino il 3° Congresso dell'Internazionale.
L'atto principale di quel congresso è stato senza dubbio il voto sulla
proprietà terriera, una questione già discussa l'anno prima. La maggioranza dei
delegati ha votato a favore della proprietà collettiva del suolo, ma la
questione è stata, tuttavia, rimessa al successivo Congresso a causa
dell'elevato numero di astensioni.
Nel 1869, i comitati aziendali e il comitato del
Circolo degli studi economici di Rouen presentarono la candidatura di Aubry
alle elezioni generali nella prima e nella seconda circoscrizione della
Seine-Inférieure. Nonostante il fallimento, la propaganda ha continuato, ed il
circolo è stato in grado di inviare il 18 luglio 500 franchi delle ovaliste di
Lione in sciopero.
Il 4° Congresso Internazionale si è riunito a Basilea
nel mese di settembre, Aubry rappresentò questa volta con Jean-Claude Creusot[6]
di Rouen e Eugène Piéton[7]
di Elbeuf[8],
una grande organizzazione poiché, dall'inizio del 1869, dopo l’adesione all'Internazionale
dei litografi, dei filatori e tessitori, la Federazione di Rouen contava 2500
membri. Al Congresso, Aubry che, con Robert e Varlin,
fu uno dei tre segretari di lingua francese, prese posizione sui vari punti
dell'ordine del giorno. Mentre si era dichiarato per la proprietà collettiva
l'anno precedente, questa volta si astenne così come gli altri due delegati
della Federazione.
Al suo ritorno a Rouen, Aubry ha dovuto fare grandi
sforzi per sostenere lo sciopero dei filatori di lana di Elbeuf[9]
e fare appello alla solidarietà dei lavoratori in tutto il paese. Quelli di
Vienne (Isère) versarono, da ottobre a dicembre 1869, 1000 Franchi in prestiti
e 240 Franchi in donazioni, quelli di Marsiglia
oltre 2000 Franchi, quelli di Parigi, quasi 5000 Franchi tramite Varlin.
Ma, probabilmente a causa del fallimento dello
sciopero, si è verificata una stanchezza tra i membri della Federazione
rouennese il cui numero è sceso a 1100, una perdita di oltre la metà di
aderenti. Aubry, imperterrito, ha sempre cercato di sviluppare la propaganda:
ha pubblicato una giornale, La Réforme sociale, il cui primo numero è
apparso il 27 gennaio e ha pensato di fare appello a Varlin
per farlo venire, il 30 gennaio, parlare agli operai di Rouen. Il 13 marzo,
partecipò al grande raduno organizzato dalla Federazione di Lione, e poi
si preoccupò di sostenere il secondo sciopero di Le Creusot
raccogliendo dei fondi. Il 2 maggio venne arrestato e rilasciato dopo dodici
giorni di reclusione. Tuttavia, con la guerra,
i procedimenti penali si moltiplicarono e, in meno di due mesi, Emile Aubry è
stato condannato tre volte:
il 21 luglio a venti di giorni di carcere, una multa
di 100 Franchi e 100 Franchi di risarcimento danni per aver pubblicato un
articolo su La Réforme sociale del 1° Maggio 1870, articolo che
protestava contro le sleali trattenute dai salari degli operai che lavoravano
presso l’azienda tessile di Caudebec-lès-Elbeuf[10].
Piéton fu condannato insieme a lui (quindici giorni di prigione e 50 Franchi di
multa), unitamente ad un certo Lécuyer (dieci giorni di carcere e 25 Franchi di
multa);
il 10 agosto, al pagamento di una multa di 1000
Franchi per comportamento illegale nel processo precedente;
il 31 agosto, a sei mesi di carcere e 500 Franchi di
multa per appartenenza ad un,associazione che contava oltre venti persone
(appartenenti all'Internazionale).
Furono condannati con lui Creusot[5], Pierre Jullien[11],
Piéton[6] e Regnier.
Nonostante l'incriminazione, la Federazione prese
parte alle elezioni municipali di Rouen il 6 e 7 agosto presentando dieci
membri dell'Internazionale:
due litografi, Aubry e Henri Baillemont; un falegname, François Boulanger; un
tintore, Jean Hallot; un meccanico, Neunez; due tessitori, Lefrançois e Jeune
Vèrité; due sarti, Arcade Boulanger e Nicolas Schrub; un insegnante, Jean
Marques. Nessuno venne eletto.
Dopo il crollo
dell'Impero, l'Internazionale
di Rouen ha unito le forze con la democrazia radicale in un Comitato di
vigilanza. Aubry ha formulato l'obiettivo durante un incontro a Darnétal[12]
il 9 Ottobre 1870: "Armatevi prima per respingere il nemico, poi
ritornate alle armi contro la borghesia." E Jouenne, un giacobino,
dichiarò a sua volta, il 3 novembre a Rouen: "È necessario che gli
operai si armino il più rapidamente possibile, per usare le loro armi contro il
nemico e poi per tenerle"; e accentuò le ultime parole "in
modo da non lasciare dubbi sul suo pensiero".
Ma la regione in seguito venne occupata dai prussiani
(entrerono a Rouen il 5 dicembre). Aubry ed Ernest
Vaughan hanno poi chiesto ai loro amici, il 19 novembre, di interrompere
ogni agitazione, di dedicarsi allo studio delle questioni di credito e di associazione
e di confidare in Gambetta. Fino ai preliminari di pace, l'Internazionale
non diede più alcun segno di vita. Nelle elezioni dell'8 febbraio, Aubry ha ottenuto
749 voti, la lista di Thiers
si impose largamente nell'intero dipartimento.
Se si crede al primo
presidente del tribunale di Rouen (inchiesta parlamentare sull'insurrezione
del 18 marzo 1871), Aubry si recò a Parigi il 16 marzo («qualche giorno» prima
del 18
marzo, secondo il rapporto del prefetto), lasciandolo a Vaughan
il compito di rappresentarlo. Rimase in stretto contatto con la Federazione di
Rouen, comunicando le sue impressioni e dando istruzioni.
Il 23
marzo 1871 partecipò all'incontro notturno del Consiglio federale delle
sezioni parigine dell'Internazionale,
durante il quale fu finalizzato il manifesto che impegnò il popolo di Parigi a votare
il 26 marzo per la Comune e ad affermare «il suo diritto superiore al voto di
un'Assemblea di rimanere padrone nella sua città e di costituire come gli
piaceva la sua rappresentaza comunale senza pretendere di imporla agli altri».
In queste elezioni, Aubry ricevette 1.740 voti nell’8°
arrondissement e non venne eletto.
Molti dei suoi amici
della Federazione Rouen che sono stati arrestati il 24 aprile – vedi Cord'homme
- Aubry, ex ostile a qualsiasi uso della violenza, e ormai convinto
dell'inevitabilità della lotta fino alla morte, "Vincere Versailles
o essere sepolto sotto le mura della grande Capitale" (Journal
officiel de la République française sotto la Comune, 8
maggio 1871).
Tuttavia, il 18
aprile, venne nominato «capo dell'ufficio della cassa e delle entrate
principali» delle Poste. All'inizio, si è seduto due volte nel Consiglio di
amministrazione e firmò "il prezzo di queste due compiti". Ma da
allora in poi non c'è più traccia della sua presenza nell'ufficio postale e, di
conseguenza, il Direttore generale delle poste scrisse il 27 agosto 1872 - «non
poteva essere incluso nell'inchiesta aperta dalle mie ordinanze sulla gestione
dei contabili estranei all’amministrazione impiegati dalla Comune».
Dopo la sconfitta
della Comune,
Aubry fu arrestato e detenuto a Lorient[13]
sul pontone della Vengeance[14], ma il 23 agosto 1871 fu emesso un
ordinanza di non luogo a procedere nei suoi confronti e venne rilasciato.
Tornò a vivere a
Parigi, dove riprese clandestinamente l'attività politica come collaboratore del
giornale L'Internazionale di Bruxelles, al quale inviava una corrispondenza sotto
le iniziali di H.R., poi sotto lo pseudonimo di Henri Ricard.
Il 12 dicembre 1871,
probabilmente temendo un'ulteriore prosecuzione, Emile Aubry andò a Bruxelles.
Partecipò al Congresso di Natale dell'A.I.T..
Non riuscì a trovare lavoro e viveva nella miseria. A suo favore venne organizzata
una sottoscrizione. Si sarebbe indebitato per la somma di 100 franchi con l'A.I.T..
Tornò a Parigi alla fine di febbraio 1872
Nuove informazioni
furono portate contro di lui nel luglio del 1872. Citato di nuovo in giudizio,
Aubry lasciò di nuovo Parigi nel luglio 1873 e riuscì a rifugiarsi a Bruxelles,
dove la sua famiglia si unì a lui. A Bruxelles, lavorò per Ernest
Vaughan e per l'editore socialista Désiré Brismée[15],
vivendo nella casa di quest’ultimo.
Riuscì ad aprire un
laboratorio di "Fototipia, la fotografia agli inchiostri grassi, fotolitografia,
cromolitografia artistica, fotolitografia, rilegatura". Il 4°
Consiglio di guerra, in un nuovo processo, lo condannò in contumacia, il 12
marzo 1874, alla deportazione in un recinto fortificato.
In quel periodo
firmava delle corrispondenze con Parigi sotto il nome di G. Durand «C'è solo un
uomo disoccupato che può scrivere lettere così lunghe e così insignificanti»,
nota un rapporto della polizia.
Da quel momento, Emile
Aubry si stabilì quasi definitivamente in Belgio con la sua famiglia. Infatti,
ancora nel 1896, risiedeva a Ixelles (oggi Regione di Bruxelles-Capitale). Le
sue qualità professionali erano tali che venne rapidamente considerato, nella
piazza di Bruxelles, come uno dei primi specialisti della fotoincisione che era,
in quel momento, in pieno sviluppo. Ha prodotto litografie molto belle e opere
per associazioni democratiche.
Con i sui precedenti,
naturalmente Emile Aubry teneva numerosi e ripetuti contatti con i pionieri
belgi dell'A.I.T.
incontrati prima del 1870. Durante gli anni 1870 ha frequentato riunioni dell’Internazionale
e partecipò alle riunioni organizzate dalla Camera del Lavoro. Era membro Circolo
delle Solidaires e del circolo dell'economia sociale, Le Proletariat.
Fu amnistiato
il 27 novembre 1879, ma rimase in Belgio molto tempo dopo l'amnistia.
Rimase molto legato a Brismée, ne fu prova il suo discorso sulla tomba di
quest'ultimo al funerale nel 1888. Le molte attività di Aubry lo misero spesso
in difficoltà con la polizia belga che volle espellerlo. Fu solo grazie al
potente sostegno della sinistra progressista che fu in grado di rimanere in
Belgio.
L'evoluzione delle
idee socialiste di Émile Aubry sono interessante da scoprire. Prima del 1870,
può essere correlato alla corrente proudhoniana[2]. La guerra
franco-prussiana lo spinse verso un socialismo più radicale e dopo la
caduta della Comune,
probabilmente sconvolto, ha optato per un socialismo cesareo[16], quello di alcuni dei suoi amici,
attratti dalle idee di Napoleone III.
Secondo James Guillaume, Aubry, come Albert
Richard Gaspard
Blanc, André
Bastelica, è stato reclutato dal bonapartismo e inviato all’Internazionale,
con lo pseudonimo di G. Durand, «perfide corrispondenze, che risaliva da Parigi
e dove l'alleanza degli operai con i bonapartisti veniva predicata in nome
dell'unione di tutti i figli della rivoluzione». Il Bollettino della
Federazione giurassiana lo denunciò il 18 ottobre, il 1 6 e il 30, novembre
1873, quest'ultimo giorno sotto la firma di Gustave
Lefrançais.
Bisogna considerare
che non abbandonò affatto queste idee «autoritarie» perché manifestò simpatie
con il boulangismo[17] e il 2 ottobre 1892 venuto a parlare
alla tomba di Boulanger[18] nel cimitero di Ixelles.
Ma questa rotta sembra
aver subito variazioni. In effetti, come si può spiegare che nel 1878 aveva
stretti legami con membri di un'assemblea variegata, è vero, che, in sedute
segrete, decise di attaccare la vita dei sovrani d'Europa? La maggior parte dei
membri di questa società erano ex Comunardi,
alcuni dei quali erano- meccanici od operai di fonderie, che tenevano in
allarme la polizia, che era preoccupata che i lavoratori specializzati potevano
essere coinvolti nella pianificazione di attentati. La polizia citava, come
compromesso, in questo affare, oltre Aubry, Adolphe-Eugène Fradin[19] e Favy
ma, curiosamente, anche un belga nobile "senza un soldo", il conte
Arschot. Nonostante variazione tutta relativa delle sue idee, possiamo quindi
considerare che Emile Aubry continuò, in Belgio, a diffondere tra gli ambienti
che frequenta la maggior parte delle sue idee democratiche e sociali. Tuttavia,
in assenza di studi sull'argomento, non sappiamo fino a che punto abbia
influenzato o influenzato il nascente socialismo belga.
Nel 1896, Aubry andò a
vivere ad Elsene, un comune periferico di Bruxelles. Finì i suoi giorni nella
casa per anziani a Ivry (secondo il certificato di morte, sua moglie viveva a
Bruxelles). Nel suo funerale civile, il 26 febbraio 1900, ha parlato di
socialisti rivoluzionari e alcuni anziani della Comune,
mentre Vaughan
ne l’Aurore del 25 febbraio ha dato addio al suo «padrino dell’Internazionale dei lavoratori».
[1] Capoluogo
della Normandia, regione della Francia settentrionale, nel dipartimento
Seine-Maritime.
[2] Per proudhoniani s’intendono
definire i seguaci del filosofo francese Pierre-Joseph
Proudhon, fondato essenzialmente sul mutualismo e sul federalismo, da molti
studiosi inserito impropriamente nell’ambito di quello che Marx
definì socialismo utopistico. L’anarchismo proudhoniano educa i seguaci ad una
società libera e federata, di artigiani e piccoli contadini, che pone al centro
i problemi del credito e del prestito ad interessi limitati. Gli elementi
basilari dell’anarchismo proudhoniano sono il federalismo, il decentramento, il
controllo diretto da parte dei lavoratori, abolizione della proprietà (ma non
del possesso poiché reputato naturale), l'istruzione sotto il controllo degli
insegnanti e dei genitori, l'istruzione legata all’apprendistato ecc.
[4] Nel
dipartimento dell'Isère nella regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi.
[5] Capoluogo
del dipartimento del Calvados, nella regione della Normandia.
[8] Nel
dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[9] Nel
dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[10] Nel
dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[11] Pierre Jullien
(Darnétal, nella Seine-Inférieure, Seine-Maritime, 14 febbraio 1821 - 3
febbraio 1899. Droghiere,
membro del Comitato Federale di Rouen dell'Internazionale
nel 1870.
[12] Nel
dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[13] Nel
dipartimento del Morbihan nella regione della Bretagna.
[14] Un pontone era una prigione galleggiante dalla fine
del xviii secolo e all'inizio del xix secolo. I pontoni erano navi da
guerra disarmate - vale a dire, nella lingua marittima, senza mezzi di
navigazione, che in questo caso arrivavano fino alla rimozione degli alberi - e
ancorati vicino alla costa. I prigionieri erano
ammassati in grandi quantità, il vantaggio era che un piccolo numero di
guardiani era sufficiente per controllare i prigionieri.
[15] Tipografo, stampatore, fondatore
dell'associazione razionalista Les Solidaires, dell'associazione Le Peuple
pour la démocratie militante, della sezione belga dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, attivista razionalista e figura centrale
della corrente socialdemocratica a Bruxelles e in Belgio.
[16] Lett.
Imperiale: maestà cesarea.
[17] Movimento politico francese, a
carattere nazionalista, che, nella Terza Repubblica, ebbe a capo il generale
G.-E. Boulanger (1837-1891), da cui prese il nome.
[18] Georges-Ernest-Jean-Marie
Boulanger, generale e uomo politico francese, nato a Rennes il 29 aprile 1837,
morto a Bruxelles il 30 settembre 1891. Si presentò come candidato alla
deputazione nel dipartimento del Nord, e fu eletto (1888). Nel suo programma
elettorale aveva propugnata la revisione della costituzione del 1875. Malgrado
l'appoggio di partiti filo monarchici e bonapartisti, la sua proposta di
revisione fu respinta dalla camera dei deputati e lo spettacolo dell'ibrida
coalizione che lo sosteneva risvegliò le diffidenze dei repubblicani moderati,
che furono spinti a riavvicinarsi ai radicali per la difesa del regime.
L'allarme divenne più forte quando la stessa capitale rinnovò l'investitura di
Boulanger, nominandolo deputato a grande maggioranza. Il generale non nascose
il suo proposito d'aspirare alla presidenza della Repubblica, ritenuta dai più
una semplice tappa verso la restaurazione della monarchia. Il ministro
dell'Interno, Constant, iniziò silenziosamente una procedura giudiziaria,
imputando del delitto di alto tradimento il Boulanger; il quale, preso d'un
tratto dal panico, fuggì a Bruxelles il 1° aprile 1889.