giovedì 27 giugno 2019

02-14-AUB24 – Émile AUBRY

ÉMILE AUBRY


Hector Émile Aubry, conosciuto anche con gli pseudomini Henry Ricard e G. Durand, è nato l'8 aprile 1829 a Rouen[1]. Era un operaio litografo, d’idee socialiste; fu segretario corrispondente della sezione di Rouen e della Federazione di rouennese dell'Internazionale della quale fu tra i fondatori; direttore dell’ufficio della cassa e delle amministrazioni principali della posta sotto il Comune di Parigi.
Emile Aubry il cui cognome inizialmente era Dosmont, da quello di sua madre, lavandaia, prese il nome di Aubry solo il 5 novembre 1831, dopo il riconoscimento e la legittimazione del matrimonio di sua madre.
Nel maggio 1850, un certo Émile Aubry che viveva in Rue Eau-de-Robec, nell'angolo di rue du Chaperon, fu promotore nella creazione di forme associative di lavoro, e riceveva dalle sei alle otto di sera coloro che desideravano conoscere gli statuti. Molto probabilmente si tratta del nostro Aubry.
Iniziò a lavorare come litografo e andò a vivere in rue de l'Amitié 12, a Rouen e lavorava alla stamperia Nouvelliste de Rouen, dalla quale fu licenziato a causa della sua attività militante. Sua moglie gestiva un piccolo negozio di alimentari in rue de l'Amitié e, secondo alcuni rapporti, aiutava il marito più volte nel suo lavoro di propagandista.
Da un rapporto fornito dalla procura della Repubblica di Rouen, datato 24 maggio 1871, riporta che Aubry era di altezza media (1,70 m.), capelli castano scuro, fronte alta, occhi grigi, carnagione chiara, naso robusto in viso ovale con baffi "lunghi e mal trattati", labbra spesse.
Aubry era considerato "intelligente", si dice anche che era "laborioso", ma di uno spirito un po’ riflessivo e sognante.
Un militante che lo conosceva bene, Albert Richard di Lione, lo presentò così nella Revue socialiste del giugno 1896: «Era impossibile trovare un uomo di temperamento più calmo, di carattere più moderato. Era affabile e cortese con tutti, assolutamente incapace di esagerare o di arrabbiarsi. Parlava con gentilezza, sempre pensoso, sempre misurato. Era ben educato, ma la sua mente lenta a capire e a decidere non si lasciava andare all'entusiasmo e aveva paura dei contrasti troppo accentuati». Prendiamo dall’Histoire socialiste di Albert Thomas questi ultimi elementi che completano il ritratto sopra abbozzato: «Proudhoniano[2] piuttosto indipendente, ma fedele alla dottrina generale del mutualismo, non credeva che una vera rivoluzione sociale fosse successiva, ed era ostile a tutte le discussioni di dottrina che gli sembravano premature».
Nel 1866, fu uno dei fondatori della sezione dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori (A.I.T.) di Rouen, e ne sponsorizzò l'adesione di Ernest Vaughan, un giovane industriale. Molto addentrato nell'Associazione, fu delegato lo stesso anno al Congresso di Ginevra e fu tra i quattordici membri della commissione incaricata di redigere gli statuti dell'Internazionale.
Fino all'agosto del 1867, tuttavia, la sezione di Rouen si sviluppò poco e alla fine di quel mese, tra i suoi aderenti in pochi erano in grado di essere inviati come delegati al Secondo Congresso dell'Internazionale nel mese di settembre a Losanna. Finirono col delegare Aubry, ma poté arrivare solo il 3 settembre mattina, quando il congresso si era già in svolgimento da un giorno. Frequentò gli incontri molto regolarmente e si unì ad Ailloud[3] di Vienne[4] e Charles Longuet di Caen[5] della commissione incaricata di studiare il 2° punto dell'ordine del giorno dedicato ai problemi finanziari, mutua assicurazione. e società dei lavoratori.
L'anno seguente, Aubry arrivò a Bruxelles il 6 settembre, dove si teneva dal mattino il 3° Congresso dell'Internazionale. L'atto principale di quel congresso è stato senza dubbio il voto sulla proprietà terriera, una questione già discussa l'anno prima. La maggioranza dei delegati ha votato a favore della proprietà collettiva del suolo, ma la questione è stata, tuttavia, rimessa al successivo Congresso a causa dell'elevato numero di astensioni.
Nel 1869, i comitati aziendali e il comitato del Circolo degli studi economici di Rouen presentarono la candidatura di Aubry alle elezioni generali nella prima e nella seconda circoscrizione della Seine-Inférieure. Nonostante il fallimento, la propaganda ha continuato, ed il circolo è stato in grado di inviare il 18 luglio 500 franchi delle ovaliste di Lione in sciopero.
Il 4° Congresso Internazionale si è riunito a Basilea nel mese di settembre, Aubry rappresentò questa volta con Jean-Claude Creusot[6] di Rouen e Eugène Piéton[7] di Elbeuf[8], una grande organizzazione poiché, dall'inizio del 1869, dopo l’adesione all'Internazionale dei litografi, dei filatori e tessitori, la Federazione di Rouen contava 2500 membri. Al Congresso, Aubry che, con Robert e Varlin, fu uno dei tre segretari di lingua francese, prese posizione sui vari punti dell'ordine del giorno. Mentre si era dichiarato per la proprietà collettiva l'anno precedente, questa volta si astenne così come gli altri due delegati della Federazione.
Al suo ritorno a Rouen, Aubry ha dovuto fare grandi sforzi per sostenere lo sciopero dei filatori di lana di Elbeuf[9] e fare appello alla solidarietà dei lavoratori in tutto il paese. Quelli di Vienne (Isère) versarono, da ottobre a dicembre 1869, 1000 Franchi in prestiti e 240 Franchi in donazioni, quelli di Marsiglia oltre 2000 Franchi, quelli di Parigi, quasi 5000 Franchi tramite Varlin.
Ma, probabilmente a causa del fallimento dello sciopero, si è verificata una stanchezza tra i membri della Federazione rouennese il cui numero è sceso a 1100, una perdita di oltre la metà di aderenti. Aubry, imperterrito, ha sempre cercato di sviluppare la propaganda: ha pubblicato una giornale, La Réforme sociale, il cui primo numero è apparso il 27 gennaio e ha pensato di fare appello a Varlin per farlo venire, il 30 gennaio, parlare agli operai di Rouen. Il 13 marzo, partecipò al grande raduno organizzato dalla Federazione di Lione, e poi si preoccupò di sostenere il secondo sciopero di Le Creusot raccogliendo dei fondi. Il 2 maggio venne arrestato e rilasciato dopo dodici giorni di reclusione. Tuttavia, con la guerra, i procedimenti penali si moltiplicarono e, in meno di due mesi, Emile Aubry è stato condannato tre volte:
il 21 luglio a venti di giorni di carcere, una multa di 100 Franchi e 100 Franchi di risarcimento danni per aver pubblicato un articolo su La Réforme sociale del 1° Maggio 1870, articolo che protestava contro le sleali trattenute dai salari degli operai che lavoravano presso l’azienda tessile di Caudebec-lès-Elbeuf[10]. Piéton fu condannato insieme a lui (quindici giorni di prigione e 50 Franchi di multa), unitamente ad un certo Lécuyer (dieci giorni di carcere e 25 Franchi di multa);
il 10 agosto, al pagamento di una multa di 1000 Franchi per comportamento illegale nel processo precedente;
il 31 agosto, a sei mesi di carcere e 500 Franchi di multa per appartenenza ad un,associazione che contava oltre venti persone (appartenenti all'Internazionale). Furono condannati con lui Creusot[5], Pierre Jullien[11], Piéton[6] e Regnier.
Nonostante l'incriminazione, la Federazione prese parte alle elezioni municipali di Rouen il 6 e 7 agosto presentando dieci membri dell'Internazionale: due litografi, Aubry e Henri Baillemont; un falegname, François Boulanger; un tintore, Jean Hallot; un meccanico, Neunez; due tessitori, Lefrançois e Jeune Vèrité; due sarti, Arcade Boulanger e Nicolas Schrub; un insegnante, Jean Marques. Nessuno venne eletto.
Dopo il crollo dell'Impero, l'Internazionale di Rouen ha unito le forze con la democrazia radicale in un Comitato di vigilanza. Aubry ha formulato l'obiettivo durante un incontro a Darnétal[12] il 9 Ottobre 1870: "Armatevi prima per respingere il nemico, poi ritornate alle armi contro la borghesia." E Jouenne, un giacobino, dichiarò a sua volta, il 3 novembre a Rouen: "È necessario che gli operai si armino il più rapidamente possibile, per usare le loro armi contro il nemico e poi per tenerle"; e accentuò le ultime parole "in modo da non lasciare dubbi sul suo pensiero".
Ma la regione in seguito venne occupata dai prussiani (entrerono a Rouen il 5 dicembre). Aubry ed Ernest Vaughan hanno poi chiesto ai loro amici, il 19 novembre, di interrompere ogni agitazione, di dedicarsi allo studio delle questioni di credito e di associazione e di confidare in Gambetta. Fino ai preliminari di pace, l'Internazionale non diede più alcun segno di vita. Nelle elezioni dell'8 febbraio, Aubry ha ottenuto 749 voti, la lista di Thiers si impose largamente nell'intero dipartimento.
Se si crede al primo presidente del tribunale di Rouen (inchiesta parlamentare sull'insurrezione del 18 marzo 1871), Aubry si recò a Parigi il 16 marzo («qualche giorno» prima del 18 marzo, secondo il rapporto del prefetto), lasciandolo a Vaughan il compito di rappresentarlo. Rimase in stretto contatto con la Federazione di Rouen, comunicando le sue impressioni e dando istruzioni.
Il 23 marzo 1871 partecipò all'incontro notturno del Consiglio federale delle sezioni parigine dell'Internazionale, durante il quale fu finalizzato il manifesto che impegnò il popolo di Parigi a votare il 26 marzo per la Comune e ad affermare «il suo diritto superiore al voto di un'Assemblea di rimanere padrone nella sua città e di costituire come gli piaceva la sua rappresentaza comunale senza pretendere di imporla agli altri». In queste elezioni, Aubry ricevette 1.740 voti nell’8° arrondissement e non venne eletto.
Molti dei suoi amici della Federazione Rouen che sono stati arrestati il 24 aprile – vedi Cord'homme - Aubry, ex ostile a qualsiasi uso della violenza, e ormai convinto dell'inevitabilità della lotta fino alla morte, "Vincere Versailles o essere sepolto sotto le mura della grande Capitale" (Journal officiel de la République française sotto la Comune, 8 maggio 1871).
Tuttavia, il 18 aprile, venne nominato «capo dell'ufficio della cassa e delle entrate principali» delle Poste. All'inizio, si è seduto due volte nel Consiglio di amministrazione e firmò "il prezzo di queste due compiti". Ma da allora in poi non c'è più traccia della sua presenza nell'ufficio postale e, di conseguenza, il Direttore generale delle poste scrisse il 27 agosto 1872 - «non poteva essere incluso nell'inchiesta aperta dalle mie ordinanze sulla gestione dei contabili estranei all’amministrazione impiegati dalla Comune».
Dopo la sconfitta della Comune, Aubry fu arrestato e detenuto a Lorient[13] sul pontone della Vengeance[14], ma il 23 agosto 1871 fu emesso un ordinanza di non luogo a procedere nei suoi confronti e venne rilasciato.
Tornò a vivere a Parigi, dove riprese clandestinamente l'attività politica come collaboratore del giornale L'Internazionale di Bruxelles, al quale inviava una corrispondenza sotto le iniziali di H.R., poi sotto lo pseudonimo di Henri Ricard.
Il 12 dicembre 1871, probabilmente temendo un'ulteriore prosecuzione, Emile Aubry andò a Bruxelles. Partecipò al Congresso di Natale dell'A.I.T.. Non riuscì a trovare lavoro e viveva nella miseria. A suo favore venne organizzata una sottoscrizione. Si sarebbe indebitato per la somma di 100 franchi con l'A.I.T.. Tornò a Parigi alla fine di febbraio 1872
Nuove informazioni furono portate contro di lui nel luglio del 1872. Citato di nuovo in giudizio, Aubry lasciò di nuovo Parigi nel luglio 1873 e riuscì a rifugiarsi a Bruxelles, dove la sua famiglia si unì a lui. A Bruxelles, lavorò per Ernest Vaughan e per l'editore socialista Désiré Brismée[15], vivendo nella casa di quest’ultimo.
Riuscì ad aprire un laboratorio di "Fototipia, la fotografia agli inchiostri grassi, fotolitografia, cromolitografia artistica, fotolitografia, rilegatura". Il 4° Consiglio di guerra, in un nuovo processo, lo condannò in contumacia, il 12 marzo 1874, alla deportazione in un recinto fortificato.
In quel periodo firmava delle corrispondenze con Parigi sotto il nome di G. Durand «C'è solo un uomo disoccupato che può scrivere lettere così lunghe e così insignificanti», nota un rapporto della polizia.
Da quel momento, Emile Aubry si stabilì quasi definitivamente in Belgio con la sua famiglia. Infatti, ancora nel 1896, risiedeva a Ixelles (oggi Regione di Bruxelles-Capitale). Le sue qualità professionali erano tali che venne rapidamente considerato, nella piazza di Bruxelles, come uno dei primi specialisti della fotoincisione che era, in quel momento, in pieno sviluppo. Ha prodotto litografie molto belle e opere per associazioni democratiche.
Con i sui precedenti, naturalmente Emile Aubry teneva numerosi e ripetuti contatti con i pionieri belgi dell'A.I.T. incontrati prima del 1870. Durante gli anni 1870 ha frequentato riunioni dell’Internazionale e partecipò alle riunioni organizzate dalla Camera del Lavoro. Era membro Circolo delle Solidaires e del circolo dell'economia sociale, Le Proletariat.
Fu amnistiato il 27 novembre 1879, ma rimase in Belgio molto tempo dopo l'amnistia. Rimase molto legato a Brismée, ne fu prova il suo discorso sulla tomba di quest'ultimo al funerale nel 1888. Le molte attività di Aubry lo misero spesso in difficoltà con la polizia belga che volle espellerlo. Fu solo grazie al potente sostegno della sinistra progressista che fu in grado di rimanere in Belgio.
L'evoluzione delle idee socialiste di Émile Aubry sono interessante da scoprire. Prima del 1870, può essere correlato alla corrente proudhoniana[2]. La guerra franco-prussiana lo spinse verso un socialismo più radicale e dopo la caduta della Comune, probabilmente sconvolto, ha optato per un socialismo cesareo[16], quello di alcuni dei suoi amici, attratti dalle idee di Napoleone III.
Secondo James Guillaume, Aubry, come Albert Richard Gaspard Blanc, André Bastelica, è stato reclutato dal bonapartismo e inviato all’Internazionale, con lo pseudonimo di G. Durand, «perfide corrispondenze, che risaliva da Parigi e dove l'alleanza degli operai con i bonapartisti veniva predicata in nome dell'unione di tutti i figli della rivoluzione». Il Bollettino della Federazione giurassiana lo denunciò il 18 ottobre, il 1 6 e il 30, novembre 1873, quest'ultimo giorno sotto la firma di Gustave Lefrançais.
Bisogna considerare che non abbandonò affatto queste idee «autoritarie» perché manifestò simpatie con il boulangismo[17] e il 2 ottobre 1892 venuto a parlare alla tomba di Boulanger[18] nel cimitero di Ixelles.
Ma questa rotta sembra aver subito variazioni. In effetti, come si può spiegare che nel 1878 aveva stretti legami con membri di un'assemblea variegata, è vero, che, in sedute segrete, decise di attaccare la vita dei sovrani d'Europa? La maggior parte dei membri di questa società erano ex Comunardi, alcuni dei quali erano- meccanici od operai di fonderie, che tenevano in allarme la polizia, che era preoccupata che i lavoratori specializzati potevano essere coinvolti nella pianificazione di attentati. La polizia citava, come compromesso, in questo affare, oltre Aubry, Adolphe-Eugène Fradin[19] e Favy ma, curiosamente, anche un belga nobile "senza un soldo", il conte Arschot. Nonostante variazione tutta relativa delle sue idee, possiamo quindi considerare che Emile Aubry continuò, in Belgio, a diffondere tra gli ambienti che frequenta la maggior parte delle sue idee democratiche e sociali. Tuttavia, in assenza di studi sull'argomento, non sappiamo fino a che punto abbia influenzato o influenzato il nascente socialismo belga.
Nel 1896, Aubry andò a vivere ad Elsene, un comune periferico di Bruxelles. Finì i suoi giorni nella casa per anziani a Ivry (secondo il certificato di morte, sua moglie viveva a Bruxelles). Nel suo funerale civile, il 26 febbraio 1900, ha parlato di socialisti rivoluzionari e alcuni anziani della Comune, mentre Vaughan ne l’Aurore del 25 febbraio ha dato addio al suo «padrino dell’Internazionale dei lavoratori».




[1] Capoluogo della Normandia, regione della Francia settentrionale, nel dipartimento Seine-Maritime.
[2] Per proudhoniani s’intendono definire i seguaci del filosofo francese Pierre-Joseph Proudhon, fondato essenzialmente sul mutualismo e sul federalismo, da molti studiosi inserito impropriamente nell’ambito di quello che Marx definì socialismo utopistico. L’anarchismo proudhoniano educa i seguaci ad una società libera e federata, di artigiani e piccoli contadini, che pone al centro i problemi del credito e del prestito ad interessi limitati. Gli elementi basilari dell’anarchismo proudhoniano sono il federalismo, il decentramento, il controllo diretto da parte dei lavoratori, abolizione della proprietà (ma non del possesso poiché reputato naturale), l'istruzione sotto il controllo degli insegnanti e dei genitori, l'istruzione legata all’apprendistato ecc.
[3] Jean Ailloud (1828 – 1889), sarto; membro dell'A.I.T., socialista poi anarchico.
[4] Nel dipartimento dell'Isère nella regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi.
[5] Capoluogo del dipartimento del Calvados, nella regione della Normandia.
[6] Militante dell’A.I.T. di Rouen.
[7] Tessitore e presidente dell’Associazione tessitori di Elbeuf nel 1869; membro dell'A.I.T..
[8] Nel dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[9] Nel dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[10] Nel dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[11] Pierre Jullien (Darnétal, nella Seine-Inférieure, Seine-Maritime, 14 febbraio 1821 - 3 febbraio 1899. Droghiere, membro del Comitato Federale di Rouen dell'Internazionale nel 1870.
[12] Nel dipartimento della Senna Marittima nella regione della Normandia.
[13] Nel dipartimento del Morbihan nella regione della Bretagna.
[14] Un pontone era una prigione galleggiante dalla fine del xviii secolo e all'inizio del xix secolo. I pontoni erano navi da guerra disarmate - vale a dire, nella lingua marittima, senza mezzi di navigazione, che in questo caso arrivavano fino alla rimozione degli alberi - e ancorati vicino alla costa. I prigionieri erano ammassati in grandi quantità, il vantaggio era che un piccolo numero di guardiani era sufficiente per controllare i prigionieri.
[15] Tipografo, stampatore, fondatore dell'associazione razionalista Les Solidaires, dell'associazione Le Peuple pour la démocratie militante, della sezione belga dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, attivista razionalista e figura centrale della corrente socialdemocratica a Bruxelles e in Belgio.
[16] Lett. Imperiale: maestà cesarea.
[17] Movimento politico francese, a carattere nazionalista, che, nella Terza Repubblica, ebbe a capo il generale G.-E. Boulanger (1837-1891), da cui prese il nome.
[18] Georges-Ernest-Jean-Marie Boulanger, generale e uomo politico francese, nato a Rennes il 29 aprile 1837, morto a Bruxelles il 30 settembre 1891. Si presentò come candidato alla deputazione nel dipartimento del Nord, e fu eletto (1888). Nel suo programma elettorale aveva propugnata la revisione della costituzione del 1875. Malgrado l'appoggio di partiti filo monarchici e bonapartisti, la sua proposta di revisione fu respinta dalla camera dei deputati e lo spettacolo dell'ibrida coalizione che lo sosteneva risvegliò le diffidenze dei repubblicani moderati, che furono spinti a riavvicinarsi ai radicali per la difesa del regime. L'allarme divenne più forte quando la stessa capitale rinnovò l'investitura di Boulanger, nominandolo deputato a grande maggioranza. Il generale non nascose il suo proposito d'aspirare alla presidenza della Repubblica, ritenuta dai più una semplice tappa verso la restaurazione della monarchia. Il ministro dell'Interno, Constant, iniziò silenziosamente una procedura giudiziaria, imputando del delitto di alto tradimento il Boulanger; il quale, preso d'un tratto dal panico, fuggì a Bruxelles il 1° aprile 1889.
[19] Membro fondatore della sezione del Distretto delle Scuole dell'Internazionale, istituito nell'aprile 1870, divenne, nel settembre 1870, presidente della camera dell'unione degli operatori di strumenti chirurgici e coltellerie aderenti all'A.I.T..