mercoledì 24 luglio 2019

02-14-JAC02 – Victor JACLARD

VICTOR JACLARD


Charles Victor Jaclard è nato a Metz, una città nel nord-est della Francia[1], il 18 dicembre 1840, è stato un politico, medico, professore di matematica, rivoluzionario blanquista[2], membro della Prima e della Seconda Internazionale.
Figlio di un artigiano sellaio di Metz, studiò fino a ottenere una laurea in matematica e una in medicina. Durante i suoi studi, aderì all'opposizione radical repubblicana a Napoleone IIIFieramente opposto al Secondo Impero, fu coinvolto molto presto nelle attività politiche dei suoi compagni studenti.
Dopo aver lavorato come insegnante di matematica, si trasferì a Parigi nel 1864 per proseguire gli studi in farmacologia.
Presto entrò in contatto con i seguaci del veterano rivoluzionario Louis Auguste Blanqui ed aderì ad una società segreta blanquista, nel 1865 partecipò alla riuscita evasione di Blanqui dal Belgio.
Alla fine dell’ottobre 1865, lui e Paul Lafargue erano delegati al Congresso internazionale degli studenti a Liegi. Per aver tenuto in questo congresso un discorso travolgente che esaltava l’ateismo, il materialismo e il socialismo, il Consiglio accademico francese di Parigi, scandalizzato dalle loro osservazioni socialiste e ateiste, lo escluse per due anni dalla frequenza delle università francesi.
Al suo ritorno, Victor entrò con i suoi compagni in Massoneria, iniziato alla loggia L'Avenir. In particolare, integrò l'organizzazione clandestina creata da Auguste Blanqui dalla sua prigione di Sainte-Pélagie, in preparazione di un'imminente azione rivoluzionaria.
Victor Jaclard fu uno dei primi blanquisti francesi di aderire alla Prima Internazionale, che fu stata fondata nel 1864 a Londra. Molti blanquisti inizialmente rimasero in disparte dell'organizzazione perché la sezione francese dell’Internazionale era dominata dai seguaci di Pierre-Joseph Proudhon, che consideravano i blanquisti insufficientemente rivoluzionari. Jaclard, tuttavia, sembrava trovarsi facilmente a suo agio tra le fazioni contemporanee del socialismo rivoluzionario. Pur rimanendo un convinto blanquista, era in amichevoli rapporti con gli internazionalisti proudhoniani come Benoît Malon.
Il 16 gennaio 1866, per aver partecipato a una manifestazione contro il regime bonapartista, Jaclard scontò una pena di sei mesi di carcere. Alla sua liberazione, organizzò con Émile Duval, Émile Eudes, Gustave Genton ed Ernest Granger, i primi gruppi blanquisti combattenti.
Trasferitosi a Ginevra, conobbe la femminista e socialista rivoluzionaria russa Anna Vasilevna Korvin-Kurkovskaya, lei aveva lasciato la Russia nel 1866.


Una coppia rivoluzionaria

Nel 1868, Jaclard è stato uno dei membri fondatori dell'Alleanza Internazionale di Democrazia Socialista a Ginevra, l’organizzazione creata dall’anarchico russo Michail Bakunin il 28 ottobre dello stesso anno e affiliata al’Associazione Internazionale dei Lavoratori. Jaclard aderì alla Prima Internazionale (A.I.T.), ma l’Alleanza Internazionale di Bakunin venne presto in conflitto con la direzione di Londra dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, dominata da Karl Marx. Il coinvolgimento di Jaclard con l’Alleanza bakuninista, mostra già uno spirito molto consensuale del francese la sua capacità di trascendere dalle dispute tra fazioni; in generale, i blanquisti erano diffidenti verso anarchismo. Inoltre, Jaclard e Anna erano entrambi amici personali di Marx, il grande rivale di Bakunin.
Tornato a Parigi, Victor Jaclard, frequentando i caffè del Quartiere Latino, incontrò nuovamente Anna. Dal loro incontro nei caffè, la coppia visse insieme, al ritmo del loro forte impegno politico.
Anna, lavorava in una tipografia dal suo arrivo in Francia ed era una femminista.
Vicino a Blanqui, Victor fu incaricato, con il sindacalista Émile Duval, di organizzare i primi gruppi di combattimento del movimento. Ma logorato dalla polizia, ha trovato rifugio con Anna a Ginevra nel luglio del 1870.
In esilio, lei si unì alla sezione russa dell'A.I.T. mentre Victor militava nell'Alleanza internazionale della democrazia socialista.
Tornati a Parigi nel settembre del 1870, dopo la proclamazione della Repubblica, la coppia si stabilì nel 17° arrondissement, in rue Biot.
All'inizio del settembre 1870 Victor Jaclard venne fortemente coinvolto nella rivolta di Lione, che proclamò la Repubblica prima ancora che a Parigi lo avesse fatto. Bakunin arrivò a Lione il 16 settembre e Jaclard fu inviato a Parigi, incaricato di definire una relazione tra la Comune di Lione e Parigi.
Tornato a Parigi, prese parte alla rivoluzione e alla difesa della Francia contro i tedeschi, che stavano vincendo la guerra franco-prussiana, venne eletto comandante del 158° battaglione  della Guardia Nazionale e prese parte all'insurrezione del 31 ottobre.
Eletto capo del battaglione, fu congedato e imprigionato per il suo ruolo nel giorno insurrezionale del 31 ottobre. Fu rilasciato su cauzione solo nel gennaio 1871. Nel mese di novembre divenne vice sindaco 18° arrondissement; il sindaco era il repubblicano Georges Clemenceau. D'altra parte, fallì come candidato socialista rivoluzionario alle elezioni legislative dell'8 febbraio.
Nel mese di febbraio 1871 Jaclard corse senza successo come candidato socialista-rivoluzionario nelle elezioni per l'Assemblea nazionale.
L'episodio della Comune fu sicuramente emozionante per la coppia che s’impegnò senza risparmiarsi. Già la sera del 18 marzo, Victor sollecitò il Comitato Centrale dei Venti Arrondissements a marciare su Versailles. Scrisse: "C'è un solo modo di affrontare Versailles, è di prenderla". Nominato leader del 17° arrondissement, si è dimesso in seguito alle accuse di abuso di potere. Fu nominato ispettore generale delle Fortificazioni, posizioni chiave nella difesa di Parigi. Da parte sua, Anna, membro del Comitato di Vigilanza del 18° arrondissement, partecipò con la sua amica André Léo, alla commissione incaricata di organizzare e supervisionare l'insegnamento delle ragazze. Insieme, animarono un giornale politico, La Sociale.
La coppia si volle risposare a marzo nel municipio del 18° arrondissement, davanti al sindaco Benoît Malon.
L'ingresso dei versagliesi nella capitale oscurò il loro orizzonte. Anna, delegata per ospedali e ambulanze, assistette i feriti in una Parigi devastata dalla guerra civile. Anche lei combatté, con il fucile in mano. Victor ha preceduto Malon nella difesa dei Batignolles prima di ritirarsi sulle barricate di Château-d'Eau.


Esilio e ritorno in Francia

Catturato dalle truppe di Thiers, dopo tre giorni, Victor Jaclard è rinchiuso nella prigione di Chantiers a Versailles, dove è fuggito dopo 4 mesi. Si unì ad Anna, già in fuga in Svizzera e poi a Londra, mentre la corte marziale di Versailles condannava in contumacia a morte l'uno e ai lavori forzati, a vita l'altra, i Jaclard furono ospiti ed aiutati da Marx. I recenti coinvolgimenti di Jaclard con Bakunin a quanto pare non interruppero le relazioni amichevoli con Marx.
Nel 1874, i coniugi Jaclard trasferirono nella nativa Russia di Anna, a San Pietroburgo, dove Victor insegnò francese in un ginnasio femminile ed entrò, tramite la moglie, in contatto con i circoli populisti e in collaborazione con i giornali Slovo e Delo. La coppia mantenne anche relazioni amichevoli con l'ex corteggiatore di Anna, Fëdor Dostoevskij. Ciò ha dimostrato l’apertura mentale da entrambi i lati; non solo per il fatto che non ci fu nessun  imbarazzo fra i tre per la vecchia relazione di Anna con Dostoevskij, ma neanche per il fatto che Dostoevskij era, in quel  periodo, profondamente religioso e politicamente conservatore, mentre i Jaclard nel frattempo si professavano atei, materialisti e comunisti, o, nella terminologia russa del tempo, «nichilisti».
Nel 1880, un'amnistia generale ai Comunardi permise ai Jaclard il ritorno in Francia. Victor riprese i suoi contatti con i blanquisti ma, nel frattempo, rimaste anche in buoni rapporti con diverse altre fazioni politiche. I due coniugi aderirono al Partito Operaio Francese di Jules Guesde e Paul Lafargue, mantenendo contemporaneamente buone relazioni con Georges Clemenceau, curando, nello stesso anno, il suo giornale La Justice, di cui ne divenne anche segretario di redazione. Jaclard mantenenne anche buoni rapporti con il riformatore socialista Millerand[3].
Nel 1886 fu candidato per il Comune di Parigi (nel quartiere di Clignancourt). Ottiene 2795 voti (39.93%) ma venne battuto da Jules Joffrin , candidato del lavoro.
Nel 1889 venne eletto al consiglio comunale di Alfortville[4], alle porte di Parigi, dove si trasferì dopo la morte di Anna nel 1887. La capacità di Jaclard di aver una larga simpatia per tutti i tipi di cause radicali, a quanto pare lo portò, alla fine del 1880, a simpatizzare con la campagna del generale Georges Boulanger[5] (creatore del movimento boulangista) per una revisione della Costituzione. Molti socialisti e repubblicani francesi sospettavano Boulanger di disegni monarchici, anche se il generale stesso si professava riformatore repubblicano e sociale sincero. Jaclard non fu l'unico veterano blanquista a simpatizzare con il boulangismo; infatti il Comitato centrale rivoluzionario blanquista si divise su Boulanger, con Ernest Granger leader della minoranza boulangista che si avviava con una lunga marcia verso l'estrema destra, mentre Edouard Vaillant portò gli anti-boulangisti in un'alleanza con il marxismo. Jaclard, come al solito, a quanto pare rimase in buoni rapporti con tutti gli interessati.
La Prima Internazionale morì nel 1870 a causa della cacciata dei bakuninisti da parte dei marxisti. Gli anarchici avevano mantenuto la propria identità internazionale in corso già da qualche tempo, ma il socialista internazionale era praticamente defunto. Alla fine del 1880, sono stati compiuti sforzi per rilanciarlo, sforzi che alla fine portarono alla creazione della Seconda Internazionale nel 1889. Jaclard partecipò attivamente a questi sforzi. Fu un delegato francese ai congressi internazionali del 1889, 1891 e 1893, tenutasi rispettivamente a Parigi, Bruxelles e Zurigo. Jaclard fu anche un membro del sindacato dei giornalisti socialisti, divenendone il suo segretario generale.
Ancora molto attivo nonostante l'età, Charles Victor Jaclard morì a Parigi il 14 Aprile 1903. Fu cremato al Père-Lachaise. In un breve omaggio, il quotidiano radicale La Lanterne concluse: "Fu un uomo deciso e un lavoratore: è stato sempre in difficoltà e raramente onorato.
Ciò che colpisce di Jaclard è la sua capacità di adattamento politico e la facilità con cui mantenne un buon rapporto e buone relazioni politiche con i rappresentanti diverse associazioni, in alcuni casi molto ostili tra loro, di varie tendenze ideologiche: blanquismo, proudhonismo, bakuninismo, marxismo, clemenceauiani, radicalismo e boulangismo[5].




[1] Nella regione Grand Est e capoluogo del dipartimento della Mosella.
[2] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.
[3] Alexandre Millerand è stato un politico francese. È stato Primo Ministro dal 20 gennaio al 24 settembre 1920 e Presidente della Repubblica di Francia dal 23 settembre 1920 all'11 giugno 1924.
[4] Nel dipartimento della Valle della Marna nella regione dell'Île-de-France.
[5] Georges-Ernest-Jean-Marie Boulanger, generale e uomo politico francese, nato a Rennes il 29 aprile 1837, morto a Bruxelles il 30 settembre 1891. Si presentò come candidato alla deputazione nel dipartimento del Nord, e fu eletto (1888). Nel suo programma elettorale aveva propugnata la revisione della costituzione del 1875. Malgrado l'appoggio di partiti filo monarchici e bonapartisti, la sua proposta di revisione fu respinta dalla camera dei deputati e lo spettacolo dell'ibrida coalizione che lo sosteneva risvegliò le diffidenze dei repubblicani moderati, che furono spinti a riavvicinarsi ai radicali per la difesa del regime. L'allarme divenne più forte quando la stessa capitale rinnovò l'investitura di Boulanger, nominandolo deputato a grande maggioranza. Il generale non nascose il suo proposito d'aspirare alla presidenza della Repubblica, ritenuta dai più una semplice tappa verso la restaurazione della monarchia. Il ministro dell'Interno, Constant, iniziò silenziosamente una procedura giudiziaria, imputando del delitto di alto tradimento il Boulanger; il quale, preso d'un tratto dal panico, fuggì a Bruxelles il 1° aprile 1889.