VICTOR
JACLARD
Charles Victor Jaclard è nato a Metz, una città nel nord-est della
Francia[1],
il 18 dicembre 1840, è stato un politico, medico, professore di matematica,
rivoluzionario blanquista[2],
membro della Prima
e della Seconda Internazionale.
Figlio di un artigiano sellaio di Metz, studiò fino a ottenere una
laurea in matematica e una in medicina. Durante i suoi studi, aderì
all'opposizione radical repubblicana a Napoleone
III. Fieramente opposto al Secondo
Impero, fu coinvolto molto presto nelle attività politiche dei suoi
compagni studenti.
Dopo aver lavorato come insegnante di matematica, si trasferì a
Parigi nel 1864 per proseguire gli studi in farmacologia.
Presto entrò in contatto con i seguaci del veterano rivoluzionario
Louis
Auguste Blanqui ed aderì ad una società segreta blanquista, nel 1865
partecipò alla riuscita evasione di Blanqui
dal Belgio.
Alla fine dell’ottobre 1865, lui e Paul
Lafargue erano delegati al Congresso internazionale degli studenti a Liegi. Per aver
tenuto in questo congresso un discorso travolgente che esaltava l’ateismo, il
materialismo e il socialismo, il Consiglio accademico francese di Parigi, scandalizzato dalle loro osservazioni socialiste e
ateiste, lo escluse per due anni dalla frequenza delle università
francesi.
Al suo ritorno, Victor entrò con i
suoi compagni in Massoneria, iniziato alla loggia L'Avenir. In
particolare, integrò l'organizzazione clandestina creata da Auguste
Blanqui dalla sua prigione di Sainte-Pélagie,
in preparazione di un'imminente azione rivoluzionaria.
Victor Jaclard fu uno dei primi blanquisti francesi di aderire
alla Prima Internazionale, che fu stata fondata nel 1864 a Londra. Molti blanquisti
inizialmente rimasero in disparte dell'organizzazione perché la sezione
francese dell’Internazionale
era dominata dai seguaci di Pierre-Joseph Proudhon, che consideravano i
blanquisti insufficientemente rivoluzionari. Jaclard, tuttavia, sembrava
trovarsi facilmente a suo agio tra le fazioni contemporanee del socialismo
rivoluzionario. Pur rimanendo un convinto blanquista, era in amichevoli
rapporti con gli internazionalisti proudhoniani come Benoît
Malon.
Il 16 gennaio 1866, per aver partecipato a una manifestazione
contro il regime bonapartista, Jaclard scontò una pena di sei mesi di carcere.
Alla sua liberazione, organizzò con Émile
Duval, Émile
Eudes, Gustave
Genton ed Ernest
Granger, i primi gruppi blanquisti combattenti.
Trasferitosi a Ginevra, conobbe la femminista e socialista
rivoluzionaria russa Anna
Vasilevna Korvin-Kurkovskaya, lei aveva lasciato la Russia nel 1866.
Una coppia
rivoluzionaria
Nel 1868, Jaclard è stato uno dei membri fondatori dell'Alleanza
Internazionale di Democrazia Socialista a Ginevra, l’organizzazione
creata dall’anarchico russo Michail
Bakunin il 28 ottobre dello stesso anno e affiliata al’Associazione Internazionale dei Lavoratori. Jaclard aderì alla Prima Internazionale (A.I.T.), ma l’Alleanza
Internazionale di Bakunin
venne presto in conflitto con la direzione di Londra dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, dominata da Karl Marx.
Il coinvolgimento di Jaclard con l’Alleanza
bakuninista, mostra già uno spirito molto consensuale del francese la sua
capacità di trascendere dalle dispute tra fazioni; in generale, i blanquisti
erano diffidenti verso anarchismo. Inoltre, Jaclard e Anna
erano entrambi amici personali di Marx,
il grande rivale di Bakunin.
Tornato a Parigi, Victor Jaclard,
frequentando i caffè del Quartiere Latino, incontrò
nuovamente Anna. Dal loro incontro nei caffè, la coppia visse insieme, al
ritmo del loro forte impegno politico.
Anna,
lavorava in una tipografia dal suo arrivo in Francia ed era una femminista.
Vicino a Blanqui,
Victor fu incaricato, con il sindacalista Émile
Duval, di organizzare i primi gruppi di
combattimento del movimento. Ma logorato dalla
polizia, ha trovato rifugio con Anna
a Ginevra nel luglio del 1870.
In esilio, lei si unì alla sezione
russa dell'A.I.T.
mentre Victor militava nell'Alleanza
internazionale della democrazia socialista.
Tornati a Parigi nel settembre del
1870, dopo la proclamazione
della Repubblica, la coppia si stabilì nel 17°
arrondissement, in rue Biot.
All'inizio del settembre 1870 Victor Jaclard venne fortemente
coinvolto nella rivolta
di Lione, che proclamò la Repubblica prima ancora che a Parigi lo avesse
fatto. Bakunin
arrivò a Lione
il 16 settembre e Jaclard fu inviato a Parigi, incaricato di definire una
relazione tra la Comune
di Lione e Parigi.
Tornato a Parigi, prese parte
alla rivoluzione e alla difesa della Francia contro i tedeschi, che stavano
vincendo la guerra
franco-prussiana, venne eletto comandante del 158° battaglione della Guardia
Nazionale e prese parte all'insurrezione
del 31 ottobre.
Eletto capo del battaglione, fu
congedato e imprigionato per il suo ruolo nel giorno insurrezionale
del 31 ottobre. Fu rilasciato su cauzione solo nel gennaio 1871. Nel mese di
novembre divenne vice sindaco 18°
arrondissement; il sindaco era il repubblicano Georges
Clemenceau. D'altra parte, fallì come candidato
socialista rivoluzionario alle elezioni legislative dell'8 febbraio.
Nel mese di febbraio 1871 Jaclard corse senza successo come
candidato socialista-rivoluzionario nelle elezioni per l'Assemblea nazionale.
L'episodio della Comune fu
sicuramente emozionante per la coppia che s’impegnò senza risparmiarsi. Già la sera del 18
marzo, Victor sollecitò il Comitato
Centrale dei Venti Arrondissements a marciare su Versailles.
Scrisse: "C'è un solo modo di affrontare
Versailles, è di prenderla". Nominato leader del 17°
arrondissement, si è dimesso in seguito alle accuse di abuso di potere.
Fu nominato ispettore generale delle Fortificazioni,
posizioni chiave nella difesa di Parigi. Da
parte sua, Anna,
membro del Comitato
di Vigilanza del 18° arrondissement, partecipò con la sua amica André Léo,
alla commissione incaricata di organizzare e supervisionare l'insegnamento
delle ragazze. Insieme, animarono un giornale
politico, La Sociale.
La coppia si volle risposare a marzo
nel municipio del 18°
arrondissement, davanti al sindaco Benoît
Malon.
L'ingresso dei versagliesi nella
capitale oscurò il loro orizzonte. Anna,
delegata per ospedali e ambulanze, assistette i feriti in una Parigi devastata
dalla guerra civile. Anche lei combatté, con il
fucile in mano. Victor ha preceduto Malon
nella difesa dei Batignolles prima di ritirarsi sulle barricate di Château-d'Eau.
Esilio e
ritorno in Francia
Catturato dalle truppe di Thiers,
dopo tre giorni, Victor Jaclard è rinchiuso nella prigione
di Chantiers a Versailles, dove è fuggito dopo 4 mesi. Si unì ad Anna,
già in fuga in Svizzera e poi a Londra, mentre la corte
marziale di Versailles condannava in contumacia a morte l'uno e ai lavori
forzati, a vita l'altra, i Jaclard furono ospiti ed aiutati da Marx. I
recenti coinvolgimenti di Jaclard con Bakunin
a quanto pare non interruppero le relazioni amichevoli con Marx.
Nel 1874, i coniugi Jaclard trasferirono nella nativa Russia di Anna,
a San Pietroburgo, dove Victor insegnò francese in un ginnasio femminile ed
entrò, tramite la moglie, in contatto con i circoli populisti e in
collaborazione con i giornali Slovo e Delo. La coppia mantenne
anche relazioni amichevoli con l'ex corteggiatore di Anna,
Fëdor Dostoevskij. Ciò ha dimostrato l’apertura mentale da entrambi i lati; non
solo per il fatto che non ci fu nessun
imbarazzo fra i tre per la vecchia relazione di Anna con Dostoevskij, ma
neanche per il fatto che Dostoevskij era, in quel periodo, profondamente religioso e
politicamente conservatore, mentre i Jaclard nel frattempo si professavano
atei, materialisti e comunisti, o, nella terminologia russa del tempo,
«nichilisti».
Nel 1880, un'amnistia
generale ai Comunardi permise ai Jaclard il ritorno in Francia. Victor
riprese i suoi contatti con i blanquisti ma, nel frattempo, rimaste anche in
buoni rapporti con diverse altre fazioni politiche. I due coniugi aderirono al
Partito Operaio Francese di Jules
Guesde e Paul
Lafargue, mantenendo contemporaneamente buone relazioni con Georges
Clemenceau, curando, nello stesso anno, il suo giornale La Justice, di cui ne divenne anche segretario
di redazione. Jaclard mantenenne anche buoni rapporti con il riformatore
socialista Millerand[3].
Nel 1886 fu candidato per il Comune di Parigi (nel quartiere di Clignancourt).
Ottiene 2795 voti (39.93%) ma venne battuto da Jules Joffrin , candidato del
lavoro.
Nel 1889 venne eletto al consiglio comunale di Alfortville[4],
alle porte di Parigi, dove si trasferì dopo la morte di Anna
nel 1887. La capacità di Jaclard di aver una larga simpatia per tutti i
tipi di cause radicali, a quanto pare lo portò, alla fine del 1880, a simpatizzare con la campagna del
generale Georges Boulanger[5]
(creatore del movimento boulangista) per una revisione della Costituzione.
Molti socialisti e repubblicani francesi sospettavano Boulanger di disegni
monarchici, anche se il generale stesso si professava riformatore repubblicano
e sociale sincero. Jaclard non fu l'unico veterano blanquista a simpatizzare
con il boulangismo; infatti il Comitato centrale rivoluzionario blanquista si
divise su Boulanger, con Ernest
Granger leader della minoranza boulangista che si avviava con una lunga
marcia verso l'estrema destra, mentre Edouard
Vaillant portò gli anti-boulangisti in un'alleanza con il marxismo.
Jaclard, come al solito, a quanto pare rimase in buoni rapporti con tutti gli
interessati.
La Prima Internazionale morì nel 1870 a causa della
cacciata dei bakuninisti
da parte dei marxisti. Gli anarchici avevano mantenuto la propria identità
internazionale in corso già da qualche tempo, ma il socialista internazionale
era praticamente defunto. Alla fine del 1880, sono stati compiuti sforzi per
rilanciarlo, sforzi che alla fine portarono alla creazione della Seconda
Internazionale nel 1889. Jaclard partecipò attivamente a questi sforzi. Fu un
delegato francese ai congressi internazionali del 1889, 1891 e 1893, tenutasi
rispettivamente a Parigi, Bruxelles e Zurigo. Jaclard fu anche un membro del
sindacato dei giornalisti socialisti, divenendone il suo segretario generale.
Ancora molto attivo nonostante l'età, Charles Victor Jaclard morì
a Parigi il 14 Aprile 1903. Fu cremato al Père-Lachaise.
In un breve omaggio, il quotidiano radicale La
Lanterne concluse: "Fu un uomo deciso e un lavoratore: è
stato sempre in difficoltà e raramente onorato”.
Ciò che colpisce di Jaclard è la sua capacità di adattamento
politico e la facilità con cui mantenne un buon rapporto e buone relazioni
politiche con i rappresentanti diverse associazioni, in alcuni casi molto
ostili tra loro, di varie tendenze ideologiche: blanquismo, proudhonismo,
bakuninismo,
marxismo,
clemenceauiani,
radicalismo e boulangismo[5].
[1] Nella
regione Grand Est e capoluogo del dipartimento della Mosella.
[2] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e
attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta,
del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo
secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali
e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria
combattiva. Deve il suo nome allo
scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste
Blanqui.
[3] Alexandre
Millerand è stato un politico francese. È stato Primo Ministro dal 20 gennaio
al 24 settembre 1920 e Presidente della Repubblica di Francia dal 23 settembre
1920 all'11 giugno 1924.
[4] Nel
dipartimento della Valle della Marna nella regione dell'Île-de-France.
[5] Georges-Ernest-Jean-Marie
Boulanger, generale e uomo politico francese, nato a Rennes il 29 aprile 1837,
morto a Bruxelles il 30 settembre 1891. Si presentò come candidato alla
deputazione nel dipartimento del Nord, e fu eletto (1888). Nel suo programma
elettorale aveva propugnata la revisione della costituzione del 1875. Malgrado
l'appoggio di partiti filo monarchici e bonapartisti, la sua proposta di
revisione fu respinta dalla camera dei deputati e lo spettacolo dell'ibrida
coalizione che lo sosteneva risvegliò le diffidenze dei repubblicani moderati,
che furono spinti a riavvicinarsi ai radicali per la difesa del regime.
L'allarme divenne più forte quando la stessa capitale rinnovò l'investitura di
Boulanger, nominandolo deputato a grande maggioranza. Il generale non nascose
il suo proposito d'aspirare alla presidenza della Repubblica, ritenuta dai più
una semplice tappa verso la restaurazione della monarchia. Il ministro
dell'Interno, Constant, iniziò silenziosamente una procedura giudiziaria,
imputando del delitto di alto tradimento il Boulanger; il quale, preso d'un
tratto dal panico, fuggì a Bruxelles il 1° aprile 1889.