ADOLPHE
ASSI
Adolphe Alphonse Assi è nato a Roubaix[1] il 27 aprile, 1841. era un operaio, ha
partecipato attivamente agli scioperi di Le Creusot[2] nel gennaio 1870 e fu un militante della
Comune di
Parigi.
Figlio di Alphonse Victor Assi, un operaio rilegatore
nato a Parigi ma di origine italiana e di Elizabeth Anne Virginia Dubrouÿ, il
giovane Assi operaio meccanico, che probabilmente viveva a Parigi in quel
periodo, in rue Beaubourg, si arruolò nel 1858, all'età di 17 anni, come
volontario nell'esercito del Secondo
Impero. Sergente maggiore a Boulogne[3], disertò nel 1860 probabilmente a causa
di malversazioni. Lui stesso dirà in seguito che lasciò l'esercito perché era
stato punito per essersi messo in malattia perché non aveva ricevuto il cambio
dopo un turno di guardia notturna. Si trasferì in Inghilterra e poi in Svizzera
dove rimase due anni come meccanico. Quando Giuseppe
Garibaldi fece appello alla formazione di legioni di volontari per l'unità
d'Italia, Assì raggiunse l'Italia per combattere con lui. Ritornò in Francia
nel 1864, venne amnistiato e iniziò a lavorare a Roubaix.
Gli scioperi di Le Creusot
Nel 1868, durante un giro per la Francia, si stabilì
a Le
Creusot, dove venne assunto come meccanico nelle acciaierie Schneider et
Cie[4].
Tra gli operai di quella fabbrica esistevano numerosi
motivi di malcontento: il problema era sorto con la gestione del fondo di
soccorso, il cui capitale ammontava a 450.000 franchi. Alla fine del 1869,Henri
Schneider, padrone della fabbrica, ispirato al cattolicesimo sociale, prese
misure paternalistiche e fondò una cassa di soccorso per gli operai, finanziata
con detrazioni dai loro salari, riservandosi la gestione. Schneider aveva
promesso di trasferire l'amministrazione del fondo a un organismo eletto. Gli
operai chiesero di essere associati alla cassa, come aveva promesso Henri
Schneider e di designare alcuni di loro per garantirne la gestione. Il 17
gennaio 1870 i lavoratori nominarono un comitato di gestione che comprendeva
Assi e Janin.
Adolphe fu nominato presidente del comitato provvisorio per la gestione della
Cassa di solidarietà. Ma il 19 gennaio venne licenziato. Rimase a Le Creusot
lavorando come fabbro-meccanico-armaiolo.
"Bruno, vispo, nervoso" (come lo descrisse Lepelletier),
ha giocato un ruolo importante negli scioperi del 1870; fece circolare dei
programmi dell'Internazionale
(Associazione
Internazionale dei Lavoratori) e riuscì a farsi ascoltare da 5.000 operai.
prese l'iniziativa di organizzare uno sciopero nelle officine e delle fabbriche
di Le
Creusot per far rispettare dall'imprenditore Schneider gli impegni presi
circa l'affidamento della cassa, ma lo sciopero fallì.
Adolphe Assi, il 10 febbraio, andò a Parigi, dove
stabilì rapporti con diversi rivoluzionari e membri dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori per chiedere il sostegno della Federazione
delle società operaie. Poi, il 25 febbraio, ritornò a Le Creusot.
Pochi giorni prima, il 18, Eugene
Varlin si era recato a Le Creusot,
aveva tenuto una riunione privata nella quale si decise la formazione una
sezione dell'Internazionale
in città.
Gli scioperi ripresero e il 21 marzo fu dichiarato un
secondo sciopero motivato da una riduzione dei salari e dal licenziamento di
lavoratori. Tra gli organizzatori troviamo Assi e Jean-Baptiste
Dumay. Benoit
Malon, come rappresentante del giornale La
Marsigliese, venne, il 3 aprile per testimoniare la solidarietà dei
lavoratori parigini. Il comitato organizzatore dello sciopero aderì all’Internazionale.
Tuttavia lo sciopero non riuscì. Schneider trionfò e
lo sciopero si concluse il 14-15 aprile, sia per la resistenza di Schneider,
sia per la reazione del governo bonapartista che fece operare numerosi arresti
seguiti da processi e condanne, da parte della corte di Autun[5], che variavano da due mesi a tre anni.
Assi, che inizialmente era fuggito, tornò a Le Creusot
alla fine di aprile. Arrestato il 1° maggio come sospetto internazionalista per
ordine del vice-prefetto Breynat de Saint-Veran, il 4 venne trasferito a
Parigi. Nella Capitale venne giudicato dal terzo processo fatto all’Associazione Internazionale dei Lavoratori (A.I.T.).
Assi non faceva parte dell’A.I.T.,
tuttavia all'udienza dichiarò: "Io non sono dell'Internazionale;
ma la mia intenzione è, dopo la sentenza, di aderirvi”. Questa affermazione
fece mettere il suo nome nella lista degli accusati, ma l'avvocato Léon Bigot
ottenne la sua assoluzione sostenendo il fatto che non poteva essere processato
perché non era un membro dell'Internazionale,
oggetto del processo. Per quanto riguarda la sua dichiarazione, non sembra aver
portato a termine il suo progetto. In ogni caso il risultato del processo rese
popolare Adolphe Assi, che prese la parola in molti incontri pubblici mostrandosi
più o meno convincente.
Nel luglio del 1871, Marx ad una domanda del
corrispondente del New York Herald sull'appartenenza di Assi all’Internazionale
rispose: "No, non lo fu mai. Ma il suo nome era sulla lista dei club che si
riunivano durante l'assedio e fu eletto perché il suo nome inizia con una A.
Solo quando abbiamo elaborato la lista dei candidati per Parigi, era quella
mancante, e quando i nomi furono esaminati in ordine alfabetico, quello di Assi
era lì; è stato scelto perché non c'era tempo per guardare oltre. È un pazzo e
dubito della sua onestà. Molti lo considerano un informatore per ordine del
governo di Versailles".
Nel luglio del 1870, Assi approvò il manifesto,
redatto dall’Internazionale,
contro la guerra rivolto ai lavoratori di tutti i paesi.
Rimase a Parigi e, non riuscendo a trovare lavoro in
officine a causa della sua reputazione di agitatore, si dedicò alla
realizzazione di oggetti di equipaggiamento militari.
Durante l'assedio
di Parigi da parte dei prussiani (settembre 1870-marzo 1871), era tenente
del 192° battaglione della Guardia
Nazionale, ed e stato uno degli organizzatori del Comitato
centrale della Guardia nazionale, diventandone membro agli inizi di marzo
1871.
Il 17 marzo 1871, quando l'assedio
si concluse e Parigi dovette far fronte al governo reazionario di Thiers,
Assi venne nominato comandante del 67° battaglione.
Il 18
marzo, fu uno di quelli che si oppose alla restituzione dei cannoni.
All’inizio dell’insurrezione
che generò la nascita della Comune,
fece "marciare" i suoi uomini in favore dell'insurrezione e il 67°
battaglione prese posizione in piazza della Bastiglia e diede l'ordine di
prendere l’Hôtel
de Ville.
Il 19
marzo è stato eletto colonnello; lo stesso giorno venne nominato
governatore dell’Hôtel
de Ville di Parigi.
Il 26
marzo, instaurata la Comune, è
stato eletto, con 19.890 voti su 25.183, dagli elettori dell’11°
arrondissement, al Consiglio
della Comune. Fu uno dei firmatari della proposta delle dieci commissioni
da nominare per organizzare la Comune. Il
29
marzo fece parte della commissione di Sicurezza generale.
Per la sua presunta ambizione e sospettato di fare il
doppio gioco con i versagliesi, accusa basata sulla consegna di rapporti di
sedute segrete a un giornale reazionario (Paris-Journal), fu arrestato il 1°
aprile e rimase in cella per due settimane. Rilasciato il 15,
il giorno successivo venne delegato alle forniture militari con Jean-Baptiste
Clément. Non prese parte alla votazione per il Comitato
di salute pubblica.
Si distinse come organizzatore di resistenza armata
come strategia di barricate e come amministratore della distribuzione di cibo e
munizioni. Ha sostenuto la
demolizione della Colonna Vendôme.
Durante la Settimana
sanguinante, che iniziò il 21
maggio, venne inviato in ricognizione notturna per controllare fosse vera
la voce che i versagliesi erano entrati a Parigi; durante quesl verifica,
mentre si trovava a Passy, i soldati del 37° Reggimento delle truppe linea di Versailles
lo hanno fatto prigioniero. Era già il 22
maggio 1871.
Venne processato dal terzo
consiglio di guerra, contemporaneamente al pittore Gustave
Courbet e ad altri Comunardi.
Tenne un atteggiamento coraggioso, ammise di essere un massone, ma non rispose
alla domanda sulla sua appartenenza all’Internazionale.
Il 2 settembre 1871, nonostante le suppliche
dell’avvocato Léon Bigot che lo difese nuovamente, Adolphe Assi venne
condannato alla deportazione in Nuova Caledonia. Fu ritenuto colpevole di 4
capi d’accusa ː
1) avere, e come membro della Comune,
fatto tentativo di distruggere il governo e incitare alla guerra civile,
2) avere fatto sollevare truppe armate senza ordini o
autorizzazioni
3) di aver interferito senza titoli nelle funzioni
pubbliche
4) di aver provocato con l'abuso di autorità la
distruzione di monumenti pubblici e di aver fornito agli altri i mezzi per
realizzarlo.
Dopo un soggiorno a Fort Boyard[6],
fu imbarcato per la Nuova
Caledonia il 4 maggio 1872 a Rochefort[7] e arrivò il 29 settembre 1872. Durante
la sosta in Sud Africa, in Città del Capo, cercò di fuggire ma venne preso e
sarebbe stato messo in catene per il resto del viaggio.
Sbarcò sulla penisola di Ducos il 1° ottobre 1872. Il
12 aprile 1875 venne portato a Noumea per essere incarcerato al fort Costantin.
Il 16 aprile 1875 fu condannato ad un anno di prigione per complicità in un
tentativo di fugga. Durante la sua detenzione, fu scarsamente valutato e nel
1876 aveva già subito sette punizioni, e un rapporto della polizia diceva che
lui era un «uomo di nessuna forza e senza intelligenza, eccessivamente orgoglioso.
È anche un cattivo lavoratore». Dieci anni più tardi, il giorno dopo la sua
morte, i giornali le Néo-Calédonien e l'Independant scrivevano, al contrario,
commenti lusinghieri su di lui e rendevano omaggio al suo carattere energico e
diretto che gli aveva fatto guadagnare la stima dei suoi concittadini.
Il 20 maggio 1880, lasciò la penisola Ducos per
stabilirsi a Noumea, dove fu autorizzato a risiedere, come montatore meccanico.
Venne amnistiato
il 17 luglio 1880.
Rimase a Noumea a lavorare come meccanico. Venne
eletto consigliere municipale della città il 26 ottobre 1884, e si è mostrato
un fedele della Loggia della massoneria.
Morì all'ospedale militare Nouméa l'8 febbraio 1886,
all'età di 45 anni, probabilmente con cancro al fegato. Il 9 febbraio 1886 si
svolse il suo funerale in una cerimonia civile. Era presente il governatore
della Nuova
Caledonia insieme ad una folla numerosa.
Personalità
Karl Marx
nell'intervista rilasciata nel luglio del 1871 fece un giudizio molto severo su
Adolphe Assi: "è un pazzo e dubito della sua onestà. Molti lo considerano
un informatore agli ordini del governo di Versailles”.
Ciononostante, quest'ultima accusa non è mai stata provata.
Il giudizio preso durante la sua detenzione non fu
più lusinghiero: «un uomo vanitoso e incompetente, eccessivamente orgoglioso, e
nullo come un lavoratore».
Jules Clere[8] lo descrive così: "le maniere
pretenziosi, la ricerca di parole adatte nelle conversazioni e lo sguardo
fiero, quasi provocatorio, annunciano un'eccessiva vanità al servizio di una
mente mediocre".
Queste valutazioni sono in contrasto con quelle dei
giornali caledoniani dopo la sua morte, che scrissero su di lui osservazioni
lodevoli: «uno dei più valorosi campioni dei repubblicani ... personaggio
energico e giusto ... valoroso campione di democrazia e di libero pensiero ...
un valoroso soldato del lavoro e della democrazia ... ».
[1] Città industriale della
Francia settentrionale, nella parte sud-orientale dell'antica provincia delle
Fiandre francesi, che si trova vicino al confine con il Belgio, nel
dipartimento Nord-Pas-de-Calais, nella
regione dell'Alta Francia
[2] Nel dipartimento della Saona
e Loira nella regione della Borgogna-Franca Contea.
[3] Nel dipartimento della
Vandea nella regione dei Paesi della Loira.
[4] Schneider et Cie, poi Schneider-Creusot, era un'acciaieria
francese e divenne un importante produttore di armi. Dopo la seconda guerra
mondiale, si è evoluta in Schneider Electric nel 1999.
[5] Nel dipartimento della Saona
e Loira nella regione della Borgogna-Franca Contea.
[6] Fort Boyard è una fortificazione situata su un alto fondale
formato da un banco di sabbia all'origine, chiamato «longe de Boyard» che viene
scoperto durante la bassa marea e si trova tra l'isola di Aix a nord-est,
l'isola di Oléron a sud-ovest, con l'isola Madame a sud-est e l'isola di Ré a
nord, appartenente all’arcipelago charente.La Longe de Boyard è annessa alla
città di L'Île-d'Aix, nel dipartimento della Charente-Maritime.
[7] Nel dipartimento della
Charente Marittima nella regione di Nuova Aquitania.
[8] Jules Clère ( Parigi il 10
ottobre 1850 - Parigi il 23 luglio 1934) era un giornalista e biografo
francese.