giovedì 27 giugno 2019

02-14-ASS05– Adolphe ASSI

 ADOLPHE ASSI



Adolphe Alphonse Assi è nato a Roubaix[1] il 27 aprile, 1841. era un operaio, ha partecipato attivamente agli scioperi di Le Creusot[2] nel gennaio 1870 e fu un militante della Comune di Parigi.
Figlio di Alphonse Victor Assi, un operaio rilegatore nato a Parigi ma di origine italiana e di Elizabeth Anne Virginia Dubrouÿ, il giovane Assi operaio meccanico, che probabilmente viveva a Parigi in quel periodo, in rue Beaubourg, si arruolò nel 1858, all'età di 17 anni, come volontario nell'esercito del Secondo Impero. Sergente maggiore a Boulogne[3], disertò nel 1860 probabilmente a causa di malversazioni. Lui stesso dirà in seguito che lasciò l'esercito perché era stato punito per essersi messo in malattia perché non aveva ricevuto il cambio dopo un turno di guardia notturna. Si trasferì in Inghilterra e poi in Svizzera dove rimase due anni come meccanico. Quando Giuseppe Garibaldi fece appello alla formazione di legioni di volontari per l'unità d'Italia, Assì raggiunse l'Italia per combattere con lui. Ritornò in Francia nel 1864, venne amnistiato e iniziò a lavorare a Roubaix.


Gli scioperi di Le Creusot

Nel 1868, durante un giro per la Francia, si stabilì a Le Creusot, dove venne assunto come meccanico nelle acciaierie Schneider et Cie[4].
Tra gli operai di quella fabbrica esistevano numerosi motivi di malcontento: il problema era sorto con la gestione del fondo di soccorso, il cui capitale ammontava a 450.000 franchi. Alla fine del 1869,Henri Schneider, padrone della fabbrica, ispirato al cattolicesimo sociale, prese misure paternalistiche e fondò una cassa di soccorso per gli operai, finanziata con detrazioni dai loro salari, riservandosi la gestione. Schneider aveva promesso di trasferire l'amministrazione del fondo a un organismo eletto. Gli operai chiesero di essere associati alla cassa, come aveva promesso Henri Schneider e di designare alcuni di loro per garantirne la gestione. Il 17 gennaio 1870 i lavoratori nominarono un comitato di gestione che comprendeva Assi e Janin. Adolphe fu nominato presidente del comitato provvisorio per la gestione della Cassa di solidarietà. Ma il 19 gennaio venne licenziato. Rimase a Le Creusot lavorando come fabbro-meccanico-armaiolo.
"Bruno, vispo, nervoso" (come lo descrisse Lepelletier), ha giocato un ruolo importante negli scioperi del 1870; fece circolare dei programmi dell'Internazionale (Associazione Internazionale dei Lavoratori) e riuscì a farsi ascoltare da 5.000 operai. prese l'iniziativa di organizzare uno sciopero nelle officine e delle fabbriche di Le Creusot per far rispettare dall'imprenditore Schneider gli impegni presi circa l'affidamento della cassa, ma lo sciopero fallì.
Adolphe Assi, il 10 febbraio, andò a Parigi, dove stabilì rapporti con diversi rivoluzionari e membri dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori per chiedere il sostegno della Federazione delle società operaie. Poi, il 25 febbraio, ritornò a Le Creusot.
Pochi giorni prima, il 18, Eugene Varlin si era recato a Le Creusot, aveva tenuto una riunione privata nella quale si decise la formazione una sezione dell'Internazionale in città.
Gli scioperi ripresero e il 21 marzo fu dichiarato un secondo sciopero motivato da una riduzione dei salari e dal licenziamento di lavoratori. Tra gli organizzatori troviamo Assi e Jean-Baptiste Dumay. Benoit Malon, come rappresentante del giornale La Marsigliese, venne, il 3 aprile per testimoniare la solidarietà dei lavoratori parigini. Il comitato organizzatore dello sciopero aderì all’Internazionale.
Tuttavia lo sciopero non riuscì. Schneider trionfò e lo sciopero si concluse il 14-15 aprile, sia per la resistenza di Schneider, sia per la reazione del governo bonapartista che fece operare numerosi arresti seguiti da processi e condanne, da parte della corte di Autun[5], che variavano da due mesi a tre anni.
Assi, che inizialmente era fuggito, tornò a Le Creusot alla fine di aprile. Arrestato il 1° maggio come sospetto internazionalista per ordine del vice-prefetto Breynat de Saint-Veran, il 4 venne trasferito a Parigi. Nella Capitale venne giudicato dal terzo processo fatto all’Associazione Internazionale dei Lavoratori (A.I.T.).
Assi non faceva parte dell’A.I.T., tuttavia all'udienza dichiarò: "Io non sono dell'Internazionale; ma la mia intenzione è, dopo la sentenza, di aderirvi”. Questa affermazione fece mettere il suo nome nella lista degli accusati, ma l'avvocato Léon Bigot ottenne la sua assoluzione sostenendo il fatto che non poteva essere processato perché non era un membro dell'Internazionale, oggetto del processo. Per quanto riguarda la sua dichiarazione, non sembra aver portato a termine il suo progetto. In ogni caso il risultato del processo rese popolare Adolphe Assi, che prese la parola in molti incontri pubblici mostrandosi più o meno convincente.
Nel luglio del 1871, Marx ad una domanda del corrispondente del New York Herald sull'appartenenza di Assi all’Internazionale rispose: "No, non lo fu mai. Ma il suo nome era sulla lista dei club che si riunivano durante l'assedio e fu eletto perché il suo nome inizia con una A. Solo quando abbiamo elaborato la lista dei candidati per Parigi, era quella mancante, e quando i nomi furono esaminati in ordine alfabetico, quello di Assi era lì; è stato scelto perché non c'era tempo per guardare oltre. È un pazzo e dubito della sua onestà. Molti lo considerano un informatore per ordine del governo di Versailles".
Nel luglio del 1870, Assi approvò il manifesto, redatto dall’Internazionale, contro la guerra rivolto ai lavoratori di tutti i paesi.
Rimase a Parigi e, non riuscendo a trovare lavoro in officine a causa della sua reputazione di agitatore, si dedicò alla realizzazione di oggetti di equipaggiamento militari.



Durante l'assedio di Parigi da parte dei prussiani (settembre 1870-marzo 1871), era tenente del 192° battaglione della Guardia Nazionale, ed e stato uno degli organizzatori del Comitato centrale della Guardia nazionale, diventandone membro agli inizi di marzo 1871.
Il 17 marzo 1871, quando l'assedio si concluse e Parigi dovette far fronte al governo reazionario di Thiers, Assi venne nominato comandante del 67° battaglione.
Il 18 marzo, fu uno di quelli che si oppose alla restituzione dei cannoni. All’inizio dell’insurrezione che generò la nascita della Comune, fece "marciare" i suoi uomini in favore dell'insurrezione e il 67° battaglione prese posizione in piazza della Bastiglia e diede l'ordine di prendere l’Hôtel de Ville.
Il 19 marzo è stato eletto colonnello; lo stesso giorno venne nominato governatore dell’Hôtel de Ville di Parigi.
Il 26 marzo, instaurata la Comune, è stato eletto, con 19.890 voti su 25.183, dagli elettori dell’11° arrondissement, al Consiglio della Comune. Fu uno dei firmatari della proposta delle dieci commissioni da nominare per organizzare la Comune. Il 29 marzo fece parte della commissione di Sicurezza generale.
Per la sua presunta ambizione e sospettato di fare il doppio gioco con i versagliesi, accusa basata sulla consegna di rapporti di sedute segrete a un giornale reazionario (Paris-Journal), fu arrestato il 1° aprile e rimase in cella per due settimane. Rilasciato il 15, il giorno successivo venne delegato alle forniture militari con Jean-Baptiste Clément. Non prese parte alla votazione per il Comitato di salute pubblica.
Si distinse come organizzatore di resistenza armata come strategia di barricate e come amministratore della distribuzione di cibo e munizioni. Ha sostenuto la demolizione della Colonna Vendôme.
Durante la Settimana sanguinante, che iniziò il 21 maggio, venne inviato in ricognizione notturna per controllare fosse vera la voce che i versagliesi erano entrati a Parigi; durante quesl verifica, mentre si trovava a Passy, i soldati del 37° Reggimento delle truppe linea di Versailles lo hanno fatto prigioniero. Era già il 22 maggio 1871.
Venne processato dal terzo consiglio di guerra, contemporaneamente al pittore Gustave Courbet e ad altri Comunardi. Tenne un atteggiamento coraggioso, ammise di essere un massone, ma non rispose alla domanda sulla sua appartenenza all’Internazionale.
Il 2 settembre 1871, nonostante le suppliche dell’avvocato Léon Bigot che lo difese nuovamente, Adolphe Assi venne condannato alla deportazione in Nuova Caledonia. Fu ritenuto colpevole di 4 capi d’accusa ː
1) avere, e come membro della Comune, fatto tentativo di distruggere il governo e incitare alla guerra civile,
2) avere fatto sollevare truppe armate senza ordini o autorizzazioni
3) di aver interferito senza titoli nelle funzioni pubbliche
4) di aver provocato con l'abuso di autorità la distruzione di monumenti pubblici e di aver fornito agli altri i mezzi per realizzarlo.
Dopo un soggiorno a Fort Boyard[6], fu imbarcato per la Nuova Caledonia il 4 maggio 1872 a Rochefort[7] e arrivò il 29 settembre 1872. Durante la sosta in Sud Africa, in Città del Capo, cercò di fuggire ma venne preso e sarebbe stato messo in catene per il resto del viaggio.



Sbarcò sulla penisola di Ducos il 1° ottobre 1872. Il 12 aprile 1875 venne portato a Noumea per essere incarcerato al fort Costantin. Il 16 aprile 1875 fu condannato ad un anno di prigione per complicità in un tentativo di fugga. Durante la sua detenzione, fu scarsamente valutato e nel 1876 aveva già subito sette punizioni, e un rapporto della polizia diceva che lui era un «uomo di nessuna forza e senza intelligenza, eccessivamente orgoglioso. È anche un cattivo lavoratore». Dieci anni più tardi, il giorno dopo la sua morte, i giornali le Néo-Calédonien e l'Independant scrivevano, al contrario, commenti lusinghieri su di lui e rendevano omaggio al suo carattere energico e diretto che gli aveva fatto guadagnare la stima dei suoi concittadini.
Il 20 maggio 1880, lasciò la penisola Ducos per stabilirsi a Noumea, dove fu autorizzato a risiedere, come montatore meccanico.
Rimase a Noumea a lavorare come meccanico. Venne eletto consigliere municipale della città il 26 ottobre 1884, e si è mostrato un fedele della Loggia della massoneria.
Morì all'ospedale militare Nouméa l'8 febbraio 1886, all'età di 45 anni, probabilmente con cancro al fegato. Il 9 febbraio 1886 si svolse il suo funerale in una cerimonia civile. Era presente il governatore della Nuova Caledonia insieme ad una folla numerosa.


Personalità

Karl Marx nell'intervista rilasciata nel luglio del 1871 fece un giudizio molto severo su Adolphe Assi: "è un pazzo e dubito della sua onestà. Molti lo considerano un informatore agli ordini del governo di Versailles”. Ciononostante, quest'ultima accusa non è mai stata provata.
Il giudizio preso durante la sua detenzione non fu più lusinghiero: «un uomo vanitoso e incompetente, eccessivamente orgoglioso, e nullo come un lavoratore».
Jules Clere[8] lo descrive così: "le maniere pretenziosi, la ricerca di parole adatte nelle conversazioni e lo sguardo fiero, quasi provocatorio, annunciano un'eccessiva vanità al servizio di una mente mediocre".
Queste valutazioni sono in contrasto con quelle dei giornali caledoniani dopo la sua morte, che scrissero su di lui osservazioni lodevoli: «uno dei più valorosi campioni dei repubblicani ... personaggio energico e giusto ... valoroso campione di democrazia e di libero pensiero ... un valoroso soldato del lavoro e della democrazia ... ».




[1] Città industriale della Francia settentrionale, nella parte sud-orientale dell'antica provincia delle Fiandre francesi, che si trova vicino al confine con il Belgio, nel dipartimento Nord-Pas-de-Calais, nella regione dell'Alta Francia
[2] Nel dipartimento della Saona e Loira nella regione della Borgogna-Franca Contea.
[3] Nel dipartimento della Vandea nella regione dei Paesi della Loira.
[4] Schneider et Cie, poi Schneider-Creusot, era un'acciaieria francese e divenne un importante produttore di armi. Dopo la seconda guerra mondiale, si è evoluta in Schneider Electric nel 1999.
[5] Nel dipartimento della Saona e Loira nella regione della Borgogna-Franca Contea.
[6] Fort Boyard è una fortificazione situata su un alto fondale formato da un banco di sabbia all'origine, chiamato «longe de Boyard» che viene scoperto durante la bassa marea e si trova tra l'isola di Aix a nord-est, l'isola di Oléron a sud-ovest, con l'isola Madame a sud-est e l'isola di Ré a nord, appartenente all’arcipelago charente.La Longe de Boyard è annessa alla città di L'Île-d'Aix, nel dipartimento della Charente-Maritime.
[7] Nel dipartimento della Charente Marittima nella regione di Nuova Aquitania.
[8] Jules Clère ( Parigi il 10 ottobre 1850 - Parigi il 23 luglio 1934) era un giornalista e biografo francese.